Consiglio su scelta universitaria (matematica)

fedejapan
Buongiorno a tutti, sono uno studente di quarta liceo scientifico molto indeciso su cosa andare a fare dopo questo percorso. La matematica mi é sempre piaciuta e ho ottenuto sempre buoni risultati, per questo motivo ho "sbirciato" alcuni siti dei corsi universitari di matematica, sopratutto quello di Udine e Trieste, gli atenei più vicini a dove vivo. Detto ciò volevo chiedere a chi ha esperienza se mi consigliasse di scegliere questo corso, magari facendo riferimento ad un curriculum più spendibile nel mondo del lavoro e ai suoi sbocchi, piuttosto che qualcosa di più teorico votato solamente all'insegnamento.

Risposte
apatriarca
Nella mia esperienza di liceo scientifico, ingegneria e poi matematica, la matematica è insegnata come strumento per risolvere problemi ovunque tranne che a matematica (e forse a fisica/informatica teorica sul quale non ho esperienza diretta). Ma forse alle superiori dipende anche in parte dal professore che si ha (il mio era un ingegnere). Ed è la ragione per cui in realtà non avevo alcun interesse a fare matematica finché non ho scoperto il mondo della ricerca (in settori informatici in realtà, ma la ragione per cui ho scelto di frequentare erano le mie lacune su alcuni settori di matematica). Sono quindi certamente d'accordo con il discorso che la matematica non è risolvere problemi tipo olimpiadi di matematica.

Cosimo.14
Pardon :P

gabriella127
No, no, avevo capito come la pensi, non stavo obiettando a te, volevo chiarire che non considero la cultura ingegneristica di serie B, perché spesso c'è una querelle tra ingegneri e matematici :-D , e una dicotomia spesso fasulla astratto/concreto, non volevo essere fraintesa, avendo parlato di astrazione etc..

Cosimo.14
Non intendevo mettere in discussione la questione di cosa fosse meglio di.
Secondo me la differenza di approccio è quella, uno si indirizza sul teorico e uno sul pratico, anche facendo la stessa cosa, per l’appunto “la matematica”.
I giochi della matematica sono un esempio pratico, sono cose difficili, appassionanti, ma pratiche.
Non penso che un ingegnere non sappia ragionare, sfido chiunque non si sia formato da ingegnere a risolvere un problema ingegneristico.

Riportavo solo quella che è stata per uno che viene da un tecnico la visione della matematica. E mi ha fatto piacere avere conferma alla mia idea nel tuo messaggio che la matematica è orientata più sul ragionamento teorico.

gabriella127
Grazie Cosimo, mi fa piacere che ti sono stata utile. :)
Comunque almeno voi facevate molta matematica tecnica, e io non considero affatto il lavoro e la preparazione di un ingegnere meno di quelli del matematico. Poi è bellissimo costruire le cose, che soddisfazione un lavoro in cui produci cose, invece di mucchi di carta, che so, progetti un ponte e poi il ponte c'è!
Matematici famosi erano ingegneri, scrittori famosi erano ingegneri, e la torre Eiffel l'ha fatta un ingegnere.
(fine della lode dell'ingegnere :D )

Poi non è detto che al liceo chi sa quale insight sulla matematica si abbia.
Io ho fatto un classico in cui non ho mai visto nemmeno l'equazione della retta, o cosa fosse una funzione, figuramoci!. Si arrivava più meno alle equazioni di secondo grado o poco più. Allora poi (non so adesso, è cambiato?) all'ultimo anno si faceva solo trigonometria, un anno a fare equazioni trigonometriche, a che serve? Io dopo averne fatte tre o quattro mi sono rifiutata, e non ho mai più studiato la matematica, visto poi che a me la professoressa non mi interrogava mai.
Quindi che ne sapevo della matematica? Mannaggia.
Ora credo che al classico si faccia di più. Credo anche che dipenda molto dalle scuole e dai singoli professori, la preparazione e l'idea di cosa sia la matematica.
Comuque quando ho frequentato un dipartimento di matematica, ricordo ragazzi appena iscritti provenienti dallo scientifico, che si aggiravano avviliti dicendo: "Io la matematica così non l'ho mai vista"!. E ci sono stati parecchi abbandoni.

