Scelta facoltà universitaria

Comeover
Salve a tutti utenti volevo chiedervi un consiglio,sono un ragazzo che frequenta il V liceo Scientifico,e davvero sono in dubbio riguardo il cammino da intraprendere;siccome mi piace molto la matematica e l'inglese ho pensato di studiare Finanza(ho scartato ingegneria perchè anche se faccio uno scientifico la fisica non la digerisco,non è che non sia bravo pero non mi piace molto :snakeman: ).In base a questo e alle opportunità che ciascuna facoltà offre voi cosa sapreste consigliarmi?

Risposte
Studente Anonimo
Studente Anonimo
"giuliofis":
[quote="anonymous_40e072"]Una questione che però si sottovaluta è: un Ing in Italia è un Ing particolare. Polimi e PoliTo fattispecie.

Non ho capito cosa vuol dire questa frase, e suppongo anche l'autore della discussione. :-D[/quote]

Ahahah, pardon, non ho riletto.
Intendevo dire che sono profondamente convinto che le radici della cultura ingegneristica italiana siano molto diverse da quelle internazionali, e che questo si rifletta quindi sulla formazione dei laureati. Nella fattispecie, per coloro che escono da Polimi e Polito, senza nulla togliere agli altri atenei.
Solo recentemente ci siamo meglio integrati nel sistema internazionale del 3+2, su cui molto ancora abbiamo da lavorare, ma che resta un passo importante per far sentire più alta la nostra voce. Mai, infatti Polimi e PoliTo sono stati così in alto nelle classifiche universitarie, e mai così tanti studenti internazionali hanno popolato i nostri campus.
Credo che se si riuscisse ad integrare meglio gli ottenuti vantaggi, con la solidità del metodo V.O. potremmo ambire ad essere un punto di riferimento mondiale. Un problema non indifferente rimangono senz'altro i fondi e gli strumenti di cui si possiede; inutile chiedersi perché un ricercatore talentuoso emigri senza pensarci due volte. E inutile chiedersi perché, la carriera didattica in Italia attiri ben poco.
Ma qui siamo ampiamente off-topic.

Quello che mi sento di dire è che Ingegneria in Italia (e non altrove) è un po' il Liceo Classico delle università, riprendendo un'analogia letta qualche post fa. Consente veramente di approcciarsi alle carriere più disparate. Quella che NON deve essere è una scelta di convenienza o di sacrificio. Se si ha una passione, la si segua senza indugio, poi il futuro sarà quel che sarà.
Questa è la mia opinione.

Spero di aver aiutato, saluti




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Sk_Anonymous
"anonymous_40e072":
Una questione che però si sottovaluta è: un Ing in Italia è un Ing particolare. Polimi e PoliTo fattispecie.

Non ho capito cosa vuol dire questa frase, e suppongo anche l'autore della discussione. :-D

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"giuliofis":
[quote="civamb"]Guardati un piano di studi di ingegneria nucleare indirizzo "fisico per i sistemi nucleari" al politecnico di Milano e cambierai idea.

L'ho guardato, ma non vedo in cosa dovrei cambiare idea. Sii esplicito.

E potremmo parlare della ricerca in fisica dello stato solido, materiali nucleari e plasmi che viene effettuata appunto nei dipartimenti di fisica e ing nucleare nel politecnico di Milano e Torino con le conseguenti tesi e dottorati di ricerca in questi settori.

Ripeto: ci sono settori per cui un ingegnere nucleare viene direttamente formato ed altri no. Ovvio che possano far ricerca in quel che gli pare, ma ad esempio "stato solido" non è lo sbocco naturale di quel percorso di studi, specie per stato solido di un certo livello che necessita di conoscenze di MQ non banali, a meno che non si intendano particolari settori di questa branca (che non posso sapere). Ma pensare di dire ad uno "se vuoi fare ricerca in stato solido, allora fai ingegneria nucleare" mi sembra alquanto folle.
Anche Pievani e Boncinelli fanno ricerca in biologia, eppure sono un filosofo ed un fisico di formazione. Non ti sto dicendo che sia scandaloso che lo facciano, ma che, a parte integrazioni più o meno personali, il loro solo percorso di studi nudo e crudo non li porterebbe ad essere alla pari a chi è stato formato appositamente per quello, ovviamente a parità di altri fattori. Se uno vuol fare il genetista mai e poi mai gli consiglierei di iscriversi a fisica, mai. Eppure Boncinelli non è proprio un signor nessuno nel campo della genetica.
Ripeto: qui non stiamo parlando di cosa possa o non possa fare un ingegnere, un fisico o un matematico. Qui stiamo parlando di cosa si deve consigliare alle persone in base ai loro interessi particolari.

