Versione di latino livio (7280)
:satisfiedciao a tutti!!
avrei urgente bisogno di questa versione..
prima riga
philopoemen achaeorum praetor ad preoccupandam coronem quam hostes petebant...
ultima
ut eo adduceretur in conspectum populi omnes una voce exposcebant.
grazie tante in anticipo!!
avrei urgente bisogno di questa versione..
prima riga
philopoemen achaeorum praetor ad preoccupandam coronem quam hostes petebant...
ultima
ut eo adduceretur in conspectum populi omnes una voce exposcebant.
grazie tante in anticipo!!
Risposte
chiudo
suxkikka90 :
è perfetta grazie!!!!
Di niente ^^
è perfetta grazie!!!!
Ho trovato questa qui... non so se è uguale a quella che cerchi tu ma magari ti può aiutare :)
Mi sembra che la tua versione sia in mezzo a tutta l'opera.. vedi un po tu ^^.. ti ho evidenziato quella che secondo me è la tua versione ^^
Eventus memorabilis est, quod, cum bello superiores essent, Achaei, Philopoemen praetor eorum capitur, ad praeoccupandam Coronen, quam hostes petebant, inita valle iniqua cum equitibus paucis oppressus. Ipsum potuisse effugere Thracum Cretensiumque auxilio tradunt: sed pudor relinquendi equites, nobilissimos gentis, ab ipso nuper lectos, tenuit. Quibus dum locum ad evadendas angustias cogendo ipse agmen praebet, sustinens impetus hostium, prolapso equo et suo ipse casu et onere equi super eum ruentis haud multum afuit, quin exanimaretur, septuaginta annos iam natus et diutino morbo, ex quo tum primum reficiebatur, viribus admodum attenuatis. Iacentem hostes superfusi oppresserunt; cognitumque [primum] a verecundia memoriaque meritorum haud secus quam ducem suum attollunt reficiuntque et ex valle devia in viam portant, vix sibimet ipsi prae necopinato gaudio credentes; pars nuntios Messenen praemittunt debellatum esse, Philopoemenem captum adduci. Primum adeo incredibilis visa res, ut non pro vano modo sed vix pro sano nuntius audiretur. Deinde ut super alium alius idem omnes adfirmantes veniebant, tandem facta fides; et priusquam appropinquare urbi satis scirent, ad spectaculum omnes simul liberi ac servi, pueri quoque cum feminis, effunduntur. Itaque clauserat portam turba, dum pro se quisque, nisi ipse oculis suis credidisset, vix pro comperta tantam rem habiturus videtur. Aegre summoventes obvios intrare portam, qui adducebant Philopoemenem, potuerunt. Aeque conferta turba iter reliquum clauserat; et cum pars maxima exclusa a spectaculo esset, theatrum repente, quod propinquum viae erat, compleverunt, et, ut eo adduceretur in conspectum populi, una voce omnes exposcebant. Magistratus et principes veriti, ne quem motum misericordia praesentis tanti viri faceret, cum alios verecundia pristinae maiestatis collatae praesenti fortunae, alios recordatio ingentium meritorum motura esset, procul in conspectu eum statuerunt, deinde raptim ex oculis hominum abstraxerunt, dicente praetore Dinocrate esse, quae pertinentia ad summam belli percunctari eum magistratus vellent. Inde abducto eo in curiam et senatu vocato consultari coeptum.
trad: Un caso, poi, veramente degno di essere ricordato è quello occorso a Filopemene, stratego degli Achei, superiori fino a quel momento in battaglia; quello, mentre si recava ad occupare Corone, assalita dai nemici, sorpreso con pochi cavalieri in un'impervia vallata, fu catturato.
Dissero che avrebbe potuto mettersi in salvo accettando l'aiuto di Traci e Cretesi; tuttavia lo trattenne lo scrupolo di abbandonare al loro destino proprio quei cavalieri, uomini nobilissimi, da lui stesso appena scelti (a compagni).
