Versioni per le vacanze
1. saggezza di Epaminonda (Cornelio Nepote) inizio: Meneclides, quod in re militari florere...
fine: Lacedaemoniis fugatis, liberavi.
2.profilo di Temistocle (Cornelio Nepote) inizio:Themistocles, Neocli filius, Atheniensis fuit...
fine: consectando mare tutum reddidit.
3.prima spedizione di cesra in britannia (Cesare) inizio: Dum in his locis Caesar navium...
fine: ad horam in ancoris expectavit
4. i troiani arrivano nel lazio (Livio) inizio: inter omnes constat Aeneam, domo profugum...
fine: futurae amicitiae sanxisse.
5.difficile scontro con i germani (Cesare) inizio: Germani, colle exteriore occupato...
fine: denique in castra remeaverunt.
6.Annilbale e il re Antioco (Aulo Gellio) inizio: in libris veterum memoriarum scriptum...
fine: respondit Hannibal de praeda.
7.imboscata dei nervi contro i romani (1) (Cesare) inizio: Caesari omnia uno tempore erant agenda..
fine: oportebat administrabant.
8.imboscata dei nervi contro i romani (2) (Cesare) inizio: Romanorum dux , necessariis rebus...
fine: pugnandi tempus dimitteret.
9. Afranio e Petreio (Cesare) inizio: postero die omnem exercitum intram fossam...
fine: impedimentamque ad se traduci iubet.
10. la morte di monicsa, madre di Agostino (1) (Agostino) inizio: impedente autem die, quo ex hac vitaerat... fine: mirando opera tua.
11. la morte di monicsa, madre di Agostino (2) (Agostino) inizio: cum talia loqueremur et mundus iste nobis inter verba ... fine: illa religiosa et pia corpore soluta est.
grazie!!!!!!
fine: Lacedaemoniis fugatis, liberavi.
2.profilo di Temistocle (Cornelio Nepote) inizio:Themistocles, Neocli filius, Atheniensis fuit...
fine: consectando mare tutum reddidit.
3.prima spedizione di cesra in britannia (Cesare) inizio: Dum in his locis Caesar navium...
fine: ad horam in ancoris expectavit
4. i troiani arrivano nel lazio (Livio) inizio: inter omnes constat Aeneam, domo profugum...
fine: futurae amicitiae sanxisse.
5.difficile scontro con i germani (Cesare) inizio: Germani, colle exteriore occupato...
fine: denique in castra remeaverunt.
6.Annilbale e il re Antioco (Aulo Gellio) inizio: in libris veterum memoriarum scriptum...
fine: respondit Hannibal de praeda.
7.imboscata dei nervi contro i romani (1) (Cesare) inizio: Caesari omnia uno tempore erant agenda..
fine: oportebat administrabant.
8.imboscata dei nervi contro i romani (2) (Cesare) inizio: Romanorum dux , necessariis rebus...
fine: pugnandi tempus dimitteret.
9. Afranio e Petreio (Cesare) inizio: postero die omnem exercitum intram fossam...
fine: impedimentamque ad se traduci iubet.
10. la morte di monicsa, madre di Agostino (1) (Agostino) inizio: impedente autem die, quo ex hac vitaerat... fine: mirando opera tua.
11. la morte di monicsa, madre di Agostino (2) (Agostino) inizio: cum talia loqueremur et mundus iste nobis inter verba ... fine: illa religiosa et pia corpore soluta est.
grazie!!!!!!
Risposte
Ok, rispondiamo là allora!
Chiudo questo thread :hi
Chiudo questo thread :hi
Ho aperto un thread per nn fare confusione....
Quando vi serve aiuto aprite un nuovo thred;)....
Quando vi serve aiuto aprite un nuovo thred;)....
scusatemi tanto ma qui ce vuole na mano da chi,come voi, sa cercare su internet sta fallosissima versione..se mi date una mano vi sarò grata se non me la date NO :lol ..indi..la versione è "la morte di Monica,madre di Agostino"(parte 1)..(agostino)e inizia con "impendente autem die"....((buabuabua))....e finisce con"et mirando opera tua".
e "la morte di Monica,madre di Agostino"(parte 2) (sempre di agostino) inizio:"cum italia loqueremur et"....(buabuabua)....fine: "et pia corpore soluta est".. eh mò vi saluto appena potete aiutatemi grazie tante!! :!!!
e "la morte di Monica,madre di Agostino"(parte 2) (sempre di agostino) inizio:"cum italia loqueremur et"....(buabuabua)....fine: "et pia corpore soluta est".. eh mò vi saluto appena potete aiutatemi grazie tante!! :!!!
ok...brava....
infatti io nn ho proprio il tempo di farli mai...però l'altro giorno nn sapevo cosa fare e le ho scritte...ora le salvo sul computer e le riaprirò a settembre...per ora rimangono lì...!!!
SuperGaara :
Farli adesso o dopo non cambia nulla...così ad agosto è completamente libera...ognuno fa come preferisce ;)!
ma certo, nessuno mette in dubbio questo, pero forse è il caso che si riposa un pochino e poi comincia a studiare no?
Farli adesso o dopo non cambia nulla...così ad agosto è completamente libera...ognuno fa come preferisce ;)!
boh, cerco di capire anke io
annap :
1. saggezza di Epaminonda (Cornelio Nepote) inizio: Meneclides, quod in re militari florere...
fine: Lacedaemoniis fugatis, liberavi.
2.profilo di Temistocle (Cornelio Nepote) inizio:Themistocles, Neocli filius, Atheniensis fuit...
fine: consectando mare tutum reddidit.
3.prima spedizione di cesra in britannia (Cesare) inizio: Dum in his locis Caesar navium...
fine: ad horam in ancoris expectavit
4. i troiani arrivano nel lazio (Livio) inizio: inter omnes constat Aeneam, domo profugum...
fine: futurae amicitiae sanxisse.
5.difficile scontro con i germani (Cesare) inizio: Germani, colle exteriore occupato...
fine: denique in castra remeaverunt.
6.Annilbale e il re Antioco (Aulo Gellio) inizio: in libris veterum memoriarum scriptum...
fine: respondit Hannibal de praeda.
7.imboscata dei nervi contro i romani (1) (Cesare) inizio: Caesari omnia uno tempore erant agenda..
fine: oportebat administrabant.
8.imboscata dei nervi contro i romani (2) (Cesare) inizio: Romanorum dux , necessariis rebus...
fine: pugnandi tempus dimitteret.
9. Afranio e Petreio (Cesare) inizio: postero die omnem exercitum intram fossam...
fine: impedimentamque ad se traduci iubet.
10. la morte di monicsa, madre di Agostino (1) (Agostino) inizio: impedente autem die, quo ex hac vitaerat... fine: mirando opera tua.
11. la morte di monicsa, madre di Agostino (2) (Agostino) inizio: cum talia loqueremur et mundus iste nobis inter verba ... fine: illa religiosa et pia corpore soluta est.
grazie!!!!!!
ma goditele le vacanze.... come mai li fai ora i compiti?
