Matematica e Padova
Salve a tutti ragazzi. Avevo già scritto in questo forum per chiedere dei chiarimenti riguardo Ing. Matematica e le differenze con un corso di matematica della facoltà di scienze. Mi ero soffermato soprattutto su come la modellistica matematica viene trattata nei due corsi. Dopo aver letto le risposte, essermi informato ulteriormente e aver pensato un po sono riuscito a schiarirmi le idee ed a individuare le differenze tra queste due vie (o almeno lo spero). Ma ho da chiedere un paio di cose...
a)Prima il problema era capire le differenze tra i due corsi e la figura che ne esce fuori (che come ho detto penso di essere riuscito a fare). Adesso ciò che mi spaventa è altro: una mia possibile scelta avventata. Io sarei disposto a perdere un anno per iscrivermi a matematica se necessario ma:
- è una scelta folle dato che perderò probabilmente tutti gli esami?
-che università consigliate?(sa mi spostassi a matematica rinuncerei non solo ad un corso con più sbocchi lavorativi ma anche ad un ottimo ateneo quindi il mio nuovo luogo di studi deve essere ad un certo livello per quanto riguarda la didattica dato quanto sto perdendo).
b)Ricollegandomi a quanto chiesto prima cosa ne pensate del corso di matematica dell'università di Padova? Se dovessi cambiare penso che andrei li. Ne ho sentito parlare molto bene soprattutto per quanto riguarda la ricerca ma per quanto riguarda la didattica che sapete dirmi?
Ho l'impressione che i programmi dei vari esami siano tutti ottimi... Ma i professori? Mica sono tutti grandi matematici ma pessimi insegnanti e comunque esigenti e poco morbidi con i voti?
In poche parole... Mica sarò costretto a studiare metà del programma da solo a causa dell'inefficienza di chi spiega e comunque mi ritroverò degli esami impossibili?
Inoltre ho visto che a Padova distribuiscono i crediti e le ore in maniera diversa rispetto al Polito: al poli per avere il numero di ore basta moltiplicare per 10 i crediti(es. Analisi 1 vale 10 crediti e si fanno 100 ore) mentre a Padova danno 1 o 2 crediti in più se si utilizza questo metodo (es. analisi complessa vale 6 crediti ma si fanno "solo" 48 ore di lezione).
Ciò vorrebbe dire che a Padova un esame il cui "peso/difficoltà" è di 6 crediti viene esposto con meno tempo del necessario dai professori e una bella parte del lavoro deve essere fatta dagli studenti?
Qui al Poli nessun professore salterebbe un argomento o una dimostrazione ma pretendendola poi all'esame...
So che alcuni utenti del forum frequentano Matematica a Padova. Invito soprattutto loro a rispondere ai dubbi riguardo UniPd.
Ringrazio tutti anticipatamente per le risposte.
a)Prima il problema era capire le differenze tra i due corsi e la figura che ne esce fuori (che come ho detto penso di essere riuscito a fare). Adesso ciò che mi spaventa è altro: una mia possibile scelta avventata. Io sarei disposto a perdere un anno per iscrivermi a matematica se necessario ma:
- è una scelta folle dato che perderò probabilmente tutti gli esami?
-che università consigliate?(sa mi spostassi a matematica rinuncerei non solo ad un corso con più sbocchi lavorativi ma anche ad un ottimo ateneo quindi il mio nuovo luogo di studi deve essere ad un certo livello per quanto riguarda la didattica dato quanto sto perdendo).
b)Ricollegandomi a quanto chiesto prima cosa ne pensate del corso di matematica dell'università di Padova? Se dovessi cambiare penso che andrei li. Ne ho sentito parlare molto bene soprattutto per quanto riguarda la ricerca ma per quanto riguarda la didattica che sapete dirmi?
Ho l'impressione che i programmi dei vari esami siano tutti ottimi... Ma i professori? Mica sono tutti grandi matematici ma pessimi insegnanti e comunque esigenti e poco morbidi con i voti?
In poche parole... Mica sarò costretto a studiare metà del programma da solo a causa dell'inefficienza di chi spiega e comunque mi ritroverò degli esami impossibili?
