Parafrasi dell'incontro di Ettore e Andromaca (di Vincenzo Monti, VI Libro dell'Iliade)??
Finito non avea queste parole
la guardïana, che veloce Ettorre
dalle soglie si spicca, e ripetendo 505
il già corso sentier, fende diritto
del grand'Ilio le piazze: ed alle Scee,
onde al campo è l'uscita, ecco d'incontro
Andromaca venirgli, illustre germe
d'Eezïone, abitator dell'alta 510
Ipoplaco selvosa, e de' Cilìci
dominator nell'ipoplacia Tebe.
Ei ricca di gran dote al grande Ettorre
diede a sposa costei ch'ivi allor corse
ad incontrarlo; e seco iva l'ancella 515
tra le braccia portando il pargoletto
unico figlio dell'eroe troiano,
bambin leggiadro come stella. Il padre
Scamandrio lo nomava, il vulgo tutto
Astïanatte, perché il padre ei solo 520
era dell'alta Troia il difensore.
Sorrise Ettorre nel vederlo, e tacque.
Ma di gran pianto Andromaca bagnata
accostossi al marito, e per la mano
strignendolo, e per nome in dolce suono 525
chiamandolo, proruppe: Oh troppo ardito!
il tuo valor ti perderà: nessuna
pietà del figlio né di me tu senti,
crudel, di me che vedova infelice
rimarrommi tra poco, perché tutti 530
di conserto gli Achei contro te solo
si scaglieranno a trucidarti intesi;
e a me fia meglio allor, se mi sei tolto,
l'andar sotterra. Di te priva, ahi lassa!
ch'altro mi resta che perpetuo pianto? 535
Orba del padre io sono e della madre.
M'uccise il padre lo spietato Achille
il dì che de' Cilìci egli l'eccelsa
popolosa città Tebe distrusse:
m'uccise, io dico, Eezïon quel crudo; 540
ma dispogliarlo non osò, compreso
da divino terror. Quindi con tutte
l'armi sul rogo il corpo ne compose,
e un tumulo gli alzò cui di frondosi
olmi le figlie dell'Egìoco Giove 545
l'Oreadi pietose incoronaro.
Di ben sette fratelli iva superba
la mia casa. Di questi in un sol giorno
lo stesso figlio della Dea sospinse
l'anime a Pluto, e li trafisse in mezzo 550
alle mugghianti mandre ed alle gregge.
Della boscosa Ipoplaco reina
mi rimanea la madre. Il vincitore
coll'altre prede qua l'addusse, e poscia
per largo prezzo in libertà la pose. 555
Ma questa pure, ahimè! nelle paterne
stanze lo stral d'Artèmide trafisse.
Or mi resti tu solo, Ettore caro,
tu padre mio, tu madre, tu fratello,
tu florido marito. Abbi deh! dunque 560
di me pietade, e qui rimanti meco
a questa torre, né voler che sia
vedova la consorte, orfano il figlio.
Al caprifico i tuoi guerrieri aduna,
ove il nemico alla città scoperse 565
più agevole salita e più spedito
lo scalar delle mura. O che agli Achei
abbia mostro quel varco un indovino,
o che spinti ve gli abbia il proprio ardire,
questo ti basti che i più forti quivi 570
già fêr tre volte di valor periglio,
ambo gli Aiaci, ambo gli Atridi, e il chiaro
sire di Creta ed il fatal Tidìde.
Dolce consorte, le rispose Ettorre,
ciò tutto che dicesti a me pur anco 575
ange il pensier; ma de' Troiani io temo
fortemente lo spregio, e dell'altere
Troiane donne, se guerrier codardo
mi tenessi in disparte, e della pugna
evitassi i cimenti. Ah nol consente, 580
no, questo cor. Da lungo tempo appresi
ad esser forte, ed a volar tra' primi
negli acerbi conflitti alla tutela
della paterna gloria e della mia.
Giorno verrà, presago il cor mel dice, 585
verrà giorno che il sacro iliaco muro
e Priamo e tutta la sua gente cada.
