DOMANDE guida SU LEOPARDI PER INTERROGAZIONE

tzupeppe
Gentilmente aiutatemi a rispondere alle seguenti domande , anche soltanto con parole chiave. Credo che mi sarebbe di aiuto per cercare in questa impresa impossibile , studiare leopardi in tempo per domani .-.

-Il pensiero di Leopardi

-Quali viaggi compie Leopardi nella sua vita

-Quale sono i 7 anni di studio matto e disperatissimo ?

-Dove si rintracciano gli elementi della sua poetica ?

-Zibaldone

-I Canti

-Operette Morali
si apre con ..
si conclude con..
significato didascalico

-Dialogo tra la natura e un inslandese

- Idilli

-Canti

-Epistole

Miglior risposta
topina93
1)
Leopardi parte dal presupposto che l'uomo è necessariamente infelice.
Il suo pensiero può essere diviso in due periodi:

* I fase: Pessimismo Storico
La Natura è concepita come madre benigna e provvidenziale, attenta al bene delle sue creature: essa ha voluto sin dalle origini offrire un rimedio ai mali dell'uomo, attraverso l'immaginazione e le illusioni che velavano agli occhi della misera creatura le sue effettive condizioni (vedi Teoria del piacere).
Il progresso della civiltò, opera della ragione, gli ha però fatto conoscere il vero rendendolo infelice.
Al contrario dei moderni, gli antichi erano però in grado di dimenticare il nulla e il vuoto della propria esistenza attraverso una vita più attiva e più intensa.
Il progresso della civiltà e della ragione, spegnendo le illusioni ha allontanato il soggetto di questo agire, dalla via tracciata dalla natura benigna.
Per questo la condizione negativa del presente viene vista come l'effetto di un processo storico realizzatosi con l'allontanamento progressivo della condizione originaria di maggiore felicità.


* II fase: Pessimismo Cosmico
La concezione di natura benigna entra in crisi quando Leopardi si rende conto che più che al bene dei singoli individui, essa mira alla conservazione della specie, e per questo fine più sacrificare anche il bene del singolo e generare sofferenza.
Il male quindi rientra nel piano della natura.
Ora, non è più vista come madre benigna, amorosa e provvidente, ma come meccanismo cieco, indifferente alla sorte delle sue ceature.
Quindi l'infelicità non è più effetto del progresso storico, ma è una condizione di tutti i tempi.
Leopardi instaura una critica contro tutte le ideologie ottimistiche del suo tempo che esaltano il progresso e profetizzano un miglioramento indefinito della vita degli uomini, grazie alle nuove scienze sociali ed economiche e alle scoperte della tecnologia moderna.
Secondo Leopardi l'unico progresso possibile è quello per cui si arriva alla consapevolezza lucida della reale condizione umana, indicando la natura come vera nemica, e costituendo una social catena per combattere le sue minaccie.

Aggiunto 11 minuti più tardi:

2) Nell'autunno del 1822 ottenne dai genitori il permesso di recarsi a Roma; nell'aprile del 1823 Leopardi ritornò a Recanati, nel 1825 si recò a Milano, poi a Bologna, poi a Firenze, poi a Pisa. Ma le sue condizioni di salute non glielo permisero ed egli fu costretto a ritornare a Recanati dove rimase fino al 1830. Nel 1830 gli si presentò la possibilità di ritornare a Firenze; nel 1831 si recò a Roma con Ranieri per ritornare a Firenze nel 1832. Nel 1827 Leopardi conosce a Firenze il napoletano Antonio Ranieri. Si trasferiscono a Napoli dove morì il 14 giugno 1837.

Aggiunto 2 minuti più tardi:

3) Leopardi fa 7 anni di studio appunto matto e disperatissimo, perchè autodidatta, e li effettua nella biblioteca del padre dal 1811 al 1818. Questo gli causa infatti una grave malattia agli occhi,tutto il suo malessere generale e la visione pessimistica nei confronti del mondo.