è proprio qll marios o è un po diversa?
5.Germani, colle exteriore occupato, non longius mille passibus a nostri munitionibus considunt. Ii in silvis equitatum tegunt: Postero die equitibus complent planitiem quae in longitudinem tria milia passuum patet.Praeterea hostes pedestres copias paulum ab eo loco abditas in locis superioribus constituerant. Dato signo, nostri equites circumdantur et tunc pedites proelium committunt. Acriter pugnantum est. Nostri magna virtuale sed gravi difficultate impetum sustinuerunt, denique vires refecerunt et, visis auxiliis supervenientibus, renovaverunt pugnam: ita victoria obtenta est. Saucii sed laeti denique in castra remeaverunt.
I Germani, occupato il colle più esterno, si fermano non più lontano di mille passi dalle nostre fortificazioni, trattengono la cavalleria nei boschi.
Il giorno dopo fatta uscire la cavalleria dagli accampamenti, riempiono tutta quella pianura, che dicemmo estendersi per circa tre mila passi, e schierano le truppe di fanteria un poco (distanti) da quel luogo sui luoghi superiori nascosti.
Dato il segnale, i nostri cavalieri erano circondati e allora i fanti iniziarono il combattimento. Si combattè strenuamente. I nostri con grande virtù ma con grave difficoltà sostennero l'impeto, e i fine rifocillarono le forze e, viste le truppe che giungevano, rinnovarono la battaglia: così fu ottenuta la vittoria. I Sauci infine lieti restarono nell'accampamento.
I Germani, occupato il colle più esterno, si fermano non più lontano di mille passi dalle nostre fortificazioni, trattengono la cavalleria nei boschi.
Il giorno dopo fatta uscire la cavalleria dagli accampamenti, riempiono tutta quella pianura, che dicemmo estendersi per circa tre mila passi, e schierano le truppe di fanteria un poco (distanti) da quel luogo sui luoghi superiori nascosti.
Dato il segnale, i nostri cavalieri erano circondati e allora i fanti iniziarono il combattimento. Si combattè strenuamente. I nostri con grande virtù ma con grave difficoltà sostennero l'impeto, e i fine rifocillarono le forze e, viste le truppe che giungevano, rinnovarono la battaglia: così fu ottenuta la vittoria. I Sauci infine lieti restarono nell'accampamento.
:lol
Da noi in classe c'erano al massimo due o tre possibili tipologie di errore...:lol
...il mio prof no!!!:lol:lol:lol
in tutto l'anno abbiamo copiato ai compiti in classe, certe volte c'erano dei termini strani e inusuali..ma noi gli abbiamo detto che c'erano molte frasi sul vocabolario...e allora...c'erano molte somiglianze...:lol:lol
faccio bene io a correggerla e a cambiarla....:yes
in tutto l'anno abbiamo copiato ai compiti in classe, certe volte c'erano dei termini strani e inusuali..ma noi gli abbiamo detto che c'erano molte frasi sul vocabolario...e allora...c'erano molte somiglianze...:lol:lol
faccio bene io a correggerla e a cambiarla....:yes
E come no...soprattutto se poi quello che chiede qua la versione la passa a tutta la classe e tutti traducono quella versione alla stessa maniera!!!
ma secondo voi gli insegnanti non sospettano l'esistenza di siti cme questo?!?
Infatti...;)
SuperGaara :
Per la 4 e la 5 non sono riuscito a trovare la traduzione esatta del tuo testo, però magari da questi link puoi prendere qualche frase
si anke io avevo trovato quelle versioni, ma non erano uguali
La morte di Monica, la madre di Agostino 1 - Agostino
Essendo vicino invece un giorno, in cui stava per allontanarsi da questa vita, il qual giorno tu conoscevi, mentre noi ne eravamo all’oscuro, io ed ella stessa stavamo soli, appoggiati a qualche finestra, da dove l’orto era guardato dentro la casa, in quel luogo presso Ostia Tiberina, in cui allontanati dalle folle dopo la fatica di un lungo viaggio ci preparavamo ad un viaggio per mare. Dunque parlavamo soli molto gradevolmente e ci interrogavamo a proposito dell’attuale realtà e di come fosse la vita eterna dei santi. Percorrevamo a poco a poco il tutto reale e lo stesso cielo, da cui il sole, la luna e le stelle brillano sopra la terra. Ed allora ci addentravamo nel più intimo, pensando, parlando e ammirando la tua opera.
Per la 4 e la 5 non sono riuscito a trovare la traduzione esatta del tuo testo, però magari da questi link puoi prendere qualche frase:
I troiani arrivano nel lazio - Livio
http://www.splash.it/latino/index.htm?noinc=yes&path=/livio/ab_urbe_condita/!01!liber_i/01.lat
Difficile scontro con i germani - Cesare
http://www.splash.it/latino/?path=/cesare/de_bello_gallico/!07!liber_vii/79.lat
http://www.splash.it/latino/?path=/cesare/de_bello_gallico/!07!liber_vii/80.lat
Essendo vicino invece un giorno, in cui stava per allontanarsi da questa vita, il qual giorno tu conoscevi, mentre noi ne eravamo all’oscuro, io ed ella stessa stavamo soli, appoggiati a qualche finestra, da dove l’orto era guardato dentro la casa, in quel luogo presso Ostia Tiberina, in cui allontanati dalle folle dopo la fatica di un lungo viaggio ci preparavamo ad un viaggio per mare. Dunque parlavamo soli molto gradevolmente e ci interrogavamo a proposito dell’attuale realtà e di come fosse la vita eterna dei santi. Percorrevamo a poco a poco il tutto reale e lo stesso cielo, da cui il sole, la luna e le stelle brillano sopra la terra. Ed allora ci addentravamo nel più intimo, pensando, parlando e ammirando la tua opera.
Per la 4 e la 5 non sono riuscito a trovare la traduzione esatta del tuo testo, però magari da questi link puoi prendere qualche frase:
I troiani arrivano nel lazio - Livio
http://www.splash.it/latino/index.htm?noinc=yes&path=/livio/ab_urbe_condita/!01!liber_i/01.lat
Difficile scontro con i germani - Cesare
http://www.splash.it/latino/?path=/cesare/de_bello_gallico/!07!liber_vii/79.lat
http://www.splash.it/latino/?path=/cesare/de_bello_gallico/!07!liber_vii/80.lat
ma secondo me non è giusto iniziare ora!!! goditele ste vacanze
comunque te le cerco
1) SAGGEZZA DI EPAMINONDA
Meneclides quod in re militari florere Epaminondam videbat, hortari solebat Thebanos, ut pacem bello anteponerent, ne illius imperatoris opera desideraretur. Hiuc ille:”Fallis verbo dixit cives tuos, quod hos a bello avocas: otii enim nomine servitutem concilias. Nam paritur pax bello. Itaque qui ea diutina volunt frui, bello exercitati esse debent. Quare si principes graeciae optatis esse, castris est vobis utendum, non palaestra”. Idem ille Meneclides, cum huic obiceret insolentiam, quod sibi videretur Agamemnonis belli gloriam consecutus esse, ille: “quod me Agamemnonem aemulari putas, falleris. Namque ille cum universa graecia vix decem annis unam cepit urbem, ego contra urbe nostra dieque uno totam graeciam, Lacedaemoniis fugatis, liberavi.