Ma né de' Teucri il rio dolor, né quello
d'Ecuba stessa, né del padre antico,
né de' fratei, che molti e valorosi 590
sotto il ferro nemico nella polve
cadran distesi, non mi accora, o donna,
sì di questi il dolor, quanto il crudele
tuo destino, se fia che qualche Acheo,
del sangue ancor de' tuoi lordo l'usbergo, 595
lagrimosa ti tragga in servitude.
Misera! in Argo all'insolente cenno
d'una straniera tesserai le tele.
Dal fonte di Messìde o d'Iperèa,
(ben repugnante, ma dal fato astretta) 600
alla superba recherai le linfe;
e vedendo talun piovere il pianto
dal tuo ciglio, dirà: Quella è d'Ettorre
l'alta consorte, di quel prode Ettorre
che fra' troiani eroi di generosi 605
cavalli agitatori era il primiero,
quando intorno a Ilïon si combattea.
Così dirassi da qualcuno; e allora
tu di nuovo dolor l'alma trafitta
più viva in petto sentirai la brama 610
di tal marito a scior le tue catene.
Ma pria morto la terra mi ricopra,
ch'io di te schiava i lai pietosi intenda.
Così detto, distese al caro figlio
l'aperte braccia. Acuto mise un grido 615
il bambinello, e declinato il volto,
tutto il nascose alla nudrice in seno,
dalle fiere atterrito armi paterne,
e dal cimiero che di chiome equine
alto su l'elmo orribilmente ondeggia. 620
Sorrise il genitor, sorrise anch'ella
la veneranda madre; e dalla fronte
l'intenerito eroe tosto si tolse
l'elmo, e raggiante sul terren lo pose.
Indi baciato con immenso affetto, 625
e dolcemente tra le mani alquanto
palleggiato l'infante, alzollo al cielo,
e supplice sclamò: Giove pietoso
e voi tutti, o Celesti, ah concedete
che di me degno un dì questo mio figlio 630
sia splendor della patria, e de' Troiani
forte e possente regnator. Deh fate
che il veggendo tornar dalla battaglia
dell'armi onusto de' nemici uccisi,
dica talun: Non fu sì forte il padre: 635
E il cor materno nell'udirlo esulti.
Così dicendo, in braccio alla diletta
sposa egli cesse il pargoletto; ed ella
con un misto di pianti almo sorriso
lo si raccolse all'odoroso seno. 640
Di secreta pietà l'alma percosso
riguardolla il marito, e colla mano
accarezzando la dolente: Oh! disse,
diletta mia, ti prego; oltre misura
non attristarti a mia cagion. Nessuno, 645
se il mio punto fatal non giunse ancora,
spingerammi a Pluton: ma nullo al mondo,
sia vil, sia forte, si sottragge al fato.
Or ti rincasa, e a' tuoi lavori intendi,
alla spola, al pennecchio, e delle ancelle 650
veglia su l'opre; e a noi, quanti nascemmo
fra le dardanie mura, a me primiero
lascia i doveri dell'acerba guerra.
Raccolse al terminar di questi accenti
l'elmo dal suolo il generoso Ettorre, 655
e muta alla magion la via riprese
l'amata donna, riguardando indietro,
e amaramente lagrimando. Giunta
agli ettorei palagi, ivi raccolte
trovò le ancelle, e le commosse al pianto. 660
Aggiunto 4 ore 36 minuti più tardi:
Grazie mille =)
la guardïana, che veloce Ettorre
dalle soglie si spicca, e ripetendo 505
il già corso sentier, fende diritto
del grand'Ilio le piazze: ed alle Scee,
onde al campo è l'uscita, ecco d'incontro
Andromaca venirgli, illustre germe
d'Eezïone, abitator dell'alta 510
Ipoplaco selvosa, e de' Cilìci
dominator nell'ipoplacia Tebe.