Quanto alle altre castronerie che ho letto, l'ingegnere utilizza modelli standard per progetti standard e costruisce modelli nuovi in una marea di casi basti pensare a settori di punta come [...] il settore aerospaziale.

Ovviamente, ma ad uno che vuole lavorare nel settore aerospaziale gli consigli ingegneria aerospaziale, non matematica. Se uno vuole studiare la matematica, non gli consigli ingegneria aerospaziale.

Se confrontiamo un 3+2 in matematica per l'ingegneria / ingegneria matematica e un CdL in matematica scopriremo che avremo un numero di esami MAT/? praticamente identici.

Tralasciando il fatto che il numero di CFU non significa niente (io ho più CFU in ING-INF/01 di alcuni ingegneri e uguali a molti altri), qui mi pare si stia parlando di ingegneria in generale, non di specifici corsi di laurea attivati in soli due atenei italiani con numero chiuso, di cui uno addirittura classificato come corso di laurea in matematica (e non in ingegneria).
Specialmente perché chi gli ha consigliato di fare ingegneria proprio perché gli piace la matematica dubito fortemente che stesse pensando ad ingegneria matematica!

I tempi cambiano.

E meno male. Ma per diventare genetisti la strada migliore rimarrà probabilmente sempre la biologia, e per diventare matematici la matematica.[/quote]

A fronte di questa approfondita risposta, direi che siamo stra d'accordo.
È e rimane senz'altro il primo ragionamento che si dovrebbe affrontare nella scelta universitaria. Ed è, senz'altro, un ragionamento che troppo spesso si lascia da parte di fronte a motivazioni di natura intrinsecamente secondaria; tipo, ah ad Ing si fanno più soldi! Non si sta davanti al computer tutto il tempo!
È bene mettere fine a questi cliché.
Lo dico per esperienza. Anche io mi dichiaro uno di quegli Ing che, probabilmente, ha visto Ing come una cosa e poi ha scoperto che era un'altra. Nel mio caso non mi gira nemmeno tanto male, ho una discreta attitudine e interesse al management, il che storicamente (ahimè, altro cliché..chi lo dice che un fisico non può fare il manager? In Italia sempre gli ultimi ad arrivare ai concetti più semplici-a tal proposito, suggerirei di andare a vedere il cv del CEO Poyry-) risulta più facile da coltivare da Ing.
Inoltre, il metodo che si acquisisce in un posto come il Polimi, è unico. Tuttosommato, non lo rimpiango.

Una questione che però si sottovaluta è: un Ing in Italia è un Ing particolare. Polimi e PoliTo fattispecie.

Per quanto riguarda Nucleare al Polimi confermo quanto detto, per esperienza diretta. Vi assicuro che l'impostazione e la formazione è davvero ampia, così ampia che è difficile definire cosa si è quando si esce. Semplicemente dipende dal singolo.

Per concludere, vorrei dire che mi capita poche volte di leggere così tanti discorsi sensati di fila. Ci sono davvero un sacco di spunti interessanti, interpretazioni diverse, ma sempre serie e ricche di contenuto.
Tra persone di Scienza, si sta sempre bene :)
Un saluto e un in bocca al lupo a tutti



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vict85
"civamb":
Ho detto 3+2 non solo la magistrale. Comunque la magistrale del polimi ne ha di più e puoi accedere anche con il corso di Torino.