Aggiunto 6 minuti più tardi:

4) È possibile rintracciare la concezione leopardiana del piacere in un passo
dello Zibaldone del luglio del 1820:
( passo tratto dallo Zibaldone)
[ L’anima umana (e così tutti gli essere viventi) desidera sempre essenzialmente, e mira
unicamente, benchè sotto mille aspetti, al piacere, ossia alla felicità, che considerandola
bene, è tutt’uno col piacere. Questo desiderio e questa tendenza non ha limiti, perch’è
ingenita o congenita coll’esistenza, e perciò non può avere fine in questo o quel piacere
che non può essere infinito, ma solamente termina colla vita. E non ha limiti: 1. né per
durata; 2. né per estensione. Quindi non ci può essere nessun piacere che uguagli: 1. né
la sua durata, perché nessun piacere è eterno; 2. né la sua estensione, perché nessun
piacere è immenso, ma la natura delle cose porta che tutto esista limitatamente, e tutto
abbia confini, e sia circoscritto. Il detto desiderio del piacere non ha limiti per durata,
perché, come ho detto, non finisce se non coll’esistenza, e quindi l’uomo non
esisterebbe se non provasse questo desiderio. Non ha limiti per estensione perché
sostanziale in noi, non come desiderio di uno o più piaceri, ma come desiderio del
piacere. Ora una tal natura porta con se materialmente l’infinità, perché ogni piacere è
circoscritto, ma non il piacere, la cui estensione è indeterminata, e l’anima amando
sostanzialmente il piacere, abbraccia tutta l’estensione immaginabile di questo
sentimento, senza poterla neppur concepire, perché non si può formare idea chiara di
una cosa ch’ella desidera illimitata.[…]. Tutti i piaceri debbono esser misti di dispiacere,
come proviamo, perché l’anima nell’ottenerli cerca avidamente quello che non può
trovare, cioè una infinità di piacere, ossia la soddisfazione di un desiderio illimitato. ]
Attraverso questo passo si può ben comprendere perché Leopardi ritiene
che il piacere sia un desiderio irraggiungibile.

Aggiunto 1 minuto più tardi:

5) Lo Zibaldone (o meglio, col titolo completo, Zibaldone di pensieri), è un diario personale che raccoglie una grande quantità di appunti scritti tra il 1817 e il 1832 da Giacomo Leopardi. È stato pubblicato nel biennio 1898-1900 da una commissione di studiosi presieduta da Giosuè Carducci.

Si tratta di annotazioni di varia misura e ispirazione, spesso scritte in presa diretta e pertanto caratterizzate da un tono di provvisorietà, da uno stile per lo più asciutto; a volte brevissime, a volte ampie ed articolate per punti. Eppure la loro importanza è fondamentale, in quanto contengono un notevole insieme di temi e spunti che spesso costituirono ispirazione prima per i Canti, le Operette morali, i Pensieri. In qualche caso, invece, queste pagine vedono riflettersi quanto già detto altrove, o riportano commenti su libri letti, osservazioni su incontri o esperienze, ecc. Sono di particolare interesse le numerosissime pagine che elaborano gli elementi essenziali della poetica e del pensiero di Leopardi, di cui il lettore può cogliere l'intimo dinamismo e il procedere per successivi momenti problematici.

La prima pagina è datata: Luglio o Agosto 1817, l'ultima: Firenze, 4 dicembre 1832. Il maggior numero delle 4525 pagine venne scritto tuttavia fra il 1817 e il 1823 con un totale di più di 4000 pensieri elaborati.

Aggiunto 7 minuti più tardi:

6) I Canti comprendono le Canzoni e gli Idilli. Le Canzoni scritte tra il 1820-1823 sono componimenti ad impianto decisamente classicistico che impegnano il linguaggio aulico, sublime e denso della tradizione, con sensibili influenze soprattutto di Alfieri e Foscolo. Affrontano tematiche civili e sono animate da aspri spunti polemici contro l'età contemporanea, inerte e corrotta, incapace di azioni eroiche; a questa polemica si contrappone un'esaltazione delle età antiche, la più significativa è Ad Angelo Mai.