Mentre dunque offriva loro la possibilità di eludere la stretta, facendo fronte all'urto dei nemici, scivolato il cavallo - sia per la sua caduta sia per il peso dell'animale rovinatogli addosso - poco mancò che morisse perché aveva già settanta anni e perché stava appena riacquistando le forze assai scemate per una lunga malattia.
Subito sopraggiunti, i nemici lo accerchiarono mentre giaceva a terra; ma, riconosciutolo e mossi da un senso di rispetto e dalla memoria del suo valore, lo sollevano come se fosse stato un loro capo, lo ristorano e da quella valle fuori mano lo conducono sulla strada, a stento credendo a se stessi per la gioia inattesa. Dunque, si fanno precedere a Messene dalla notizia che la guerra è finita, che Filopemene è caduto prigioniero. In un primo momento, però, l'annuncio sembrò così incredibile che lo stesso messaggero non solo fu ritenuto bugiardo, ma soprattutto fu preso per pazzo. Poi, con il sopraggiungere uno dopo l'altro di uomini che confermavano tutti lo stesso evento, finalmente si cominciò a crederci; e, prima ancora di sapere con certezza che Filopemene si stava avvicinando alla città, tutti si riversarono nelle vie per godersi lo spettacolo, liberi e servi, finanche donne e fanciulli. Ma, così facendo, la folla aveva ostruito la porta (della città) e nessuno avrebbe mai potuto credere ad un avvenimento così straordinario, se non l'avesse visto con i suoi stessi occhi. Faticosamente riuscirono a farsi largo nella ressa quelli che traevano Filopemene: una folla egualmente fitta impediva il resto del cammino e, poiché molti erano rimasti esclusi dallo spettacolo, a un tratto si accalcarono nel teatro vicino nella via, reclamando, unanimamente, che Filopemene fosse condotto là, alla presenza del popolo.
I magistrati e i nobili, tuttavia temettero che la pietà per un così grande uomo potesse provocare disordini, perché qualcuno poteva essere mosso da rispetto per la sua antica autorità, confrontandola con la condizione presente, altri dalla memoria dei suoi meriti eccezionali: perciò lo condussero in un luogo da cui potesse essere scorto da tutti, benché lontano, per poi sottrarlo precipitosamente alla vista del popolo; il comandante Dinocrate giustificò la cosa affermando che i magistrati volevano interrogarlo su più generali problemi di guerra. Condotto di là nella curia e convocato il consiglio degli anziani, si diede dunque l'avvio alla discussione.
Mi sembra che la tua versione sia in mezzo a tutta l'opera.. vedi un po tu ^^.. ti ho evidenziato quella che secondo me è la tua versione ^^
Eventus memorabilis est, quod, cum bello superiores essent, Achaei, Philopoemen praetor eorum capitur, ad praeoccupandam Coronen, quam hostes petebant, inita valle iniqua cum equitibus paucis oppressus. Ipsum potuisse effugere Thracum Cretensiumque auxilio tradunt: sed pudor relinquendi equites, nobilissimos gentis, ab ipso nuper lectos, tenuit. Quibus dum locum ad evadendas angustias cogendo ipse agmen praebet, sustinens impetus hostium, prolapso equo et suo ipse casu et onere equi super eum ruentis haud multum afuit, quin exanimaretur, septuaginta annos iam natus et diutino morbo, ex quo tum primum reficiebatur, viribus admodum attenuatis. Iacentem hostes superfusi oppresserunt; cognitumque [primum] a verecundia memoriaque meritorum haud secus quam ducem suum attollunt reficiuntque et ex valle devia in viam portant, vix sibimet ipsi prae necopinato gaudio credentes; pars nuntios Messenen praemittunt debellatum esse, Philopoemenem captum adduci. Primum adeo incredibilis visa res, ut non pro vano modo sed vix pro sano nuntius audiretur. Deinde ut super alium alius idem omnes adfirmantes veniebant, tandem facta fides; et priusquam appropinquare urbi satis scirent, ad spectaculum omnes simul liberi ac servi, pueri quoque cum feminis, effunduntur. Itaque clauserat portam turba, dum pro se quisque, nisi ipse oculis suis credidisset, vix pro comperta tantam rem habiturus videtur. Aegre summoventes obvios intrare portam, qui adducebant Philopoemenem, potuerunt. Aeque conferta turba iter reliquum clauserat; et cum pars maxima exclusa a spectaculo esset, theatrum repente, quod propinquum viae erat, compleverunt, et, ut eo adduceretur in conspectum populi, una voce omnes exposcebant. Magistratus et principes veriti, ne quem motum misericordia praesentis tanti viri faceret, cum alios verecundia pristinae maiestatis collatae praesenti fortunae, alios recordatio ingentium meritorum motura esset, procul in conspectu eum statuerunt, deinde raptim ex oculis hominum abstraxerunt, dicente praetore Dinocrate esse, quae pertinentia ad summam belli percunctari eum magistratus vellent. Inde abducto eo in curiam et senatu vocato consultari coeptum.
