Manzoni analisi aiutooo
In morte di carlo imbonati
Sorrise alquanto, e rispondea: Qualunque
Di chiaro esempio, o di veraci carte
170Giovasse altrui, fu da me sempre avuto
In onor sommo. E venerando il nome
Fummi di lui, che ne le reggie primo
l'orma stampò de l'italo coturno:
E l'aureo manto lacerato ai grandi,
175Mostrò lor piaghe, e vendicò gli umili;
E di quel, che sul plettro immacolato
Cantò per me: Torna a fiorir la rosa.
Cui, di maestro a me poi fatto amico,
Con reverente affetto ammirai sempre
180Scola e palestra di virtù. Ma sdegno
Mi fero i mille, che tu vedi un tanto
Nome usurparsi, e portar seco in Pindo
L'immondizia del trivio e l'arroganza
E i vizj lor; che di perduta fama
185Vedi, e di morto ingegno, un vergognoso
Far di lodi mercato e di strapazzi.
Stolti! Non ombra di possente amico,
Né lodator comprati avea quel sommo
D'occhi cieco, e divin raggio di mente,
190Che per la Grecia mendicò cantando.
Solo d'Ascra venian le fide amiche
Esulando con esso, e la mal certa
Con le destre vocali orma reggendo:
Cui poi, tolto a la terra, Argo ad Atene,
195E Rodi a Smirna cittadin contende:
E patria ei non conosce altra che il cielo.
Ma voi, gran tempo ai mal lordati fogli
Sopravissuti, oscura e disonesta
Canizie attende. E tacque; e scosso il capo,
200E sporto il labbro, amaramente il torse,
Com'uom cui cosa appare ond'egli ha schifo.
Gioja il suo dir mi porse, e non ignota
Bile destommi; e replicai: Deh! vogli
La via segnarmi, onde toccar la cima
205Io possa, o far che, s'io cadrò su l'erta,
Dicasi almen: su l'orma propria ei giace.
Sentir, riprese, e meditar: di poco
Esser contento: da la meta mai
Non torcer gli occhi: conservar la mano
210Pura e la mente: de le umane cose
Tanto sperimentar, quanto ti basti
Per non curarle: non ti far mai servo:
Non far tregua coi vili: il santo Vero
Mai non tradir: né proferir mai verbo,
215Che plauda al vizio, o la virtù derida.
1)spiega che cosa si deve qui intendere con ; in che senso il vero è santo?pui rispondere usando un sinonimo adeguato dell'aggettivo.
2)nell'elencare i precetti offferti dal conte imbonati l'autore usa l'infinito.con quale effetto?
3)individua le tracce del neoclassicismo presenti nel contenuto e nello stile della composizione.
IL DIACONO MARTINO
Animoso Latin, ciò che veduto,
Ciò che hai sofferto, il tuo cammino e i rischi,
Tutto mi narra.
MARTINO
Dio gli accecò. Dio mi guidò. Dal campo
Inosservato uscii; l’orme ripresi
Poco innanzi calcate; indi alla manca
Piegai verso aquilone, e abbandonando
I battuti sentieri, in un’angusta
Oscura valle m’internai: ma quanto
Più il passo procedea, tanto allo sguardo
Più spaziosa ella si fea. Qui scorsi
Gregge erranti e tuguri: era codesta
L’ultima stanza de’ mortali. Entrai
Presso un pastor, chiesi l’ospizio, e sovra
Lanose pelli riposai la notte.
Sorto all’aurora, al buon pastor la via
Addimandai di Francia. - Oltre quei monti
Sono altri monti, ei disse, ed altri ancora;
E lontano lontan Francia; ma via
Non avvi; e mille son que’ monti, e tutti
Erti, nudi, tremendi, inabitati,
Se non da spirti, ed uom mortal giammai
Non li varcò. - Le vie di Dio son molte,
Più assai di quelle del mortal, risposi;
E Dio mi manda. - E Dio ti scorga, ei disse:
Indi, tra i pani che teneva in serbo,
Tanti pigliò di quanti un pellegrino
Puote andar carco; e, in rude sacco avvolti,
Ne gravò le mie spalle: il guiderdone
Io gli pregai dal cielo, e in via mi posi.
