Aiutatemi x favore
mi potete fare avere la traduzione della versione ANDROCLO E IL LEONE entro stasera......grazie
Risposte
SuperGaara:
Vabbè ti perdono...;)
Fiuuu! Menomale! C'erano le nuvole, temevo nel diluvio universale!:lol:lol:lol
:lol
Vabbè ti perdono...;)
Vabbè ragazzi, mi sono semplicemente surriscaldata!:p:lol
Si ho letto...
Oggi pomeriggio mi ha detto che ci stava prendendo gusto a cercarle prima di me...:cry
Anch'io, ai suoi metodi di ricerca che falliscono...:lol
Sì ma freddy sa a cosa mi riferisco...:lol
SuperGaara :
[quote]freddytvb :
Diciamo ke si può definire tuttaltra cosa!:D
I metodi di ricerca danno segni di cilecca...
[/quote]
Capita di sbagliare...:lol
freddytvb :
Diciamo ke si può definire tuttaltra cosa!:D
I metodi di ricerca danno segni di cilecca...
:lol
Diciamo ke si può definire tuttaltra cosa!:D
freddytvb :
[quote]marios46
Freddy mi sembra che la tua vers. è ben diversa dall'originale...
In effetti ora che la rileggo...:satisfied
[/quote]
La vers. è diversa indubbiamamente...
marios46
Freddy mi sembra che la tua vers. è ben diversa dall'originale...
In effetti ora che la rileggo...:satisfied
Freddy mi sembra che la tua vers. è ben diversa dall'originale...
Androclus servus erat et dominus eius Africam proconsulari imperio obtinuerat.Postquam eo pervenerant,servus iniquis eius et cotidianis verberibus ad fugam coactus est et,latebras petens,in torridam solitudinem concessit.Tum sole medio rabido et flagranti in ampla planitie specum remotum latebrosumque invenit ibique se condidit.Non multo post meridiem ad eundem specum leo venit,debili uno et cruento pede,gemitus edens et murmura dolorem cruciatumque vulneris commiserantia.Androclus statim exterritus est minaci eius facie,sed fera,mitis et mansues,ad eum accessit et pedem in gremium posuit,quai auxilium petens.Tum ANDROCLUS stirpem ingentem ,vestigio pedis eius haerentem,revellit,saniemque e vulnere expressit et sine magna iam formidine detersit cruorem.Leo tumrequievit,atque ex eo die triennium totum servus et leo coniuncte vixerunt.Postea Androclus solitudinem reliquit,sed statim a militibus captus est.Inde Romam ad suum dominum deductus,rei capitalis damnatus est et ad bestias deditus.Sed in circo,ubi vidit leonem contra se advenientem,statim effigiem ferae quondam sibi sodalis cognovit.Leo enim mitis ad eum venit et, memor beneficii,pedem suum in Androcli gremium posuit,fidem et gratiam praebens.Tum et servus et leo liberati sunt.
Androclo era uno schiavo e il suo padrone aveva ottenuto l'Africa con un potere proconsolare. Dopo che erano giunti là(in africa), lo schiavo fu costretto alla fuga dalle sue quotidiane e ingiuste frustate e, cercando dei rifugi, si ritirò in un caldo luogo deserto.
Allora mentre il sole centrale (era) forte e ardente trovò in una grande pianura una lontana e nascosta caverna e si nascose lì.
Non molto dopo mezzogiorno un leone venne presso la stessa caverna, debole con un solo piede insanguinato, producendo un gemito.
Androclo fu subito spaventato dal suo volto minaccioso, ma l'animale, calmo e mansueto, si avvicinò a lui e mise la zampa sul grembo, come per chiedere aiuto.
Allora Androclo tolse una spina ingente , attaccata alla pianta del suo piede, e fece uscire la putredine dalla ferita e senza grande paura già ripulì il sangue.