Meneclide, poichè vedeva Epaminonda distinguersi nell’arte militare, soleva esortare i Tebani ad anteporre la pace alla guerra affinché non fosse richiesta l’opera di quel comandante. Quello disse a questo: “Inganni i tuoi cittadini con le parole poichè li distogli dalla guerra: infatti tu favorisci la schiavitù in nome della pace. Infatti la pace è generata dalla guerra. E così coloro che vogliono godere di una pace duratura, devono essere esercitati nella guerra. Per cui se volete essere i capi della Grecia (avere la supremazia), dovete usare l’accampamento, non la palestra.” Poiché sempre lo stesso Meneclide insolentiva questo (Epaminonda), poichè credeva di aver uguagliato la gloria di Agamennone quello disse “Ti sbagli poichè pensi che io rivaleggi con Agamennone. Infatti quello con tutta la Grecia prese a stento una città in dieci anni, io invece, con la nostra città, liberai tutta la Grecia, in un solo giorno, dopo aver messo in fuga gli Spartani.
2) PROFILO DI TEMISTOCLE
THEMISTOCLES, Neocli filius, Atheniensis. Huius vitia ineuntis adulescentiae magnis sunt emendata virtutibus, adeo ut anteferatur huic nemo, pauci pares putentur. 2 Sed ab initio est ordiendus. Pater eius Neocles generosus fuit. Is uxorem Acarnanam civem duxit, ex qua natus est Themistocles. Qui cum minus esset probatus parentibus, quod et liberius vivebat et rem familiarem neglegebat, a patre exheredatus est. 3 Quae contumelia non fregit eum, sed erexit. Nam cum iudicasset sine summa industria non posse eam exstingui, totum se dedidit rei publicae. Diligentius amicis famaeque serviens multum in iudiciis privatis versabatur, saepe in contionem populi prodibat; nulla res maior sine eo gerebatur; celeriter, quae opus erant, reperiebat, facile eadem oratione explicabat. 4 Neque minus in rebus gerendis promptus quam excogitandis erat, quod et de instantibus, ut ait Thucydides, verissime indicabat et de futuris callidissime coniciebat. Quo factum est, ut brevi tempore illustraretur.
Primus autem gradus fuit capessendae rei publicae bello Corcyraeo; ad quod gerendum praetor a populo factus non solum praesenti bello, sed etiam reliquo tempore ferociorem reddidit civitatem. 2 Nam cum pecunia publica, quae ex metallis redibat, largitione magistratuum quotannis interiret, ille persuasit populo, ut ea pecunia classis centum navium aedificaretur. 3 Qua celeriter effecta primum Corcyraeos fregit, deinde maritimos praedones consectando mare tutum reddidit.
Temistocle, figlio di Neocle, ateniese. Di costui i difetti della iniziante giovinezza furono corretti dalle grandi qualità, tanto che nessuno sia preferito a costui, pochi siano considerati pari. Ma dev’essere cominciato dall’inizio. Suo padre Neocle fu nobile. Egli prese in moglie una cittadina acarnana, dalla quale nacque Temistocle. Ma poiché questi era per nulla approvato dai genitori, poiché da una parte viveva troppo libertinamente e trascurava il patrimonio famigliare, fu diseredato dal padre. Ma questa offesa non lo spezzò, ma lo drizzò. Infatti avendo pensato che essa non poteva essere estinta se non col massimo impegno, si dedicò tutto allo stato. Servendo più diligentemente gli amici e la fama molto trattava nei processi privati, spesso veniva avanti nell’assemblea del popolo; nessuna cosa abbastanza importante era trattata senza di lui; velocemente, quelle cose che occorrevano, le trovava, facilmente con la oratoria stessa le spiegava. E non era meno pronto nelle cose da fare che da pensare, perché sulle presenti, come dice Tucidide, molto veracemente giudicava e sulle future molto astutamente congetturava. Perciò accadde, che in breve tempo diventava illustre.
Il primo passo della sua carriera politica fu al tempo della guerra di Corcira: eletto stratego dal popolo per condurla, rese la città più ardita non solo nella guerra di allora ma anche per il futuro. 2 Siccome il denaro pubblico che si ricavava dalle miniere veniva sperperato ogni anno a causa delle elargizioni dei magistrati, convinse il popolo a impiegare quel denaro per costruire una flotta di cento navi. 3 Allestita in breve una tale flotta, dapprima debellò i Corciresi, poi dette la caccia ai predoni marittimi finché rese il mare sicuro.
3)PRIMA SPEDIZIONE DI CESARE IN BRITANNIA
Dum in his locis Caesar navium parandarum causa moratur, ex magna parte Morinorum ad eum legati venerunt, qui se de superioris temporis consilio excusarent, quod homines barbari et nostrae consuetudinis imperiti bellum populo Romano fecissent, seque ea quae imperasset facturos pollicerentur. Hoc sibi Caesar satis oportune accidisse arbitratus, quod neque post tergum hostem relinquere volebat neque belli gerendi propter anni tempus facultatem habebat neque has tantularum rerum occupationes Britanniae anteponendas iudicabat, magnum iis numerum obsidum imperat. Quibus adductis eos in fidem recipit. Navibus circiter LXXX onerariis coactis contractisque, quot satis esse ad duas transportandas legiones existimabat, quod praeterea navium longarum habebat quaestori, legatis praefectisque distribuit. Huc accedebant XVIII onerariae naves, quae ex eo loco a milibus passuum VIII vento tenebantur quo minus in eundem portum venire possent: has equitibus tribuit. Reliquum exercitum Q. Titurio Sabino et L. Aurunculeio Cottae legatis in Menapios atque in eos pagos Morinorum a quibus ad eum legati non venerant ducendum dedit. P. Sulpicium Rufum legatum cum eo praesidio quod satis esse arbitrabatur portum tenere iussit.His constitutis rebus, nactus idoneam ad navigandum tempestatem III. fere vigilia solvit equitesque in ulteriorem portum progredi et naves conscendere et se sequi iussit. A quibus cum paulo tardius esset administratum, ipse hora diei circiter IIII. cum primis navibus Britanniam attigit atque ibi in omnibus collibus expositas hostium copias armatas conspexit. Cuius loci haec erat natura atque ita montibus angustis mare continebatur, uti ex locis superioribus in litus telum adigi posset. Hunc ad egrediendum nequaquam idoneum locum arbitratus, dum reliquae naves eo convenirent ad horam nonam in ancoris expectavit.