Inoltre ho visto che a Padova distribuiscono i crediti e le ore in maniera diversa rispetto al Polito: al poli per avere il numero di ore basta moltiplicare per 10 i crediti(es. Analisi 1 vale 10 crediti e si fanno 100 ore) mentre a Padova danno 1 o 2 crediti in più se si utilizza questo metodo (es. analisi complessa vale 6 crediti ma si fanno "solo" 48 ore di lezione).
Ciò vorrebbe dire che a Padova un esame il cui "peso/difficoltà" è di 6 crediti viene esposto con meno tempo del necessario dai professori e una bella parte del lavoro deve essere fatta dagli studenti?
Qui al Poli nessun professore salterebbe un argomento o una dimostrazione ma pretendendola poi all'esame...
So che alcuni utenti del forum frequentano Matematica a Padova. Invito soprattutto loro a rispondere ai dubbi riguardo UniPd.
Ringrazio tutti anticipatamente per le risposte.
Risposte
Ringrazio nuovamente tutti per le risposte
Mi rimane un' ultima cosa da chiedere: Con questo eventuale passaggio perderei sicuramente un anno... Ma ciò peserebbe sul mio CV? Oppure potrei specificarlo che ho passato un anno al poli e poi ho cambiato senza essere penalizzato? Non vorrei essere tagliato fuori da bandi,TFA e dottorati solo per un errore di valutazione fatto a fine liceo... Scusatemi per tutte le domande ma dato che se faccio questo passo non posso più tornare indietro ci sono tante cose da tenere in considerazione.... Grazie in anticipo!

"Martino":
Sì, non parlavo tanto di errori o imprecisioni di chi insegna ma della disposizione mentale stessa di chi impara: è estremamente utile non fidarsi di una cosa detta prima di aver controllato, essere convinti di aver ragione e poi venire smentiti, capire dove e come si viene smentiti e in che senso. Non te ne fai niente di una frase vera. L'autorevolezza è un concetto astratto e abbastanza profondo, non si può applicare all'apprendimento così alla leggera. Bisognerebbe capire che un professore è un essere umano e va trattato come essere umano, con le sue opinioni e le sue lacune. La lezione non è un innaffiamento, è un posto dove si parla di cose, si danno stimoli e proposte. La verità è un'altra cosa. L'autorevolezza non esiste. Scusate lo sfogo.
Pienamente d'accordo. Io ho banalizzato.
Ma anche gli studenti hanno bisogno del tempo per passare dall'una (la mia) all'altra (la tua) visione delle cose. Le convinzioni possono pure essere precocemente radicate, ma trasformarle in azioni/comportamenti è tutto un altro paio di maniche. Ci vuole dell'esperienza.
"Delirium":Sì, non parlavo tanto di errori o imprecisioni di chi insegna ma della disposizione mentale stessa di chi impara: è estremamente utile non fidarsi di una cosa detta prima di aver controllato, essere convinti di aver ragione e poi venire smentiti, capire dove e come si viene smentiti e in che senso. Non te ne fai niente di una frase vera. L'autorevolezza è un concetto astratto e abbastanza profondo, non si può applicare all'apprendimento così alla leggera. Bisognerebbe capire che un professore è un essere umano e va trattato come essere umano, con le sue opinioni e le sue lacune. La lezione non è un innaffiamento, è un posto dove si parla di cose, si danno stimoli e proposte. La verità è un'altra cosa. L'autorevolezza non esiste. Scusate lo sfogo.
Da un lato gli studenti hanno timore di fare figure di merda, e dall'altro alcuni professori aspettano soltanto l'uscita sprovveduta dello studente un po' distratto per umiliarlo o cazziarlo. Personalmente quello che faccio (se lo faccio) è far notare errori e/o imprecisioni in separata sede.
Io studio Mate a PD, secondo anno, e non posso che confermare quanto detto da Martino, salvo due o tre cosette.