Il leone allora riposò, e da quel giorno per tre anni il leone e il servo vissero insieme. Dopo Androclo abbandono il luogo deserto, ma subito fu catturato dai soldati. In seguito condotto a Roma presso il suo padrone, fu condannato a un pro***** capitale e fu dato alle bestie. Ma nel cerchio , non appena vide il leone che gli si avvicinava, subito riconobbe la figura dell'animale un tempo suo amico. Il leone infatti tranquillo venne presso lui e, memore del beneficio, pose il suo piede sul grembo di Androclo, mostrando fede e gratitudine. Allora sia il leone che il servo vennero liberati.
Androclus servus erat et dominus eius Africam proconsulari imperio obtinuerat.Postquam eo pervenerant,servus iniquis eius et cotidianis verberibus ad fugam coactus est et,latebras petens,in torridam solitudinem concessit.Tum sole medio rabido et flagranti in ampla planitie specum remotum latebrosumque invenit ibique se condidit.Non multo post meridiem ad eundem specum leo venit,debili uno et cruento pede,gemitus edens et murmura dolorem cruciatumque vulneris commiserantia.Androclus statim exterritus est minaci eius facie,sed fera,mitis et mansues,ad eum accessit et pedem in gremium posuit,quai auxilium petens.Tum ANDROCLUS stirpem ingentem ,vestigio pedis eius haerentem,revellit,saniemque e vulnere expressit et sine magna iam formidine detersit cruorem.Leo tumrequievit,atque ex eo die triennium totum servus et leo coniuncte vixerunt.Postea Androclus solitudinem reliquit,sed statim a militibus captus est.Inde Romam ad suum dominum deductus,rei capitalis damnatus est et ad bestias deditus.Sed in circo,ubi vidit leonem contra se advenientem,statim effigiem ferae quondam sibi sodalis cognovit.Leo enim mitis ad eum venit et, memor beneficii,pedem suum in Androcli gremium posuit,fidem et gratiam praebens.Tum et servus et leo liberati sunt.
Androclo era uno schiavo e il suo padrone aveva ottenuto l'Africa con un potere proconsolare. Dopo che erano giunti là(in africa), lo schiavo fu costretto alla fuga dalle sue quotidiane e ingiuste frustate e, cercando dei rifugi, si ritirò in un caldo luogo deserto.
Allora mentre il sole centrale (era) forte e ardente trovò in una grande pianura una lontana e nascosta caverna e si nascose lì.
Non molto dopo mezzogiorno un leone venne presso la stessa caverna, debole con un solo piede insanguinato, producendo un gemito.
Androclo fu subito spaventato dal suo volto minaccioso, ma l'animale, calmo e mansueto, si avvicinò a lui e mise la zampa sul grembo, come per chiedere aiuto.
Allora Androclo tolse una spina ingente , attaccata alla pianta del suo piede, e fece uscire la putredine dalla ferita e senza grande paura già ripulì il sangue.
Il leone allora riposò, e da quel giorno per tre anni il leone e il servo vissero insieme. Dopo Androclo abbandono il luogo deserto, ma subito fu catturato dai soldati. In seguito condotto a Roma presso il suo padrone, fu condannato a un pro***** capitale e fu dato alle bestie. Ma nel cerchio , non appena vide il leone che gli si avvicinava, subito riconobbe la figura dell'animale un tempo suo amico. Il leone infatti tranquillo venne presso lui e, memore del beneficio, pose il suo piede sul grembo di Androclo, mostrando fede e gratitudine. Allora sia il leone che il servo vennero liberati.