Considerando che la triennale è una triennale in matematica non vedo cosa cambi. Tolti i 50 cfu che vanno tra tirocini, lingua e tesi, un corso di matematica medio prevede circa 10 cfu in informatica, 30 cfu in fisica e 20-30 cfu a scelta libera. Penso che nei cfu a scelta libera ce ne siano sempre alcuni che debbano essere in settori applicati, diciamo 10-15 (sono compresi nei 20-30 di prima). Perciò, una persona a matematica farà dai 180 ai 200 cfu nei settori MAT/0X . Una persona che fa ingegneria matematica ne farà verosimilmente dai 130 ai 180. Non è certo una differenza sostanziale, ma se una persona è interessata alla geometria algebrica non gli consiglierei ingegneria matematica, mentre lo farei per una persona interessata alla modellistica fisica ed ingegneristica e tutto sommato anche ad una persona interessata all'informatica. Insomma il fatto che in questi corsi fai meno matematica è esattamente la ragione per cui hanno senso di esistere.

civamb
"vict85":
Comunque non è assolutamente vero che hanno un numero praticamente identico di esami MAT/0X, se guardi la magistrale a torino avrà 3-4 esami al massimo di matematica, mentre a matematica tutti gli esami tranne un paio sono di matematica (penso sia una decina di esami in MAT/0X). Non penso che a fisica dei sistemi complesso o al polimi cambi molto. D'altra parte gli esami che si fanno al polito non sono necessariamente fatti a matematica dato che nella specialistica gli studenti di matematica cominciano a specializzarsi e non è detto che tutti si occupino di modellistica (bisogna comunque osservare che se non mi sbaglio si può chiedere di fare esami a scelta nell'altro ateneo, ma è più un sentito dire che qualcosa che ho visto fare).

Insomma se vuoi fare il matematico allora matematica è più appropriata se ti piace molto la matematica e ti piace applicarla a problemi concreti allora ingegneria matematica è un'ottima scelta. D'altra parte il problema dell'autore iniziale era che aveva paura di fare ingegneria perché non gli piaceva fisica, oltre al fatto che non avesse una visione molto ampia dell'immensa varietà dell'offerta formativa che le università propongono attualmente.

Ho detto 3+2 non solo la magistrale. Comunque la magistrale del polimi ne ha di più e puoi accedere anche con il corso di Torino.
Giusto per dovere di cronaca ing matematica di Torino ha 5 esami mat/ il primo anno (su 7) più altri a scelta nel secondo, senza considerare quelli misti mat/ing

Fisica dei sistemi complessi ricade nel settore "modellistica matematico fisica per l'ingegneria" come nel caso di ingegneria matematica ma non ha nulla a che vedere con ingegneria matematica visto che è un corso basato sulla fisica (teorica) e non sulla matematica.

Nel 3+2 in ingegneria matematica di Milano carichi circa 160 cfu di crediti matematici, 180 al Polito e oltre 190 con la triennale in matematica per l'ingegneria e ingegneria matematica (Milano), scelta che alcuni fanno, se non ricordo male anche un ragazzo del forum. In entrambi gli atenei puoi fare tesi in ambiti di matematica pura o applicata. In entrambi gli atenei ci sono ricercatori di analisi matematica, numerica, geometria e fisica matematica provenienti da ingegneria matematica-matematica per l'ingegneria ed in alcuni casi ingegneria fisica. In tutti i corsi che segui c'è l'obbligo di frequenza.
Giusto per rendere l'idea, nei cdl in oggetto, i restanti cfu ingegneristici non sono esami di tecnica delle costruzioni o ingegneria sanitaria ambientale, ma corsi ad alto contenuto matematico in cui si affrontano temi di frontiera (ad essere onesti) come la teoria dell'elasticità in "meccanica dei solidi",   argomenti di analisi convessa e geometria computazionale in "convex optimization and engineering applications" oppure la teoria dei sistemi dinamici in "sistemi non lineari per l'ingegneria". Fra questi c'è anche "fluidodinamica" che è a tutti gli effetti un esame di fisica matematica. 
Quindi, contando i crediti NON fai meno matematica rispetto a scienze. Alcuni settori saranno in comune, altri no. É questa la differenza ed é per questo che ingegneria matematica é nata ed ha senso di esistere.

Detto questo, ognuno sceglie ciò che gli piace di più o che lo convince maggiormente. Ma va chiarito che l'ingegneria moderna tratta anche problemi fondamentali o legati alla natura come avviene in campo ambientale (leggi geologia tecnica, geoingegneria, idraulica sotterranea e marittima), chimico, matematico e fisico. Naturalmente nel campo di interesse ingegneristico. In questo, i politecnici di Milano e Torino hanno aperto la strada, iniziata con ingegneria nucleare, chimica, matematica e fisica.

Per quanto riguarda ingegneria nucleare, corso dedicato a chi ha conseguito una laurea triennale in ingegneria fisica (Milano o Torino), troviamo un biennio basato sulla fisica. Quindi cerchiamo di evitare paragoni poco calzanti al limite dell'assurdità.