Mentre per preparare la flotta Cesare si attardava nei territori dei Morini, molte tribù della regione gli inviarono emissari per scusarsi della loro condotta passata, quando, barbari e ignari delle nostre consuetudini, avevano mosso guerra al popolo romano: adesso promettevano ubbidienza ai suoi ordini. Cesare la giudicò una circostanza veramente favorevole, perché non voleva lasciarsi un nemico alle spalle e, con l'estate che volgeva al termine, non aveva il tempo di sostenere una guerra; inoltre, stimava di non dover anteporre un problema di così lieve entità alla Britannia; pretese, allora, la consegna di un alto numero di ostaggi. Ricevuti i quali, pose i Morini sotto la propria protezione. Circa ottanta navi da carico, numero che giudicava sufficiente per il trasporto delle legioni, vennero radunate e munite di tolde. Le navi da guerra di cui disponeva vennero suddivise tra il questore, i legati e i prefetti. A esse si aggiungevano altre diciotto navi da carico, che erano a otto miglia di distanza e non riuscivano a raggiungere il porto per via del vento: le riservò alla cavalleria. Ai legati Q. Titurio Sabino e L. Aurunculeio Cotta affidò il resto dell'esercito col compito di guidarlo contro i Menapi e le tribù dei Morini che non avevano inviato ambascerie. Lasciò al legato P. Sulpicio Rufo una guarnigione giudicata sufficiente, con l'ordine di presidiare il porto.
Presi tali provvedimenti, approfittando del tempo favorevole alla navigazione, salpò all'incirca dopo mezzanotte e comandò alla cavalleria di raggiungere il porto successivo per imbarcarsi e seguirlo. I cavalieri eseguirono gli ordini troppo lentamente; Cesare, invece, con le prime navi pervenne alle coste della Britannia verso le nove di mattina e lì vide le truppe nemiche, in armi, schierate su tutte le alture circostanti. La natura del luogo era tale e le scogliere erano così a precipizio sul mare, che i dardi scagliati dall'alto potevano raggiungere il litorale. Avendo giudicato il luogo assolutamente inadatto per uno sbarco, gettò l'ancora e fino alle due del pomeriggio attese l'arrivo delle altre navi.
6) ANNIBALE E IL RE ANTIOCO
In libris veterum memoriarum scriptum est Hannibalem Carthaginiensem apud regem Antiochum facetissime cavillatum esse. Ea cavillatio huiuscemodi fuit: ostendebat
ei Antiochus in campo copias ingentis, quas bellum populo Romano facturus comparaverat, convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis florentem; inducebat etiam currus cum falcibus et elephantos cum turribus equitatumque frenis, ephippiis, monilibus, phaleris praefulgentem. Atque ibi rex contemplatione tanti ac tam amati exercitus gloriabundus Hannibalem aspicit et inquit Tum Poenus eludens ignaviam inbelliamque militum eius pretiose armatorum: . Nihil prorsum neque tam lepide neque tam acerbe dici potest: rex de numero exercitus sui ac de aestimanda aequiperatione quaesiverat, respondit Hannibal de praeda.
Nei vecchi libri di memorie sta scritto che il cartaginese Annibale prese in giro molto spiritosamente il re Antioco. La presa in giro fu questa: Antioco gli mostrava schierata la massa di uomini che aveva preparata per far guerra al popolo romano, e faceva manovrare tale esercito ricco di armamenti d'argento e d'oro; faceva passare davanti a lui i carri falcati, gli elefanti turriti e la cavalleria sfolgorante nelle briglie, nelle selle, nelle collane, nelle bardature. Gloriandosi il re nel contemplare tante e così ornate truppe, si rivolse ad Annibale dicendogli: «Che ne pensi, che tutto ciò possa essere messo a confronto e bastare per i Romani?». Al che il Cartaginese, volendo deridere l'ignavia e la codardia di milizie così preziosamente adornate, rispose: «Basterà, credo davvero che basterà tutto ciò ai Romani, anche se sono avidissimi». Non si poteva dir nulla di più spiritoso e mordente; il re aveva parlato del numero dei suoi soldati e chiesto un raffronto con i Romani; Annibale, rispondendogli, si era riferito alla preda.
7) IMBOSCATA DEI NERVI CONTRO I ROMANI (1)
Caesari omnia uno tempore erant agenda: vexillum proponendum, quod erat insigne, cum ad arma concurri oporteret;
signum tuba dandum; ab opere revocandi milites; qui paulo longius aggeris petendi causa processerant arcessendi; acies
instruenda; milites cohortandi; signum dandum. Quarum rerum magnam partem temporis brevitas et incursus hostium
impediebat. His difficultatibus duae res erant subsidio, scientia atque usus militum, quod superioribus proeliis exercitati quid fieri
oporteret non minus commode ipsi sibi praescribere quam ab aliis doceri poterant, et quod ab opere singulisque legionibus
singulos legatos Caesar discedere nisi munitis castris vetuerat. Hi propter propinquitatem et celeritatem hostium nihil iam
Caesaris imperium expectabant, sed per se quae videbantur administrabant.
Cesare si trovò a dover far tutto contemporaneamente: inalberare il vessillo, con cui si dava l'avviso di correre alle armi, ordinare gli squilli di tromba, richiamare i soldati dai lavori, comandare il rientro ai legionari che si erano un po' allontanati in cerca di materiale, formare la linea di combattimento, esortare i soldati e dare il segnale d'attacco. La mancanza di tempo e l'incalzare dei nemici impedivano di eseguire la maggior parte delle suddette operazioni. A fronte di tali difficoltà due fattori erano d'aiuto: primo, la perizia e l'esperienza dei nostri soldati, che, addestrati dalle precedenti battaglie, erano in grado di imporsi da soli la condotta necessaria non meno tranquillamente che se avessero ricevuto precise istruzioni da altri; secondo, l'obbligo imposto da Cesare ai vari legati di non allontanarsi dalla propria legione prima del termine dei lavori. I legati, vista la vicinanza e la rapidità dei nemici, non stettero ad aspettare ordini da Cesare, ma prendevano personalmente le disposizioni che ritenevano opportune.
MI SFIZIO UN Pò TE LA METTO ANCHE IN INGLESE E TEDESCO!!!:LOL
Caesar had every thing to do at one time: the standard to be displayed, which was the sign when it was necessary to run to arms; the signal to be given by the trumpet; the soldiers to be called off from the works; those who had proceeded some distance for the purpose of seeking materials for the rampart, to be summoned; the order of battle to be formed; the soldiers to be encouraged; the watchword to be given. A great part of these arrangements was prevented by the shortness of time and the sudden approach and charge of the enemy. Under these difficulties two things proved of advantage; [first] the skill and experience of the soldiers, because, having been trained by former engagements, they could suggest to themselves what ought to be done, as conveniently as receive information from others; and [secondly] that Caesar had forbidden his several lieutenants to depart from the works and their respective legions, before the camp was fortified. These, on account of the near approach and the speed of the enemy, did not then wait for any command from Caesar, but of themselves executed whatever appeared proper.
