Relatore tesi specialistica e dottorato
Buonasera a tutti.
Provo ad esporvi rapidamente la mia situazione. Ho conseguito a Luglio la laurea specialistica in matematica, discutendo una tesi di statistica: il lavoro che ho portato avanti è piaciuto al mio relatore, tant'è che mi ha proposto il dottorato di ricerca nella 'sua' università. Vista la disastrosa situazione della ricerca in Italia, sono orientato ad una carriera accademica all'estero; per vari motivi, non ho potuto muovermi negli scorsi mesi per presentare domande di dottorato in Europa. Il mio relatore, in questo senso, mi ha assicurato che il dottorato da lui propostomi offre buona visibilità per un eventuale post-doc fuori dall'Italia. La domanda che vi pongo è molto semplice: posso fidarmi? Volendo, potrei muovermi in questi mesi per cominciare nel semestre autunnale del 2013 (tra un anno, in buona sostanza), ma dovrei rinunciare ad posto più o meno sicuro in Italia rischiando di ritrovarmi in mano un pugno di mosche nel caso fossi respinto nelle sedi estere...
Provo ad esporvi rapidamente la mia situazione. Ho conseguito a Luglio la laurea specialistica in matematica, discutendo una tesi di statistica: il lavoro che ho portato avanti è piaciuto al mio relatore, tant'è che mi ha proposto il dottorato di ricerca nella 'sua' università. Vista la disastrosa situazione della ricerca in Italia, sono orientato ad una carriera accademica all'estero; per vari motivi, non ho potuto muovermi negli scorsi mesi per presentare domande di dottorato in Europa. Il mio relatore, in questo senso, mi ha assicurato che il dottorato da lui propostomi offre buona visibilità per un eventuale post-doc fuori dall'Italia. La domanda che vi pongo è molto semplice: posso fidarmi? Volendo, potrei muovermi in questi mesi per cominciare nel semestre autunnale del 2013 (tra un anno, in buona sostanza), ma dovrei rinunciare ad posto più o meno sicuro in Italia rischiando di ritrovarmi in mano un pugno di mosche nel caso fossi respinto nelle sedi estere...
Risposte
Ti ringrazio per le preziose risposte. Alla prossima!
E' esattamente il contrario, un dottorato fatto in Italia è un ottimo biglietto da visita, perché tra i mille nostri problemi riusciamo a formare ancora persone di altissimo livello che sono molto apprezzate all'estero, solo non siamo capaci di tenercele ...
Grazie per la risposta, Luca. Approfitto della tua disponibilità per chiederti un'altra cosa: il dottorato italiano è ben visto all'estero? So che è una domanda vaga, ma non vorrei dopo tre anni ritrovarmi con un titolo che mi limiti le possibilità di carriera.
Io non insisterei tanto sull'estero per adesso se hai la ragionevole certezza che avrai un posto in italia. Tanto poi se vorrai continuare questo lavoro dovrai per forza passare dei periodi piu' o meno lunghi all'estero.
Grazie per le risposte!
Ho provato a informarmi in quali sedi hanno vinto il post-doc coloro che mi hanno preceduto. Negli ultimi cicli, più della metà delle persone è andata in università estere. Inoltre, a detta del mio relatore, già dal secondo anno si è 'caldamente consigliati' di trascorrere periodi in sedi da loro consigliate.
Per quanto riguarda la tesi di dottorato, sicuramente non la scriverò con il mio relatore della specialistica.
Ho provato a informarmi in quali sedi hanno vinto il post-doc coloro che mi hanno preceduto. Negli ultimi cicli, più della metà delle persone è andata in università estere. Inoltre, a detta del mio relatore, già dal secondo anno si è 'caldamente consigliati' di trascorrere periodi in sedi da loro consigliate.
Per quanto riguarda la tesi di dottorato, sicuramente non la scriverò con il mio relatore della specialistica.
"VINX89":
Faccio una domanda forse ingenua: perchè non iniziare quest'anno in Italia e provare l'anno prossimo all'estero?
Insomma, un uovo sicuro oggi e, forse, anche una gallina domani.
Ovviamente potrebbe sembrare "scortese" piantare in asso il tuo relatore dopo un anno, ma se ci tiene al tuo futuro dovrebbe incoraggiarti.
Occhio che spesso le università non accettano trasferimenti durante il phd e quindi dovresti riniziare daccapo. Anche perché se cambi università molto probabilmente cambi anche relatore il che equivale a ripartire quasi da 0. Forse e dico forse ti potrebbero accettare qualche credito.
Su quello che ti dice il tuo relatore prova a cercare eventuali suoi (o comunque di un altro prof. che partecipa alla scuola di dottorato) studenti che ora sono all'estero (e soprattutto dove sono e cosa fanno); se non trovi una lista dei suoi ex studenti chiedi a lui se ti sa indicare qualcuno che ha fatto il dottorato lì e ora è all'estero. Se non te ne sa indicare boh, inizierei a diffidare delle sue parole, altrimenti magari puoi anche azzardare a contattare qualcuno per mail.
Un'altra cosa che puoi vedere sono i co-autori dei paper scritti dal tuo prof.: guarda chi sono e dove stanno; se vedi che collabora spesso con ricercatori stranieri vuol dire che ha comunque una rete di contatti al di fuori dell'Italia.
Io chiederei anche se è possibile passare dei mesi all'estero e in che università come parte del dottorato. Credo che questo sia molto importante per poter accrescere la tua rete di conoscenze per una futura ricerca di lavoro all'estero.
Infine, forse la cosa più importante: hai idea una vaga idea di che cosa ti piacerebbe studiare/fare? Coincide con i progetti di ricerca del tuo prof?
Faccio una domanda forse ingenua: perchè non iniziare quest'anno in Italia e provare l'anno prossimo all'estero?
Insomma, un uovo sicuro oggi e, forse, anche una gallina domani.
Ovviamente potrebbe sembrare "scortese" piantare in asso il tuo relatore dopo un anno, ma se ci tiene al tuo futuro dovrebbe incoraggiarti.
Insomma, un uovo sicuro oggi e, forse, anche una gallina domani.
Ovviamente potrebbe sembrare "scortese" piantare in asso il tuo relatore dopo un anno, ma se ci tiene al tuo futuro dovrebbe incoraggiarti.