Cosimo.14
Ogni tanto va ringraziato qualcuno, oggi devo ringraziare il post di @gabriella.
Io sono stato formato in un tecnico e non in un liceo, la matematica lì era abbastanza presente, spesso cose più avanzate rispetto ad uno scientifico ma l’approccio era sempre tecnico, ho passato anni a credere che la matematica fosse solo riuscire a risolvere l’esercizio, perché l’ingegnere quello fa, il lavoro dell’ingegnere è risolvere un problema. Perfino nei giochi della matematica il mio approccio è sempre stato quello, forse non si direbbe dai miei post ma me la cavavo un pochetto, non sono mai stato una cima ma un foglio di Cesenatico con impegno anche se mai nei tempi stabiliti ma in alcuni giorni di sforzi a volte lo completavo, eppure il mio approccio era sempre quello, risolvere un problema.
Leggere la tua risposta mi ha dato un senso di pace interiore perché anche io la penso come te, la matematica secondo me non è risolvere un problema, la matematica è comprendere, generalizzare, vedere interconnessioni nella teoria (ma anche questa rimarrà comunque per forza una mia visione personale e ingenua, dato che per lavoro non faccio il matematico e non potrò mai farlo).

gabriella127
"megas_archon":
che come vibes si avvicina molto alla matematica delle olimpiadi
Ma nemmeno nel sogno più bagnato di Erdős.

Se posso dire la mia opinione su questa cosa, da non matematico ma con forte interesse per la matematica, per come appariva a me prima di iscrivermi all'università, forse utile per un ragazzo che esce dal liceo.
Non mi sono iscritta a matematica proprio perché la matematica liceale, avendo fatto un classico in cui si faceva poco più delle equazioni di secondo grado, mi appariva come una cosa esercizio-problema tipo olimpiadi o risolvere le equazioni, un insieme di giochetti anche sfiziosi o complicati, che mi riuscivano bene, ma che non mi attraevano più di tanto (l'unica cosa che mi piacque molto è quando la professoressa, in mezzo alla miseria della matematica del liceo classico di allora, ci fece fare la costruzione dei numeri reali di Dedekind, forse per non lasciarci nella miseria totale :) )
C'è del vero in entrambe le affermazioni citate sopra.
Come dice megas_archon, la matematica pura non c'entra proprio niente con la matematica delle olimpiadi, si ama la matematica pura se si ama l'astrazione e il pensiero astratto, non il problem-solving, per quanto l'esercizio-problema possa sembrare complicato. Altrimenti si resta delusi.
C'è un punto in comune però tra la matematica pura e la matematica delle olimpiadi: il fatto di amare il pensare per il pensare, senza la preoccupazione per le applicazioni.
Se non si ama l'astrazione e il pensare in sé, senza il 'a che serve', la matematica pura non va bene.

(n.b. Non considero il 'pensiero astratto' come una cosa di serie A rispetto a un pensiero più finalizzato di serie B, né considero la matematica pura 'superiore' (qualunque cosa voglia dire) alla matematica applicata)

megas_archon
che come vibes si avvicina molto alla matematica delle olimpiadi
Ma nemmeno nel sogno più bagnato di Erdős.

Gfackerman
Ti do un consiglio spassionato.
A me la matematica pura piace tantissimo e ci sto facendo una seconda magistrale.
Ma secondo me ne vale la pena solo se hai vero talento. Anche perché gli sbocchi lavorativi sono prevalentemente ricerca e insegnamento oppure società di consulenza che prendono un po' chiunque serve, spesso per lavori poco gratificanti (ho esperienza).
Dovessi dare un consiglio al me stesso di fine liceo opterei senza dubbio per ingegneria matematica, che da si la possibilità di fare ricerca ma che sicuramente da molte altre opportunità.
Se ti piace la matematica pura (che come vibes si avvicina molto alla matematica delle olimpiadi) e sai che potresti avere una quantità ragionevole di talento (non serve essere Terrence tao però le doti servono) vai su quella che è una scelta superlativa.
Altrimenti una buona ingegneria da molte più opportunità.

gabriella127
Sì, essendo un corso di laurea di un dipartimento di matematica, la matematica dovrebbe essere adeguata, nella scheda di orientamento menziona come possibile magistrale matematica.
In effetti mi riferivo a corsi di laurea in discipline in matematica per la finanza a economia o a statistica, mi ricordo in particolare degli studenti di una magistrale di statistica, che facevano un corso di matematica per l'economia, erano un disastro in matematica.

Comunque concordo con te che sono cose per chi ha interessi specifici nel settore, dall'elenco degli insegnamenti che ho visto nel link, chi ha interesse a fare matematica mi sa che si scoccia a morte a fare certi esami, tipo ragioneria o matematica attuariale, noiosisssimi, ancora ne porto i segni :) , chi ha interessi in economia idem.

apatriarca
Nota che mi riferivo a corsi di laurea nella classe di matematica (L-35: SCIENZE MATEMATICHE) tipo Matematica per l'Economia, la Finanza e l'Assicurazione all'Università di Torino o Matematica per l'ingegneria al Politecnico di Torino. Non li ho fatti, ma sono almeno in teoria corsi di laurea in matematica applicata.