trad: Un caso, poi, veramente degno di essere ricordato è quello occorso a Filopemene, stratego degli Achei, superiori fino a quel momento in battaglia; quello, mentre si recava ad occupare Corone, assalita dai nemici, sorpreso con pochi cavalieri in un'impervia vallata, fu catturato.
Dissero che avrebbe potuto mettersi in salvo accettando l'aiuto di Traci e Cretesi; tuttavia lo trattenne lo scrupolo di abbandonare al loro destino proprio quei cavalieri, uomini nobilissimi, da lui stesso appena scelti (a compagni).
Mentre dunque offriva loro la possibilità di eludere la stretta, facendo fronte all'urto dei nemici, scivolato il cavallo - sia per la sua caduta sia per il peso dell'animale rovinatogli addosso - poco mancò che morisse perché aveva già settanta anni e perché stava appena riacquistando le forze assai scemate per una lunga malattia.
Subito sopraggiunti, i nemici lo accerchiarono mentre giaceva a terra; ma, riconosciutolo e mossi da un senso di rispetto e dalla memoria del suo valore, lo sollevano come se fosse stato un loro capo, lo ristorano e da quella valle fuori mano lo conducono sulla strada, a stento credendo a se stessi per la gioia inattesa. Dunque, si fanno precedere a Messene dalla notizia che la guerra è finita, che Filopemene è caduto prigioniero. In un primo momento, però, l'annuncio sembrò così incredibile che lo stesso messaggero non solo fu ritenuto bugiardo, ma soprattutto fu preso per pazzo. Poi, con il sopraggiungere uno dopo l'altro di uomini che confermavano tutti lo stesso evento, finalmente si cominciò a crederci; e, prima ancora di sapere con certezza che Filopemene si stava avvicinando alla città, tutti si riversarono nelle vie per godersi lo spettacolo, liberi e servi, finanche donne e fanciulli. Ma, così facendo, la folla aveva ostruito la porta (della città) e nessuno avrebbe mai potuto credere ad un avvenimento così straordinario, se non l'avesse visto con i suoi stessi occhi. Faticosamente riuscirono a farsi largo nella ressa quelli che traevano Filopemene: una folla egualmente fitta impediva il resto del cammino e, poiché molti erano rimasti esclusi dallo spettacolo, a un tratto si accalcarono nel teatro vicino nella via, reclamando, unanimamente, che Filopemene fosse condotto là, alla presenza del popolo.
I magistrati e i nobili, tuttavia temettero che la pietà per un così grande uomo potesse provocare disordini, perché qualcuno poteva essere mosso da rispetto per la sua antica autorità, confrontandola con la condizione presente, altri dalla memoria dei suoi meriti eccezionali: perciò lo condussero in un luogo da cui potesse essere scorto da tutti, benché lontano, per poi sottrarlo precipitosamente alla vista del popolo; il comandante Dinocrate giustificò la cosa affermando che i magistrati volevano interrogarlo su più generali problemi di guerra. Condotto di là nella curia e convocato il consiglio degli anziani, si diede dunque l'avvio alla discussione.
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