Dottorato sì, dottorato no (in fisica)...
Salve a tutti,
Innanzitutto vi speigo la mia situazione attuale. Allora sono uno studente di fisica del secondo anno magistrale a Padova. L'indirizzo che ho scelto è la fisica teorica delle alte energie. La cosa che mi interessa di più della fisica sono le "cose fondamentali", cioè le teorie più universali possibili (intendo, in termini meno criptici, quelle dalle quali si derivano le altre teorie). In particolare mi affascina il problema della gravità quantistica e inoltre mi piace moltissimo anche lo studio della forma matematica delle teorie. Per questo motivo pensavo dopo la laurea di continuare con un dottorato in teoria delle stringhe (o comunque qualcosa sulla gravità quantistica), teoria dei campi, in fondamenti della meccanica quantistica o anche qualcosa sulla cosmologia. Ho dovuto "sacrificare" il mio interesse per la meccanica analitica, nella quale alcuni argomenti mi interessavano parecchio. Faccio una lista di pro e di contro, per farvi vedere meglio la questione.
Pro. Il dottorato mi darebbe la possibilità di approfondire il mio interesse per la fisica e inoltre mi darebbe la possibilità di dare un contributo nella ricerca, per quanto "piccolo". Credo che questa motivazione sia una delle più "nobili" che ci sono (sia chiaro sono una persona ambiziosa quindi vorrei che il mio contributo non fosse proprio "piccolo", tuttavia or come ora non ho la più pallida idea di quanto io possa essere valido).
Contro. (1) appunto non ho idea di quanto possa in effetti contribuire, quindi se sono poco "bravo" nella ricerca fosse dovrei indirizzarmi ad esempio all'insegnamento (2) sono una persona molto routinaria e ho varie fobie e sinceramente la vita "movimentata" della ricerca mi spaventa (3) sono una persona a cui piacciono molto i "concetti" più che i "conti" e quindi tendo a volte a stancarmi nello studio.
Volevo inoltre chiedervi quanto la scelta della tesi influisce sul "dopo", secondo la vostra esperienza.
Comunque capisco che in questo forum ha una maggioranza di matematici, tuttavia credo che ci siano affinità abbastanza forti tra le carriere nella ricerca in ambito della fisica teorica e in ambito matematico.
Grazie per aver letto fin qui
Innanzitutto vi speigo la mia situazione attuale. Allora sono uno studente di fisica del secondo anno magistrale a Padova. L'indirizzo che ho scelto è la fisica teorica delle alte energie. La cosa che mi interessa di più della fisica sono le "cose fondamentali", cioè le teorie più universali possibili (intendo, in termini meno criptici, quelle dalle quali si derivano le altre teorie). In particolare mi affascina il problema della gravità quantistica e inoltre mi piace moltissimo anche lo studio della forma matematica delle teorie. Per questo motivo pensavo dopo la laurea di continuare con un dottorato in teoria delle stringhe (o comunque qualcosa sulla gravità quantistica), teoria dei campi, in fondamenti della meccanica quantistica o anche qualcosa sulla cosmologia. Ho dovuto "sacrificare" il mio interesse per la meccanica analitica, nella quale alcuni argomenti mi interessavano parecchio. Faccio una lista di pro e di contro, per farvi vedere meglio la questione.
Pro. Il dottorato mi darebbe la possibilità di approfondire il mio interesse per la fisica e inoltre mi darebbe la possibilità di dare un contributo nella ricerca, per quanto "piccolo". Credo che questa motivazione sia una delle più "nobili" che ci sono (sia chiaro sono una persona ambiziosa quindi vorrei che il mio contributo non fosse proprio "piccolo", tuttavia or come ora non ho la più pallida idea di quanto io possa essere valido).
Contro. (1) appunto non ho idea di quanto possa in effetti contribuire, quindi se sono poco "bravo" nella ricerca fosse dovrei indirizzarmi ad esempio all'insegnamento (2) sono una persona molto routinaria e ho varie fobie e sinceramente la vita "movimentata" della ricerca mi spaventa (3) sono una persona a cui piacciono molto i "concetti" più che i "conti" e quindi tendo a volte a stancarmi nello studio.
Volevo inoltre chiedervi quanto la scelta della tesi influisce sul "dopo", secondo la vostra esperienza.
Comunque capisco che in questo forum ha una maggioranza di matematici, tuttavia credo che ci siano affinità abbastanza forti tra le carriere nella ricerca in ambito della fisica teorica e in ambito matematico.
Grazie per aver letto fin qui
Risposte
Ok grazie ancora.
Una commissione seria non dovrebbe dare troppo peso a un eventuale ritardo nella laurea rispetto alla prima sessione possibile, ognuno ha i suoi tempi e non e' detto che chi e' piu' lento sia peggiore. Il voto puo' contare ovviamente, del resto i titoli valutabili per l'ammissione ad un dottorato non sono poi cosi' tanti, una commissione valuta il percorso di studi, e' difficile che vi siano per esempio delle pubblicazioni, anche se in fisica e' possibile.
"Luca.Lussardi":
Non e' affatto uno spreco infatti, l'avere delle pubblicazioni scientifiche contribuira' a rendere molto piu' solido il tuo cv anche se lavorerai fuori dall'accademia.
Questo mi rincuora

"sapo93":
[quote="Apeiron"]
Volevo inoltre chiedervi quanto la scelta della tesi influisce sul "dopo", secondo la vostra esperienza.