TEDESCO
(1) Caesar hätte alle Maßnahmen gleichzeitig treffen müssen: Die Fahne hissen, die signalisierte, dass man zu den Waffen
greifen müsse, mit der Tuba Alarm geben, die Soldaten, die sich etwas weiter entfernt hatten, um Material für den Lagerwall zu
beschaffen, von der Arbeit abrufen und herbeiholen, das Heer zur Schlacht aufstellen, die Soldaten anfeuern und das Zeichen
zum Angriff geben. (2) Die Ausführung dieser Maßnahmen wurde zum großen Teil durch die kurze Zeit und durch den Angriff
der Feinde erschwert. (3) Zwei Umstände verringerten diese Schwierigkeiten: einmal die praktische Erfahrung der Soldaten, die
in den vergangenen Kämpfen so viel Übung erlangt hatten, dass sie imstande waren, die notwendigen Maßnahmen ebenso
richtig auf sich selbst gestellt zu treffen, als wenn sie ihnen von anderer Seite vor geschrieben würden. Dazu kam, dass Caesar
den einzelner Legaten verboten hatte, sich von ihren Legionen oder de Arbeit am Lager zu entfernen, solange die Befestigung
nicht vollendet war. (4) Da der Feind so schnell und in nächster Nähe erschien, warteten sie nicht erst Befehl( Caesars ab,
sondern trafen allein die Maßnahmen, die ihnen gut erschienen.
8) IMBOSCATA DEI NERVI CONTRO I ROMANI (2)
Romanorum dux, necessariis rebus imperatis, ad cohortandos milites, quam [in] partem fors obtulit, decucurrit et ad legionem
decimam devenit. Milites non longiore oratione cohortatus quam uti suae pristinae virtutis memoriam retinerent neu
perturbarentur animo hostiumque impetum fortiter sustinerent, quod non longius hostes aberant quam quo telum adigi posset,
proelii committendi signum dedit. Atque in alteram item cohortandi causa profectus pugnantibus occurrit. Temporis tanta fuit
exiguitas hostiumque tam paratus ad dimicandum animus ut non modo ad insignia accommodanda sed etiam ad galeas induendas scutisque tegimenta detrahenda tempus defuerit. Quam quisque ab opere in partem casu devenit quaeque prima signa conspexit, ad haec constitit, ne in quaerendis suis pugnandi tempus dimitteret.
Il condottiero dei Romani, impartiti gli ordini necessari, corse a spronare i soldati, guidato dal caso: capitò dalla decima legione. Si limitò a incitare i soldati a ricordarsi dell'antico valore, a non lasciarsi turbare, a reggere con vigore all'assalto nemico. Dato che i Nervi erano quasi a tiro e i nostri potevano colpirli con le frecce, diede il segnale d'attacco. E poi si precipitò in un'altra direzione, sempre con lo scopo di incoraggiare i soldati, ma li trovò che stavano già combattendo. Il tempo fu talmente breve e i nemici così risoluti che i nostri non riuscirono non solo ad applicare i fregi, ma neppure a mettersi in testa gli elmi o a togliere le fodere dagli scudi. Chi tornava dai lavori si fermò dove capitava, presso le prime insegne che vide, per non perdere tempo alla ricerca della sua unità di appartenenza.
STESSA STORIA DI PRIMA!:lol
Caesar, having given the necessary orders, hastened to and fro into whatever quarter fortune carried him, to animate the troops, and came to the tenth legion. Having encouraged the soldiers with no further speech than that "they should keep up the remembrance of their wonted valor, and not be confused in mind, but valiantly sustain the assault of the enemy ;" as the latter were not further from them than the distance to which a dart could be cast, he gave the signal for commencing battle. And having gone to another quarter for the purpose of encouraging [the soldiers], he finds them fighting. Such was the shortness of the time, and so determined was the mind of the enemy on fighting, that time was wanting not only for affixing the military insignia, but even for putting on the helmets and drawing off the covers from the shields. To whatever part any one by chance came from the works (in which he had been employed), and whatever standards he saw first, at these he stood, lest in seeking his own company he should lose the time for fighting.
TEDESCO
(1) Caesar gab daher nur die notwendigsten Anordnungen und eilte herab, um seine Soldaten anzufeuern, wo immer er sie
antraf. Dabei stieß er auf die 10. Legion. (2) Um sie anzufeuern, sagte er nicht vielmehr, als dass sie an ihre bewährte
Tapferkeit denken, sich nicht verwirren lassen und dem Angriff der Feinde tapfer standhalten solle. (3) Da die Feinde schon in
Wurfweite eines Geschosses standen, gab er das Zeichen zum Angriff. (4) Als er sich auf die andere Seite wandte, um auch hier
die Soldaten anzufeuern, begegnete er schon Kämpfenden. (5) Die Zeit war so knapp bemessen und der Feind so auf Kampf
eingestellt, dass die Soldaten nicht mehr dazu kamen, die Helme aufzusetzen oder die Hüllen von den Schilden zu ziehen,
geschweige denn die Kampfabzeichen anzulegen. (6) Jeder stellte sich da auf, wohin er gerade von der Schanzarbeit kam und
wo er das nächstbeste Feldzeichen erblickte, so dass niemand Zeit damit verlor, nach seiner Einheit zu suchen.
9) AFRAIO E PETREIO
Postero die omnem exercitum intra fossam continet et, quod longius erat agger petendus, in praesentia similem rationem operis instituit singulaque latera castrorum singulis attribuit legionibus munienda fossasque ad eandem magnitudinem perfici iubet; reliquas legiones in armis expeditas contra hostem constituit. Afranius Petreiusque terrendi causa atque operis impediendi copias suas ad infimas montis radices producunt et proelio lacessunt, neque idcirco Caesar opus intermittit confisus praesidio legionum trium et munitione fossae. Illi non diu commorati nec longius ab infimo colle progressi copias in castra reducunt. Tertio die Caesar vallo castra communit; reliquas cohortes, quas in superioribus castris reliquerat, impedimentaque ad se traduci iubet.
Il giorno dopo trattiene tutto l'esercito al di qua del fossato e, poiché si doveva cercare alquanto lontano materiale per la trincea, ordina per il momento lavori simili a quelli del giorno prima; assegna alle singole legioni la fortificazione dei singoli lati dell'accampamento e dà ordine che si scavino fosse della medesima larghezza. Afranio e Petreio, per seminare scompiglio e impedire i lavori, fanno avanzare le loro milizie fino alle più basse pendici del monte e provocano a battaglia; ma nemmeno per questo Cesare interrompe i lavori, confidando nell'aiuto delle tre legioni e nella difesa della fossa. Quelli, dopo essersi fermati non a lungo e senza spingersi troppo lontano dai piedi del colle, riconducono le milizie nell'accampamento. Il terzo giorno Cesare fortifica l'accampamento con una palizzata e dà ordine che siano ivi condotti i bagagli e le coorti che aveva lasciato nell'accampamento precedente.
