Università
Salve a tutti...la mia domanda è di pura curiosità...Io finite le superiori sarei intenzionato ad iscrivermi all'università. Volevo chiedervi...com'è che funzionano le cose? E' molto diverso rispetto alle superiori? Come si svolgono le lezioni e gli esami? Grazie in anticipo.
Risposte
@maxy957: in molti corsi di laurea inoltre, è presente una "macrostruttura" di esami da scegliere; ad esempio, una persona può frequentare ing. meccanica con il "curriculum" adatto a continuare alla specialistica gli studi, o con il curriculum adatto per andare direttamente in azienda. Ci sono esami che non risentono della scelta tale "curriculum", ossia esami che un laureato in una certa "area" non può permettersi di non dare (come, nel caso dell'ingegnere meccanico, Meccanica applicata alle macchine). Altri esami invece dipendono esclusivamente dal curriculum dato; altri esami invece servono a riempire l'area dei cosiddetti "crediti liberi" e lì si ha molta più scelta (in linea teorica, potresti anche metterci esami di corsi che non hanno molto a che fare con la laurea intrapresa); ciò è una mera descrizione a grandi linee, mettici che molto cambia da ateneo ad ateneo.
"Zero87":
Abbiamo risposto in massa nel giro di un quarto d'ora... fai tu: rifiuta le risposte che ti piacciono meno e accetta quella che ti piace di più!
ok grazie

Abbiamo risposto in massa nel giro di un quarto d'ora... fai tu: rifiuta le risposte che ti piacciono meno e accetta quella che ti piace di più!


"maxy957":
Un'altra domanda riguarda gli esami...prima Zero87 ha scritto che alcuni esami si possono ripetere...Questo vuol dire che se è andato male si può recuperare o si può ripetere semplicemente per migliorare il voto? E che differenza c'è tra gli esami "facoltativi" e obbligatori?
Quando passi un esame, puoi scegliere se accettare il voto o rifiutarlo. Se lo accetti, quello sarà il tuo voto per quel corso, non c'è possibilità di cambiarlo. Se lo rifiuti, è come se non avessi passato l'esame. Se non lo passi invece puoi ripeterlo quante volte vuoi (si spera poche

Quando dici "esami" facoltativi e obbligatori, intendi proprio "esami" oppure "corsi"?
Nel primo caso, alcuni corsi possono offrire degli esami facoltativi, ad esempio i parziali, oppure dei progettini per migliorare il voto finale. Il discorso che ho fatto nel paragrafo precedente è relativo al voto finale del corso, tutti gli altri voti sono a discrezione della singola università (o addirittura professore).
In realtà può capitare che un professore particolarmente buono tenga buoni anche i voti che hai rifiutato. Ad esempio, prendi 18 ad un esame, e lo rifiuti perché pensi sia troppo basso. All'esame successivo, se ti presenti prendi il voto che prendi, altrimenti il professore ti rimette il vecchio 18. Non credo sia strettamente regolare, ma a volte succede.
Nel secondo caso, non ci sono proprio corsi obbligatori o facoltativi (nel senso in cui credo intendi tu). Gli unici corsi che contano sono quelli che valgono per il numero di crediti necessario a conseguire la laurea (180 triennale, 120 specialistica…), che siano corsi obbligatori (cioè "forzati" dal proprio piano di studi) oppure a scelta non fa differenza. Alcune università permettono anche di dare esami per altri corsi, per i quali non valgono tutte queste considerazioni.
Ad esempio, al Polimi è possibile iscriversi a corsi "in sovrannumero". Non vengono conteggiati nel pagamento della seconda rata (invece i corsi effettivi sì, grossomodo a più corsi ti iscrivi e più paghi) né sono utili al conseguimento della laurea, e (si dice) si possono ridare gli esami anche dopo aver accettato il voto.
"maxy957":
prima Zero87 ha scritto che alcuni esami si possono ripetere...Questo vuol dire che se è andato male si può recuperare o si può ripetere semplicemente per migliorare il voto?
Un voto che non ti soddisfa puoi rifiutarlo ed è come se tu non lo avessi mai fatto.
Ovviamente dovrai rifarlo da capo, sull'intero programma, ovvero non avrai alcuno sconto quando lo riproverai, nemmeno sugli argomenti su cui avevi già preso la sufficienza.
È un'arma a doppio taglio: se è vero che ti permette, in linea di principio, di avere una buona media (se lo rifarai meglio, ma potresti anche rifarlo uguale o addirittura peggio!), è pur vero che il numero di esami aumenta.
Tutto questo, ovviamente, ammettendo che il professore sia imparziale nei giudizi e/o abbia poca memoria (da me è difficile, quando siamo tanti siamo cinquanta!