Giunsi in capo alla valle, un giogo ascesi,
E in Dio fidando, lo varcai. Qui nulla
Traccia d’uomo apparia; solo foreste
D’intatti abeti, ignoti fiumi, e valli
Senza sentier: tutto tacea; null’altro
Che i miei passi io sentiva, e ad ora ad ora
Lo scrosciar dei torrenti, o l’improvviso
Stridir del falco, o l’aquila, dall’erto
Nido spiccata sul mattin, rombando
Passar sovra il mio capo, o, sul meriggio,
Tocchi dal sole, crepitar del pino
Silvestre i coni. Andai così tre giorni;
E sotto l’alte piante, o ne’ burroni
Posai tre notti. Era mia guida il sole;
Io sorgeva con esso, e il suo viaggio
Seguia, rivolto al suo tramonto. Incerto
Pur del cammino io gìa, di valle in valle
Trapassando mai sempre; o se talvolta
D’accessibil pendio sorgermi innanzi
Vedeva un giogo, e n’attingea la cima,
Altre più eccelse cime, innanzi, intorno
[p. 37 00%.svg]
Sovrastavanmi ancora; altre, di neve
Da sommo ad imo biancheggianti, e quasi
Ripidi, acuti padiglioni, al suolo
Confitti; altre ferrigne, erette a guisa
Di mura insuperabili. - Cadeva
Il terzo sol quando un gran monte io scersi,
Che sovra gli altri ergea la fronte, ed era
Tutto una verde china, e la sua vetta
Coronata di piante. A quella parte
Tosto il passo io rivolsi. - Era la costa
Oriental di questo monte istesso,
A cui, di contro al sol cadente, il tuo
Campo s’appoggia, o sire. - In su le falde
Mi colsero le tenebre: le secche
Lubriche spoglie degli abeti, ond’era
Il suol gremito, mifur letto, e sponda
Gli antichissimi tronchi. Una ridente
Speranza, all’alba, risvegliommi; e pieno
Di novello vigor la costa ascesi.
Appena il sommo ne toccai, l’orecchio
Mi percosse un ronzio che di lontano
Parea venir, cupo, incessante; io stetti,
Ed immoto ascoltai. Non eran l’acque
Rotte fra i sassi in giù; non era il vento
Che investia le foreste, e, sibilando,
D’una in altra scorrea, ma veramente
Un rumor di viventi, un indistinto
Suon di favelle e d’opre e di pedate
Brulicanti da lungi, un agitarsi
D’uomini immenso. Il cuor balzommi; e il passo
Accelerai. Su questa, o re, che a noi
Sembra di qui lunga ed acuta cima
Fendere il ciel, quasi affilata scure,
Giace un’ampia pianura, e d’erbe è folta,
Non mai calcate in pria. Presi di quella
Il più breve tragitto: ad ogni istante
Si fea il rumor più presso: divorai
L’estrema via: giunsi sull’orlo: il guardo
Lanciai giù nella valle, e vidi... oh! vidi
Le tende d’Israello, i sospirati
Padiglion di Giacobbe: al suol prostrato,
Dio ringraziai, li benedissi, e scesi.
1)dividi in tre fasi il viaggio di martino.
2)spiega perchè l'accampamento di carlo viene indicato facendo ricorso a immagine bibliche.
3)cataloga, nella parte riguardante il viaggio solitario di martino, termini ed espressioni appartenenti al campo semantico dei rumori. rompono il silenzio o lo accentuano?
4)le indicazioni del pastore hanno un tono favolistico:quali scelte di contenuto e di stile concorrono a crearlo?
5)i versi 227-233 sono permeati da un tono idilliaco: a che cosa è dovuto?
6) i versi iniziali(Dio gli accecò...si fea) sono caratterizzati da forti cesure cosi come quelli finali da ( come in pria) in poi, quando il rtmo diventa di nuovo accelerato.il motivo è il medesimo? cosa accade nei versi intermedi?
7)con quali espressioi e termini inizia la dilatazione dello spazio e la solitudine?
8) trova i punti in cui è sottolineata la difficoltà del cammino. è pura documentazioneo vuole mettere in evidenza qualche altro aspetto? quale?
