Il fine non giustifica i mezzi

stefanya
x piacere mi potete trovare qst versione?????grazie....inizia ksì:Utilitatis in re publica saepe peccatur, ut in Corinthi disturbatione nostri.Durius etiam peccaverunt Athenienses, qui sciverunt ut Aeginetarum remigibus, qui classe valebant, pollices praeciderentur...... e finisce ksì:habuit quam umquam rebus secundis:nulla timoris significatio fuit, nulla mentio pacis.....grazie

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Mario
Cum igitur id quod utile videtur in amicitia cum eo quod honestum est comparatur iaceat utilitatis species valeat honestas. Cum autem in amicitia quae honesta non sunt postulabuntur religio et fides anteponatur amicitiae; sic habebitur is quem exquirimus dilectus officii. Sed utilitatis specie in republica saepissime peccatur ut in Corinthi disturbatione nostri; durius etiam Athenienses qui sciverunt ut Aeginetis qui classe valebant pollices praeciderentur. Hoc visum est utile; nimis enim imminebat propter propinquitatem Aegina Piraeo. Sed nihil quod crudele utile; est enim hominum naturae quam sequi debemus maxima inimica crudelitas.
Male etiam qui peregrinos urbibus uti prohibent eosque exterminant ut Pennus apud patres nostros Papius nuper. Nam esse pro cive qui civis non sit rectum est non licere quam legem tulerunt sapientissimi consules Crassus et Scaevola. Usu vero urbis prohibere peregrinos sane inhumanum est. Illa praeclara in quibus publicae utilitatis species prae honestate contemnitur. Plena exemplorum est nostra res publica cum saepe tum maxime bello Punico secundo quae Cannensi calamitate accepta maiores animos habuit quam unquam rebus secundis; nulla timoris significatio nulla mentio pacis. Tanta vis est honesti ut speciem utilitatis obscuret.

Quando dunque si mette a confronto nell'amicizia ciò che sembra utile con ciò che è onesto venga meno l'apparenza dell'utile e prevalga l'onestà; quando invece nell'amicizia saranno richieste cose che non sono oneste la coscienza e la lealtà siano preposte all'amicizia. Così verrà fatta quella scelta dei doveri su cui si sta indagando. Ma spesso nel governo dello Stato si commettono errori sotto un'apparenza di utilità come fecero i nostri nella distruzione di Corinto; ancor più duramente si comportarono gli Ateniesi che decretarono il taglio del pollice per gli Egineti forti sul mare. Questo parve utile perché Egina per la sua vicinanza minacciava troppo il Pireo. Ma niente che sia crudele è utile; la crudeltà difatti è in particolar modo nemica della natura umana che noi dobbiamo seguire.
Agiscono male anche coloro che vietano agli stranieri di godere dei vantaggi della città e li bandiscono come fece Panno presso i nostri antenati e Papio recentemente. E' giusto difatti che non sia lecito che venga attribuito il titolo di cittadino a chi non lo è in base alla legge proposta da Crasso e Scevola saggissimi consoli ; ma è del tutto incivile proibire agli stranieri di godere dei vantaggi della città. Belli sono quei casi in cui l'apparenza della utilità pubblica non è tenuta in alcun conto di fronte all'onestà. Il nostro Stato è pieno di frequenti esempi in molte occasioni e specialmente nella seconda guerra punica: dopo la disfatta di Canne mostrò un coraggio maggiore di quanto ne avesse dimostrato nei periodi favorevoli; nessun segno di timore nessuna parola di pace. La forza dell'onesto è tale da oscurare l'apparenza dell'utilità.

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