Ei ricca di gran dote al grande Ettorre
diede a sposa costei ch'ivi allor corse
ad incontrarlo; e seco iva l'ancella 515
tra le braccia portando il pargoletto
unico figlio dell'eroe troiano,
bambin leggiadro come stella. Il padre
Scamandrio lo nomava, il vulgo tutto
Astïanatte, perché il padre ei solo 520
era dell'alta Troia il difensore.
Sorrise Ettorre nel vederlo, e tacque.
Ma di gran pianto Andromaca bagnata
accostossi al marito, e per la mano
strignendolo, e per nome in dolce suono 525
chiamandolo, proruppe: Oh troppo ardito!
il tuo valor ti perderà: nessuna
pietà del figlio né di me tu senti,
crudel, di me che vedova infelice
rimarrommi tra poco, perché tutti 530
di conserto gli Achei contro te solo
si scaglieranno a trucidarti intesi;
e a me fia meglio allor, se mi sei tolto,
l'andar sotterra. Di te priva, ahi lassa!
ch'altro mi resta che perpetuo pianto? 535
Orba del padre io sono e della madre.
M'uccise il padre lo spietato Achille
il dì che de' Cilìci egli l'eccelsa
popolosa città Tebe distrusse:
m'uccise, io dico, Eezïon quel crudo; 540
ma dispogliarlo non osò, compreso
da divino terror. Quindi con tutte
l'armi sul rogo il corpo ne compose,
e un tumulo gli alzò cui di frondosi
olmi le figlie dell'Egìoco Giove 545
l'Oreadi pietose incoronaro.
Di ben sette fratelli iva superba
la mia casa. Di questi in un sol giorno
lo stesso figlio della Dea sospinse
l'anime a Pluto, e li trafisse in mezzo 550
alle mugghianti mandre ed alle gregge.
Della boscosa Ipoplaco reina
mi rimanea la madre. Il vincitore
coll'altre prede qua l'addusse, e poscia
per largo prezzo in libertà la pose. 555
Ma questa pure, ahimè! nelle paterne
stanze lo stral d'Artèmide trafisse.
Or mi resti tu solo, Ettore caro,
tu padre mio, tu madre, tu fratello,
tu florido marito. Abbi deh! dunque 560
di me pietade, e qui rimanti meco
a questa torre, né voler che sia
vedova la consorte, orfano il figlio.
Al caprifico i tuoi guerrieri aduna,
ove il nemico alla città scoperse 565
più agevole salita e più spedito
lo scalar delle mura. O che agli Achei
abbia mostro quel varco un indovino,
o che spinti ve gli abbia il proprio ardire,
questo ti basti che i più forti quivi 570
già fêr tre volte di valor periglio,
ambo gli Aiaci, ambo gli Atridi, e il chiaro
sire di Creta ed il fatal Tidìde.
Dolce consorte, le rispose Ettorre,
ciò tutto che dicesti a me pur anco 575
ange il pensier; ma de' Troiani io temo
fortemente lo spregio, e dell'altere
Troiane donne, se guerrier codardo
mi tenessi in disparte, e della pugna
evitassi i cimenti. Ah nol consente, 580
no, questo cor. Da lungo tempo appresi
ad esser forte, ed a volar tra' primi
negli acerbi conflitti alla tutela
della paterna gloria e della mia.
Giorno verrà, presago il cor mel dice, 585
verrà giorno che il sacro iliaco muro
e Priamo e tutta la sua gente cada.
Ma né de' Teucri il rio dolor, né quello
d'Ecuba stessa, né del padre antico,
né de' fratei, che molti e valorosi 590
sotto il ferro nemico nella polve
cadran distesi, non mi accora, o donna,
sì di questi il dolor, quanto il crudele
tuo destino, se fia che qualche Acheo,
del sangue ancor de' tuoi lordo l'usbergo, 595
lagrimosa ti tragga in servitude.
Misera! in Argo all'insolente cenno
d'una straniera tesserai le tele.