"maxy957":
E che differenza c'è tra gli esami "facoltativi" e obbligatori?
Direi che la differenza sta nella definizione stessa.

"maxy957":
Un'altra domanda riguarda gli esami...prima Zero87 ha scritto che alcuni esami si possono ripetere...
Vediamo di andare con ordine.
Al contrario delle superiori, all'università ogni esame si può ripetere in teoria quante volte vuoi, in pratica, però, se il professore ha buona memoria alla fine quando ti presenti lo vedi dai suoi occhi che si ricorda di te e difficilmente resta imparziale...
Ovviamente se ti bocciano devi ridarlo a prescindere. Se, però, prendi un voto che non ti è congeniale, puoi rifiutarlo e ripresentarti all'appello successivo...
Al contrario delle superiori, gli esami universitari si tengono in determinate sessioni preimpostate. Cioè in ogni sessione c'è uno o due appelli nei quali si può sostenere l'esame in questione.
Credo che le sessioni varino a seconda dell'università: a Camecity fino a quando ci andavo, c'erano Febbraio, Aprile, Giugno/Luglio e Settembre/Ottobre come sessioni nelle quali si poteva sostenere un esame (nel mio caso di Matematica).
Gli esami sono obbligatori e facoltativi, però la questione è parecchio complicata.
Te la dico terra terra perché ti verrà abbastanza naturale capirlo quando ci sei in mezzo

"Flamber":
il compito degli insegnanti, inquanto tali, è insegnare.
Si be purtroppo molti insegnanti hanno perso di vista la ragione per la quale fanno questo lavoro, come è anche vero che c'è chi si impegna molto nel cercare di trasmettere qualcosa.
Un'altra domanda riguarda gli esami...prima Zero87 ha scritto che alcuni esami si possono ripetere...Questo vuol dire che se è andato male si può recuperare o si può ripetere semplicemente per migliorare il voto? E che differenza c'è tra gli esami "facoltativi" e obbligatori?
No, assolutamente, anzi, penso che l'uso di un testo sia necessario per ogni esame.
Stiamo dicendo la stessa cosa, semplicemente ho detto che il compito degli insegnanti, inquanto tali, è insegnare.
Se poi non si studia è ovvio che non sta al professore chiamarti la sera e chiederti se hai fatto gli esercizi...
Stiamo dicendo la stessa cosa, semplicemente ho detto che il compito degli insegnanti, inquanto tali, è insegnare.
Se poi non si studia è ovvio che non sta al professore chiamarti la sera e chiederti se hai fatto gli esercizi...
"Flamber":
Io invece trovo l'intervento di Claudio86 inesatto.
Chi poneva il quesito non ha scritto "pago perchè qualcosa mi venga passato per osmosi nel cervello" tipo Matrix, ha scritto "pago perchè mi venga insegnato qualcosa".
Basta riflettere (e neanche troppo), sull'etimologia della parola "docente" o "insegnante", per capire che il loro compito è quello di insegnarti qualcosa.
Mettere qualcuno nella consizione di apprendere qualcosa, è semplicemente un sinonimo di "insegnare".
La frase era questa:
"maxy957":
alcuni miei amici hanno detto che spesso è necessario studiare da "autodidatti" in quanto nelle spiegazioni non viene riportato tutto...
Per la mia esperienza, nelle spiegazioni non viene quasi mai riportato tutto. Qualcosa va sempre cercato, controllato, confermato, approfondito dallo studente. Al quale, ovviamente, a lezione vanno dati gli strumenti per farlo.
Concordo con l'osservazione sui professori. Non credo la loro distribuzione di bastardaggine ed inettitudine si discosti significativamente da quella delle persone generiche.

