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Aurea Verba Latinitatis
44)
Duilio Cornelioque consulibus etiam mari congredi ausus est. Tum quidem ipsa velocitas classis comparatae victoriae auspicium fuit. Intra enim sexagensimum diem quam caesa silva fuerat centum sexaginta navium classis in anchoris stetit, ut non arte factae, sed quodam munere deorum conversae in naves atque mutatae arbores viderentur. Proelii vero forma mirabilis, cum illas celeris volucresque hostium naves hae graves tardaeque comprehenderent. Longe illis nauticae artes, detorquere remos et ludificari fuga nostra. Iniectae enim ferreae manus machinaeque validae, ante certamen multum ad hoste derisae, coactique hostes quasi in solido decernere
22)
Servi apud Romanos hostes, quos illi in bello ceperant. Alii autem barbari et rudes erant:agros igitur colebant aut pecudes pascebant. Alii servi erannt Graeci qui saepe sapientiores et callidiores Romanis erant. Hi libros dominorum curabant, epistulas scribebant et pecuniam interdum numerebant. Dominae quoque multas habebant servas quae vestimenta faciebant aut pueros erudiebant. Servos, in villa natos , qui apud eundem dominum semper fuerunt, vernas vocabant. Servi, autem , quorum vires validiores quam ceterorum erant. Saepe in circo maximo pugnabant. hos vocabant gladiatores , quia gladio pugnabant. Plerique eorum capillos flavos et oculos caeruleos habebant, quia erant Germania aut Britanni.
35)
Ubi omnes Argos convenere,Agamemnon ,grande auri pondus Mycenis adportatum per singulos dispertiens,promptiores animos omnium ad bellum,quod parabatur,reddit.Tum communi consilio iusiurandum interponi hoc modo placauit.Calchas, Thestoris filius praescius futurorum ,porcum marem in forum medium duci iubet,quem in duas partes exsectum orienti occidentique dividit,atque ita singulos nudatis gladiis per medium procedere iubet.Dein,mucronibus sanguine eius oblitis,inimicitias sibi cum Priamo per religionem confirmaverunt et promiserunt se bellum non deserturos,priusquam Ilium eruissent.Dein in templo Iunonis Argivae rectorem omnium declarari placuit.Igitur singuli in tabellis,quas ad deligendum belli principem habebant,Punicis litteris Agamemnonis nomem designant
44)
Duilio Cornelioque consulibus etiam mari congredi ausus est. Tum quidem ipsa velocitas classis comparatae victoriae auspicium fuit. Intra enim sexagensimum diem quam caesa silva fuerat centum sexaginta navium classis in anchoris stetit, ut non arte factae, sed quodam munere deorum conversae in naves atque mutatae arbores viderentur. Proelii vero forma mirabilis, cum illas celeris volucresque hostium naves hae graves tardaeque comprehenderent. Longe illis nauticae artes, detorquere remos et ludificari fuga nostra. Iniectae enim ferreae manus machinaeque validae, ante certamen multum ad hoste derisae, coactique hostes quasi in solido decernere
22)
Servi apud Romanos hostes, quos illi in bello ceperant. Alii autem barbari et rudes erant:agros igitur colebant aut pecudes pascebant. Alii servi erannt Graeci qui saepe sapientiores et callidiores Romanis erant. Hi libros dominorum curabant, epistulas scribebant et pecuniam interdum numerebant. Dominae quoque multas habebant servas quae vestimenta faciebant aut pueros erudiebant. Servos, in villa natos , qui apud eundem dominum semper fuerunt, vernas vocabant. Servi, autem , quorum vires validiores quam ceterorum erant. Saepe in circo maximo pugnabant. hos vocabant gladiatores , quia gladio pugnabant. Plerique eorum capillos flavos et oculos caeruleos habebant, quia erant Germania aut Britanni.