MANCANO LA 4 - 5 - 10 - 11..
ora non ho più tempo a disposizione..stasera riprovo!
comunque te le cerco
1) SAGGEZZA DI EPAMINONDA
Meneclides quod in re militari florere Epaminondam videbat, hortari solebat Thebanos, ut pacem bello anteponerent, ne illius imperatoris opera desideraretur. Hiuc ille:”Fallis verbo dixit cives tuos, quod hos a bello avocas: otii enim nomine servitutem concilias. Nam paritur pax bello. Itaque qui ea diutina volunt frui, bello exercitati esse debent. Quare si principes graeciae optatis esse, castris est vobis utendum, non palaestra”. Idem ille Meneclides, cum huic obiceret insolentiam, quod sibi videretur Agamemnonis belli gloriam consecutus esse, ille: “quod me Agamemnonem aemulari putas, falleris. Namque ille cum universa graecia vix decem annis unam cepit urbem, ego contra urbe nostra dieque uno totam graeciam, Lacedaemoniis fugatis, liberavi.
Meneclide, poichè vedeva Epaminonda distinguersi nell’arte militare, soleva esortare i Tebani ad anteporre la pace alla guerra affinché non fosse richiesta l’opera di quel comandante. Quello disse a questo: “Inganni i tuoi cittadini con le parole poichè li distogli dalla guerra: infatti tu favorisci la schiavitù in nome della pace. Infatti la pace è generata dalla guerra. E così coloro che vogliono godere di una pace duratura, devono essere esercitati nella guerra. Per cui se volete essere i capi della Grecia (avere la supremazia), dovete usare l’accampamento, non la palestra.” Poiché sempre lo stesso Meneclide insolentiva questo (Epaminonda), poichè credeva di aver uguagliato la gloria di Agamennone quello disse “Ti sbagli poichè pensi che io rivaleggi con Agamennone. Infatti quello con tutta la Grecia prese a stento una città in dieci anni, io invece, con la nostra città, liberai tutta la Grecia, in un solo giorno, dopo aver messo in fuga gli Spartani.
2) PROFILO DI TEMISTOCLE
THEMISTOCLES, Neocli filius, Atheniensis. Huius vitia ineuntis adulescentiae magnis sunt emendata virtutibus, adeo ut anteferatur huic nemo, pauci pares putentur. 2 Sed ab initio est ordiendus. Pater eius Neocles generosus fuit. Is uxorem Acarnanam civem duxit, ex qua natus est Themistocles. Qui cum minus esset probatus parentibus, quod et liberius vivebat et rem familiarem neglegebat, a patre exheredatus est. 3 Quae contumelia non fregit eum, sed erexit. Nam cum iudicasset sine summa industria non posse eam exstingui, totum se dedidit rei publicae. Diligentius amicis famaeque serviens multum in iudiciis privatis versabatur, saepe in contionem populi prodibat; nulla res maior sine eo gerebatur; celeriter, quae opus erant, reperiebat, facile eadem oratione explicabat. 4 Neque minus in rebus gerendis promptus quam excogitandis erat, quod et de instantibus, ut ait Thucydides, verissime indicabat et de futuris callidissime coniciebat. Quo factum est, ut brevi tempore illustraretur.
Primus autem gradus fuit capessendae rei publicae bello Corcyraeo; ad quod gerendum praetor a populo factus non solum praesenti bello, sed etiam reliquo tempore ferociorem reddidit civitatem. 2 Nam cum pecunia publica, quae ex metallis redibat, largitione magistratuum quotannis interiret, ille persuasit populo, ut ea pecunia classis centum navium aedificaretur. 3 Qua celeriter effecta primum Corcyraeos fregit, deinde maritimos praedones consectando mare tutum reddidit.
Temistocle, figlio di Neocle, ateniese. Di costui i difetti della iniziante giovinezza furono corretti dalle grandi qualità, tanto che nessuno sia preferito a costui, pochi siano considerati pari. Ma dev’essere cominciato dall’inizio. Suo padre Neocle fu nobile. Egli prese in moglie una cittadina acarnana, dalla quale nacque Temistocle. Ma poiché questi era per nulla approvato dai genitori, poiché da una parte viveva troppo libertinamente e trascurava il patrimonio famigliare, fu diseredato dal padre. Ma questa offesa non lo spezzò, ma lo drizzò. Infatti avendo pensato che essa non poteva essere estinta se non col massimo impegno, si dedicò tutto allo stato. Servendo più diligentemente gli amici e la fama molto trattava nei processi privati, spesso veniva avanti nell’assemblea del popolo; nessuna cosa abbastanza importante era trattata senza di lui; velocemente, quelle cose che occorrevano, le trovava, facilmente con la oratoria stessa le spiegava. E non era meno pronto nelle cose da fare che da pensare, perché sulle presenti, come dice Tucidide, molto veracemente giudicava e sulle future molto astutamente congetturava. Perciò accadde, che in breve tempo diventava illustre.
Il primo passo della sua carriera politica fu al tempo della guerra di Corcira: eletto stratego dal popolo per condurla, rese la città più ardita non solo nella guerra di allora ma anche per il futuro. 2 Siccome il denaro pubblico che si ricavava dalle miniere veniva sperperato ogni anno a causa delle elargizioni dei magistrati, convinse il popolo a impiegare quel denaro per costruire una flotta di cento navi. 3 Allestita in breve una tale flotta, dapprima debellò i Corciresi, poi dette la caccia ai predoni marittimi finché rese il mare sicuro.
3)PRIMA SPEDIZIONE DI CESARE IN BRITANNIA
Dum in his locis Caesar navium parandarum causa moratur, ex magna parte Morinorum ad eum legati venerunt, qui se de superioris temporis consilio excusarent, quod homines barbari et nostrae consuetudinis imperiti bellum populo Romano fecissent, seque ea quae imperasset facturos pollicerentur. Hoc sibi Caesar satis oportune accidisse arbitratus, quod neque post tergum hostem relinquere volebat neque belli gerendi propter anni tempus facultatem habebat neque has tantularum rerum occupationes Britanniae anteponendas iudicabat, magnum iis numerum obsidum imperat. Quibus adductis eos in fidem recipit. Navibus circiter LXXX onerariis coactis contractisque, quot satis esse ad duas transportandas legiones existimabat, quod praeterea navium longarum habebat quaestori, legatis praefectisque distribuit. Huc accedebant XVIII onerariae naves, quae ex eo loco a milibus passuum VIII vento tenebantur quo minus in eundem portum venire possent: has equitibus tribuit. Reliquum exercitum Q. Titurio Sabino et L. Aurunculeio Cottae legatis in Menapios atque in eos pagos Morinorum a quibus ad eum legati non venerant ducendum dedit. P. Sulpicium Rufum legatum cum eo praesidio quod satis esse arbitrabatur portum tenere iussit.His constitutis rebus, nactus idoneam ad navigandum tempestatem III. fere vigilia solvit equitesque in ulteriorem portum progredi et naves conscendere et se sequi iussit. A quibus cum paulo tardius esset administratum, ipse hora diei circiter IIII. cum primis navibus Britanniam attigit atque ibi in omnibus collibus expositas hostium copias armatas conspexit. Cuius loci haec erat natura atque ita montibus angustis mare continebatur, uti ex locis superioribus in litus telum adigi posset. Hunc ad egrediendum nequaquam idoneum locum arbitratus, dum reliquae naves eo convenirent ad horam nonam in ancoris expectavit.