possono inculcargli il sapere telepaticamente ...
poi trovare professori che per svariati motivi (uno potrebbe essere incontrare me

non svolgono al meglio il loro lavoro è un'altra argomentazione ...
Il fatto è che si da per scontato , in teoria , che tutti i professori facciano il loro lavoro al meglio ,
poi è anche vero , come dici tu , che , nella pratica , non è sempre cosi ..
Io invece trovo l'intervento di Claudio86 inesatto.
Chi poneva il quesito non ha scritto "pago perchè qualcosa mi venga passato per osmosi nel cervello" tipo Matrix, ha scritto "pago perchè mi venga insegnato qualcosa".
Basta riflettere (e neanche troppo), sull'etimologia della parola "docente" o "insegnante", per capire che il loro compito è quello di insegnarti qualcosa.
Mettere qualcuno nella consizione di apprendere qualcosa, è semplicemente un sinonimo di "insegnare".
maxy, penso che nella tua carriera universitaria, incontrerai professori con poca voglia di lavorare, professori con voglia di lavorare ma ai quali sono state ridotte le ore di insegnamento, troverai chi svolge egregiamene il suo dovere, così come troverai chi sarà disponibile anche dopo lezione, chi organizzerà lezioni ulteriori (non retribuite) pur di farti capire concetti particolarmente ostici, e chi sarà costantemente disponibile a rispondere a dubbi e questiti via mail.
Personalmente ho avuto una docente che organizzava due lezioni non retribuite di 3 ore a settimana, oltre alle normali lezioni, e rispondeva alla mail fino alle 11 di sera, un'Insegnante con la I maisucola, oltre che eccezionalmente competente.
Così come ho avuto un professore che non faceva altro che leggere le sue belle slide senza aggiungere nulla, e che finita la lezione spariva fino alla lezione successiva. Come se non bastasse ci è stato detto che avremmo avuto i voti dell'esame con un ritardo di 1 settimana (con conseguente impossibilità di ritornare a casa, perchè non sapevo se avessi dovuto o meno sostenere l'orale), dato che il professore aveva deciso di prendere le ferie proprio la settimana dell'esame.
Chi poneva il quesito non ha scritto "pago perchè qualcosa mi venga passato per osmosi nel cervello" tipo Matrix, ha scritto "pago perchè mi venga insegnato qualcosa".
Basta riflettere (e neanche troppo), sull'etimologia della parola "docente" o "insegnante", per capire che il loro compito è quello di insegnarti qualcosa.
Mettere qualcuno nella consizione di apprendere qualcosa, è semplicemente un sinonimo di "insegnare".
maxy, penso che nella tua carriera universitaria, incontrerai professori con poca voglia di lavorare, professori con voglia di lavorare ma ai quali sono state ridotte le ore di insegnamento, troverai chi svolge egregiamene il suo dovere, così come troverai chi sarà disponibile anche dopo lezione, chi organizzerà lezioni ulteriori (non retribuite) pur di farti capire concetti particolarmente ostici, e chi sarà costantemente disponibile a rispondere a dubbi e questiti via mail.
Personalmente ho avuto una docente che organizzava due lezioni non retribuite di 3 ore a settimana, oltre alle normali lezioni, e rispondeva alla mail fino alle 11 di sera, un'Insegnante con la I maisucola, oltre che eccezionalmente competente.
Così come ho avuto un professore che non faceva altro che leggere le sue belle slide senza aggiungere nulla, e che finita la lezione spariva fino alla lezione successiva. Come se non bastasse ci è stato detto che avremmo avuto i voti dell'esame con un ritardo di 1 settimana (con conseguente impossibilità di ritornare a casa, perchè non sapevo se avessi dovuto o meno sostenere l'orale), dato che il professore aveva deciso di prendere le ferie proprio la settimana dell'esame.
"claudio86":
...non paghi perché ti venga insegnato qualcosa, paghi per essere messo nelle condizioni migliori per imparare qualcosa. Ma imparare o meno dipende da te.
Mi piace quest'ultima parte dell'intervento di claudio86...quoto.
"maxy957":
Ok grazie...ora ho un'idea un pò piu chiara a riguardo...in ogni caso avrei un'altra domanda...alcuni miei amici hanno detto che spesso è necessario studiare da "autodidatti" in quanto nelle spiegazioni non viene riportato tutto...ma non è una cosa un po' ingiusta? nel senso che io pago perchè mi venga insegnata qualcosa e poi mi tocca studiarmrla da solo...che senso ha?
Capita che il programma sia molto ampio e non ci sia il tempo di spiegare tutto a lezione. In genere si dovrebbe lasciare agli studenti le parti più "meccaniche", in modo da affrontare a lezione quelle più difficili. Per esempio, ci sono 3 tipologie di esercizi (teorie, teoremi, algoritmi…) simili: a lezione se ne spiega una, gli studenti adattano poi il procedimento alle altre.
Comunque tu non stai solo pagando il professore per una lezione frontale (altrimenti le università userebbero video lezioni registrate una tantum per tutte le lezioni frontali). L'università ti offre la possibilità di interagire con i professori e gli altri studenti, ti offre un programma coerente e organizzato, ti offre laboratori ed altri servizi…
Insomma, non paghi perché ti venga insegnato qualcosa, paghi per essere messo nelle condizioni migliori per imparare qualcosa. Ma imparare o meno dipende da te.
"Stellinelm":
Quoto il prof.
Sì, anche io.
A parte "l'autodidattismo", è più che altro il fatto che c'è un sensibile cambio di mentalità, lo studio diventa più pesante e specifico e la lezione è molto diversa dalle superiori.
Senza contare poi che si passa da verifiche obbligatorie a esami tutto sommato facoltativi (ovvio che se non li dai non finisci!) e che si possono ripetere.
Se ci riflettete all'università non si dà per scontato (solo) l'autodidattismo, si danno per scontate, in generale, molte cose e comportamenti che per la maggior parte nemmeno si fanno alle superiori.
"Pianoth":
All'università si dà per scontato che tu sappia studiare da solo, alle superiori si dovrebbe in effetti imparare ciò, il compito degli insegnanti delle superiori (almeno nei licei) dovrebbe essere anche quello di insegnare a cavarsela da soli. Inoltre non hai idea di quante cose si imparano all'università, è impossibile spiegare tutto.
Quoto il prof.