Un piano di studi tipo dell'orientamento "Fisico per i sistemi nucleari" (componibile anche in altri modi, con due esami in più di fisica della materia o due esami in più di matematica) :

1 anno : Calcolo delle variazioni, Metodi analitici delle EDP, Fisica atomica, Fisica dei reattori, Fisica dello stato solido, Misure e strumentazioni nucleari, Impianti nucleari.

2 anno : Applicazioni medicali delle radiazioni, Radiochimica applicata, Fisica statistica, Fisica dei plasmi I, Fisica dei plasmi II, Tesi

 Considerando che impianti nucleari tratta la neutronica e la stabilità del reattore nucleare non la progettazione di tubazioni e pompe. 
Non a caso nel dipartimento c'è un laboratorio di eccellenza che tratta temi fondamentali ed applicativi in fisica della materia. 
Questo perchè l'ingegneria nucleare tratta anche lo studio di alcune branche della fisica, come indicato chiaramente nella presentazione del corso :

"Il corso di studio considera tuttavia anche applicazioni non energetiche, come gli impieghi medicali delle radiazioni, lo sviluppo di apparecchiature elettroniche per la rivelazione della radiazione ambientale, la radiochimica e la radioprotezione applicate a problematiche ambientali, nonché lo studio della fisica della materia, dei plasmi e delle nanotecnologie"


Naturalmente gli indirizzi impianti nucleari e tecnologie nucleari hanno un taglio differente

Sk_Anonymous
"civamb":
Guardati un piano di studi di ingegneria nucleare indirizzo "fisico per i sistemi nucleari" al politecnico di Milano e cambierai idea.

L'ho guardato, ma non vedo in cosa dovrei cambiare idea. Sii esplicito.

E potremmo parlare della ricerca in fisica dello stato solido, materiali nucleari e plasmi che viene effettuata appunto nei dipartimenti di fisica e ing nucleare nel politecnico di Milano e Torino con le conseguenti tesi e dottorati di ricerca in questi settori.

Ripeto: ci sono settori per cui un ingegnere nucleare viene direttamente formato ed altri no. Ovvio che possano far ricerca in quel che gli pare, ma ad esempio "stato solido" non è lo sbocco naturale di quel percorso di studi, specie per stato solido di un certo livello che necessita di conoscenze di MQ non banali, a meno che non si intendano particolari settori di questa branca (che non posso sapere). Ma pensare di dire ad uno "se vuoi fare ricerca in stato solido, allora fai ingegneria nucleare" mi sembra alquanto folle.
Anche Pievani e Boncinelli fanno ricerca in biologia, eppure sono un filosofo ed un fisico di formazione. Non ti sto dicendo che sia scandaloso che lo facciano, ma che, a parte integrazioni più o meno personali, il loro solo percorso di studi nudo e crudo non li porterebbe ad essere alla pari a chi è stato formato appositamente per quello, ovviamente a parità di altri fattori. Se uno vuol fare il genetista mai e poi mai gli consiglierei di iscriversi a fisica, mai. Eppure Boncinelli non è proprio un signor nessuno nel campo della genetica.
Ripeto: qui non stiamo parlando di cosa possa o non possa fare un ingegnere, un fisico o un matematico. Qui stiamo parlando di cosa si deve consigliare alle persone in base ai loro interessi particolari.

Quanto alle altre castronerie che ho letto, l'ingegnere utilizza modelli standard per progetti standard e costruisce modelli nuovi in una marea di casi basti pensare a settori di punta come [...] il settore aerospaziale.

Ovviamente, ma ad uno che vuole lavorare nel settore aerospaziale gli consigli ingegneria aerospaziale, non matematica. Se uno vuole studiare la matematica, non gli consigli ingegneria aerospaziale.

Se confrontiamo un 3+2 in matematica per l'ingegneria / ingegneria matematica e un CdL in matematica scopriremo che avremo un numero di esami MAT/? praticamente identici.

Tralasciando il fatto che il numero di CFU non significa niente (io ho più CFU in ING-INF/01 di alcuni ingegneri e uguali a molti altri), qui mi pare si stia parlando di ingegneria in generale, non di specifici corsi di laurea attivati in soli due atenei italiani con numero chiuso, di cui uno addirittura classificato come corso di laurea in matematica (e non in ingegneria).
Specialmente perché chi gli ha consigliato di fare ingegneria proprio perché gli piace la matematica dubito fortemente che stesse pensando ad ingegneria matematica!