A LUIGI TOSI
Dopo la prima lettera d'Enrichetta non abbiamo più visto Grégoire; siamo stati qualche volta a casa sua senza trovarlo; e in questo momento non ci sembra bene di disturbarlo, occupato, com'egli dev'essere, dei suoi doveri di deputato, e della scandalosa persecuzione che le voci dei suoi nemici fanno alla sua riputazione, ed alla sua quiete. Non so s'Ella sappia che i Gesuiti hanno ottanta case in Francia. Il dolore che un cattolico prova a vedere che il rispetto alla Religione diminuisce di giorno in giorno in una parte così gloriosa e importante della Chiesa, è tanto più amaro, in quanto molte circostanze potevano fare sperare che la Religione dovesse qui godere non solo di una profonda pace, ma anche aumentare le sue conquiste. Lo spirito feroce o schernevole d'irreligione era se non del tutto svanito almeno ridotto a quasi nulla; una gran parte di quelli che non hanno la felicità della Fede erano disposti non solo a tollerarla, ma a rispettarla come una opinione fondata su un diritto, innocua, utile, bella. Ma a malgrado degli sforzi di alcuni buoni ed illuminati cattolici per separare la religione dagli interessi e dalle passioni del secolo, malgrado la disposizione di molti increduli stessi a riconoscere questa separazione, e a lasciare la Religione almeno in pace, sembra che prevalgano gli sforzi di altri che vogliono assolutamente tenerla unita ad articoli di Fede politica che essi hanno aggiunti al Simbolo. Quando la Fede si presenta al popolo così accompagnata, si può mai sperare che egli si darà la pena di distinguere ciò che viene da Dio da ciò che è l'immaginazione degli uomini? I solitarj di Porto Reale l'hanno fatto, ma erano pochi, erano dotti, erano separati dal mondo, assistiti da quella grazia che non cessavano d'implorare
1)in che senso in questa lettera a tosi manzoni si firma ?
2)da che cosa deriva il clima di ostilità alla religione diffuso in francia?
3)in relazione alla contaminazione tra politica e religione quale comportamento tengono i , quale i e quale (14-17)? chi sn questi altri?quale termine contemporaneo potresti loro atribuire?
4)spiega il significato dell'interrogativa retorica della parte finale del brano (18-20)?
5)molti termini sono indicati con la lettera iniziale maiuscola. elencali e fornisci una spiegazione di questo uso.
6)spiega che funzione ha la congiunzione avversativa ''Ma'' presente nella riga 14.
7)come definiresti lo scopo di questa lettera?
Aggiunto 43 minuti più tardi:
eh che dv fare?? :( :( mi vale come interrog domani...:( :( aiutoo
Aggiunto 3 ore 22 minuti più tardi:
perfavore aiutoooooooo :( :(:(
Sorrise alquanto, e rispondea: Qualunque
Di chiaro esempio, o di veraci carte
170Giovasse altrui, fu da me sempre avuto
In onor sommo. E venerando il nome
Fummi di lui, che ne le reggie primo
l'orma stampò de l'italo coturno:
E l'aureo manto lacerato ai grandi,
175Mostrò lor piaghe, e vendicò gli umili;
E di quel, che sul plettro immacolato
Cantò per me: Torna a fiorir la rosa.
Cui, di maestro a me poi fatto amico,
Con reverente affetto ammirai sempre
180Scola e palestra di virtù. Ma sdegno
Mi fero i mille, che tu vedi un tanto
Nome usurparsi, e portar seco in Pindo
L'immondizia del trivio e l'arroganza
E i vizj lor; che di perduta fama
185Vedi, e di morto ingegno, un vergognoso
Far di lodi mercato e di strapazzi.
Stolti! Non ombra di possente amico,
Né lodator comprati avea quel sommo
D'occhi cieco, e divin raggio di mente,
190Che per la Grecia mendicò cantando.
Solo d'Ascra venian le fide amiche
Esulando con esso, e la mal certa
Con le destre vocali orma reggendo:
Cui poi, tolto a la terra, Argo ad Atene,
195E Rodi a Smirna cittadin contende:
E patria ei non conosce altra che il cielo.
Ma voi, gran tempo ai mal lordati fogli
Sopravissuti, oscura e disonesta
Canizie attende. E tacque; e scosso il capo,
200E sporto il labbro, amaramente il torse,
Com'uom cui cosa appare ond'egli ha schifo.
Gioja il suo dir mi porse, e non ignota
Bile destommi; e replicai: Deh! vogli
La via segnarmi, onde toccar la cima
205Io possa, o far che, s'io cadrò su l'erta,
Dicasi almen: su l'orma propria ei giace.