All'università si dà per scontato che tu sappia studiare da solo, alle superiori si dovrebbe in effetti imparare ciò, il compito degli insegnanti delle superiori (almeno nei licei) dovrebbe essere anche quello di insegnare a cavarsela da soli. Inoltre non hai idea di quante cose si imparano all'università, è impossibile spiegare tutto.
Ok grazie...ora ho un'idea un pò piu chiara a riguardo...in ogni caso avrei un'altra domanda...alcuni miei amici hanno detto che spesso è necessario studiare da "autodidatti" in quanto nelle spiegazioni non viene riportato tutto...ma non è una cosa un po' ingiusta? nel senso che io pago perchè mi venga insegnata qualcosa e poi mi tocca studiarmrla da solo...che senso ha?
"PadreBishop":
Sì, sono cambiate un po' le cose in quel di Camerino. Io sono stato uno degli ultimi per i quali "Informatica 1" aveva il programma pressochè simile a quello di un ECDL (tanto che si era vociferato che bastasse l'ECDL per non sostenere tale esame -.-).
Hanno fatto bene a cambiarlo... faceva davvero pena quell'esame!

"Zero87":
[quote="PadreBishop"]per la maggior parte dei corsi in cui è presente un fantomatico esame di "Informatica 1"
Da me faceva ridere il corso di Informatica 1, poi alla fine se ne sono accorti che quelli che avevano fatto l'ECDL potevano insegnare a chi insegnava e lo hanno sostituito con un corso di programmazione in C (o in Java, non ricordo) chiamandolo sempre Informatica 1...[/quote]
Sì, sono cambiate un po' le cose in quel di Camerino. Io sono stato uno degli ultimi per i quali "Informatica 1" aveva il programma pressochè simile a quello di un ECDL (tanto che si era vociferato che bastasse l'ECDL per non sostenere tale esame -.-). Già dall'anno successivo al mio le cose erano cambiate; ho comunque sia "rimediato" con un esame di Informatica II molto ben strutturato (C e C++).
[ot]
In realtà per certi versi il C è molto più vicino all'Assembly che al Java. Ok, la scrittura vera e propria del codice è decisamente diversa (e più semplice in C, dove un'espressione di mezza riga diventa facilmente un centinaio di linee in Assembly), ma per l'organizzazione del programma C e Assembly offrono più o meno le stesse cose: variabili numeriche, array, condizioni e cicli, e funzioni. Questo è uno dei vantaggi del C (in alcune specifiche situazioni): la traduzione in codice macchina è molto lineare rispetto a linguaggi di alto livello (mentre già in C++, per esempio, puoi trovarti chiamate a distruttori in punti non evidenti).
Nel linguaggi di alto livello invece abbiamo interfacce, polimorfismo, incapsulamento, programmazione generica, iteratori, eccezioni, funzioni come first class objects, lambda, applicazione parziale di funzioni, funzioni pure... Cambia proprio il modo di organizzare il programma.
Il motivo per cui non ti è piaciuta la programmazione potrebbe essere che l'hai solo affrontata a livello molto basso. Magari da un'altra prospettiva potresti apprezzarla di più (o magari invece non è proprio il tuo campo
).
Però siamo davvero fuori tema. Meglio parlarne nella sezione dedicata, se l'argomento interessa.[/ot]
