Tema
Nel romanzo di Silone compaiono figure e ruoli presenti anche nei Promessi sposi, come i due innamorati, l’uomo di legge, il sacerdote, l’aiutante, che in un caso è Fra Cristoforo e nell’altro Andrea. Analizza quali caratteristiche presentino, rispettivamente, nei due romanzi, rifletti poi sugli ambienti in cui le vicende si svolgono .
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Leggendo Fontamara, mi è parso più volte di riscontrare delle citazioni manzoniane, sebbene lo stile e l'agilità narrativa di Silone non abbiano nulla a che fare con la scrittura dell'autore milanese. Non è tuttavia possibile negare l'associazione fra il timoroso Don Abbacchio che, oltre ad echeggiare il nome del più noto prete della letteratura italiana, ne replica l'atteggiamento, tenendosi ben lontano dalla pietà cristiana e non esitando a defilarsi di fronte ai signori lasciando che i lupi divorino le pecore.
E, ancora, don Circostanza, detto 'L'amico del popolo', con i suoi sotterfugi tesi ad affermare i diritti dei potenti per mangiare alla loro tavola senza ammettere di fronte ai cafoni di non aver intenzione di aiutarli in alcun modo, pare l'Azzeccagarbugli degli Abruzzi. L'anonimo Impresario che si impossessa dei beni dei Fontamaresi e resta asserragliato nel suo palazzotto sembra un novello Don Rodrigo e, se guardiamo ad uno dei personaggi principali, Berardo Viola, vi troviamo una testa calda costretta ad allontanarsi dal paesotto per cercare miglior fortuna in una grande città dove finisce nei guai con la giustizia. Se a ciò aggiungiamo che tale Berardo sembra proprio lo sposo di un matrimonio che non s'ha da fare con la pia Elvira che si strugge in preghiera per lui, l'eco dei Promessi Sposi è ancor più presente.
Ma tali consonanze, forse volute o forse meccaniche conseguenze di una situazione vecchia come il mondo, si spiegano alla luce del messaggio più ampio che Silone vuole trasmettere, mettendo in evidenza una condizione di miseria estrema e incontrastabile di fronte alla quale i governi non mostrano alcuna pietà né intenzione di intervenire, se non per approfittare di masse ignoranti, indifese e oppresse dalla fame. I cambiamenti politici seguiti all'Unità d'Italia e all'affermazione del Fascismo hanno accentuato la miseria con giochi di potere e alleanze fra vecchi e nuovi governanti che richiamano i versi dell'Adelchi: «Il forte si mesce col vinto nemico, / col novo signore rimane l’antico; / l’un popolo e l’altro sul collo vi sta. / Dividono i servi, dividon gli armenti; / si posano insieme sui campi cruenti / d’un volgo disperso che nome non ha» (coro atto III, vv. 61-66). Tale volgo disperso è, in questo caso, quello dei Fontamaresi, i cafoni che parlano una lingua diversa da quella dei cittadini che decidono della loro sorte, non perché appartengano a paesi diversi, ma perché chi possiede denaro e autorità non può in alcun modo capire cosa significhi non avere acqua per irrigare l'unico pezzo di terra dal quale può venire un poco di cibo.a denuncia di Silone è forte, indignata, eppure esposta con uno stile piano, estraneo all'ira, come se la sua fosse la semplice registrazione della testimonianza dei tre contadini accolti nella sua casa, come se le voci dei tre narratori fossero ormai distaccate nella rassegnazione. Soltanto nelle ultime pagine, laddove si affacciano le speranze di una rivoluzione, i toni si accendono, ma sappiamo fin dall'inizio che tali auspici sono destinati al fallimento.
Fontamara, dunque, descrive una realtà sociale fatta di opportunismi, soprusi e violenze che spesso trovano una legge compiacente. La certezza che la narrazione si svolga sul finire degli anni '20 del secolo scorso non è del tutto consolatoria, se pensiamo come ancora oggi sia fin troppo facile, per chi ne ha i mezzi economici e il potere, raggirare i deboli e gli ignoranti attraverso i cavilli della legge e come gli amministratori chiudano gli occhi di fronte ai gridi d'allarme della gente per cui governano.Nel libro si possono individuare caratteristiche simili a quelle dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Nel nostro testo i personaggi sono i cafoni, nei Promessi Sposi gli umili.