Sulle votazioni, non sono così convinto che siano troppo molli: nella maggior parte dei casi ritengo di aver ricevuto un voto che si confaceva alla mia preparazione (alto o basso che fosse). Quello che si può dire, forse, usando direttamente le parole di un big di qui, è che allo stato attuale di cose gli esami sono strutturati in modo tale che sia "difficile" (!) arrivare al 18, ma poi troppo facile passare dal 18 al 30. Sempre per quanto mi riguarda, a volte è stato così, a volte no. It depends, ma in generale si può dire che
Questo, a mio modo di vedere le cose, è un problema dell'università italiana tutta. Da un lato gli studenti hanno timore di fare figure di merda, e dall'altro alcuni professori aspettano soltanto l'uscita sprovveduta dello studente un po' distratto per umiliarlo o cazziarlo. Personalmente quello che faccio (se lo faccio) è far notare errori e/o imprecisioni in separata sede.
In definitiva, come ho già detto da qualche altra parte, se hai voglia di lavorare sodo e con professori preparati, Padova fa per te.
Sulle votazioni, non sono così convinto che siano troppo molli: nella maggior parte dei casi ritengo di aver ricevuto un voto che si confaceva alla mia preparazione (alto o basso che fosse). Quello che si può dire, forse, usando direttamente le parole di un big di qui, è che allo stato attuale di cose gli esami sono strutturati in modo tale che sia "difficile" (!) arrivare al 18, ma poi troppo facile passare dal 18 al 30. Sempre per quanto mi riguarda, a volte è stato così, a volte no. It depends, ma in generale si può dire che
"Martino":
[...] Gli esami sono in media ben calibrati, in genere ho difficoltà a capire quelli che si lamentano dicendo che sono troppo difficili. [...]
"Martino":
[...] Una cosa che gli studenti fanno fatica a fare è mettere in discussione i professori, cioè vincere la tentazione di prendere come oro colato quello che dicono, cioè pensare con la propria testa, ma immagino che questo sia diffuso un po' ovunque. [...]
Questo, a mio modo di vedere le cose, è un problema dell'università italiana tutta. Da un lato gli studenti hanno timore di fare figure di merda, e dall'altro alcuni professori aspettano soltanto l'uscita sprovveduta dello studente un po' distratto per umiliarlo o cazziarlo. Personalmente quello che faccio (se lo faccio) è far notare errori e/o imprecisioni in separata sede.
In definitiva, come ho già detto da qualche altra parte, se hai voglia di lavorare sodo e con professori preparati, Padova fa per te.
"Federico777":Sì, la Normale di Pisa.
Ma mica ti riferisci alla Normale?
Ti ringrazio per la risposta Martino
Ne terrò conto per le scelte future.
Questo mi ha lasciato un po stupito
Mi avevano detto che Pisa è un buon ateneo ma non mi aspettavo fino a tal punto! Ma mica ti riferisci alla Normale?

"Martino":
Insomma, se sei motivato nessuno ti può fermare, e sono dell'idea che quanto a matematica (ricerca e didattica) in Italia Padova è seconda solo a Pisa.
Questo mi ha lasciato un po stupito

"Federico777":Mi sento di dirti questo: se ti piace e sei motivato tutte le questioni che sollevi passano in secondo piano. Io mi sono trovato bene a Padova, secondo me la didattica è di ottimo livello perlomeno nel corso di laurea triennale (uno o due corsi della laurea magistrale mi hanno lasciato l'amaro in bocca). Gli esami sono in media ben calibrati, in genere ho difficoltà a capire quelli che si lamentano dicendo che sono troppo difficili. Non ho niente da dire sull'efficienza di chi spiega, e comunque sono dell'idea che nel corso degli anni la mia comprensione degli argomenti è dipesa da me (e non da chi mi spiega) per almeno il 90%. Una cosa che gli studenti fanno fatica a fare è mettere in discussione i professori, cioè vincere la tentazione di prendere come oro colato quello che dicono, cioè pensare con la propria testa, ma immagino che questo sia diffuso un po' ovunque. Il problema è che spesso quello che si lamenta della didattica è lo stesso che crede che l'insegnamento sia un po' come riempire una testa di nozioni. Seriamente, se un prof dice una cosa palesemente falsa ci sarà comunque un buon 35% di studenti che metterà l'autorevolezza del prof al di sopra della propria capacità di critica e discernimento. Quanto all'essere morbidi con i voti, secondo me a Padova lo si è anche troppo. Tutte queste sono opinioni formate col tempo e credo fortemente influenzate dal periodo che ho trascorso in Francia (Parigi 11), dove mi sono dovuto battere il triplo solo per passare un esame che a Padova per prendere il massimo.
b)Ricollegandomi a quanto chiesto prima cosa ne pensate del corso di matematica dell'università di Padova? Se dovessi cambiare penso che andrei li. Ne ho sentito parlare molto bene soprattutto per quanto riguarda la ricerca ma per quanto riguarda la didattica che sapete dirmi?