Come ti hanno detto, l'università funziona in modo diverso dalla scuola. In genere durante il semestre ci sono solo lezioni frontali ed esercitazioni, sta allo studente rimanere al passo, ed alla fine delle lezioni c'è un esame.
Quindi lo studio è molto più concentrato che a scuola. Può capitare di non aprire un libro per 3 mesi, ma passare il mese prima della sessione d'esami senza uscire di casa per recuperare tutto. Questa non è proprio una buona strategia, è molto più semplice studiare passo passo, però in fondo ognuno ha il suo ritmo.
Il rapporto con i professori è molto più unidirezionale rispetto alla scuola. Se non hai capito un argomento, "è un problema tuo", il professore non lo ripeterà, ma a lezione andrà avanti con il programma. In realtà i professori non sono cattivi, cercano di aiutare gli studenti, poi ci sono le ore di ricevimento per chiedere chiarimenti, ma l'idea è che all'università gli studenti abbiano già imparato un metodo di studio e siano più indipendenti.
Infine, all'università è bene studiare in gruppo. Il confronto con altre persone è fondamentale per capire molti argomenti (anche solo perché almeno uno che ha capito bene c'è sempre).
Una cosa che potresti fare adesso è iniziare ad assistere a qualche lezione universitaria. Le lezioni sono aperte al pubblico, quindi puoi semplicemente entrare in un'aula, sederti, ed ascoltare.
Altrimenti potresti seguire qualche corso offerto online. Ad esempio io sto seguendo un paio di corsi su Coursera; è gratis e senza nessun impegno, e ci sono anche corsi introduttivi (quasi tutti i corsi però sono in inglese). Il vantaggio è che puoi guardare le videolezioni quando vuoi (immagino che al mattino tu sia già impegnato con la scuola).
Ovviamente non lasciarti spaventare se gli argomenti ti sembrano troppo difficili.
"maxy957":
Questo è vero...Anche se sarei più dell'idea di considerare il C come linguaggio ad alto livello (vi posso assicurare che linguaggi a basso livello come Assembly sono tutta un'altra cosa rispetto al C o Java).
In realtà per certi versi il C è molto più vicino all'Assembly che al Java. Ok, la scrittura vera e propria del codice è decisamente diversa (e più semplice in C, dove un'espressione di mezza riga diventa facilmente un centinaio di linee in Assembly), ma per l'organizzazione del programma C e Assembly offrono più o meno le stesse cose: variabili numeriche, array, condizioni e cicli, e funzioni. Questo è uno dei vantaggi del C (in alcune specifiche situazioni): la traduzione in codice macchina è molto lineare rispetto a linguaggi di alto livello (mentre già in C++, per esempio, puoi trovarti chiamate a distruttori in punti non evidenti).
Nel linguaggi di alto livello invece abbiamo interfacce, polimorfismo, incapsulamento, programmazione generica, iteratori, eccezioni, funzioni come first class objects, lambda, applicazione parziale di funzioni, funzioni pure... Cambia proprio il modo di organizzare il programma.
Il motivo per cui non ti è piaciuta la programmazione potrebbe essere che l'hai solo affrontata a livello molto basso. Magari da un'altra prospettiva potresti apprezzarla di più (o magari invece non è proprio il tuo campo