Dal fonte di Messìde o d'Iperèa,
(ben repugnante, ma dal fato astretta) 600
alla superba recherai le linfe;
e vedendo talun piovere il pianto
dal tuo ciglio, dirà: Quella è d'Ettorre
l'alta consorte, di quel prode Ettorre
che fra' troiani eroi di generosi 605
cavalli agitatori era il primiero,
quando intorno a Ilïon si combattea.
Così dirassi da qualcuno; e allora
tu di nuovo dolor l'alma trafitta
più viva in petto sentirai la brama 610
di tal marito a scior le tue catene.
Ma pria morto la terra mi ricopra,
ch'io di te schiava i lai pietosi intenda.
Così detto, distese al caro figlio
l'aperte braccia. Acuto mise un grido 615
il bambinello, e declinato il volto,
tutto il nascose alla nudrice in seno,
dalle fiere atterrito armi paterne,
e dal cimiero che di chiome equine
alto su l'elmo orribilmente ondeggia. 620
Sorrise il genitor, sorrise anch'ella
la veneranda madre; e dalla fronte
l'intenerito eroe tosto si tolse
l'elmo, e raggiante sul terren lo pose.
Indi baciato con immenso affetto, 625
e dolcemente tra le mani alquanto
palleggiato l'infante, alzollo al cielo,
e supplice sclamò: Giove pietoso
e voi tutti, o Celesti, ah concedete
che di me degno un dì questo mio figlio 630
sia splendor della patria, e de' Troiani
forte e possente regnator. Deh fate
che il veggendo tornar dalla battaglia
dell'armi onusto de' nemici uccisi,
dica talun: Non fu sì forte il padre: 635
E il cor materno nell'udirlo esulti.
Così dicendo, in braccio alla diletta
sposa egli cesse il pargoletto; ed ella
con un misto di pianti almo sorriso
lo si raccolse all'odoroso seno. 640
Di secreta pietà l'alma percosso
riguardolla il marito, e colla mano
accarezzando la dolente: Oh! disse,
diletta mia, ti prego; oltre misura
non attristarti a mia cagion. Nessuno, 645
se il mio punto fatal non giunse ancora,
spingerammi a Pluton: ma nullo al mondo,
sia vil, sia forte, si sottragge al fato.
Or ti rincasa, e a' tuoi lavori intendi,
alla spola, al pennecchio, e delle ancelle 650
veglia su l'opre; e a noi, quanti nascemmo
fra le dardanie mura, a me primiero
lascia i doveri dell'acerba guerra.
Raccolse al terminar di questi accenti
l'elmo dal suolo il generoso Ettorre, 655
e muta alla magion la via riprese
l'amata donna, riguardando indietro,
e amaramente lagrimando. Giunta
agli ettorei palagi, ivi raccolte
trovò le ancelle, e le commosse al pianto. 660
Aggiunto 4 ore 36 minuti più tardi:
Grazie mille =)
Miglior risposta
sono i primi 60 versi....
La guardaiana non aveva finito di dire questa parole che dalle porte entrò in un balzo il veloce Ettore, e rifacendo al strada già percorsa prima, attraversa veloce le grandi piazze di Ilio:e alle porte Scee, da dove si esce al campo di battaglia, ecco venirgli incontro Andromaca, figlia del famoso Eezione, che abitava ad Ipoplaco, dove ci sono molti boschi, e che dominò i Cilici a tebe.
Egdiede in sposa la figlia, che aveva una grande dote in denaro, a Ettore a cui adesso andava incontro. E con lei c'era l'ancella che aveva in bracico il bambino, unico fogliod ell'eroe troiano, un bambino bello come una stella.
Il padre lo chiamava Scamandrio, glia ltri lo chiamavano Astianatte, perchè suo padre era l'unico difensore di Troia.