Gli Idilli vennero pubblicati nel 1826. Si tratta di sei liriche: L'Infinito; La sera del dì di festa; Alla luna; Il sogno; Lo spavento notturno; La vita solitaria.
Il titolo, desunto da Mosco, era adoperato nel senso greco di quadretto. Cadono, negli Idilli, le costruzioni artificiose della canzone, con le sue strofe tutte uguali e le sue rime ripetute e subentrano gli endecasillabi sciolti. Cadono i temi occasionali, desunti dalla storia o da vicende esterne e subentrano temi o occasioni interiori, scaturiti da situazioni quotidiane. E scompaiono i ricordi e i richiami di cultura, l'erudizione accumulata con tanta fatica e resta solo il succo di quel tanto sapere, la lezione della vanità delle cose.

Aggiunto 6 minuti più tardi:

7 e 8) Le Operette morali sono una raccolta di 24 componimenti in prosa, divise tra dialoghi e novelle dallo stile medio e ironico, scritte tra il 1824 ed il 1832. I temi sono quelli cari al poeta: il rapporto dell'uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con la Natura, di cui Leopardi matura una personale visione filosofica; il confronto tra i valori del passato e la situazione statica e degenerata del presente; la potenza delle illusioni, la gloria e la noia.

La più famosa delle Operette morali è il dialogo della natura e di un islandese":qui vi compare per la prima volta, condotto sino all'estremo delle sue conclusioni, il "pessimismo cosmico" di Leopardi.
La Natura non è più considerata la "madre benigna" degli esseri viventi; i colpevoli non sono più gli uomini che hanno deviato volontariamente dalle leggi naturali, ma la Natura sempre e dovunque indifferente se non ostile ad ognuno dei suoi figli, incapace di procurar loro quella felicità che è nel fine di ogni vivente.

Aggiunto 35 secondi più tardi:

7 e 8 ) *

Aggiunto 52 secondi più tardi:

9 e 10 ) già trattate nella risposta 6!

Aggiunto 1 minuto più tardi:

11) L'epistolario, nel quale il Leopardi racconta le vicende della sua vita e i sentimenti complessi e spesso dolorosi, raccoglie oltre novecento lettere ed è, dopo i "Canti", l'opera che esprime meglio la sua spiritualità. Lo stile, pur non essendo trascurato, ha un codice familiare e un'agilità che è lontano dalla prosa letteraria delle "Operette morali".

Aggiunto 1 minuto più tardi:

Ok.. ho finito e spero di esserti stata d'aiuto..
E' un riassunto un pò di tutto e soprattutto è facile..

Ciao ciao :)
Valentina.
Miglior risposta
Risposte
topina93
No no tranquillo.. era solo per chiarire il concetto :)
Buono studio :D

tzupeppe
Non mi stò di certo lamentando e mi scuso se sembrava così :P .. adesso che ti ho ringraziato ti segno come miglior risposta. e grazie ancora :D

topina93
Certo la maggior parte delle cose le ho prese da diversi siti, e altre dai miei appunti.. Le cose che ho preso tipo da wikipedia le ho riassunte, se poi preferisci la prossima volta ti posto il link senza riassumerle.. E' ovvio che le ho prese da qualche parte.. altrimenti sarei una professoressa di liceo ;)

Aggiunto 27 secondi più tardi:

Comunque figurati.. è stato un piacere :)

tzupeppe
Guarda ho seguito passo passo mentre che rispondevi alle domande .. credo tu abbia ripreso le risposte da qualche parte , ma chissene XD .. anzi ti ringrazio per l'immenso aiuto che mi hai dato ..Adesso il problema è mio .. non addormentarmi durante il ripasso/studio .. grazie mille ancora :)

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