Ho l'impressione che i programmi dei vari esami siano tutti ottimi... Ma i professori? Mica sono tutti grandi matematici ma pessimi insegnanti e comunque esigenti e poco morbidi con i voti?
In poche parole... Mica sarò costretto a studiare metà del programma da solo a causa dell'inefficienza di chi spiega e comunque mi ritroverò degli esami impossibili?
Insomma, se sei motivato nessuno ti può fermare, e sono dell'idea che quanto a matematica (ricerca e didattica) in Italia Padova è seconda solo a Pisa.
Un'altra cosa... Con questo eventuale passaggio perderei sicuramente un anno... Ma ciò peserebbe sul mio CV? Oppure potrei specificarlo che ho passato un anno al poli e poi ho cambiato senza essere penalizzato? Non vorrei essere tagliato fuori da bandi,TFA e dottorati solo per un errore di valutazione a fine liceo... Scusatemi per tutte le domande ma dato se faccio questo passo non posso più tornare indietro ci sono tante cose da tenere in considerazione
Ti ringrazio per le osservazioni che hai fatto PadreBishop
. Hai confermato ciò che avevo intuito anche io: qualcosa in preparazione matematica sicuramente lo perdo rispetto ad una triennale "classica" di matematica. E' anche vero che sono argomenti recuperabili da autodidatta(penso
).
Ma la questione non è tanto quanta matematica c' è nei due corsi ma cosa vuoi fare "alla fine". Se il matematico o l'ingegnere.
Nel mio caso c' è anche una certo interesse verso la strada del matematico ma prima di prendere scelte affrettate volevo informarmi un po. Soprattutto volevo raccogliere pareri sul mio eventuale nuovo ateneo. Spero quindi che qualche studente di UniPd si faccia sentire
Grazie di nuovo a tutti.


Ma la questione non è tanto quanta matematica c' è nei due corsi ma cosa vuoi fare "alla fine". Se il matematico o l'ingegnere.
Nel mio caso c' è anche una certo interesse verso la strada del matematico ma prima di prendere scelte affrettate volevo informarmi un po. Soprattutto volevo raccogliere pareri sul mio eventuale nuovo ateneo. Spero quindi che qualche studente di UniPd si faccia sentire

"Federico777":
[quote="PadreBishop"] (anche perché molte delle materie che non sono "tecniche" vengono affrontate ugualmente al poli, anche se purtroppo accorpate in "esamoni" come An. Funzionale)
Scusami potresti spiegarti meglio o farmi qualche esempio?
Comunque me lo aspettavo il fatto che i crediti non possono essere usati come criterio certo e sempre valido per determinare la difficoltà di un esame. Più che altro le ore di certi esami a volte mi sono sembrate un po poche.
Ringrazio tutti per le risposte. Spero che altri utenti saranno disponibili quanto voi

Il fatto è che per introdurre qualcosa come 30-40 crediti affini (materie ingegneristiche) si rinuncia alle due classiche triadi Analisi 1 - Analisi II -Analisi III, Geom. I - Geom. II - Geom III (qualcosa come 60 crediti in totale); un matematico "generico" fa qualcosa come 15 crediti di Algebra ed una ventina di Fisica Matematica (al Poli presente solo nella sua incarnazione più pratica, "Meccanica Razionale", se non si sceglie l'esame di "Teoria dei Controlli" per integrare un po' di studio di stabilità).
Per mantenere in ogni caso alto il livello culturale del Matematico triennale del Poli, le conoscenze topologiche sono riversate nell'esame di "Complementi" unito ad "Analisi II" ed è previsto nel terzo anno l'esame di "Analisi Funzionale" che spesso tratta argomenti che esulano da quello che sa un matematico triennale "extrapolitecnico", e serve (nella mia modesta opinione) a coprire il fatto che la specialistica di Ing. Mat è MOLTO applicativa e non prevede tanti esami di tipo matematico "doc" (definizioni, teoremi, proposizioni, dimostrazioni, congetture, ed infine esercizi) di quanti ce ne erano alla triennale ed in definitiva in 3 anni di CdL devi farti sia un bagaglio teorico "tosto" che una buona base di cultura ingegneristica.
