Riassunto del brano di Romagnoli
Mi serve il riassunto del brano intitolato: Lucio, non l' ispettore. Ecco il brano:
Lucio, non l’ispettore:
“Domani morirai” gli ha detto ieri sera al telefono De Marchis, il produttore della serie. Eppure, stamattina Lucio non è né scosso, né preoccupato. Era nell’aria da tempo, ha avuto modo di abituarsi all’idea. E di trovarne i lati positivi. Massì, massì, pensa, meglio così. La gente per la strada che lo ferma chiamandolo ispettore Milesi e rimane quasi delusa, anzi proprio delusa quando firma gli autografi con il suo vero nome: Lucio Amato, e chi è? Chi era, in fondo, prima della serie “Guardiani in città”? Nessuno, un attore da tre battute a film, una faccia sconosciuta, destinata a diventare quella di un caratterista (= attore non protagonista che interpreta un tipo umano esemplare): un camorrista di secondo piano, un emigrato che sta facendo fortuna, con quegli occhi e capelli carbone, le spalle larghe, l’aria sfrontata. Poi l’occasione: uno sceneggiato televisivo come spalla del protagonista. Il numero uno della serie doveva essere il commissario Di Salvo, ma, dopo i primi episodi, il pubblico aveva deciso che l’eroe fosse lui, l’ispettore Milesi. E aveva anche indotto a spostare la programmazione in prima serata. Per trenta episodi l’ascolto era stato altissimo, quasi un record, poi, inevitabilmente, era calato. Non così il suo successo personale. Aveva altre proposte nel cassetto. Addio ispettore Milesi, nel suo futuro c’è il cinema. Altre occasioni, pensa. Altre donne. Arrivano a frotte, dove c’è odore di successo. E lui lo emana fortissimo. Anche la moglie di De Marchis, ricorda con un sorriso. Dopo che l’ispettore Milesi sarà scomparso, che lui lo scopra non avrà più importanza. L’ispettore muore oggi, pensa allegramente, uscendo sul pianerottolo. Massì, De Marchis, oggi muore Milesi e Amato vola verso altri successi. Con la stessa faccia e nomi diversi. Tutto okay, si dice. Ma quando si volta e vede De Marchis con la pistola puntata contro di lui, capisce. Lucio Amato muore prima dell’ispettore Milesi.
Lucio, non l’ispettore:
“Domani morirai” gli ha detto ieri sera al telefono De Marchis, il produttore della serie. Eppure, stamattina Lucio non è né scosso, né preoccupato. Era nell’aria da tempo, ha avuto modo di abituarsi all’idea. E di trovarne i lati positivi. Massì, massì, pensa, meglio così. La gente per la strada che lo ferma chiamandolo ispettore Milesi e rimane quasi delusa, anzi proprio delusa quando firma gli autografi con il suo vero nome: Lucio Amato, e chi è? Chi era, in fondo, prima della serie “Guardiani in città”? Nessuno, un attore da tre battute a film, una faccia sconosciuta, destinata a diventare quella di un caratterista (= attore non protagonista che interpreta un tipo umano esemplare): un camorrista di secondo piano, un emigrato che sta facendo fortuna, con quegli occhi e capelli carbone, le spalle larghe, l’aria sfrontata. Poi l’occasione: uno sceneggiato televisivo come spalla del protagonista. Il numero uno della serie doveva essere il commissario Di Salvo, ma, dopo i primi episodi, il pubblico aveva deciso che l’eroe fosse lui, l’ispettore Milesi. E aveva anche indotto a spostare la programmazione in prima serata. Per trenta episodi l’ascolto era stato altissimo, quasi un record, poi, inevitabilmente, era calato. Non così il suo successo personale. Aveva altre proposte nel cassetto. Addio ispettore Milesi, nel suo futuro c’è il cinema. Altre occasioni, pensa. Altre donne. Arrivano a frotte, dove c’è odore di successo. E lui lo emana fortissimo. Anche la moglie di De Marchis, ricorda con un sorriso. Dopo che l’ispettore Milesi sarà scomparso, che lui lo scopra non avrà più importanza. L’ispettore muore oggi, pensa allegramente, uscendo sul pianerottolo. Massì, De Marchis, oggi muore Milesi e Amato vola verso altri successi. Con la stessa faccia e nomi diversi. Tutto okay, si dice. Ma quando si volta e vede De Marchis con la pistola puntata contro di lui, capisce. Lucio Amato muore prima dell’ispettore Milesi.