Su questo posso aiutarti io, dato che mi sono posto la stessa domanda e ho indagato sulla questione. Non cambia niente a livello teorico, e nulla ti vieta di fare una tesi su un argomento e poi di fare il dottorato su un altro (anzi, molti dottorandi probabilmente non faranno come argomento di specializzazione quello che pensavano di fare all'inizio). Quello che cambia è il contesto attorno alla tesi.
Se fai la tesi sull'argomento X, alla fine della magistrale avrai già una conoscenza "avanzata" dell'argomento, sarai in grado di leggerne gli articoli più recenti e potrai partire tranquillamente con il dottorato continuando quello che avevi fatto in tesi (poi magari ti focalizzi su alcuni aspetti o trovi analogie che ti portano a fare altri argomenti correlati). Inoltre conosci già qualcuno nel settore che ti può consigliare e indirizzare.
Se invece cambi argomento, dovrai fare al primo anno del dottorato tutto un lavoro preliminare di studio per poter arrivare alla ricerca attuale. Inoltre dovrai partire da zero nel crearti una rete di contatti per far conoscere te e il tuo lavoro (e che soprattutto di danno un feedback diretto su quello che fai).
Detto questo, io ti direi di fare come tesi alla magistrale quello che ti piace indipendentemente dal successivo dottorato.[nota]Poi magari sei come me che non sa cosa gli piace di più tra due argomenti completamente differenti, ma questa è un'altra cosa[/nota][/quote]
In realtà avevo parlato con un prof circa un mese fa e mi aveva fatto un discorso simile. Cioè che se fai un dottorato su un argomento simile a quello della tesi, il relatore può aiutarti a farti entrare nella scuola di dottorato. L'ideale sarebbe appunto quello di entrare nel gruppo di ricerca del relatore. Poi è anche vero quello che dici sul fatto che se il dottorato è coerente con la tesi, non devi partire da zero.
"Luca.Lussardi":
Mi ha colpito un po' la frase "Inoltre dovrai partire da zero nel crearti una rete di contatti per far conoscere te e il tuo lavoro": un laureando non si crea nessuna vera rete di contatti, questa e' una cosa che avviene solo dedicandosi alla ricerca a tempo pieno, frequentando scuole e convegni e girando per universita' e centri di ricerca, cose che un laureando magistrale standard non sa fare e non fa.
Chiaramente un laureando non può fare una cosa del genere, però il relatore sì. Quindi se è particolarmente buono immagino che ti possa tipo far entrare nel suo gruppo. Comunque se dici così immagino che la cosa non sia così importante.
Altra domanda: il voto della laurea magistrale e il tempo quanto influiscono sul dottorato ?
Mi ha colpito un po' la frase "Inoltre dovrai partire da zero nel crearti una rete di contatti per far conoscere te e il tuo lavoro": un laureando non si crea nessuna vera rete di contatti, questa e' una cosa che avviene solo dedicandosi alla ricerca a tempo pieno, frequentando scuole e convegni e girando per universita' e centri di ricerca, cose che un laureando magistrale standard non sa fare e non fa.
"Apeiron":
Volevo inoltre chiedervi quanto la scelta della tesi influisce sul "dopo", secondo la vostra esperienza.
Su questo posso aiutarti io, dato che mi sono posto la stessa domanda e ho indagato sulla questione. Non cambia niente a livello teorico, e nulla ti vieta di fare una tesi su un argomento e poi di fare il dottorato su un altro (anzi, molti dottorandi probabilmente non faranno come argomento di specializzazione quello che pensavano di fare all'inizio). Quello che cambia è il contesto attorno alla tesi.
Se fai la tesi sull'argomento X, alla fine della magistrale avrai già una conoscenza "avanzata" dell'argomento, sarai in grado di leggerne gli articoli più recenti e potrai partire tranquillamente con il dottorato continuando quello che avevi fatto in tesi (poi magari ti focalizzi su alcuni aspetti o trovi analogie che ti portano a fare altri argomenti correlati). Inoltre conosci già qualcuno nel settore che ti può consigliare e indirizzare.
Se invece cambi argomento, dovrai fare al primo anno del dottorato tutto un lavoro preliminare di studio per poter arrivare alla ricerca attuale. Inoltre dovrai partire da zero nel crearti una rete di contatti per far conoscere te e il tuo lavoro (e che soprattutto di danno un feedback diretto su quello che fai).
Detto questo, io ti direi di fare come tesi alla magistrale quello che ti piace indipendentemente dal successivo dottorato.[nota]Poi magari sei come me che non sa cosa gli piace di più tra due argomenti completamente differenti, ma questa è un'altra cosa[/nota]
Non e' affatto uno spreco infatti, l'avere delle pubblicazioni scientifiche contribuira' a rendere molto piu' solido il tuo cv anche se lavorerai fuori dall'accademia.
Ok grazie. Sì infatti la mia intenzione attuale era comunque di provare a farlo, comunque non dovrebbe essere uno "spreco" di anni quindi.
Comunque anche se non sarai tagliato per la ricerca puoi conseguire ugualmente il dottorato di ricerca, tieni conto che e' sempre un corso di studio che rilascia un titolo di studio, eventualmente lo spenderai per fare altro.
Ringrazio per la risposta. Chiederò il prima possibile!
Penso che dovresti rivolgere queste tue domande e questi tuoi dubbi al tuo relatore di tesi o comunque a professori che hai avuto modo di conoscere durante il tuo percorso di studi. Loro sapranno indirizzarti meglio. Solo tu puoi sapere se la ricerca fa per te. Il periodo di tesi potrebbe chiarirti un po' le idee.