Mentre per preparare la flotta Cesare si attardava nei territori dei Morini, molte tribù della regione gli inviarono emissari per scusarsi della loro condotta passata, quando, barbari e ignari delle nostre consuetudini, avevano mosso guerra al popolo romano: adesso promettevano ubbidienza ai suoi ordini. Cesare la giudicò una circostanza veramente favorevole, perché non voleva lasciarsi un nemico alle spalle e, con l'estate che volgeva al termine, non aveva il tempo di sostenere una guerra; inoltre, stimava di non dover anteporre un problema di così lieve entità alla Britannia; pretese, allora, la consegna di un alto numero di ostaggi. Ricevuti i quali, pose i Morini sotto la propria protezione. Circa ottanta navi da carico, numero che giudicava sufficiente per il trasporto delle legioni, vennero radunate e munite di tolde. Le navi da guerra di cui disponeva vennero suddivise tra il questore, i legati e i prefetti. A esse si aggiungevano altre diciotto navi da carico, che erano a otto miglia di distanza e non riuscivano a raggiungere il porto per via del vento: le riservò alla cavalleria. Ai legati Q. Titurio Sabino e L. Aurunculeio Cotta affidò il resto dell'esercito col compito di guidarlo contro i Menapi e le tribù dei Morini che non avevano inviato ambascerie. Lasciò al legato P. Sulpicio Rufo una guarnigione giudicata sufficiente, con l'ordine di presidiare il porto.
Presi tali provvedimenti, approfittando del tempo favorevole alla navigazione, salpò all'incirca dopo mezzanotte e comandò alla cavalleria di raggiungere il porto successivo per imbarcarsi e seguirlo. I cavalieri eseguirono gli ordini troppo lentamente; Cesare, invece, con le prime navi pervenne alle coste della Britannia verso le nove di mattina e lì vide le truppe nemiche, in armi, schierate su tutte le alture circostanti. La natura del luogo era tale e le scogliere erano così a precipizio sul mare, che i dardi scagliati dall'alto potevano raggiungere il litorale. Avendo giudicato il luogo assolutamente inadatto per uno sbarco, gettò l'ancora e fino alle due del pomeriggio attese l'arrivo delle altre navi.
6) ANNIBALE E IL RE ANTIOCO
In libris veterum memoriarum scriptum est Hannibalem Carthaginiensem apud regem Antiochum facetissime cavillatum esse. Ea cavillatio huiuscemodi fuit: ostendebat
ei Antiochus in campo copias ingentis, quas bellum populo Romano facturus comparaverat, convertebatque exercitum insignibus argenteis et aureis florentem; inducebat etiam currus cum falcibus et elephantos cum turribus equitatumque frenis, ephippiis, monilibus, phaleris praefulgentem. Atque ibi rex contemplatione tanti ac tam amati exercitus gloriabundus Hannibalem aspicit et inquit Tum Poenus eludens ignaviam inbelliamque militum eius pretiose armatorum: . Nihil prorsum neque tam lepide neque tam acerbe dici potest: rex de numero exercitus sui ac de aestimanda aequiperatione quaesiverat, respondit Hannibal de praeda.
Nei vecchi libri di memorie sta scritto che il cartaginese Annibale prese in giro molto spiritosamente il re Antioco. La presa in giro fu questa: Antioco gli mostrava schierata la massa di uomini che aveva preparata per far guerra al popolo romano, e faceva manovrare tale esercito ricco di armamenti d'argento e d'oro; faceva passare davanti a lui i carri falcati, gli elefanti turriti e la cavalleria sfolgorante nelle briglie, nelle selle, nelle collane, nelle bardature. Gloriandosi il re nel contemplare tante e così ornate truppe, si rivolse ad Annibale dicendogli: «Che ne pensi, che tutto ciò possa essere messo a confronto e bastare per i Romani?». Al che il Cartaginese, volendo deridere l'ignavia e la codardia di milizie così preziosamente adornate, rispose: «Basterà, credo davvero che basterà tutto ciò ai Romani, anche se sono avidissimi». Non si poteva dir nulla di più spiritoso e mordente; il re aveva parlato del numero dei suoi soldati e chiesto un raffronto con i Romani; Annibale, rispondendogli, si era riferito alla preda.
7) IMBOSCATA DEI NERVI CONTRO I ROMANI (1)
Caesari omnia uno tempore erant agenda: vexillum proponendum, quod erat insigne, cum ad arma concurri oporteret;
signum tuba dandum; ab opere revocandi milites; qui paulo longius aggeris petendi causa processerant arcessendi; acies
instruenda; milites cohortandi; signum dandum. Quarum rerum magnam partem temporis brevitas et incursus hostium
impediebat. His difficultatibus duae res erant subsidio, scientia atque usus militum, quod superioribus proeliis exercitati quid fieri
oporteret non minus commode ipsi sibi praescribere quam ab aliis doceri poterant, et quod ab opere singulisque legionibus
singulos legatos Caesar discedere nisi munitis castris vetuerat. Hi propter propinquitatem et celeritatem hostium nihil iam
Caesaris imperium expectabant, sed per se quae videbantur administrabant.
Cesare si trovò a dover far tutto contemporaneamente: inalberare il vessillo, con cui si dava l'avviso di correre alle armi, ordinare gli squilli di tromba, richiamare i soldati dai lavori, comandare il rientro ai legionari che si erano un po' allontanati in cerca di materiale, formare la linea di combattimento, esortare i soldati e dare il segnale d'attacco. La mancanza di tempo e l'incalzare dei nemici impedivano di eseguire la maggior parte delle suddette operazioni. A fronte di tali difficoltà due fattori erano d'aiuto: primo, la perizia e l'esperienza dei nostri soldati, che, addestrati dalle precedenti battaglie, erano in grado di imporsi da soli la condotta necessaria non meno tranquillamente che se avessero ricevuto precise istruzioni da altri; secondo, l'obbligo imposto da Cesare ai vari legati di non allontanarsi dalla propria legione prima del termine dei lavori. I legati, vista la vicinanza e la rapidità dei nemici, non stettero ad aspettare ordini da Cesare, ma prendevano personalmente le disposizioni che ritenevano opportune.
MI SFIZIO UN Pò TE LA METTO ANCHE IN INGLESE E TEDESCO!!!:LOL
Caesar had every thing to do at one time: the standard to be displayed, which was the sign when it was necessary to run to arms; the signal to be given by the trumpet; the soldiers to be called off from the works; those who had proceeded some distance for the purpose of seeking materials for the rampart, to be summoned; the order of battle to be formed; the soldiers to be encouraged; the watchword to be given. A great part of these arrangements was prevented by the shortness of time and the sudden approach and charge of the enemy. Under these difficulties two things proved of advantage; [first] the skill and experience of the soldiers, because, having been trained by former engagements, they could suggest to themselves what ought to be done, as conveniently as receive information from others; and [secondly] that Caesar had forbidden his several lieutenants to depart from the works and their respective legions, before the camp was fortified. These, on account of the near approach and the speed of the enemy, did not then wait for any command from Caesar, but of themselves executed whatever appeared proper.