Come Manzoni, Silone entra nella narrazione, la sua presenza è chiara. La storia dei cafoni è la sua storia, non perché è lio di cafoni, ma perché quella è la parte sociale alla quale idealmente si riallaccia, e quelle terre sono le sue terre, quelle dalle quali è dovuto emigrare per ragioni politiche. Però i suoi cafoni non somigliano agli umili di Manzoni. La cultura, in entrambi i testi, viene usata come sopruso, i cafonisubiscono raggiri dai galantuomini , gli umili daglin acculturati come Azecca –Garbugli..
Molti personaggi di Fontamara hanno caratteristiche simili a quelle dei protagonisti dei Promessi Sposi.
Uno di questi è Berardo che in alcuni tratti assomiglia a Fra Cristoforo, perché non sopporta i soprusi da parte dei ricchi e si ribella. Queste ingiustizie sono compiute dall’Impresario che, quindi, svolge il ruolo di Don Rodrigo.
Berardo, inoltre ha alcune caratteristiche simili a quelle di Renzo, infatti quando conosce Elvira vuole a tutti i costi sposarla e cerca di superare tutti gli ostacoli che gli impediscono di farlo.
La sua fidanzata, Elvira, ha lo stesso carattere di Lucia, infatti tutte e due arrossiscono spesso e hanno una grande fede, il personaggio di Fontamara però in molti casi appare più deciso di quello dei Promessi Sposi infatti anche lei come tutte le donne del paese cerca di ribellarsi ai sopprusi.
Lo Stato Fascista assomiglia molto al villaggio di Don Rodrigo, per esempio due caratteristiche simili sono le ingiustizie che avvengono all’interno di entrambi e il mantenimento del potere attraverso la violenza; di conseguenza le squadre fasciste che attaccano Fontamara hanno lo stesso ruolo dei bravi al servizio di Don Rodrigo.
Don Abbacchio, come Don Abbondio, è interessato ad avere un buon rapporto con i nobili a costo di venir meno al suo dovere di aiutare i poveri.
Infine, ho trovato una certa somiglianza tra Don Circostanza e Azzecca-Garbugli: entrambi sono avvocati e hanno la capacità di sfruttare qualsiasi circostanza a proprio vantaggio
E, ancora, don Circostanza, detto 'L'amico del popolo', con i suoi sotterfugi tesi ad affermare i diritti dei potenti per mangiare alla loro tavola senza ammettere di fronte ai cafoni di non aver intenzione di aiutarli in alcun modo, pare l'Azzeccagarbugli degli Abruzzi. L'anonimo Impresario che si impossessa dei beni dei Fontamaresi e resta asserragliato nel suo palazzotto sembra un novello Don Rodrigo e, se guardiamo ad uno dei personaggi principali, Berardo Viola, vi troviamo una testa calda costretta ad allontanarsi dal paesotto per cercare miglior fortuna in una grande città dove finisce nei guai con la giustizia. Se a ciò aggiungiamo che tale Berardo sembra proprio lo sposo di un matrimonio che non s'ha da fare con la pia Elvira che si strugge in preghiera per lui, l'eco dei Promessi Sposi è ancor più presente.
