Urgente!!!!!
Qualcuno di voi può rispondermi al piuù presto??
Potete scrivere il testo completo di Dino Buzzati di nome "il pacchetto" per favore??? o semplicemente darmi il sito da dove prendere il testo completo di nome "il pacchetto"???? :hi :D :D :hi :victory
X favore???
Grazie...
Potete scrivere il testo completo di Dino Buzzati di nome "il pacchetto" per favore??? o semplicemente darmi il sito da dove prendere il testo completo di nome "il pacchetto"???? :hi :D :D :hi :victory
X favore???
Grazie...
Risposte
ma non dice cosa c'era nel pacchetto a me servo quello forse finisce così grazie
Aggiunto 36 secondi più tardi:
tu sai cosa c'era nel pacchetto?
Aggiunto 36 secondi più tardi:
tu sai cosa c'era nel pacchetto?
Ciao, sono di nuovo io!
Per un certo numero di anni, qui a milano, ho abitato in Piazza Castello, all'estremità dei numeri pari. Di notte lasciavo la mia auto, allora una giardinetta Fiat, posteggiata lungo il marciapiedi.
E spesso mi dimenticavo di chiuderla a chiave. Una mattina, aperta la portiera, ho fatto per sedermi, quando ho notato che sul sedile a destra c'era un pacchetto. Era un rozzo involto fatto con carta di giornali e legato con uno spago, che trasudava un liquido, qua rossastro, là tendente al giallo: una cosa schifosa. Tanto repellente che non pensai neppure per un istante di aprirlo. Proteggendomi le mani con uno straccetto, lo sollevai e lo buttai fuori, sulla strada. Era relativamente soffice e pesante, come se contenesse, poniamo, della carne. Uno scherzo di cattivo gusto, pensai. E alla sera badai che vetri e portiere fossero ben chiusi. Senonché, a distanza di circa dieci giorni, il fatto si ripetè. Ancora un pacchetto trasudante materia liquida di colore abbietto. E pure stavolta mi guardai dall'aprirlo. Lo avvolsi alla bell'e meglio con un vecchio giornale e lo deposi accanto al marciapiedi. Ma come avevano fatto a introdurlo nella macchina, ermeticamente chiusa? Rimasi, lo confesso, turbato. Passarono, penso, due mesi, ed ecco un altro misterioso pacchetto di aspetto ripugnante. La curiosità avrebbe voluto che io, con le debite precauzioni, lo aprissi per vedere che cosa contenesse, ma un sentimento difficile a descrivere, di oscuro sbigottimento, mi trattenne, come se l'involto celasse qualcosa che riguardava personalmente me; ed era meglio non vedesse la luce. A intervalli irregolari, anche di sei sette mesi, lo sgradevole incidente si è ripetuto con le stesse modalità. Ho cambiato di casa due volte, e non è servito. Stamattina l'obbrobrioso pacchetto mi sembrava non più grosso ma più pesante del solito. Voi direte: perchè, se non hai tu il coraggio di aprirlo, non informi la questura? La risposta suonerà assurda: perchè io ho paura; non so dire il motivo, ma ho paura (Confessione fattami da un amico di cui non posso rivelare il nome.)
Questo è il testo completo, non ne esistono altri.
Puoi coatrollare su questo sito a pag. 28 del libro
http://cdn2.scuolabook.it/Uploaded/atlas_90876_preview/atlas_90876_preview.pdf
Per un certo numero di anni, qui a milano, ho abitato in Piazza Castello, all'estremità dei numeri pari. Di notte lasciavo la mia auto, allora una giardinetta Fiat, posteggiata lungo il marciapiedi.
E spesso mi dimenticavo di chiuderla a chiave. Una mattina, aperta la portiera, ho fatto per sedermi, quando ho notato che sul sedile a destra c'era un pacchetto. Era un rozzo involto fatto con carta di giornali e legato con uno spago, che trasudava un liquido, qua rossastro, là tendente al giallo: una cosa schifosa. Tanto repellente che non pensai neppure per un istante di aprirlo. Proteggendomi le mani con uno straccetto, lo sollevai e lo buttai fuori, sulla strada. Era relativamente soffice e pesante, come se contenesse, poniamo, della carne. Uno scherzo di cattivo gusto, pensai. E alla sera badai che vetri e portiere fossero ben chiusi. Senonché, a distanza di circa dieci giorni, il fatto si ripetè. Ancora un pacchetto trasudante materia liquida di colore abbietto. E pure stavolta mi guardai dall'aprirlo. Lo avvolsi alla bell'e meglio con un vecchio giornale e lo deposi accanto al marciapiedi. Ma come avevano fatto a introdurlo nella macchina, ermeticamente chiusa? Rimasi, lo confesso, turbato. Passarono, penso, due mesi, ed ecco un altro misterioso pacchetto di aspetto ripugnante. La curiosità avrebbe voluto che io, con le debite precauzioni, lo aprissi per vedere che cosa contenesse, ma un sentimento difficile a descrivere, di oscuro sbigottimento, mi trattenne, come se l'involto celasse qualcosa che riguardava personalmente me; ed era meglio non vedesse la luce. A intervalli irregolari, anche di sei sette mesi, lo sgradevole incidente si è ripetuto con le stesse modalità. Ho cambiato di casa due volte, e non è servito. Stamattina l'obbrobrioso pacchetto mi sembrava non più grosso ma più pesante del solito. Voi direte: perchè, se non hai tu il coraggio di aprirlo, non informi la questura? La risposta suonerà assurda: perchè io ho paura; non so dire il motivo, ma ho paura (Confessione fattami da un amico di cui non posso rivelare il nome.)
