Chiarimento sul gradiente e derivata direzionale
Salve, ho un problema a concepire il calcolo della derivata direzionale lungo la direzione v in un punto dato dal prodotto tra la norma del gradiente nel punto stesso, la norma del versore v e il coseno dell'angolo compreso tra i due. Ho letto da parecchie fonti scoprendo che il gradiente è un vettore applicato nel punto nel quale viene calcolato. La domanda è: se il versore v è un vettore di norma uno applicato nel punto di coordinate (0,0), come faccio a determinare l'angolo tra il gradiente e v se hanno un punto di applicazione diverso? Grazie
Risposte
'il gradiente' è qualcosa più di questo, comunque.
Chi ti vieta di calcolare l'angolo tra due vettori applicati in punti diversi?
Chi ti vieta di calcolare l'angolo tra due vettori applicati in punti diversi?
Ovviamente non è assolutamente vero. I vettori applicati sono usati quado è richiesto il calcolo di proprietà dipendenti da un certo polo, per esempio nel calcolo di momenti meccanici e momenti angolari. Il gradiente è un vettore e basta, il fatto che nei disegnini venga rappresentato come una freccetta applicata nel grafico della funzione è ovviamente solo per far capire meglio.
Stessa cosa per il versore v...perché mai vuoi applicarlo nell'origine? Il vettore v indica una direzione, così come il gradiente.
Stessa cosa per il versore v...perché mai vuoi applicarlo nell'origine? Il vettore v indica una direzione, così come il gradiente.
"Vulplasir":
Ovviamente non è assolutamente vero. I vettori applicati sono usati quado è richiesto il calcolo di proprietà dipendenti da un certo polo, per esempio nel calcolo di momenti meccanici e momenti angolari.
In Fisica, ovviamente.
Ma anche in Geometria Affine, vettori liberi ed applicati sono cose distinte.
"Vulplasir":
Il gradiente è un vettore e basta, il fatto che nei disegnini venga rappresentato come una freccetta applicata nel grafico della funzione è ovviamente solo per far capire meglio.
Questa è una vaccata, per ovvi motivi dimensionali.
Infatti non si vede come il gradiente di una funzione di, diciamo, due variabili, il quale è un vettore di uno spazio bidimensionale, possa essere applicato ad un punto sul grafico della funzione, che appartiene ad uno spazio tridimensionale.
Al massimo il gradiente è applicato nel punto del dominio in cui esso è calcolato, per denotare la direzione di massima pendenza sul grafico.
"Vulplasir":
Stessa cosa per il versore v...perché mai vuoi applicarlo nell'origine? Il vettore v indica una direzione, così come il gradiente.
E quindi va applicato nel punto che interessa nel dominio della funzione.
E quindi va applicato nel punto che interessa nel dominio della funzione
Chi l'ha detto?
Gugo quello che dici è vero però nessuno restano sempre due vettori e in quando tali puoi calcolarne l’angolo.
Che geometricamente possa o meno aver senso quello è un altro discorso.
Che geometricamente possa o meno aver senso quello è un altro discorso.
"Vulplasir":
E quindi va applicato nel punto che interessa nel dominio della funzione
Chi l'ha detto?
La dimensione dello spazio.