Scegliere la laurea magistrale
Ciao a tutti, è da un po' che non scrivo sul forum.
Mi sono laureata in Economia aziendale lo scorso luglio alla Federico II. Ora mi devo iscrivere alla magistrale, ma decidere non è facile.
Nel corso dei tre anni, ho sempre pensato di continuare con aziendale in quanto il ramo manageriale mi affascina.
Però il professore che mi ha seguito nella stesura della tesi mi ha consigliato una magistrale diversa: Economics and Finance. Questa magistrale fa parte di Economia e commercio. Il professore mi consigliò questo percorso perché è insegnato in inglese, perché a suo avviso è quello più "specializzato" e meno generale, e perché al secondo anno sono previsti 6 mesi di erasmus.
Siccome non sono sicura di cosa fare, non mi sono ancora iscritta, ma ho deciso di iniziare a seguire questo percorso in inglese. Ho seguito le prime due settimane e ho capito che per me l'inglese non rappresenta un ostacolo, ma è l' "approccio" delle lezioni che non mi convince molto. Con questo intendo dire che le lezioni mi sembrano molto teoriche (giusto per fare qualche esempio, nel corso di matematica il professore finora si è concentrato solo sui metodi per capire la concavità o convessità delle funzioni; e le lezioni di microeconomia sono un susseguirsi di dimostrazioni sulle preferenze del consumatore (monotonicità, non sazietà locale...)). Mi sembra praticamente un percorso adatto a chi intende proseguire con un Phd che non rappresenta la mia massima aspirazione, anzi!
In realtà questa laurea magistrale è quasi una "copia" dell'omonimo master (tenuto sempre alla Federico II per chi ha la laurea completa) ed infatti studenti del master e della magistrale seguono tutti i corsi insieme. Sul sito del master ho letto che è rivolto a chi vuole continuare con un dottorato o per lavorare in banca, assicurazioni ed istituzioni internazionali e pubbliche. Questo è il sito del master, se volete dare un occhiata...
http://www.mef.unina.it/index.php?optio ... e&Itemid=1
Il secondo sbocco non mi dispiacerebbe, però, mi chiedo...tutta questa teoria torna utile una volta che ci si affaccia al mondo lavorativo?
Io non vorrei che questo percorso in inglese mi rallentasse, che mi facesse perdere tempo: gli esami si possono sostenere solo dopo i corsi e se non si superano si sostengono di nuovo a distanza di quasi un anno (il corso è orientato verso un modello più anglosassone che italiano per quanto riguarda la sua struttura)
Alcuni mi hanno detto di scegliere aziendale come avevo sempre pensato nel corso della triennale e di andare in erasmus. E io avevo anche pensato che, in questo caso, potrei prendermi una certificazione in inglese.
Voi cosa fareste? Qualcuno di voi frequenta la Federico II? Cosa avete fatto?
Grazie mille dell'attenzione
Mi sono laureata in Economia aziendale lo scorso luglio alla Federico II. Ora mi devo iscrivere alla magistrale, ma decidere non è facile.
Nel corso dei tre anni, ho sempre pensato di continuare con aziendale in quanto il ramo manageriale mi affascina.
Però il professore che mi ha seguito nella stesura della tesi mi ha consigliato una magistrale diversa: Economics and Finance. Questa magistrale fa parte di Economia e commercio. Il professore mi consigliò questo percorso perché è insegnato in inglese, perché a suo avviso è quello più "specializzato" e meno generale, e perché al secondo anno sono previsti 6 mesi di erasmus.
Siccome non sono sicura di cosa fare, non mi sono ancora iscritta, ma ho deciso di iniziare a seguire questo percorso in inglese. Ho seguito le prime due settimane e ho capito che per me l'inglese non rappresenta un ostacolo, ma è l' "approccio" delle lezioni che non mi convince molto. Con questo intendo dire che le lezioni mi sembrano molto teoriche (giusto per fare qualche esempio, nel corso di matematica il professore finora si è concentrato solo sui metodi per capire la concavità o convessità delle funzioni; e le lezioni di microeconomia sono un susseguirsi di dimostrazioni sulle preferenze del consumatore (monotonicità, non sazietà locale...)). Mi sembra praticamente un percorso adatto a chi intende proseguire con un Phd che non rappresenta la mia massima aspirazione, anzi!
In realtà questa laurea magistrale è quasi una "copia" dell'omonimo master (tenuto sempre alla Federico II per chi ha la laurea completa) ed infatti studenti del master e della magistrale seguono tutti i corsi insieme. Sul sito del master ho letto che è rivolto a chi vuole continuare con un dottorato o per lavorare in banca, assicurazioni ed istituzioni internazionali e pubbliche. Questo è il sito del master, se volete dare un occhiata...
http://www.mef.unina.it/index.php?optio ... e&Itemid=1
Il secondo sbocco non mi dispiacerebbe, però, mi chiedo...tutta questa teoria torna utile una volta che ci si affaccia al mondo lavorativo?