Ettore sorrise quando lo vide e taacque. Ma Andromaca, che piangeva a dirotto, andò ad abbracciare il marito, stringendogli la mano, e chiamandolo per nome di sse così:
tu sei troppo incoscente, il tuo coraggio ti farà uccidere: tu non pensi nè a me nè a tuo figlio crudele, non pensia me che fra un po' rimarrò vedova perchè tutti gli Achei cercheranno di ucciderti. E allora, se tu non ci sarai più, sarebeb meglio per me morire. Se sono senza di te, o povera me, che cos ami resta se non piangere in continuazione?
Io sono orfana di padre e di madre. Achille uccise mio padre il giorno in cui distrusse la popolata Tebe: egli uccise, crudele, Eezione; ma non osò spogliarlo, per paura degli dei.
Qundi sulla pira, alla quale le pietose figlie di Zeus aggiunsero frondosi olmi, lo bruciò con tutte le sue armi.
I miei genitori erano orgogliosi dei miei sette fratelli. Achille li uccis etutti quanti in una sola giornata, spedendoli nel mondo degli inferi governato da Plutone e li uccise mentre erano in mezzo alle greggi spaventate di mucche e pecore.
Mi restava mia madre, regina della boscosa Ipoplaco. Il vincitore la portò con sè insieme alle altre prede di guerra e poi la liberò a costo di un riscatto molto alto.
;a anche lei morì trafitta dalal freccia di Artemide mentre era a casa di suo padre.
Ora mi resti solo tu, Ettore caro, tu sei per me padre, madre, fratello, sposo.
allora...abbi pietà di me e rimani qui con me in questa torre e non desiderare di lasciare vedova tua moglie e orfano tuo figlio.
La guardaiana non aveva finito di dire questa parole che dalle porte entrò in un balzo il veloce Ettore, e rifacendo al strada già percorsa prima, attraversa veloce le grandi piazze di Ilio:e alle porte Scee, da dove si esce al campo di battaglia, ecco venirgli incontro Andromaca, figlia del famoso Eezione, che abitava ad Ipoplaco, dove ci sono molti boschi, e che dominò i Cilici a tebe.
Egdiede in sposa la figlia, che aveva una grande dote in denaro, a Ettore a cui adesso andava incontro. E con lei c'era l'ancella che aveva in bracico il bambino, unico fogliod ell'eroe troiano, un bambino bello come una stella.
Il padre lo chiamava Scamandrio, glia ltri lo chiamavano Astianatte, perchè suo padre era l'unico difensore di Troia.
Ettore sorrise quando lo vide e taacque. Ma Andromaca, che piangeva a dirotto, andò ad abbracciare il marito, stringendogli la mano, e chiamandolo per nome di sse così:
tu sei troppo incoscente, il tuo coraggio ti farà uccidere: tu non pensi nè a me nè a tuo figlio crudele, non pensia me che fra un po' rimarrò vedova perchè tutti gli Achei cercheranno di ucciderti. E allora, se tu non ci sarai più, sarebeb meglio per me morire. Se sono senza di te, o povera me, che cos ami resta se non piangere in continuazione?
Io sono orfana di padre e di madre. Achille uccise mio padre il giorno in cui distrusse la popolata Tebe: egli uccise, crudele, Eezione; ma non osò spogliarlo, per paura degli dei.
Qundi sulla pira, alla quale le pietose figlie di Zeus aggiunsero frondosi olmi, lo bruciò con tutte le sue armi.
I miei genitori erano orgogliosi dei miei sette fratelli. Achille li uccis etutti quanti in una sola giornata, spedendoli nel mondo degli inferi governato da Plutone e li uccise mentre erano in mezzo alle greggi spaventate di mucche e pecore.
Mi restava mia madre, regina della boscosa Ipoplaco. Il vincitore la portò con sè insieme alle altre prede di guerra e poi la liberò a costo di un riscatto molto alto.
;a anche lei morì trafitta dalal freccia di Artemide mentre era a casa di suo padre.
Ora mi resti solo tu, Ettore caro, tu sei per me padre, madre, fratello, sposo.
allora...abbi pietà di me e rimani qui con me in questa torre e non desiderare di lasciare vedova tua moglie e orfano tuo figlio.
Miglior risposta