Differenze, tra la congiura di catilina, di sallustio e cicerone
ciao, potete dirmi per favore le differenze che ci sono?
grazie!
grazie!
Risposte
Potete dire qualcosa di piu'? Soprattutto sul pesniero poliico... grazie :D
GRANDE!
Entrambe le opere, il "De Catilinae coniuratione" di Sallustio e, le "Orationes in Catilinam" di Cicerone, costituiscono due preziose fonti storiche, caratterizzate dalla grande competenza politica e letteraria dei due autori ( essi ebbero parte attiva nella vita politica di quel tempo ) e dallo sforzo di oggettività che i due autori cercarono di compiere.
Ricordiamo che Catilina, dopo la sconfitta alle elezioni per il consolato subìta ad opera di Cicerone decise di ordire un colpo di stato, raccogliendo intorno a sé un gruppo di congiurati, provenienti dai ceti più vari della società romana, ma accomunati dal disprezzo per la legalità e dall'uso della violenza. Tra di essi si annoverano sia individui appartenenti ai ceti più alti della societas romana - nobili fortemente indebitati ed equites - sia personaggi meno altolocati - plebei, proprietari terrieri falliti, veterani di Silla, donne, schiavi.
Catilina, con abili manovre demagogiche, riunì tutti intorno ad un programma estremistico, ma democratico, rivolto ai "populares": i suoi obbiettivi fondamentali erano il condono dei debiti, la distribuzione di terre ai meno abbienti ed il riscatto dei cittadini più miseri.
Cicerone, essendo console, ebbe il duplice impegno di sedare le rivolte popolari capeggiate da Catilina,ma essendo anche studioso e senatore doveva tenere alta l'attenzione del Senato sulle cause del problema dei populares e di sollecitare interventi politici ed educativi sulla società
La prima differenza sostanziale tra le due opere sta nel fatto che Cicerone scrisse le prime due orazioni proprio mentre i fatti si svolgevano. Si comportò allora come un capo questore che fa svolgere le indagini prima di individuare le persone sospettate e in senato si comportò poi da grande oratore perchè sapeva che era molto importante il primeggiare sul suo antagonista per ottenere il riconoscimento sei senatori. Elaborò infatti dal punto di vista dell'efficacia discorsiva le sue orazioni che per la prima volta furono scritte, prima di essere recitate, in cui le capacità oratorie di Cic. furono usate come strumento politico e noi oggi possiamo capirne l'importanza di ogni singola parola.
Facendo di Catilina uno scellerato, in preda ad ambizioni e brame smodate, Cicerone cercò di inculcare nei cittadini, e ribadire poi sempre nella loro memoria, quella che fu la certezza della sua vita: di essere stato il salvatore della Repubblica, il custode delle istituzioni, il console previdente che aveva sventato trame, rivelato complotti e, infine, aveva agito sempre nella più rigorosa legalità.
Sallustio scrisse il "De coniuratione" parecchi anni dopo quegli eventi e ci presenta un punto di vista leggermente diverso da quello di cicerone, perchè egli parteggia per i populares ma non può apertamente difendere gli atti compiuti da un terrorista dell'epoca come oggi Catilina verrebbe definito.
Anche Sallustio vive in un periodo di liste di proscrizione e di guerra civile dilagante. Il suo impegno politico era però fallito e la delusione che derivò dalle sue esperienze lo portò a decidere di non inquadrare il problema secondo le tecniche della STORIOGRAFIA ANNALISTICA precedente ma di inventarsi il sistema della ritrattistica che voleva comprendere i molteplici problemi che erano a monte della quastione dei populares e di catilina
Il Catilina di Sallustio non è una figura eccezionale, ma è l’esponente di una situazione, di un costume, il simbolo di una categoria morale. Sallustio condivideva la protesta di Catilina, ma non aveva la coerenza, l’ardire di appoggiarla; soprattutto non poteva ammettere che il rimedio alle ingiustizie della società fosse
attuato da estremisti con atti estremi, incendi, massacri, espropri.