Io non vorrei che questo percorso in inglese mi rallentasse, che mi facesse perdere tempo: gli esami si possono sostenere solo dopo i corsi e se non si superano si sostengono di nuovo a distanza di quasi un anno (il corso è orientato verso un modello più anglosassone che italiano per quanto riguarda la sua struttura)
Alcuni mi hanno detto di scegliere aziendale come avevo sempre pensato nel corso della triennale e di andare in erasmus. E io avevo anche pensato che, in questo caso, potrei prendermi una certificazione in inglese.
Voi cosa fareste? Qualcuno di voi frequenta la Federico II? Cosa avete fatto?
Grazie mille dell'attenzione
Risposte
Io mi riferisco a competizioni di matematica tipo le IMO. Anche se quella che ricordavo lo era qualche anno fa ora non lo è più. Probabilmente sarà la crisi (ora è rimasta la wolfram e simili).
In ogni caso a me non sembrano così campate in aria. Dal punto di vista matematico sono solamente alcune cose sulle funzioni e qualche complemento di statistica. Senza mi chiedo cosa possa uno capire di finanza.
Riguardo a microeconomia e teoria dei giochi forse nelle prossime settimane diventerà più applicato.
I corsi di asset pricing, derivaties, time series econometrics, business analysis and valuation, corporate finance e gli altri degli altri due semestri mi paiono abbastanza applicati. Non puoi certo guardare un corso dalle prime due settimane.
Immagino che comunque conti anche il fatto che fai il corso anche al di là del cosa ti insegnano. Questo tipo di corsi aiuta molto a trovare un lavoro. Ti differenzia da qualunque altro laureato in economia.
Ma se il problema è che sia troppo teorico allora fai altro.
In ogni caso a me non sembrano così campate in aria. Dal punto di vista matematico sono solamente alcune cose sulle funzioni e qualche complemento di statistica. Senza mi chiedo cosa possa uno capire di finanza.
Riguardo a microeconomia e teoria dei giochi forse nelle prossime settimane diventerà più applicato.
I corsi di asset pricing, derivaties, time series econometrics, business analysis and valuation, corporate finance e gli altri degli altri due semestri mi paiono abbastanza applicati. Non puoi certo guardare un corso dalle prime due settimane.
Immagino che comunque conti anche il fatto che fai il corso anche al di là del cosa ti insegnano. Questo tipo di corsi aiuta molto a trovare un lavoro. Ti differenzia da qualunque altro laureato in economia.
Ma se il problema è che sia troppo teorico allora fai altro.
sembrano i ragionamenti che feci il primo anno in ingegneria sempre tenuto presso la stessa universitàdi sweet.
"Ma a cosa servono tutte queste cose "simpatiche" che non stanno nè in cielo nè in terra? "
unica differenza con sweet è che io ero alle prime armi e le uniche persone che mi dicevano qualcosa in merito pronunciavano la solita frase "si sa, ingegneria è pesante e difficile!!!!" ma perché è pesante e difficile?????bo.
Se qualcuno mi avesse detto che su 30 esami, 45 erano completamente astratti o cmq su cose oramai obsolete e quindi non più usate nel mondo, avrei fatto un'altra scelta.
Sweet invece già si è laureata e quindi ha già affrontato tanti esami di cui credo abbia un certo giudizio, grazie al quale poter far la scelta giusta.
La cosa che ti dico è:
-se non ti piace il grado di approfondimento, poichè ti porta fuori strada con troppe cose "vaghe"
-se questo approfondimento non ti interessa
-se questo approfondimento ti rende difficile lo studio non stimolandoti, e soprattutto non riguarda solo pochi esami , ma la quasi totalità
- se malauguratamente un esame o più esami ti vanno male, devi perdere tempo aspettando un anno
ti consiglierei di lasciar stare questo percorso.
Questo è il ragionamento poi che ho sentito dopo qualche anno, con la scusa "noi siamo della Federico II" ci prof spiegavano cose interminabili e senza senso: tanto per farti capire dopo una lezioni ti chiedevi: "ho scritto 5 pagine, di cosa?????"
che modelli devono sapere o devono inventare chi entra in banca?
gli unici modelli credo che siano quelli delle commissioni nascoste: inventare nuovi metodi per far pagare di più le persone senza che se ne accorgano.
a che competizioni ti riferisci?
ti riferisci a quelle gare di traders che si sentono in giro?
per quanto riguarda le semplificazioni io non ce la fo più a sentire : bisogna laurearsi, punto e basta.
Inutile dire cose che non servono nella realtà: poi dicono che la scuola italiana non funziona. grazie è fuori dal mondo.
Dico solo questo: i miei prof , alcuni di loro anche grandicelli ,quando vengono a spiegare una lezione vengono con i foglietti in mano, e non si discostano mai da quei foglietti. Ora dico io , tu che ripeti le stesse cose da tanto tempo , ci vieni a dire la lezione col foglietto, io in pochi mesi dovrei sapere tutte le pagine e pagine che mi tu hai scritto copiando?
