Odifreddi - Perchè non possiamo essere cristiani -
- e meno che mai cattolici .
Il titolo è senz'altro provocatorio, oltre che lungo.
Ho letto una recensione che lo considera un pamphlet, cioè un attacco ma ne dà una valutazione positiva.
Qualcuno l'ha letto e ha commenti in proposito ?
Il titolo è senz'altro provocatorio, oltre che lungo.
Ho letto una recensione che lo considera un pamphlet, cioè un attacco ma ne dà una valutazione positiva.
Qualcuno l'ha letto e ha commenti in proposito ?
Risposte
io ne ho lette due abbastanza critiche invece, una di un matematico ebreo e una che mi ha portato mia madre apparsa sulla stampa.
secondo me saranno i classici libri divulgativi che parlano di etica...che di matematica hanno poco e niente
Se qualcuno lo legge mi faccia sapere
Se qualcuno lo legge mi faccia sapere
Critiche, qualcosa di più , direi una stroncatura.
lo sto leggendo..... fino ad ora di matematica non c'è ne proprio.... ma è veramente interessante dato che mostra le reali contraddizioni della religione sulla base di dati oggettivi...
Ecco riportata integralmente la recensione a cui mi riferivo nel post inziale, scritta da C.Augias sul Venerdì di Repubblica .
Sono più che mai benvenuti osservazioni e commenti in proposito .
ODIFREDDI, SUL LAICISMO UNA CONCLUSIONE LOGICA
Questo libro è un pamphlet, cioè un attacco. Gli attacchi possono essere motivati o meno, argomentati o meno. Questo libro porta un attacco motivato e molto ben argomentato. Di quale attacco si tratti, lo annuncia già il titolo: "Perché non possiamo essere cristiani - e meno che mai cattolici". L'autore, Piergiorgio Odifreddi, insegna Logica a Torino e all'università di Cornell, un lungo allenamento alla ragione dal quale ricava la chiave del suo procedere. Si comincia con il libro della Genesi ("In principio Dio creò il cielo e la terra"), si esaminano alcuni passaggi cruciali delle scritture ebraiche, si passa al Nuovo Testamento, alla nascita del Cristianesimo, alla proclamazione dei suoi dogmi, dai più antichi a quelli recentissimi.
Questa rassegna storica, veloce ma densa di citazioni e riferimenti, ha il fine dichiarato di dimostrare che il Cristianesimo, lungi dall'essere uno stimolo alla crescita del pensiero democratico, è stato, al contrario, un freno potente lungo tutto il corso della sua storia, contro ogni conquista del pensiero scientifico, contro lo stesso progresso civile nella vita degli esseri umani, in definitiva contro la loro "felicità". Con logica implacabile l'autore dimostra come le Scritture siano gremite di ogni sorta di assurdità, di contraddizioni, nel migliore dei casi di favole. Il martirio di Giordano Bruno, bruciato vivo per aver osato ragionare con la propria testa, l'umiliazione di Galileo, costretto a ritrattare in ginocchio verità scientifiche evidenti, sono - scrive Odifreddi - l'emblema di una istituzione che si ritiene depositaria dell'unica possibile verità e che in nome di questa pretesa si arroga il diritto di giudicare la vita degli individui e delle nazioni. Sulla parte "politica" del libro non ho particolari osservazioni da fare: da quando la Chiesa cristiana si è impadronita del potere temporale grazie alla falsa donazione di Costantino, il suo agire è stato ispirato più spesso alle regole della politica che non a quelle della misercordia predicate da Cristo. Ho invece da obiettare sull'implacabile requisitoria contro le assurdità della fede. Le fedi religiose sono percorsi che non tollerano lo scrutinio razionale, esprimono un'adesione di sentimenti, una fiducia che nasce dal cuore alla quale è illegittimo applicare la logica di un matematico. Per il resto, vale la frase di Marc'Aurelio posta a conclusione del libro: "Tutto ciò che è in armonia con Te, Universo, lo è anche con me".
Sono più che mai benvenuti osservazioni e commenti in proposito .
ODIFREDDI, SUL LAICISMO UNA CONCLUSIONE LOGICA
Questo libro è un pamphlet, cioè un attacco. Gli attacchi possono essere motivati o meno, argomentati o meno. Questo libro porta un attacco motivato e molto ben argomentato. Di quale attacco si tratti, lo annuncia già il titolo: "Perché non possiamo essere cristiani - e meno che mai cattolici". L'autore, Piergiorgio Odifreddi, insegna Logica a Torino e all'università di Cornell, un lungo allenamento alla ragione dal quale ricava la chiave del suo procedere. Si comincia con il libro della Genesi ("In principio Dio creò il cielo e la terra"), si esaminano alcuni passaggi cruciali delle scritture ebraiche, si passa al Nuovo Testamento, alla nascita del Cristianesimo, alla proclamazione dei suoi dogmi, dai più antichi a quelli recentissimi.
Questa rassegna storica, veloce ma densa di citazioni e riferimenti, ha il fine dichiarato di dimostrare che il Cristianesimo, lungi dall'essere uno stimolo alla crescita del pensiero democratico, è stato, al contrario, un freno potente lungo tutto il corso della sua storia, contro ogni conquista del pensiero scientifico, contro lo stesso progresso civile nella vita degli esseri umani, in definitiva contro la loro "felicità". Con logica implacabile l'autore dimostra come le Scritture siano gremite di ogni sorta di assurdità, di contraddizioni, nel migliore dei casi di favole. Il martirio di Giordano Bruno, bruciato vivo per aver osato ragionare con la propria testa, l'umiliazione di Galileo, costretto a ritrattare in ginocchio verità scientifiche evidenti, sono - scrive Odifreddi - l'emblema di una istituzione che si ritiene depositaria dell'unica possibile verità e che in nome di questa pretesa si arroga il diritto di giudicare la vita degli individui e delle nazioni. Sulla parte "politica" del libro non ho particolari osservazioni da fare: da quando la Chiesa cristiana si è impadronita del potere temporale grazie alla falsa donazione di Costantino, il suo agire è stato ispirato più spesso alle regole della politica che non a quelle della misercordia predicate da Cristo. Ho invece da obiettare sull'implacabile requisitoria contro le assurdità della fede. Le fedi religiose sono percorsi che non tollerano lo scrutinio razionale, esprimono un'adesione di sentimenti, una fiducia che nasce dal cuore alla quale è illegittimo applicare la logica di un matematico. Per il resto, vale la frase di Marc'Aurelio posta a conclusione del libro: "Tutto ciò che è in armonia con Te, Universo, lo è anche con me".
"Camillo":
Qualcuno l'ha letto e ha commenti in proposito ?
https://www.matematicamente.it/f/viewtopic.php?t=16602
Ciao,
L.
Ho letto il libro con molta attenzione, mi pare argomentato bene
