Problema riguardante il calcolo infinitesimale
Salve ragazzi! Sono uno studente appassionato di analisi matematica e volevo chiedervi un aiuto per comprendere un concetto che non riesco a capire:
La derivata prima ha, dal punto di vista geometrico, significato di retta tangente a una determinata curva.
La derivata seconda essendo, in pratica, un incremento della derivata prima ha significato geometrico di concavità della curva. Mi è chiaro che, data una funzione, determinata e discussa la relativa derivata prima dopo averla posta uguale a 0, posso determinare i punti di massimo, minimo e flessi della curva. Non capisco perchè, invece, utilizzando il metodo della derivata seconda per determinare i punti di massimo e minimo e flessi, devo considerare che ho davanti un flesso quando, accertato che la derivata seconda è nulla, la prima derivata che non si annulla è di ordine dispari. Perchè l'ordine dispari della derivata mi fa concludere con sicurezza che ho davanti un punto di flesso?
La derivata prima ha, dal punto di vista geometrico, significato di retta tangente a una determinata curva.
La derivata seconda essendo, in pratica, un incremento della derivata prima ha significato geometrico di concavità della curva. Mi è chiaro che, data una funzione, determinata e discussa la relativa derivata prima dopo averla posta uguale a 0, posso determinare i punti di massimo, minimo e flessi della curva. Non capisco perchè, invece, utilizzando il metodo della derivata seconda per determinare i punti di massimo e minimo e flessi, devo considerare che ho davanti un flesso quando, accertato che la derivata seconda è nulla, la prima derivata che non si annulla è di ordine dispari. Perchè l'ordine dispari della derivata mi fa concludere con sicurezza che ho davanti un punto di flesso?
Risposte
Evitiamo di pensare al flesso, che è solo un'indicazione aggiuntiva, ed enunciamo il teorema in questa forma "Supponendo che la prima derivata che non si annulla sia di ordine n, se n è pari ci sono massimi o minimi mentre non ce ne sono se n è dispari". Verifichiamolo per i primi valori di n:
- per il primo valore dispari, cioè per n=1, il teorema diventa "Se la derivata prima non si annulla non ci sono massimi e minimi" e questo ti è ben noto;
- per il primo valore pari, cioè n=2, ottieni il caso che hai menzionato e che dici di aver capito.
Ragioniamo ora per induzione completa: supposto che il teorema sia vero fino ad un certo valore di n, dimostriamo che lo è anche per n+1. Per questo dobbiamo schizzare il grafico non della funzione $f(x)$ data ma quello di $g(x)=f'(x)$. Distinguiamo a seconda della parità:
- se n+1 è dispari, allora n è pari e la prima derivata di g(x) che non si annulla è di ordine pari, quindi g(x) ha un massimo o un minimo che vale zero: ne consegue che la curva $y=g(x)$ è tutta al di sopra o tutta al di sotto dell'asse x. Quindi $f'(x)$ non cambia segno e non ci sono né massimi né minimi;
- se n+1 è pari la prima derivata di g(x) che non si annulla è di ordine dispari, quindi la curva $y=g(x)$ continua a crescere o decrescere; si annulla nel punto che ci interessa e perciò deve attraversare l'asse x . Ne consegue che il suo segno cambia e quando $f'(x)$ cambia segno la funzione data ha un estremo.
Con ragionamenti del tutto simili al precedente, cioè pensando al grafico di $y=f'(x)$, puoi anche dimostrare che il segno della prima derivata non nulla conduce alle stesse conclusioni che si avrebbero se quel segno fosse attibuito, a seconda dei casi, alla derivata prima o seconda.
- per il primo valore dispari, cioè per n=1, il teorema diventa "Se la derivata prima non si annulla non ci sono massimi e minimi" e questo ti è ben noto;
- per il primo valore pari, cioè n=2, ottieni il caso che hai menzionato e che dici di aver capito.
Ragioniamo ora per induzione completa: supposto che il teorema sia vero fino ad un certo valore di n, dimostriamo che lo è anche per n+1. Per questo dobbiamo schizzare il grafico non della funzione $f(x)$ data ma quello di $g(x)=f'(x)$. Distinguiamo a seconda della parità:
- se n+1 è dispari, allora n è pari e la prima derivata di g(x) che non si annulla è di ordine pari, quindi g(x) ha un massimo o un minimo che vale zero: ne consegue che la curva $y=g(x)$ è tutta al di sopra o tutta al di sotto dell'asse x. Quindi $f'(x)$ non cambia segno e non ci sono né massimi né minimi;
- se n+1 è pari la prima derivata di g(x) che non si annulla è di ordine dispari, quindi la curva $y=g(x)$ continua a crescere o decrescere; si annulla nel punto che ci interessa e perciò deve attraversare l'asse x . Ne consegue che il suo segno cambia e quando $f'(x)$ cambia segno la funzione data ha un estremo.
Con ragionamenti del tutto simili al precedente, cioè pensando al grafico di $y=f'(x)$, puoi anche dimostrare che il segno della prima derivata non nulla conduce alle stesse conclusioni che si avrebbero se quel segno fosse attibuito, a seconda dei casi, alla derivata prima o seconda.
Mi è venuta in mente un'altra dimostrazione, che penso troverai più semplice.
Quando una funzione derivabile si annulla il suo grafico può attraversare o no l'asse x (escludo le funzioni costanti). Se lo attraversa, la funzione cambia segno; continua a crescere o decrescere, quindi la sua derivata non cambia segno. Se non lo attraversa, la funzione non cambia segno; deve però farlo la sua derivata perché lì c'è un massimo o un minimo. Unendo i due casi diciamo che quando una funzione si annulla cambia il segno di una e una sola fra funzione e derivata.
Supponiamo ora che $f^((n))(c)$ sia la prima derivata non nulla: ci sarà allora un intorno completo di $c$ in cui non cambia segno. Consideriamo $f^((n-1))(x)$: si annulla in $c$ e la sua derivata non cambia segno, quindi lo cambia $f^((n-1))(x)$. Non cambia il segno di $f^((n-2))(x)$, eccetera. Conclusione: non cambiano segno quelle derivate il cui ordine ha la stessa parità di $n$ mentre lo cambiano le altre.
Il numero 1 è dispari, quindi se $n$ è dispari $f'(x)$ non cambia segno e c'è un flesso a tangente orizzontale; se $n$ è pari cambia il segno della derivata e c'è un estremo.
Quando una funzione derivabile si annulla il suo grafico può attraversare o no l'asse x (escludo le funzioni costanti). Se lo attraversa, la funzione cambia segno; continua a crescere o decrescere, quindi la sua derivata non cambia segno. Se non lo attraversa, la funzione non cambia segno; deve però farlo la sua derivata perché lì c'è un massimo o un minimo. Unendo i due casi diciamo che quando una funzione si annulla cambia il segno di una e una sola fra funzione e derivata.
Supponiamo ora che $f^((n))(c)$ sia la prima derivata non nulla: ci sarà allora un intorno completo di $c$ in cui non cambia segno. Consideriamo $f^((n-1))(x)$: si annulla in $c$ e la sua derivata non cambia segno, quindi lo cambia $f^((n-1))(x)$. Non cambia il segno di $f^((n-2))(x)$, eccetera. Conclusione: non cambiano segno quelle derivate il cui ordine ha la stessa parità di $n$ mentre lo cambiano le altre.
Il numero 1 è dispari, quindi se $n$ è dispari $f'(x)$ non cambia segno e c'è un flesso a tangente orizzontale; se $n$ è pari cambia il segno della derivata e c'è un estremo.