Sentir, riprese, e meditar: di poco
Esser contento: da la meta mai
Non torcer gli occhi: conservar la mano
210Pura e la mente: de le umane cose
Tanto sperimentar, quanto ti basti
Per non curarle: non ti far mai servo:
Non far tregua coi vili: il santo Vero
Mai non tradir: né proferir mai verbo,
215Che plauda al vizio, o la virtù derida.
1)spiega che cosa si deve qui intendere con ; in che senso il vero è santo?pui rispondere usando un sinonimo adeguato dell'aggettivo.
2)nell'elencare i precetti offferti dal conte imbonati l'autore usa l'infinito.con quale effetto?
3)individua le tracce del neoclassicismo presenti nel contenuto e nello stile della composizione.
IL DIACONO MARTINO
Animoso Latin, ciò che veduto,
Ciò che hai sofferto, il tuo cammino e i rischi,
Tutto mi narra.
MARTINO
Dio gli accecò. Dio mi guidò. Dal campo
Inosservato uscii; l’orme ripresi
Poco innanzi calcate; indi alla manca
Piegai verso aquilone, e abbandonando
I battuti sentieri, in un’angusta
Oscura valle m’internai: ma quanto
Più il passo procedea, tanto allo sguardo
Più spaziosa ella si fea. Qui scorsi
Gregge erranti e tuguri: era codesta
L’ultima stanza de’ mortali. Entrai
Presso un pastor, chiesi l’ospizio, e sovra
Lanose pelli riposai la notte.
Sorto all’aurora, al buon pastor la via
Addimandai di Francia. - Oltre quei monti
Sono altri monti, ei disse, ed altri ancora;
E lontano lontan Francia; ma via
Non avvi; e mille son que’ monti, e tutti
Erti, nudi, tremendi, inabitati,
Se non da spirti, ed uom mortal giammai
Non li varcò. - Le vie di Dio son molte,
Più assai di quelle del mortal, risposi;
E Dio mi manda. - E Dio ti scorga, ei disse:
Indi, tra i pani che teneva in serbo,
Tanti pigliò di quanti un pellegrino
Puote andar carco; e, in rude sacco avvolti,
Ne gravò le mie spalle: il guiderdone
Io gli pregai dal cielo, e in via mi posi.
Giunsi in capo alla valle, un giogo ascesi,
E in Dio fidando, lo varcai. Qui nulla
Traccia d’uomo apparia; solo foreste
D’intatti abeti, ignoti fiumi, e valli
Senza sentier: tutto tacea; null’altro
Che i miei passi io sentiva, e ad ora ad ora
Lo scrosciar dei torrenti, o l’improvviso
Stridir del falco, o l’aquila, dall’erto
Nido spiccata sul mattin, rombando
Passar sovra il mio capo, o, sul meriggio,
Tocchi dal sole, crepitar del pino
Silvestre i coni. Andai così tre giorni;
E sotto l’alte piante, o ne’ burroni
Posai tre notti. Era mia guida il sole;
Io sorgeva con esso, e il suo viaggio
Seguia, rivolto al suo tramonto. Incerto
Pur del cammino io gìa, di valle in valle
Trapassando mai sempre; o se talvolta
D’accessibil pendio sorgermi innanzi
Vedeva un giogo, e n’attingea la cima,
Altre più eccelse cime, innanzi, intorno
[p. 37 00%.svg]
Sovrastavanmi ancora; altre, di neve
Da sommo ad imo biancheggianti, e quasi
Ripidi, acuti padiglioni, al suolo
Confitti; altre ferrigne, erette a guisa
Di mura insuperabili. - Cadeva
Il terzo sol quando un gran monte io scersi,
Che sovra gli altri ergea la fronte, ed era
Tutto una verde china, e la sua vetta
Coronata di piante. A quella parte
Tosto il passo io rivolsi. - Era la costa
Oriental di questo monte istesso,
A cui, di contro al sol cadente, il tuo
Campo s’appoggia, o sire. - In su le falde
Mi colsero le tenebre: le secche
Lubriche spoglie degli abeti, ond’era
Il suol gremito, mifur letto, e sponda
Gli antichissimi tronchi. Una ridente
Speranza, all’alba, risvegliommi; e pieno
Di novello vigor la costa ascesi.
