Domande di letteratura
1) Perchè fra tutti gli scrittori italiani fu Leopardi il picino all'originario spirito del romanticismo tedesco?
2)Illusta i caratteri della poesia dialettale ottocenteca.
3)esponi i caratteri ,i generi,autori più importanti del romanticismo italiano.
spero k qualcuno mi aiuti sono per domani
Aggiunto 6 ore 10 minuti più tardi:
In caso se non risponde nessuno voi moderatori potete chiudere queste richiesta,metter miglior risposta o boh. grz in anticipo della vostra collaborazione.
2)Illusta i caratteri della poesia dialettale ottocenteca.
3)esponi i caratteri ,i generi,autori più importanti del romanticismo italiano.
spero k qualcuno mi aiuti sono per domani
Aggiunto 6 ore 10 minuti più tardi:
In caso se non risponde nessuno voi moderatori potete chiudere queste richiesta,metter miglior risposta o boh. grz in anticipo della vostra collaborazione.
Miglior risposta
1) Perché la poesia di Leopardi aveva capacità di EVOCAZIONE, proprio come nel Romanticismo tedesco. Le parole poetiche verso cui Leopardi si orienta sono perciò quelle che hanno potere "evocativo" (che portano cioè, oltre al significato di base, tanti altri significati secondari). Inoltre, L. fu il più vicino allo spirito romantico tedesco soprattutto perché si richiamava a concetti vaghi e indefiniti (tali sono "notte", "notturno", "lontano", "antico", "oscuro"). Le sue parole sollecitano l'apertura verso l'infinito, che è nei bisogni profondi dell'uomo, proprio come si proclamava nella letteratura romantica europea.
2)La poesia dialettale ottocentesca è rappresentata da pochi poeti: Carlo Porta, milanese, la cui poesia dialettale si orienta in 4 direzioni: testi che giocano abilmente sulle possibilità specifiche del dialetto milanese, odi celebrative di eventi della vita pubblica, liriche che criticano con ironia o sarcasmo le ipocrisie e le mancanze della società moderna, poemetti che presentano la storia drammatica di alcuni personaggi umili o umiliati della Milano più povera. Giuseppe Gioacchino Belli, romano, rimasto orfano di padre e madre, impara presto a guadagnarsi la vita con modesti impieghi privati e lezioni; anche per ammirazione nei confronti di Porta, scrive un'ampia serie di sonetti in romanesco, in cui dà un gelido quadro della Roma papalina, della sua plebe ignorante, rissosa e fatalista e, attraverso lo sguardo di questa stessa plebe, di una Curia dominata da ipocrisie, presunzione, invidie e rancori.
3) I letterati dell'800 trovano nella corrente del NEOCLASSICIMO la giustificazione delle idee e delle azioni rivoluzionarie (il modello è la Repubblica Romana) e le ragioni per esaltare i potere napoleonico (il modello è l'Impero Romano). Gli autori che avvertono l'influsso delle tendenza PREROMANTICHE e ROMANTICHE sono invece critici nei confronti dei principi rivoluzionari e ostili alla tirannide napoleonica. Veicolo privilegiato delle idee di quel periodo sono i GIORNALI.
Nella prosa narrativa, l'unico testo importante è il romanzo epistolare "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" di Foscolo. Il periodo è dominato piuttosto dalla prosa giornalistica e dalla saggistica storico-politica.
Nel triennio giacobino (1796-99) si pubblicano più di cento periodici, prevalentemente a Milano: il più importante era il "Termometro politico della Lombardia", diffuso in tutta Italia. Nell'attività giornalistica si impegnano tutti gli intellettuali dell'epoca, tra cui Ugo Foscolo. Fondamentale in quel periodo è il saggio storico di Vincenzo Cuoco intitolato "Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799". Per quanto riguarda la poesia, oltre alla produzione preromantica di Foscolo,dal contenuto politico-civile, possiamo citare il più importante intellettuale del periodo napoleonico, cioè Vincenzo Monti. Divulgatore di mode culturali, scrive liriche, odi, poemetti allegorici,tragedie, saggi linguistici e traduce dalle lingue classiche (celebre la sua versione dell'Iliade di Omero) e dal francese. Classicista, è pronto ad assimilare anche le novità romantiche.
2)La poesia dialettale ottocentesca è rappresentata da pochi poeti: Carlo Porta, milanese, la cui poesia dialettale si orienta in 4 direzioni: testi che giocano abilmente sulle possibilità specifiche del dialetto milanese, odi celebrative di eventi della vita pubblica, liriche che criticano con ironia o sarcasmo le ipocrisie e le mancanze della società moderna, poemetti che presentano la storia drammatica di alcuni personaggi umili o umiliati della Milano più povera. Giuseppe Gioacchino Belli, romano, rimasto orfano di padre e madre, impara presto a guadagnarsi la vita con modesti impieghi privati e lezioni; anche per ammirazione nei confronti di Porta, scrive un'ampia serie di sonetti in romanesco, in cui dà un gelido quadro della Roma papalina, della sua plebe ignorante, rissosa e fatalista e, attraverso lo sguardo di questa stessa plebe, di una Curia dominata da ipocrisie, presunzione, invidie e rancori.
3) I letterati dell'800 trovano nella corrente del NEOCLASSICIMO la giustificazione delle idee e delle azioni rivoluzionarie (il modello è la Repubblica Romana) e le ragioni per esaltare i potere napoleonico (il modello è l'Impero Romano). Gli autori che avvertono l'influsso delle tendenza PREROMANTICHE e ROMANTICHE sono invece critici nei confronti dei principi rivoluzionari e ostili alla tirannide napoleonica. Veicolo privilegiato delle idee di quel periodo sono i GIORNALI.
Nella prosa narrativa, l'unico testo importante è il romanzo epistolare "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" di Foscolo. Il periodo è dominato piuttosto dalla prosa giornalistica e dalla saggistica storico-politica.
Nel triennio giacobino (1796-99) si pubblicano più di cento periodici, prevalentemente a Milano: il più importante era il "Termometro politico della Lombardia", diffuso in tutta Italia. Nell'attività giornalistica si impegnano tutti gli intellettuali dell'epoca, tra cui Ugo Foscolo. Fondamentale in quel periodo è il saggio storico di Vincenzo Cuoco intitolato "Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799". Per quanto riguarda la poesia, oltre alla produzione preromantica di Foscolo,dal contenuto politico-civile, possiamo citare il più importante intellettuale del periodo napoleonico, cioè Vincenzo Monti. Divulgatore di mode culturali, scrive liriche, odi, poemetti allegorici,tragedie, saggi linguistici e traduce dalle lingue classiche (celebre la sua versione dell'Iliade di Omero) e dal francese. Classicista, è pronto ad assimilare anche le novità romantiche.
Miglior risposta