La gola l'sonno e l'oziose piume

Alexxander
Anilisi del sonetto la gola 'l sonno e l'oziose piume

Risposte
coltina
La gola e ‘l sonno e l’oziose piume
hanno del mondo ogni vertù sbandita,
ond’è dal corso suo quasi smarrita
nostra natura vinta dal costume; 4
et è sì spento ogni benigno lume
del ciel, per cui s’informa umana vita,
che per cosa mirabile s’addita
che vòl far d’Elicona nascer fiume. 8
Qual vaghezza di lauro? qual di mirto?
- Povera e nuda vai, Filosofia -
dice la turba al vil guadagno intesa. 11
Pochi compagni avrai per l’altra via;
tanto ti prego più, gentile spirto,
non lassar la magnanima tua impresa. 14


la golosità, la pigrizia e le comodità dell'ozio
hanno sbiadito ogni virtù che c'è nel mondo
per cui la nostra natura, vinta dalla moda comune
ha quasi smarrito la sua retta via
ed è ormai così spenta ogni bontà,
che dà forma alla vita,
che colui che vuol fare nascere un fiume dal monte elicona
è additato come una persona strana.
chi desidera ancora l'alloro? chi il mirto?
-o filosofia, vai in giro povera e nuda-
dice il popolo intento al vile guadagno.
avrai pochi compagni se segui l'altra via;
quindi ti prego ancor di più, o uomo gentile,
di non abbandonare la tua generosa impresa.

[1] L’Elicona è il monte le cui fonti, Aganippe e Ippocrene, aveva fatto scaturire con un calcio l’alato cavallo Pegaso.
[2] Col mirto, sacro a Venere, si allude alla poesia amorosa.

In questi versi il poeta si rivolge probabilmente a Tomaso Caloria da Messina (un amico a cui sono indirizzate varie lettere). Vengono esaltati l’amore per la scienza e per la poesia, contrapponendoli ai meri interessi al guadagno del popolino. Il sonetto rivela che l’autore, oltre a nutrire un amore intenso nei confronti di Laura, ha un altro affetto, quello per il sapere.

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