I tempi cambiano.

E meno male. Ma per diventare genetisti la strada migliore rimarrà probabilmente sempre la biologia, e per diventare matematici la matematica.

vict85
Comunque non è assolutamente vero che hanno un numero praticamente identico di esami MAT/0X, se guardi la magistrale a torino avrà 3-4 esami al massimo di matematica, mentre a matematica tutti gli esami tranne un paio sono di matematica (penso sia una decina di esami in MAT/0X). Non penso che a fisica dei sistemi complesso o al polimi cambi molto. D'altra parte gli esami che si fanno al polito non sono necessariamente fatti a matematica dato che nella specialistica gli studenti di matematica cominciano a specializzarsi e non è detto che tutti si occupino di modellistica (bisogna comunque osservare che se non mi sbaglio si può chiedere di fare esami a scelta nell'altro ateneo, ma è più un sentito dire che qualcosa che ho visto fare).

Insomma se vuoi fare il matematico allora matematica è più appropriata se ti piace molto la matematica e ti piace applicarla a problemi concreti allora ingegneria matematica è un'ottima scelta. D'altra parte il problema dell'autore iniziale era che aveva paura di fare ingegneria perché non gli piaceva fisica, oltre al fatto che non avesse una visione molto ampia dell'immensa varietà dell'offerta formativa che le università propongono attualmente.

civamb
Si é modellistica matematico fisica per l'ingegneria. Nella triennale fai meno algebra e topologia ma puoi approfondire alcuni argomenti nella tesi, volendo. Di certo queste due materie non sono il fine del CdL.

Ps

Non é una critica ma ho notato che il forum ha perso diversi utenti che portavano un valido contributo alle discussioni, forse una maggiore apertura mentale farebbe bene. Non mi riferisco di certo a te vict85.

vict85
Matematica per l'ingegneria al polito è un corso di laurea in matematica applicata con un nome un po' diverso. Ci sono ottimi rapporti tra i dipartimenti di unito e polito(in geometria so che collaborano molto insieme). Algebra e topologia si fanno però davvero poco rispetto a matematica. Ingegneria matematica (magistrale) è della stessa classe di laurea di fisica dei sistemi complessi e ingegneria fisica al polito e del corso del polimi.

civamb
Se confrontiamo un 3+2 in matematica per l'ingegneria / ingegneria matematica e un CdL in matematica scopriremo che avremo un numero di esami MAT/? praticamente identici. Questi corsi sono differenti dell'ingegneria classica e si affrontano argomenti che non vengono trattati a meccanica o civile (per esempio). I tempi cambiano.

civamb
"giuliofis":
[quote="anonymous_40e072"]No, non ci siamo proprio.

Spezzo una lancia a favore di Seven. Dal racconto di amici ingegneri, ad ingegneria spesso gli strumenti "avanzati" dell'analisi vengono buttati lì, senza giustificazione. Si usano, sì, ma non vengono giustificati. A fisica si va un pelo oltre, ma spesso le giustificazioni sono solo euristiche, e farebbero impallidire un matematico.
In questo senso sono superficiali: gli strumenti si danno, ma non si spiega il come e perché si arriva ad essi, o se lo si fa, lo si fa al massimo come a fisica (non teorica).
Oltre al fatto che a matematica si vede della matematica che difficilmente si vedrà altrove...

Ingegneria è e rimane a tutti gli effetti un corso di scienze applicate.

Non sono d'accordo. Le scienze applicate sono una cosa, l'ingegneria un'altra.

un Nucleare che tratta un problema sull'interazione radiazione-materia o sulla Fisica dei Plasmi

Un nucleare che smanetta con queste cose lo fa ad un livello di molto inferiore ad un fisico, anche e soprattutto perché non ha gli strumenti fisico-matematici per farlo. Se li avesse, sarebbe un fisico, non un ingegnere.

Per me, ha assolutamente senso iscriversi a Ingegneria se piace molto la matematica, in particolare se si ha visione della matematica come strumento.