Appena il sommo ne toccai, l’orecchio
Mi percosse un ronzio che di lontano
Parea venir, cupo, incessante; io stetti,
Ed immoto ascoltai. Non eran l’acque
Rotte fra i sassi in giù; non era il vento
Che investia le foreste, e, sibilando,
D’una in altra scorrea, ma veramente
Un rumor di viventi, un indistinto
Suon di favelle e d’opre e di pedate
Brulicanti da lungi, un agitarsi
D’uomini immenso. Il cuor balzommi; e il passo
Accelerai. Su questa, o re, che a noi
Sembra di qui lunga ed acuta cima
Fendere il ciel, quasi affilata scure,
Giace un’ampia pianura, e d’erbe è folta,
Non mai calcate in pria. Presi di quella
Il più breve tragitto: ad ogni istante
Si fea il rumor più presso: divorai
L’estrema via: giunsi sull’orlo: il guardo
Lanciai giù nella valle, e vidi... oh! vidi
Le tende d’Israello, i sospirati
Padiglion di Giacobbe: al suol prostrato,
Dio ringraziai, li benedissi, e scesi.
1)dividi in tre fasi il viaggio di martino.
2)spiega perchè l'accampamento di carlo viene indicato facendo ricorso a immagine bibliche.
3)cataloga, nella parte riguardante il viaggio solitario di martino, termini ed espressioni appartenenti al campo semantico dei rumori. rompono il silenzio o lo accentuano?
4)le indicazioni del pastore hanno un tono favolistico:quali scelte di contenuto e di stile concorrono a crearlo?
5)i versi 227-233 sono permeati da un tono idilliaco: a che cosa è dovuto?
6) i versi iniziali(Dio gli accecò...si fea) sono caratterizzati da forti cesure cosi come quelli finali da ( come in pria) in poi, quando il rtmo diventa di nuovo accelerato.il motivo è il medesimo? cosa accade nei versi intermedi?
7)con quali espressioi e termini inizia la dilatazione dello spazio e la solitudine?
8) trova i punti in cui è sottolineata la difficoltà del cammino. è pura documentazioneo vuole mettere in evidenza qualche altro aspetto? quale?
A LUIGI TOSI
Dopo la prima lettera d'Enrichetta non abbiamo più visto Grégoire; siamo stati qualche volta a casa sua senza trovarlo; e in questo momento non ci sembra bene di disturbarlo, occupato, com'egli dev'essere, dei suoi doveri di deputato, e della scandalosa persecuzione che le voci dei suoi nemici fanno alla sua riputazione, ed alla sua quiete. Non so s'Ella sappia che i Gesuiti hanno ottanta case in Francia. Il dolore che un cattolico prova a vedere che il rispetto alla Religione diminuisce di giorno in giorno in una parte così gloriosa e importante della Chiesa, è tanto più amaro, in quanto molte circostanze potevano fare sperare che la Religione dovesse qui godere non solo di una profonda pace, ma anche aumentare le sue conquiste. Lo spirito feroce o schernevole d'irreligione era se non del tutto svanito almeno ridotto a quasi nulla; una gran parte di quelli che non hanno la felicità della Fede erano disposti non solo a tollerarla, ma a rispettarla come una opinione fondata su un diritto, innocua, utile, bella. Ma a malgrado degli sforzi di alcuni buoni ed illuminati cattolici per separare la religione dagli interessi e dalle passioni del secolo, malgrado la disposizione di molti increduli stessi a riconoscere questa separazione, e a lasciare la Religione almeno in pace, sembra che prevalgano gli sforzi di altri che vogliono assolutamente tenerla unita ad articoli di Fede politica che essi hanno aggiunti al Simbolo. Quando la Fede si presenta al popolo così accompagnata, si può mai sperare che egli si darà la pena di distinguere ciò che viene da Dio da ciò che è l'immaginazione degli uomini? I solitarj di Porto Reale l'hanno fatto, ma erano pochi, erano dotti, erano separati dal mondo, assistiti da quella grazia che non cessavano d'implorare
1)in che senso in questa lettera a tosi manzoni si firma ?
2)da che cosa deriva il clima di ostilità alla religione diffuso in francia?
3)in relazione alla contaminazione tra politica e religione quale comportamento tengono i , quale i e quale (14-17)? chi sn questi altri?quale termine contemporaneo potresti loro atribuire?
4)spiega il significato dell'interrogativa retorica della parte finale del brano (18-20)?
5)molti termini sono indicati con la lettera iniziale maiuscola. elencali e fornisci una spiegazione di questo uso.
6)spiega che funzione ha la congiunzione avversativa ''Ma'' presente nella riga 14.
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