"Ma a cosa servono tutte queste cose "simpatiche" che non stanno nè in cielo nè in terra? "
unica differenza con sweet è che io ero alle prime armi e le uniche persone che mi dicevano qualcosa in merito pronunciavano la solita frase "si sa, ingegneria è pesante e difficile!!!!" ma perché è pesante e difficile?????bo.
Se qualcuno mi avesse detto che su 30 esami, 45 erano completamente astratti o cmq su cose oramai obsolete e quindi non più usate nel mondo, avrei fatto un'altra scelta.
Sweet invece già si è laureata e quindi ha già affrontato tanti esami di cui credo abbia un certo giudizio, grazie al quale poter far la scelta giusta.
La cosa che ti dico è:
-se non ti piace il grado di approfondimento, poichè ti porta fuori strada con troppe cose "vaghe"
-se questo approfondimento non ti interessa
-se questo approfondimento ti rende difficile lo studio non stimolandoti, e soprattutto non riguarda solo pochi esami , ma la quasi totalità
- se malauguratamente un esame o più esami ti vanno male, devi perdere tempo aspettando un anno
ti consiglierei di lasciar stare questo percorso.
Questo è il ragionamento poi che ho sentito dopo qualche anno, con la scusa "noi siamo della Federico II" ci prof spiegavano cose interminabili e senza senso: tanto per farti capire dopo una lezioni ti chiedevi: "ho scritto 5 pagine, di cosa?????"
Tutta questa teoria serve a fare in modo che voi possediate i mezzi per creare, comprendere e gestire modelli economici complessi invece di seguire le solite strade semplicistiche già percorse. Tieni conto che il settore bancario assume per questo anche molti matematici (ci sono anche agenzie finanziare che allo scopo finanziato competizioni matematiche).
che modelli devono sapere o devono inventare chi entra in banca?
gli unici modelli credo che siano quelli delle commissioni nascoste: inventare nuovi metodi per far pagare di più le persone senza che se ne accorgano.
a che competizioni ti riferisci?
ti riferisci a quelle gare di traders che si sentono in giro?
per quanto riguarda le semplificazioni io non ce la fo più a sentire : bisogna laurearsi, punto e basta.
Inutile dire cose che non servono nella realtà: poi dicono che la scuola italiana non funziona. grazie è fuori dal mondo.
Dico solo questo: i miei prof , alcuni di loro anche grandicelli ,quando vengono a spiegare una lezione vengono con i foglietti in mano, e non si discostano mai da quei foglietti. Ora dico io , tu che ripeti le stesse cose da tanto tempo , ci vieni a dire la lezione col foglietto, io in pochi mesi dovrei sapere tutte le pagine e pagine che mi tu hai scritto copiando?
ciao vict, grazie per la risposta!
ma quindi secondo te questo corso serve a formare persone che si occuperanno di ricerca in campo economico?
io penso che non sia un corso adatto a chi voglia lavorare in campo aziendale/manageriale. Sei d'accordo con me?
Ma che genere di modelli vengono usati da chi lavora in banca? °_° Perché dici che questa teoria serve?
ma quindi secondo te questo corso serve a formare persone che si occuperanno di ricerca in campo economico?
io penso che non sia un corso adatto a chi voglia lavorare in campo aziendale/manageriale. Sei d'accordo con me?
Ma che genere di modelli vengono usati da chi lavora in banca? °_° Perché dici che questa teoria serve?
Da quello che ho visto nel master i corsi applicativi arriveranno nel secondo e terzo term. Ora a mio avviso è un corso abbastanza buono. Sulla teoria non mi preoccuperei: la microeconomia che hai fatto alla triennale è "dimostratamente" sbagliata/incompleta (ora non ricordo chi l'ha dimostrato). Quindi quella che studi ora è la VERA microeconomia, l'altra serviva a crearti una mentalità economica più che altro. E nelle prime due settimane è evidente che matematica per l'economia e la finanza debba "recuperare" alcune nozioni di analisi che voi potreste non aver fatto (io ero indeciso se farlo a Torino un corso simile ma poi sono rimasto a matematica perché mi piaceva di più).
Tutta questa teoria serve a fare in modo che voi possediate i mezzi per creare, comprendere e gestire modelli economici complessi invece di seguire le solite strade semplicistiche già percorse. Tieni conto che il settore bancario assume per questo anche molti matematici (ci sono anche agenzie finanziare che allo scopo finanziato competizioni matematiche).
Tutta questa teoria serve a fare in modo che voi possediate i mezzi per creare, comprendere e gestire modelli economici complessi invece di seguire le solite strade semplicistiche già percorse. Tieni conto che il settore bancario assume per questo anche molti matematici (ci sono anche agenzie finanziare che allo scopo finanziato competizioni matematiche).