Non sono d'accordo. Ingegneria (e fisica) sono da consigliarsi solo e soltanto se la matematica gli piace come strumento. Se gli piace la matematica in quanto tale, si iscriva a matematica e stia alla larga da ingegneria e fisica (non teorica).[/quote]


Guardati un piano di studi di ingegneria nucleare indirizzo "fisico per i sistemi nucleari" al politecnico di Milano e cambierai idea. Per non parlare dell'unico italiano a vincere un certo premio europeo...guarda caso ingegnere nucleare. E potremmo parlare della ricerca in fisica dello stato solido, materiali nucleari e plasmi che viene effettuata appunto nei dipartimenti di fisica e ing nucleare nel politecnico di Milano e Torino con le conseguenti tesi e dottorati di ricerca in questi settori.

Se l'utente marco83, ingegnere e ricercatore in fisica dei plasmi negli USA leggesse per caso questa discussione potrebbe intervenire..come ha già fatto in passato.
Quanto alle altre castronerie che ho letto, l'ingegnere utilizza modelli standard per progetti standard e costruisce modelli nuovi in una marea di casi basti pensare a settori di punta come la coppa America, la f1 ed il settore aerospaziale. A mio parere a molti rode il fatto che siano nati corsi di laurea come matematica per l'ingegneria e ingegneria matematica..o fisica dei sistemi complessi attivati nelle facoltà di ingegneria. Forse perché vengono toccati da vicino [emoji6]

vict85
"seven":
Il mio nick è seven e non Steven, che mi pare fosse uno studente di matematica.


Scusa, leggendo velocemente ti avevo preso per lui.


Comunque dobbiamo aver spaventato puppeteer perché non è più intervenuto.

fab_mar9093
Il mio nick è seven e non Steven, che mi pare fosse uno studente di matematica.
Non sono di parte, in quanto studente di ingegneria.
Il mio commento è una opinione, relativa al tipo di approccio e inclinazione che ho. Avendo fatto lo scientifico ed essendomela sempre cavata bene in fisica e matematica, sono partito avvantaggiato.
Per la maggior parte delle persone nella media il livello di matematica a ingegneria è già molto alto, ma relativamente per alcune persone non lo è.
Mi sono iscritto a ingegneria con un 'idea sbagliata e mi sono accorto tardi dell'errore data la configurazione del corso di laurea. Per questo preferisco consigliare come avrei voluto mi fosse stato consigliato; purtroppo oggi perdere anche solo 3 anni nel corso degli studi è uno svantaggio non indifferente.
Cambiare facoltà in corso non è una passeggiata.
Quindi credo che si debbano avere le idee chiare.
Inoltre posso garantire che studiare qualcosa che non era quella voluta in partenza può provocare forti disagi, lo stile di vita e la salute possono risentirne.

Sk_Anonymous
"Intermat":
Si ovvio che non è lo standard, sono d'accordo. Il fatto è che credo che chi faccia ingegneria per fare l'ingegnere in senso stretto (che poi vuol dire tutto e niente) allora non si pone neppure il problema del "a me piaceva la matematica o la fisica" e non vive con "rimpianti" la scelta fatta.

Esattamente per questo criticavo il consigliare ingegneria a chi piace la matematica in quanto tale.

Secondo me è una reminiscenza di quando 30/40 anni fa l'ingegnere era tipo un semidio che guadagnava una marea di soldi.

Concordo, un po' come quando si continua a dire "il classico è la meglio scuola, ti apre tutte le porte" in virtù del fatto che fino a non troppi anni fa era l'unica scuola che ti apriva letteralmente le porte a tutto.

Per quanto riguarda Teoria dei Grafi, Ricerca Operativa e Ottimizzazione è la prassi!

Anche perché sono settori della matematica/informatica poco studiati in matematica/informatica però.

Intermat
"giuliofis":
[quote="Intermat"]
Scusa ma se un ingegnere lavora su vari progetti di ricerca insieme a dei fisici per 10/15/20 anni, secondo te rimarrà sempre "un passo indietro rispetto ai fisici"?