Manca a Cicerone la sensibilità sociale che si vedrà in Sallustio. Sallustio non è implicato nella vicenda e ripensa ad essa venticinque anni dopo; Cicerone invece è nel vivo del conflitto, auspica l’alleanza fra l’oligarchia senatoriale e gli equites. I poveri non li percepisce; e, se sono tali, è per colpa loro.
ciao adone92 :hi
Ricordiamo che Catilina, dopo la sconfitta alle elezioni per il consolato subìta ad opera di Cicerone decise di ordire un colpo di stato, raccogliendo intorno a sé un gruppo di congiurati, provenienti dai ceti più vari della società romana, ma accomunati dal disprezzo per la legalità e dall'uso della violenza. Tra di essi si annoverano sia individui appartenenti ai ceti più alti della societas romana - nobili fortemente indebitati ed equites - sia personaggi meno altolocati - plebei, proprietari terrieri falliti, veterani di Silla, donne, schiavi.
Catilina, con abili manovre demagogiche, riunì tutti intorno ad un programma estremistico, ma democratico, rivolto ai "populares": i suoi obbiettivi fondamentali erano il condono dei debiti, la distribuzione di terre ai meno abbienti ed il riscatto dei cittadini più miseri.
Cicerone, essendo console, ebbe il duplice impegno di sedare le rivolte popolari capeggiate da Catilina,ma essendo anche studioso e senatore doveva tenere alta l'attenzione del Senato sulle cause del problema dei populares e di sollecitare interventi politici ed educativi sulla società
La prima differenza sostanziale tra le due opere sta nel fatto che Cicerone scrisse le prime due orazioni proprio mentre i fatti si svolgevano. Si comportò allora come un capo questore che fa svolgere le indagini prima di individuare le persone sospettate e in senato si comportò poi da grande oratore perchè sapeva che era molto importante il primeggiare sul suo antagonista per ottenere il riconoscimento sei senatori. Elaborò infatti dal punto di vista dell'efficacia discorsiva le sue orazioni che per la prima volta furono scritte, prima di essere recitate, in cui le capacità oratorie di Cic. furono usate come strumento politico e noi oggi possiamo capirne l'importanza di ogni singola parola.
Facendo di Catilina uno scellerato, in preda ad ambizioni e brame smodate, Cicerone cercò di inculcare nei cittadini, e ribadire poi sempre nella loro memoria, quella che fu la certezza della sua vita: di essere stato il salvatore della Repubblica, il custode delle istituzioni, il console previdente che aveva sventato trame, rivelato complotti e, infine, aveva agito sempre nella più rigorosa legalità.
Sallustio scrisse il "De coniuratione" parecchi anni dopo quegli eventi e ci presenta un punto di vista leggermente diverso da quello di cicerone, perchè egli parteggia per i populares ma non può apertamente difendere gli atti compiuti da un terrorista dell'epoca come oggi Catilina verrebbe definito.
Anche Sallustio vive in un periodo di liste di proscrizione e di guerra civile dilagante. Il suo impegno politico era però fallito e la delusione che derivò dalle sue esperienze lo portò a decidere di non inquadrare il problema secondo le tecniche della STORIOGRAFIA ANNALISTICA precedente ma di inventarsi il sistema della ritrattistica che voleva comprendere i molteplici problemi che erano a monte della quastione dei populares e di catilina
Il Catilina di Sallustio non è una figura eccezionale, ma è l’esponente di una situazione, di un costume, il simbolo di una categoria morale. Sallustio condivideva la protesta di Catilina, ma non aveva la coerenza, l’ardire di appoggiarla; soprattutto non poteva ammettere che il rimedio alle ingiustizie della società fosse
attuato da estremisti con atti estremi, incendi, massacri, espropri.
Manca a Cicerone la sensibilità sociale che si vedrà in Sallustio. Sallustio non è implicato nella vicenda e ripensa ad essa venticinque anni dopo; Cicerone invece è nel vivo del conflitto, auspica l’alleanza fra l’oligarchia senatoriale e gli equites. I poveri non li percepisce; e, se sono tali, è per colpa loro.
ciao adone92 :hi
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