Promessi Sposi (6271)
Ciao ragazzi,siamo arrivati nel capitolo 6 dei promessi sposi.La domanda è questa
Perchè la minaccia du un castigo di vino spaventa tanto don Rodrigo?
Trascrivi almeno 2 delle numerose similitudini presenti nel racconto
Vi prego entro stasera...garzie10000000000000000000
Perchè la minaccia du un castigo di vino spaventa tanto don Rodrigo?
Trascrivi almeno 2 delle numerose similitudini presenti nel racconto
Vi prego entro stasera...garzie10000000000000000000
Risposte
CLOSED
prego alla prossima :)
non fa niente francy già hai fatto molto x me...grazie 1000000000000
purtroppo questo non tte lo so dire mi spiace :lol
vabbé metto tutti e 3!francy1982 un altra cosa...in quante parte si divide il capitolo?
io ho scritto in 7 sequenze è giusto?
io ho scritto in 7 sequenze è giusto?
...quindi? Scegli te le due che vuoi mettere
nella seconda ci sono 3 similitudini
- Don ROdrigo sa che Lucia era sotto la protezione di Divina, così ocme lo era la sua casa casa, sulla quale era sospesa la maledizione. «Verrà un giorno…».
Don Rodrigo, era insieme arrabbia e meravigliato, non trovando parole, quando sentì intonare quella predizione s’aggiunse in lui alla rabbia un lontano e misterioso spavento. Afferrò rapidamente per aria quella mano minacciosa, e, alzando la voce per troncare quella dell’infausto profeta, gridò: «Escimi di tra i piedi, villano temerario, poltrone incappucciato». Così dicendo, additò, con un gesto imperioso, un uscio in faccia a quello per cui erano entrati; e il padre Cristoforo chinò il capo e se ne andò, lasciando don Rodrigo a misurare, a passi infuriati, il campo di battaglia.
- a) «(don Abbondio) era un animale senza artigli e senza zanne... un vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro...»;
b) «Questo nome (don Rodrigo) fu, nella mente di don Abbondio, come, nel forte del temporale notturno, un lampo che illumina momentaneamente e in confuso gli oggetti, e accresce il terrore»;
c) padre Cristoforo, offeso da don Rodrigo: «abbassò il capo, e rimase immobile, come, al cader del vento, nel forte della burrasca, un albero agitato ricompone naturalmente i suoi rami, e riceve la grandine come il cielo la manda.»
Don Rodrigo, era insieme arrabbia e meravigliato, non trovando parole, quando sentì intonare quella predizione s’aggiunse in lui alla rabbia un lontano e misterioso spavento. Afferrò rapidamente per aria quella mano minacciosa, e, alzando la voce per troncare quella dell’infausto profeta, gridò: «Escimi di tra i piedi, villano temerario, poltrone incappucciato». Così dicendo, additò, con un gesto imperioso, un uscio in faccia a quello per cui erano entrati; e il padre Cristoforo chinò il capo e se ne andò, lasciando don Rodrigo a misurare, a passi infuriati, il campo di battaglia.
- a) «(don Abbondio) era un animale senza artigli e senza zanne... un vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro...»;
b) «Questo nome (don Rodrigo) fu, nella mente di don Abbondio, come, nel forte del temporale notturno, un lampo che illumina momentaneamente e in confuso gli oggetti, e accresce il terrore»;
c) padre Cristoforo, offeso da don Rodrigo: «abbassò il capo, e rimase immobile, come, al cader del vento, nel forte della burrasca, un albero agitato ricompone naturalmente i suoi rami, e riceve la grandine come il cielo la manda.»
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