Questo è il testo completo, non ne esistono altri.
Puoi coatrollare su questo sito a pag. 28 del libro
http://cdn2.scuolabook.it/Uploaded/atlas_90876_preview/atlas_90876_preview.pdf
Grazie ma mi serve il testo completo non questo
Aggiunto 1 giorno più tardi:
x favore rispondete???
Aggiunto 1 giorno più tardi:
x favore rispondete???
PACCHETTO, di Dino Buzzati
Per un certo numero di anni, qui a Milano, ho abitato in piazza Castello, all'estremità dei numeri pari. Di notte lasciavo la mia auto, allora una giardinetta Fiat, posteggiata lungo il marciapiedi. E spesso mi dimenticavo di chiuderla a chiave.
Una mattina, aperta la portiera ho fatto per sedermi, quando ho notato che sul sedile a destra c' era un pacchetto. Era un rozzo involto fatto con carta di giornali e legato con uno spago, che trasudava un liquido, qua rossastro, là tendente al giallo: una cosa schifosa. Tanto repellente che non pensai neppure per un istante di aprirlo. Proteggendomi le mani con uno straccetto, lo sollevai e lo buttai fuori, sulla strada. Era relativamente soffice e pesante, come se contenesse, poniamo, della carne. Uno scherzo di cattivo gusto, pensai.
E alla sera badai che i vetri e portiere fossero ben chiusi.
Senonché, a distanza di circa dieci giorni, il fatto si ripetè. Ancora un pacchetto trasudante materia liquida di colore abbietto. E pure stavolta mi guardai dall' aprirlo. Lo avvolsi alla bell'e meglio con un vecchio giornale e lo deposi accanto al marciapiedi. Ma come avevano fatto a introdurlo nella macchina, ermeticamente chiusa? Rimasi, lo confesso, turbato.
Passarono, penso, due mesi, ed ecco che un altro misterioso pacchetto di aspetto ripugnate. La curiosità avrebbe voluto che io, con le debite precauzioni, lo aprissi per vedere cosa contenesse, ma un sentimento difficile a descrivere, di oscuro sbigottimento, mi trattenne, come se l'involto celasse qualcosa che riguardava personalmente me; ed era meglio non vedesse la luce.
A intervalli irregolari, anche di sei, sette mesi, lo sgradevole incidente si è ripetuto con le stesse modalità. Ho cambiato di casa due volte, e non è servito. Stamattina l'obbrobrioso pacchetto mi sembrava non più grosso ma più pesante del solito. Voi direte: perchè, se non hai il coraggio di aprirlo, non informi la questura? La risposta suonerà assurda: perchè io ho paura; non so dire il motivo, ma ho paura.
(non so se sia questo quello che cerchi, se vuoi riprovare tu stesso digita su google "Il pacchetto, Dino Buzzati")
Per un certo numero di anni, qui a Milano, ho abitato in piazza Castello, all'estremità dei numeri pari. Di notte lasciavo la mia auto, allora una giardinetta Fiat, posteggiata lungo il marciapiedi. E spesso mi dimenticavo di chiuderla a chiave.
Una mattina, aperta la portiera ho fatto per sedermi, quando ho notato che sul sedile a destra c' era un pacchetto. Era un rozzo involto fatto con carta di giornali e legato con uno spago, che trasudava un liquido, qua rossastro, là tendente al giallo: una cosa schifosa. Tanto repellente che non pensai neppure per un istante di aprirlo. Proteggendomi le mani con uno straccetto, lo sollevai e lo buttai fuori, sulla strada. Era relativamente soffice e pesante, come se contenesse, poniamo, della carne. Uno scherzo di cattivo gusto, pensai.
E alla sera badai che i vetri e portiere fossero ben chiusi.
Senonché, a distanza di circa dieci giorni, il fatto si ripetè. Ancora un pacchetto trasudante materia liquida di colore abbietto. E pure stavolta mi guardai dall' aprirlo. Lo avvolsi alla bell'e meglio con un vecchio giornale e lo deposi accanto al marciapiedi. Ma come avevano fatto a introdurlo nella macchina, ermeticamente chiusa? Rimasi, lo confesso, turbato.
Passarono, penso, due mesi, ed ecco che un altro misterioso pacchetto di aspetto ripugnate. La curiosità avrebbe voluto che io, con le debite precauzioni, lo aprissi per vedere cosa contenesse, ma un sentimento difficile a descrivere, di oscuro sbigottimento, mi trattenne, come se l'involto celasse qualcosa che riguardava personalmente me; ed era meglio non vedesse la luce.
A intervalli irregolari, anche di sei, sette mesi, lo sgradevole incidente si è ripetuto con le stesse modalità. Ho cambiato di casa due volte, e non è servito. Stamattina l'obbrobrioso pacchetto mi sembrava non più grosso ma più pesante del solito. Voi direte: perchè, se non hai il coraggio di aprirlo, non informi la questura? La risposta suonerà assurda: perchè io ho paura; non so dire il motivo, ma ho paura.
(non so se sia questo quello che cerchi, se vuoi riprovare tu stesso digita su google "Il pacchetto, Dino Buzzati")