35)
Ubi omnes Argos convenere,Agamemnon ,grande auri pondus Mycenis adportatum per singulos dispertiens,promptiores animos omnium ad bellum,quod parabatur,reddit.Tum communi consilio iusiurandum interponi hoc modo placauit.Calchas, Thestoris filius praescius futurorum ,porcum marem in forum medium duci iubet,quem in duas partes exsectum orienti occidentique dividit,atque ita singulos nudatis gladiis per medium procedere iubet.Dein,mucronibus sanguine eius oblitis,inimicitias sibi cum Priamo per religionem confirmaverunt et promiserunt se bellum non deserturos,priusquam Ilium eruissent.Dein in templo Iunonis Argivae rectorem omnium declarari placuit.Igitur singuli in tabellis,quas ad deligendum belli principem habebant,Punicis litteris Agamemnonis nomem designant
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44) Durante il consolato di Duilio e Cornelio osò (probabilmente è sottinteso 'il popolo Romano' o 'Roma') combattere anche in mare. Allora fu senza dubbio presagio di vittoria la rapida creazione della flotta. In meno di sessanta giorni da che il bosco era stato abbattuto, stette all'ancora una flotta di centosessanta navi, cosicché sembravano non arte fatte, ma per dono degli mutati gli alberi e trasformati in navi. Mirabile inoltre il tipo di combattimento, arrestando quelle navi pesanti e lente (si riferisce alle navi dei Romani) le agili e veloci dei nemici. Lontane da loro le arti nautiche, (cioè) girare i remi e schivare con la fuga i rostri (Rostra). Infatti posti sopra (alle navi) artigli di ferro e potenti macchine da guerra, prima del combattimento molto derise dal nemico, i nemici furono costretti quasi a combattere sulla terra.
22) I servi presso i Romani erano i nemici che avevano catturato in guerra. Altri invece erano barbari e rozzi: perciò coltivavano i campi o pascolavano le greggi. Altri servi erano i Greci, che spesso erano più saggi e avveduti dei Romani. Costoro si occupavano dei libri dei padroni, scrivevano lettere e talvolta contavano il denaro. Anche le padrone avevano molte serve che confezionavano vestiti o educavano i bambini. Chiamavano 'verni' gli schiavi, nati nella villa, che furono sempre presso lo stesso padrone. Inoltre i servi, dei quali le forze erano più potenti rispetto agli altri, spesso combattevano nel Circo Massimo. Chiamavano questi 'gladiatori', poiché combattevano con la spada. La maggior parte di loro aveva i capelli biondi e gli occhi celesti, perché erano Germani o Britanni.
35) Quando tutti giunsero ad Argo, Agamennone, distribuendo una grande quantità d'oro portata da Micene per ciascuno, rese gli animi di tutti più pronti per la guerra, che si preparava. Allora, secondo il parere comune, sembrò opportuno che venisse frapposto un giuramento. Calcante, figlio di Testore, presago degli eventi futuri, ordina che venga condotto in mezzo alla piazza un maiale maschio, che, tagliato in due parti, separò a oriente e a occidente, e così ordina che ad uno ad uno procedano per il centro con le spade sguainate. Poi, dopo aver macchiato le punte delle spade con il sangue di quello (del maiale), confermarono le inimicizie con Priamo tramite la religione e promisero che non avrebbero abbandonato la guerra prima d'aver distrutto Troia. Poi sembrò opportuno che venisse annunciato pubblicamente nel tempio di Giunone Argiva la guida di tutti. Dunque ognuno su delle tavolette, che avevano per scegliere il capo della guerra, annota con lettere fenicie il nome di Agamennone.
:hi
22) I servi presso i Romani erano i nemici che avevano catturato in guerra. Altri invece erano barbari e rozzi: perciò coltivavano i campi o pascolavano le greggi. Altri servi erano i Greci, che spesso erano più saggi e avveduti dei Romani. Costoro si occupavano dei libri dei padroni, scrivevano lettere e talvolta contavano il denaro. Anche le padrone avevano molte serve che confezionavano vestiti o educavano i bambini. Chiamavano 'verni' gli schiavi, nati nella villa, che furono sempre presso lo stesso padrone. Inoltre i servi, dei quali le forze erano più potenti rispetto agli altri, spesso combattevano nel Circo Massimo. Chiamavano questi 'gladiatori', poiché combattevano con la spada. La maggior parte di loro aveva i capelli biondi e gli occhi celesti, perché erano Germani o Britanni.
35) Quando tutti giunsero ad Argo, Agamennone, distribuendo una grande quantità d'oro portata da Micene per ciascuno, rese gli animi di tutti più pronti per la guerra, che si preparava. Allora, secondo il parere comune, sembrò opportuno che venisse frapposto un giuramento. Calcante, figlio di Testore, presago degli eventi futuri, ordina che venga condotto in mezzo alla piazza un maiale maschio, che, tagliato in due parti, separò a oriente e a occidente, e così ordina che ad uno ad uno procedano per il centro con le spade sguainate. Poi, dopo aver macchiato le punte delle spade con il sangue di quello (del maiale), confermarono le inimicizie con Priamo tramite la religione e promisero che non avrebbero abbandonato la guerra prima d'aver distrutto Troia. Poi sembrò opportuno che venisse annunciato pubblicamente nel tempio di Giunone Argiva la guida di tutti. Dunque ognuno su delle tavolette, che avevano per scegliere il capo della guerra, annota con lettere fenicie il nome di Agamennone.
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