TEDESCO
(1) Caesar hätte alle Maßnahmen gleichzeitig treffen müssen: Die Fahne hissen, die signalisierte, dass man zu den Waffen
greifen müsse, mit der Tuba Alarm geben, die Soldaten, die sich etwas weiter entfernt hatten, um Material für den Lagerwall zu
beschaffen, von der Arbeit abrufen und herbeiholen, das Heer zur Schlacht aufstellen, die Soldaten anfeuern und das Zeichen
zum Angriff geben. (2) Die Ausführung dieser Maßnahmen wurde zum großen Teil durch die kurze Zeit und durch den Angriff
der Feinde erschwert. (3) Zwei Umstände verringerten diese Schwierigkeiten: einmal die praktische Erfahrung der Soldaten, die
in den vergangenen Kämpfen so viel Übung erlangt hatten, dass sie imstande waren, die notwendigen Maßnahmen ebenso
richtig auf sich selbst gestellt zu treffen, als wenn sie ihnen von anderer Seite vor geschrieben würden. Dazu kam, dass Caesar
den einzelner Legaten verboten hatte, sich von ihren Legionen oder de Arbeit am Lager zu entfernen, solange die Befestigung
nicht vollendet war. (4) Da der Feind so schnell und in nächster Nähe erschien, warteten sie nicht erst Befehl( Caesars ab,
sondern trafen allein die Maßnahmen, die ihnen gut erschienen.
8) IMBOSCATA DEI NERVI CONTRO I ROMANI (2)
Romanorum dux, necessariis rebus imperatis, ad cohortandos milites, quam [in] partem fors obtulit, decucurrit et ad legionem
decimam devenit. Milites non longiore oratione cohortatus quam uti suae pristinae virtutis memoriam retinerent neu
perturbarentur animo hostiumque impetum fortiter sustinerent, quod non longius hostes aberant quam quo telum adigi posset,
proelii committendi signum dedit. Atque in alteram item cohortandi causa profectus pugnantibus occurrit. Temporis tanta fuit
exiguitas hostiumque tam paratus ad dimicandum animus ut non modo ad insignia accommodanda sed etiam ad galeas induendas scutisque tegimenta detrahenda tempus defuerit. Quam quisque ab opere in partem casu devenit quaeque prima signa conspexit, ad haec constitit, ne in quaerendis suis pugnandi tempus dimitteret.
Il condottiero dei Romani, impartiti gli ordini necessari, corse a spronare i soldati, guidato dal caso: capitò dalla decima legione. Si limitò a incitare i soldati a ricordarsi dell'antico valore, a non lasciarsi turbare, a reggere con vigore all'assalto nemico. Dato che i Nervi erano quasi a tiro e i nostri potevano colpirli con le frecce, diede il segnale d'attacco. E poi si precipitò in un'altra direzione, sempre con lo scopo di incoraggiare i soldati, ma li trovò che stavano già combattendo. Il tempo fu talmente breve e i nemici così risoluti che i nostri non riuscirono non solo ad applicare i fregi, ma neppure a mettersi in testa gli elmi o a togliere le fodere dagli scudi. Chi tornava dai lavori si fermò dove capitava, presso le prime insegne che vide, per non perdere tempo alla ricerca della sua unità di appartenenza.
STESSA STORIA DI PRIMA!:lol
Caesar, having given the necessary orders, hastened to and fro into whatever quarter fortune carried him, to animate the troops, and came to the tenth legion. Having encouraged the soldiers with no further speech than that "they should keep up the remembrance of their wonted valor, and not be confused in mind, but valiantly sustain the assault of the enemy ;" as the latter were not further from them than the distance to which a dart could be cast, he gave the signal for commencing battle. And having gone to another quarter for the purpose of encouraging [the soldiers], he finds them fighting. Such was the shortness of the time, and so determined was the mind of the enemy on fighting, that time was wanting not only for affixing the military insignia, but even for putting on the helmets and drawing off the covers from the shields. To whatever part any one by chance came from the works (in which he had been employed), and whatever standards he saw first, at these he stood, lest in seeking his own company he should lose the time for fighting.
TEDESCO
(1) Caesar gab daher nur die notwendigsten Anordnungen und eilte herab, um seine Soldaten anzufeuern, wo immer er sie
antraf. Dabei stieß er auf die 10. Legion. (2) Um sie anzufeuern, sagte er nicht vielmehr, als dass sie an ihre bewährte
Tapferkeit denken, sich nicht verwirren lassen und dem Angriff der Feinde tapfer standhalten solle. (3) Da die Feinde schon in
Wurfweite eines Geschosses standen, gab er das Zeichen zum Angriff. (4) Als er sich auf die andere Seite wandte, um auch hier
die Soldaten anzufeuern, begegnete er schon Kämpfenden. (5) Die Zeit war so knapp bemessen und der Feind so auf Kampf
eingestellt, dass die Soldaten nicht mehr dazu kamen, die Helme aufzusetzen oder die Hüllen von den Schilden zu ziehen,
geschweige denn die Kampfabzeichen anzulegen. (6) Jeder stellte sich da auf, wohin er gerade von der Schanzarbeit kam und
wo er das nächstbeste Feldzeichen erblickte, so dass niemand Zeit damit verlor, nach seiner Einheit zu suchen.
9) AFRAIO E PETREIO
Postero die omnem exercitum intra fossam continet et, quod longius erat agger petendus, in praesentia similem rationem operis instituit singulaque latera castrorum singulis attribuit legionibus munienda fossasque ad eandem magnitudinem perfici iubet; reliquas legiones in armis expeditas contra hostem constituit. Afranius Petreiusque terrendi causa atque operis impediendi copias suas ad infimas montis radices producunt et proelio lacessunt, neque idcirco Caesar opus intermittit confisus praesidio legionum trium et munitione fossae. Illi non diu commorati nec longius ab infimo colle progressi copias in castra reducunt. Tertio die Caesar vallo castra communit; reliquas cohortes, quas in superioribus castris reliquerat, impedimentaque ad se traduci iubet.
Il giorno dopo trattiene tutto l'esercito al di qua del fossato e, poiché si doveva cercare alquanto lontano materiale per la trincea, ordina per il momento lavori simili a quelli del giorno prima; assegna alle singole legioni la fortificazione dei singoli lati dell'accampamento e dà ordine che si scavino fosse della medesima larghezza. Afranio e Petreio, per seminare scompiglio e impedire i lavori, fanno avanzare le loro milizie fino alle più basse pendici del monte e provocano a battaglia; ma nemmeno per questo Cesare interrompe i lavori, confidando nell'aiuto delle tre legioni e nella difesa della fossa. Quelli, dopo essersi fermati non a lungo e senza spingersi troppo lontano dai piedi del colle, riconducono le milizie nell'accampamento. Il terzo giorno Cesare fortifica l'accampamento con una palizzata e dà ordine che siano ivi condotti i bagagli e le coorti che aveva lasciato nell'accampamento precedente.
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