Però siamo davvero fuori tema. Meglio parlarne nella sezione dedicata, se l'argomento interessa.[/ot]
Come ti hanno detto, l'università funziona in modo diverso dalla scuola. In genere durante il semestre ci sono solo lezioni frontali ed esercitazioni, sta allo studente rimanere al passo, ed alla fine delle lezioni c'è un esame.
Quindi lo studio è molto più concentrato che a scuola. Può capitare di non aprire un libro per 3 mesi, ma passare il mese prima della sessione d'esami senza uscire di casa per recuperare tutto. Questa non è proprio una buona strategia, è molto più semplice studiare passo passo, però in fondo ognuno ha il suo ritmo.
Il rapporto con i professori è molto più unidirezionale rispetto alla scuola. Se non hai capito un argomento, "è un problema tuo", il professore non lo ripeterà, ma a lezione andrà avanti con il programma. In realtà i professori non sono cattivi, cercano di aiutare gli studenti, poi ci sono le ore di ricevimento per chiedere chiarimenti, ma l'idea è che all'università gli studenti abbiano già imparato un metodo di studio e siano più indipendenti.
Infine, all'università è bene studiare in gruppo. Il confronto con altre persone è fondamentale per capire molti argomenti (anche solo perché almeno uno che ha capito bene c'è sempre).
Una cosa che potresti fare adesso è iniziare ad assistere a qualche lezione universitaria. Le lezioni sono aperte al pubblico, quindi puoi semplicemente entrare in un'aula, sederti, ed ascoltare.
Altrimenti potresti seguire qualche corso offerto online. Ad esempio io sto seguendo un paio di corsi su Coursera; è gratis e senza nessun impegno, e ci sono anche corsi introduttivi (quasi tutti i corsi però sono in inglese). Il vantaggio è che puoi guardare le videolezioni quando vuoi (immagino che al mattino tu sia già impegnato con la scuola).
Ovviamente non lasciarti spaventare se gli argomenti ti sembrano troppo difficili.