L'ARMATA PERDUTA

Fao the best
ragazzi ho grande bisogno di questo

-riassunto di "l'armata perduta"

- descrizione personaggi prindipali

- ambientazioni

e il commento lo faccio io ^^

vi ringrazio fin da subito GRAZIE!!!!

Risposte
orrfeos
ok chiudo

Fao the best
grazie mille!!!

ippo94
Battaglie epocali, imboscate, estenuanti marce nel deserto o nella neve, paesaggi inesplorabili. Questo è ciò che aspetta l’armata dei “Diecimila”, un esercito di luridi mercenari capitanato dallo spartano Clearco al culmine della guerra contro Atene.

Qual è il vero scopo di questo esercito di maledetti, ufficialmente incaricati di combattere tribù ribelli? Quale lotta di potere fratricida si nasconde dietro la spedizione assassina di Clearco?

Anche chi ha odiato l’”Anabasi” di Senofonte sui banchi di scuola o di università amerà “L’armata perduta” di Valerio Massimo Manfredi. Gli sembrerà un’altra storia, perché raccontata dall’arte di un grande scrittore contemporaneo.

La vicenda è narrata attraverso gli occhi di Abira, una ragazza “xenofila”, cioè innamorata del guerriero Xeno fino al punto da seguirlo anche nell’allucinante marcia di guerra.

Chi ha amato “300″ di Frank Miller e Zack Snyder non può certamente prescindere dalla lettura di Valerio Massimo Manfredi, archeologo e tra i principali scrittori italiani di romanzi storici, da più parti definito il nostro Ken Follett.

Citato da: http://www.booksblog.it/



Alla base di questo libro vi è l’ANABASI, l’opera di Senofonte che documenta le peregrinazioni compiute dai diecimila mercenari che affrontarono il grande re persiano Artaserse nel IV secolo A.C. e che Manfredi ha tradotto negli anni ’80, oltre poi ad essersi cimentato nel personale sopralluogo dei posti descritti nell’opera greca, a caccia di conferme.
Grazie ad un tale bagaglio di partenza, ne viene fuori una storia forte di descrizioni di paesaggi e personaggi, capaci di trasmettere intense emozioni: il tutto è inoltre condito da una narrazione del tutto inedita, perché fatta da una donna, la bellissima siriana Abira che, attraverso ciò che vedono i suoi occhi, racconta le atrocità della guerra, le insidie della natura più selvaggia, oltre che l’eroismo, l’onore e le amicizie più strette che caratterizzano i “diecimila”.
Il romanzo è ambientato tra la Grecia e l’impero persiano, nel 400 A.C., in quelle terre segnate da trent’anni di guerra tra Sparta e Atene, dai fasti e dalle crudeli bizzarrie della corte persiana, in cui il fratello minore del Gran Re Artaserse, il principe Ciro, governatore della Lidia, arruola un esercito di mercenari greci che passerà alla storia come l’armata dei “diecimila”, ufficialmente per sgominare tribù ribelli all’interno dell’impero persiano. Ben presto, però, l’intento di usurpare il trono del fratello, da parte del giovane principe, sarà noto a tutti: nella battaglia alle porte di Babilonia, tuttavia, Ciro troverà “solo” la morte. Inizia, così, il viaggio di ritorno di questi valorosi soldati che, a causa di intricati intrecci politici, si troveranno ad affrontare avvincenti pericoli e peripezie per poter tornare in patria: come sempre, però, sarà la grandezza delle difficoltà a far emergere il lato migliore dei protagonisti, e a far nascere forti amicizie tra soldati provenienti da tutti i fronti della Grecia, anche quelli storicamente nemici come Sparta e Atene.
Protagonista e voce narrante della lunghissima marcia è Abira, una donna che abbandona il suo villaggio per amore dell’ateniese Xeno, scrittore dell’esercito, condividendo fino in fondo il destino degli indomiti guerrieri; oltre ai due innamorati il romanzo dà spazio non solo ai comandanti più valorosi, ma anche a quelle donne e a quei soldati che, nel loro piccolo, e magari per un solo momento, sono autori di gesti importanti: forse si può considerare proprio questo il colpo da maestro di Manfredi, che conferisce l’investitura di narratore ad una donna, capace, forse più di un uomo, di cogliere tutti i sentimenti che possono nascere in un battaglione: dalla furia e dall’irruenza dei soldati, alle raffinate seduzioni e allo spirito di dedizione delle donne. E’ così che la semplice fuga dal polveroso villaggio di Beth Qadà, per seguire quel guerriero apparso come un dio, diventa carica di forti emozioni al pari delle imprese titaniche che i “diecimila” affrontano nelle grandi battaglie e nelle ardue sfide proposte dalla natura fatta di deserti roventi e gelide montagne.
La narratrice, donna innamorata e sognatrice all’inizio della storia, si dimostra pian piano carica di valori e voglia di conoscenza a tal punto da dare un’altra luce anche al finale: molti di quegl’invincibili mercenari caratterizzati da una fierezza d’animo così grande da superare qualsiasi avversità, giunti alla meta e trovato il giusto accomodamento, abbandonano tutti i sogni di gloria sbandierati in battaglia, dimostrandosi così ben poca cosa al cospetto di Abira, capace di affrontare le responsabilità delle proprie azioni fino in fondo.
Il libro è sicuramente scorrevole, e con una trama che appassiona gli amanti della cultura ellenica; si caratterizza però per l’angolo di visuale offerto al lettore, nuovo per il genere: essendo una donna, Abira è sempre lontana dal cuore della battaglia, quindi le descrizioni belliche sono affrontate superficialmente e spesso quasi di “passaggio”.
Inoltre, manca il vero protagonista a cui “affezionarsi”: Abira, Xeno, e tutti i grandi comandanti, vivono momenti alterni di gloria che non permettono loro di ricoprire questo ruolo.
Nel complesso, un libro originale per il genere, sicuramente da leggere.

Citato da: www.my-libraryblog.com

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