Spero di esserti stato utile.
"PadreBishop":
(anche perché molte delle materie che non sono "tecniche" vengono affrontate ugualmente al poli, anche se purtroppo accorpate in "esamoni" come An. Funzionale)
Scusami potresti spiegarti meglio o farmi qualche esempio?
Comunque me lo aspettavo il fatto che i crediti non possono essere usati come criterio certo e sempre valido per determinare la difficoltà di un esame. Più che altro le ore di certi esami a volte mi sono sembrate un po poche.
Ringrazio tutti per le risposte. Spero che altri utenti saranno disponibili quanto voi

Come classe di laurea triennale un matematico del Polito e un qualsiasi altro matematico sono equivalenti. A livello di conoscenze diciamo che qualche base teorica può venir meno ad uno studente del Poli, ma è tutto abbastanza ben compensato dalla cultura ingegneristica e dalla propensione alle applicazioni che viene maturata in quei 3 anni. Non credo risulti poi così difficile per un Matematico del Poli triennale fare la specialistica in una magistrale più "pura" (anche perché molte delle materie che non sono "tecniche" vengono affrontate ugualmente al poli, anche se purtroppo accorpate in "esamoni" come An. Funzionale).
Per quanto riguarda Padova, il posto è sede di una grande tradizione computazionale e numerica, e la triennale di lì ha un buon orientamento per le applicazioni, per quanto ho visto. Ma se si tratta di perdere anni per un cambio, il mio consiglio è di tener duro (è ovviamente un umile consiglio di uno che non conosce la tua situazione come si converrebbe, sia chiaro).
Per quanto riguarda Padova, il posto è sede di una grande tradizione computazionale e numerica, e la triennale di lì ha un buon orientamento per le applicazioni, per quanto ho visto. Ma se si tratta di perdere anni per un cambio, il mio consiglio è di tener duro (è ovviamente un umile consiglio di uno che non conosce la tua situazione come si converrebbe, sia chiaro).
Io studio al PoliTo, non conosco l'università di padova, e tutte le ipotesi da te fatte sono un po' avventate, tuttavia, ora che sono a metà del secondo anno, posso darti ragione assolutamente sul fatto che, almeno fino ad ora, non mi è mai capitato che all'esame mi venisse chiesto qualcosa che non sia stata affrontata in aula
viewtopic.php?p=742393#p742393
Nel caso in cui dovessi rimanere insoddisfatto, posso dirti dove trovare questo utente per far valere la tua garanzia...
In ogni caso tieni ben presente una cosa: il numero di CFU plausibilmente dovrebbe fungere da indice di "peso/difficoltà" del corso... però, nella realtà dei fatti, ciò non è assolutamente vero. Morale: lascia perdere i crediti.
Inoltre le modalità d'esame dipendono unicamente dai docenti che tengono il corso singolo, non dal corso di laurea e dall'Ateneo. Certi corsi saranno migliori di altri (perché tenuti da professori più attenti alla didattica, p.es.), certi esami saranno più difficili di altri e quasi sempre dovrai comunque darti da fare a casa, di tua sponte.
Non c'è uno schema di regolarità.
Nel caso in cui dovessi rimanere insoddisfatto, posso dirti dove trovare questo utente per far valere la tua garanzia...

In ogni caso tieni ben presente una cosa: il numero di CFU plausibilmente dovrebbe fungere da indice di "peso/difficoltà" del corso... però, nella realtà dei fatti, ciò non è assolutamente vero. Morale: lascia perdere i crediti.
Inoltre le modalità d'esame dipendono unicamente dai docenti che tengono il corso singolo, non dal corso di laurea e dall'Ateneo. Certi corsi saranno migliori di altri (perché tenuti da professori più attenti alla didattica, p.es.), certi esami saranno più difficili di altri e quasi sempre dovrai comunque darti da fare a casa, di tua sponte.
Non c'è uno schema di regolarità.