Scusami, ma quando si parla di queste cose si dovrebbe parlare sempre di situazioni medie, evitando sia le eccellenze che le decadenze, altrimenti non vale. Tu stai supponendo: che l'ingegnere non vada a fare l'ingegnere nel senso comune del termine ma il ricercatore, che lavori con fisici, e che lo faccia stabilmente per almeno dieci anni. Non è esattamente la situazione tipica dell'ingegnere medio questo.
In più, io non ho parlato di "un passo indietro rispetto ai fisici", ma di ambiti diversi: un ingegnere nucleare non è un esperto di interazione radiazione-materia per formazione (come non è detto lo sia il fisico nucleare), viene formato per fare altro. Se poi, nella sua vita, lo diventa, buon per lui. Ma se vuoi fare l'esperto in interazione radiazione-materia ti iscrivi a fisica, non ingegneria.[/quote]
Si ovvio che non è lo standard, sono d'accordo. Il fatto è che credo che chi faccia ingegneria per fare l'ingegnere in senso stretto (che poi vuol dire tutto e niente) allora non si pone neppure il problema del "a me piaceva la matematica o la fisica" e non vive con "rimpianti" la scelta fatta. Solo una persona che poi vorrebbe continuare a fare ricerca (non per forza all'interno dell'università) potrebbe fare questi discorsi. Una persona del genere potrebbe essere l'esempio che portavo io. Ovviamente almeno il 90% degli ingegneri finiscono per fare altro [nota]Ad esempio solo il 2% degli ingegneri gestionali continua con un dottorato. Cifre diversissime dagli ingegneri matematici o dai fisici[/nota]!
Sul fatto che troppi vengono spinti verso ingegneria concordo. Anche io ci sono stato spinto (volevo fare economia!) ed infatti è vero che, se sei minimamente portato per lo studio, la prima cosa che amici e parenti ti dicono è "perché non fai ingegneria?" Secondo me è una reminiscenza di quando 30/40 anni fa l'ingegnere era tipo un semidio che guadagnava una marea di soldi.


"giuliofis":

Io credo che la laurea formi e indirizzi notevolmente lo studente ma scegliendo, eventualmente, un dottorato (qualora si volesse fare ricerca) le carte verrebbero leggermente mischiate. Questo anche perchè moltissimi professori fanno ricerca in ambiti diversi da quelli che hanno studiato o meglio alcune discipline sono studiate da diversi tipi di laureati (l'esempio che conosco meglio: Teoria dei Grafi e Ottimizzazione sono studiati da: Ing. Elettronici, Ing. Gestionali e Ing. Informatici).

Come sopra, non è la situazione media. Ci sono anche casi di laureati in lettere che pubblicano su riviste scientifiche in senso stretto, ma questo non significa che per fare lo scienziato sia consigliabile fare lettere. Così come non è consigliabile fare ingegneria o fisica se si vuole fare il matematico, o l'ingegnere nucleare se si vuole fare il fisico nucleare.

Per quanto riguarda Teoria dei Grafi, Ricerca Operativa e Ottimizzazione è la prassi!

Sk_Anonymous
"Intermat":

Scusa ma se un ingegnere lavora su vari progetti di ricerca insieme a dei fisici per 10/15/20 anni, secondo te rimarrà sempre "un passo indietro rispetto ai fisici"?

Scusami, ma quando si parla di queste cose si dovrebbe parlare sempre di situazioni medie, evitando sia le eccellenze che le decadenze, altrimenti non vale. Tu stai supponendo: che l'ingegnere non vada a fare l'ingegnere nel senso comune del termine ma il ricercatore, che lavori con fisici, e che lo faccia stabilmente per almeno dieci anni. Non è esattamente la situazione tipica dell'ingegnere medio questo.
In più, io non ho parlato di "un passo indietro rispetto ai fisici", ma di ambiti diversi: un ingegnere nucleare non è un esperto di interazione radiazione-materia per formazione (come non è detto lo sia il fisico nucleare), viene formato per fare altro. Se poi, nella sua vita, lo diventa, buon per lui. Ma se vuoi fare l'esperto in interazione radiazione-materia ti iscrivi a fisica, non ingegneria.

Io credo che la laurea formi e indirizzi notevolmente lo studente ma scegliendo, eventualmente, un dottorato (qualora si volesse fare ricerca) le carte verrebbero leggermente mischiate. Questo anche perchè moltissimi professori fanno ricerca in ambiti diversi da quelli che hanno studiato o meglio alcune discipline sono studiate da diversi tipi di laureati (l'esempio che conosco meglio: Teoria dei Grafi e Ottimizzazione sono studiati da: Ing. Elettronici, Ing. Gestionali e Ing. Informatici).