Ma tali consonanze, forse volute o forse meccaniche conseguenze di una situazione vecchia come il mondo, si spiegano alla luce del messaggio più ampio che Silone vuole trasmettere, mettendo in evidenza una condizione di miseria estrema e incontrastabile di fronte alla quale i governi non mostrano alcuna pietà né intenzione di intervenire, se non per approfittare di masse ignoranti, indifese e oppresse dalla fame. I cambiamenti politici seguiti all'Unità d'Italia e all'affermazione del Fascismo hanno accentuato la miseria con giochi di potere e alleanze fra vecchi e nuovi governanti che richiamano i versi dell'Adelchi: «Il forte si mesce col vinto nemico, / col novo signore rimane l’antico; / l’un popolo e l’altro sul collo vi sta. / Dividono i servi, dividon gli armenti; / si posano insieme sui campi cruenti / d’un volgo disperso che nome non ha» (coro atto III, vv. 61-66). Tale volgo disperso è, in questo caso, quello dei Fontamaresi, i cafoni che parlano una lingua diversa da quella dei cittadini che decidono della loro sorte, non perché appartengano a paesi diversi, ma perché chi possiede denaro e autorità non può in alcun modo capire cosa significhi non avere acqua per irrigare l'unico pezzo di terra dal quale può venire un poco di cibo.a denuncia di Silone è forte, indignata, eppure esposta con uno stile piano, estraneo all'ira, come se la sua fosse la semplice registrazione della testimonianza dei tre contadini accolti nella sua casa, come se le voci dei tre narratori fossero ormai distaccate nella rassegnazione. Soltanto nelle ultime pagine, laddove si affacciano le speranze di una rivoluzione, i toni si accendono, ma sappiamo fin dall'inizio che tali auspici sono destinati al fallimento.
Fontamara, dunque, descrive una realtà sociale fatta di opportunismi, soprusi e violenze che spesso trovano una legge compiacente. La certezza che la narrazione si svolga sul finire degli anni '20 del secolo scorso non è del tutto consolatoria, se pensiamo come ancora oggi sia fin troppo facile, per chi ne ha i mezzi economici e il potere, raggirare i deboli e gli ignoranti attraverso i cavilli della legge e come gli amministratori chiudano gli occhi di fronte ai gridi d'allarme della gente per cui governano.Nel libro si possono individuare caratteristiche simili a quelle dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Nel nostro testo i personaggi sono i cafoni, nei Promessi Sposi gli umili.
Come Manzoni, Silone entra nella narrazione, la sua presenza è chiara. La storia dei cafoni è la sua storia, non perché è lio di cafoni, ma perché quella è la parte sociale alla quale idealmente si riallaccia, e quelle terre sono le sue terre, quelle dalle quali è dovuto emigrare per ragioni politiche. Però i suoi cafoni non somigliano agli umili di Manzoni. La cultura, in entrambi i testi, viene usata come sopruso, i cafonisubiscono raggiri dai galantuomini , gli umili daglin acculturati come Azecca –Garbugli..
Molti personaggi di Fontamara hanno caratteristiche simili a quelle dei protagonisti dei Promessi Sposi.
Uno di questi è Berardo che in alcuni tratti assomiglia a Fra Cristoforo, perché non sopporta i soprusi da parte dei ricchi e si ribella. Queste ingiustizie sono compiute dall’Impresario che, quindi, svolge il ruolo di Don Rodrigo.
Berardo, inoltre ha alcune caratteristiche simili a quelle di Renzo, infatti quando conosce Elvira vuole a tutti i costi sposarla e cerca di superare tutti gli ostacoli che gli impediscono di farlo.
La sua fidanzata, Elvira, ha lo stesso carattere di Lucia, infatti tutte e due arrossiscono spesso e hanno una grande fede, il personaggio di Fontamara però in molti casi appare più deciso di quello dei Promessi Sposi infatti anche lei come tutte le donne del paese cerca di ribellarsi ai sopprusi.
Lo Stato Fascista assomiglia molto al villaggio di Don Rodrigo, per esempio due caratteristiche simili sono le ingiustizie che avvengono all’interno di entrambi e il mantenimento del potere attraverso la violenza; di conseguenza le squadre fasciste che attaccano Fontamara hanno lo stesso ruolo dei bravi al servizio di Don Rodrigo.
Don Abbacchio, come Don Abbondio, è interessato ad avere un buon rapporto con i nobili a costo di venir meno al suo dovere di aiutare i poveri.
Infine, ho trovato una certa somiglianza tra Don Circostanza e Azzecca-Garbugli: entrambi sono avvocati e hanno la capacità di sfruttare qualsiasi circostanza a proprio vantaggio
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