"Cum1 provinciam” inquit “Africam proconsulari imperio meus dominus obtineret, ego ibi iniquis eius et cotidianis verberibus ad fugam sum coactus et in camporum et arenarum solitudines concessi. Tum, sole medio rabido et flagranti2, specum quandam nanctus3 remotam latebrosamque, in eam me penetro et recondo. Neque multo post ad eandem specum venit hic leo debili uno et cruento pede, gemitus edens et murmura dolorem cruciatumque vulneris commiserantia4. Postquam5 introgressus leo, uti6 re ipsa apparuit, in habitaculum illud suum, videt me procul delitescentem7, mitis et mansues8 accessit et sublatum pedem ostendere mihi et porrigere quasi opis petendae gratia9 visus est. Ibi ego stirpem ingentem vestigio pedis eius haerentem revelli conceptamque saniem volnere intimo10 expressi accuratiusque, sine magna iam formidine, siccavi penitus atque detersi cruorem. Illa tunc mea opera et medella11 levatus, pede in manibus meis posito12, recubuit et quievit, atque ex eo die triennium totum13 ego et leo in eadem specu eodemque et14 victu viximus.”
"Mentre il mio padrone - disse - governava la provincia d' Africa con la carica di proconsole, io là fui costretto alla fuga dalle sue ingiuste fustigazioni quotidiane1, e mi ritirai in campagne e distese di sabbia deserte2. Allora, (poiché) il sole di mezzogiorno (era) rabbioso e infocato, imbattutomi in una caverna fuori di mano e nascosta, vi penetrai3 e mi nascosi4. E dopo non molto, alla medesima caverna, arrivò questo leone, con una zampa ferita e sanguinante, emettendo gemiti e lamenti che esprimevano il tormento della ferita. Dopo che il leone, entrato in quella (che era) - come risultò chiaro dalla situazione stessa - (la) sua tana, mi vide5 cercar di nascondermi in fondo, (mi) si avvicinò mite e mansueto e sembrò mostrarmi e porgermi la zampa sollevata come per chiedere aiuto. Allora io estrassi una enorme scheggia di legno conficcata nella pianta della sua zampa, feci uscire dal fondo della ferita il sangue infetto formatosi e con una certa cura6, ormai senza grande timore, (la) asciugai a fondo e (la) ripulii (del) sangue rappreso. Allora (il leone), confortato da quella mia opera di medicazione7, posta la zampa fra le mie mani, si sdraiò e si addormentò, e da quel giorno io ed il leone vivemmo per tre anni interi nella medesima caverna ed anche del medesimo cibo."
è un po' diversa ma credo sia questa! (Non fare caso ai numeri)
"Mentre il mio padrone - disse - governava la provincia d' Africa con la carica di proconsole, io là fui costretto alla fuga dalle sue ingiuste fustigazioni quotidiane1, e mi ritirai in campagne e distese di sabbia deserte2. Allora, (poiché) il sole di mezzogiorno (era) rabbioso e infocato, imbattutomi in una caverna fuori di mano e nascosta, vi penetrai3 e mi nascosi4. E dopo non molto, alla medesima caverna, arrivò questo leone, con una zampa ferita e sanguinante, emettendo gemiti e lamenti che esprimevano il tormento della ferita. Dopo che il leone, entrato in quella (che era) - come risultò chiaro dalla situazione stessa - (la) sua tana, mi vide5 cercar di nascondermi in fondo, (mi) si avvicinò mite e mansueto e sembrò mostrarmi e porgermi la zampa sollevata come per chiedere aiuto. Allora io estrassi una enorme scheggia di legno conficcata nella pianta della sua zampa, feci uscire dal fondo della ferita il sangue infetto formatosi e con una certa cura6, ormai senza grande timore, (la) asciugai a fondo e (la) ripulii (del) sangue rappreso. Allora (il leone), confortato da quella mia opera di medicazione7, posta la zampa fra le mie mani, si sdraiò e si addormentò, e da quel giorno io ed il leone vivemmo per tre anni interi nella medesima caverna ed anche del medesimo cibo."
è un po' diversa ma credo sia questa! (Non fare caso ai numeri)
Anche l autore!
Metti l'inizio e la fine x favore....
Era già stato aperto da shady il thread... nessuno gli aveva rx...
https://www.skuola.net/forums.php?m=posts&q=2318
Era già stato aperto da shady il thread... nessuno gli aveva rx...
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