Come sopra, non è la situazione media. Ci sono anche casi di laureati in lettere che pubblicano su riviste scientifiche in senso stretto, ma questo non significa che per fare lo scienziato sia consigliabile fare lettere. Così come non è consigliabile fare ingegneria o fisica se si vuole fare il matematico, o l'ingegnere nucleare se si vuole fare il fisico nucleare.

vict85
"xmb":
Lo stesso vale anche per un ingegnere matematico (mi riferisco al Polimi)?
E' più un matematico o un ingegnere? ci sono grosse differenze con un matematico?


A livello di tipologia di impiego non penso che vi siano differenze sostanziali. Penso che la differenza maggiore sia legata al numero di esami di applicazioni rispetto al numero di esami di matematica. Insomma a matematica fai i 3-4 esami di fisica che fanno tutti e un esame di informatica piuttosto limitato. Il resto, a meno che non sia tu a volerli fare, è nei settori MAT/0X. Ad ingegneria matematica si fa la matematica applicata per eccellenza che fanno in tutte le ingegneria più qualcosina in più e penso molti esami applicativi tra cui scegliere.

Se vai sul sito del polimi trovi il programma di studio dettagliato con tutti gli esami. Per matematica puoi prendere qualsiasi università che abbia una laurea in matematica e cercare il corso di studi anche lì.

Intermat
"giuliofis":

un Nucleare che tratta un problema sull'interazione radiazione-materia o sulla Fisica dei Plasmi

Un nucleare che smanetta con queste cose lo fa ad un livello di molto inferiore ad un fisico, anche e soprattutto perché non ha gli strumenti fisico-matematici per farlo. Se li avesse, sarebbe un fisico, non un ingegnere.

Scusa ma se un ingegnere lavora su vari progetti di ricerca insieme a dei fisici per 10/15/20 anni, secondo te rimarrà sempre "un passo indietro rispetto ai fisici"?
Io sarei portato a dire di no ma non conoscendo tali persone e non avendo vissuto una simile esperienza non ne posso avere la certezza.

Io credo che la laurea formi e indirizzi notevolmente lo studente ma scegliendo, eventualmente, un dottorato (qualora si volesse fare ricerca) le carte verrebbero leggermente mischiate. Questo anche perchè moltissimi professori fanno ricerca in ambiti diversi da quelli che hanno studiato o meglio alcune discipline sono studiate da diversi tipi di laureati (l'esempio che conosco meglio: Teoria dei Grafi e Ottimizzazione sono studiati da: Ing. Elettronici, Ing. Gestionali e Ing. Informatici).

Sk_Anonymous
"anonymous_40e072":
No, non ci siamo proprio.

Spezzo una lancia a favore di Seven. Dal racconto di amici ingegneri, ad ingegneria spesso gli strumenti "avanzati" dell'analisi vengono buttati lì, senza giustificazione. Si usano, sì, ma non vengono giustificati. A fisica si va un pelo oltre, ma spesso le giustificazioni sono solo euristiche, e farebbero impallidire un matematico.
In questo senso sono superficiali: gli strumenti si danno, ma non si spiega il come e perché si arriva ad essi, o se lo si fa, lo si fa al massimo come a fisica (non teorica).
Oltre al fatto che a matematica si vede della matematica che difficilmente si vedrà altrove...

Ingegneria è e rimane a tutti gli effetti un corso di scienze applicate.

Non sono d'accordo. Le scienze applicate sono una cosa, l'ingegneria un'altra.

un Nucleare che tratta un problema sull'interazione radiazione-materia o sulla Fisica dei Plasmi

Un nucleare che smanetta con queste cose lo fa ad un livello di molto inferiore ad un fisico, anche e soprattutto perché non ha gli strumenti fisico-matematici per farlo. Se li avesse, sarebbe un fisico, non un ingegnere.

Per me, ha assolutamente senso iscriversi a Ingegneria se piace molto la matematica, in particolare se si ha visione della matematica come strumento.

Non sono d'accordo. Ingegneria (e fisica) sono da consigliarsi solo e soltanto se la matematica gli piace come strumento. Se gli piace la matematica in quanto tale, si iscriva a matematica e stia alla larga da ingegneria e fisica (non teorica).

xmb1
Lo stesso vale anche per un ingegnere matematico (mi riferisco al Polimi)?
E' più un matematico o un ingegnere? ci sono grosse differenze con un matematico?

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