EDIT: Almeno in teoria dovrebbero essere più adatti al passaggio ad una magistrale di matematica "generica" anche rispetto a ingegneria o fisica. In effetti il passaggio da ingegneria non è affatto semplice o diretto. Tuttavia li consiglierei solo a persone con già molto interesse verso quello settore applicativo. E non mi sembra questo il caso.

gabriella127
"apatriarca":
. Esistono triennali in matematica più applicate (per esempio corsi di "matematica per l'economia") ma a meno di interessi specifici (che non mi sembrano esserci al momento) credo che il corso di base sia preferibile.

Giusto per una puntualizzazione. Per quello che ne so, i corsi 'matematica per economia' non sono né matematica, né economia, né corsi di matematica per l'economia. Sono in genere corsi per finanza e finanza quantitativa. Quindi bisogna avere un interesse specifico per quello.
Si fa una matematica molto sbilanciata verso le applicazioni finanziarie, e la probabilità per le applicazioni finanziarie, senza una preparazione di base solida di matematica (per fare un esempio, per capirsi, si studiano le martingale, ma non si è mai sentito il teorema di Bolzano-Weiertrass).
E non sono corsi di matematica 'per l'economia', che è tutt'altro.
Insomma, se si desidera dedicarsi alla finanza, ok, mentre sono controindicati se si vuole fare matematica, o anche se si vuole fare economia.
In particolare, non è pensabile fare una magistrale in matematica dopo una triennale in finanza, non è come dopo ingegneria.

apatriarca
Tornando alla domanda iniziale. Io credo che matematica potrebbe fare al caso tuo da quello che racconti. Esistono triennali in matematica più applicate (per esempio corsi di "matematica per l'economia") ma a meno di interessi specifici (che non mi sembrano esserci al momento) credo che il corso di base sia preferibile. La scelta della specializzazione in un settore piuttosto che un altro si fa più che altro al terzo anno e alla magistrale. A quel punto avrai le idee un po' più precise di cosa ti piace ed eventualmente che cosa vorresti fare dopo la laurea. E c'è sempre tempo per cambiare sia prima che dopo la laurea. Io ho per esempio fatto matematica dopo una laurea (triennale) di ingegneria.

Studente Anonimo
Studente Anonimo
"fedejapan":
Vorrei sapere a quali lavori potrei ambire.

Io ho una laurea in Matematica pura (durante gli anni universitari mi rifiutavo pure di imparare a programmare), un dottorato in Matematica (con aspetti puri ed altri piu' applicati) e ho lavorato un paio d'anni in industria come sviluppatore di algoritmi (roba anche relativamente complicata). A lavorare si lavora. Poi bisogna vedere se il lavoro d'industria ti appaga intellettualmente; a me e' sembrato un po' di tradire me stesso, ma questa e' un'altra storia.

gabriella127
La mia esperienza, del tutto personale poiché è quello che è successo a me dopo la laurea, ma credo sia generalizzabile, è che dove c'è interesse e passione si riesce nelle cose considerate anche molto difficili, dove l'interesse è scarso si può fallire anche in cose facili. Quindi meglio fare una cosa che piace, si ha una marcia in più.

Studente Anonimo
Studente Anonimo
Anche secondo me bisogna fare quello che piace.

Luca.Lussardi
Credo che apatriarca ti abbia risposto su questo punto con un riferimento preciso. In ogni caso non ti devi fossilizzare sugli sbocchi occupazionali, devi fare quello che ti piace, se non altro alla meglio uscirai dall'università dopo 5 anni da quando sei entrato, il mondo del lavoro in 5 anni può cambiare completamente, quindi guardare la situazione oggi è puramente indicativo.

fedejapan
Io vorrei solo avere la conferma da chi ha studiato matematica del fatto che non é come molti credono, ovvero, che in realtà dopo una laurea in matematica si trova lavoro. Vorrei sapere a quali lavori potrei ambire. Anche perché in realtà ho già sbirciato gli esami della facoltà di matematica e sembrano interessanti.

apatriarca
Ma a me non è sembrato che fedejapan stesse necessariamente cercando un lavoro sicuro. Mi sembra abbia solo espresso la paura che alcuni curriculum matematici non abbiano sbocchi professionali al di fuori dell'insegnamento. Ci sono certamente curriculum più o meno applicabili al mondo del lavoro, ma alla fine nessuno ti chiederà mai che esami hai fatto al di fuori dell'università. Ingegneria avrà anche maggiore applicabilità lavorativa, ma non si fanno certo le stesse cose! E non è neanche detto che sia quello che fa per lui/lei. Forse qualcosa come scienze attuariali o statistiche potrebbe essere più adatto.

fedejapan
Innanzitutto volevo ringraziare alcuni di voi per le vostre risposte, al momento della matematica mi affascina la sua astrazione e la sua eleganza: il mondo in cui un problema o un qualsiasi esercizio matematico abbia moltissimi modi per essere risolto. Se devo essere specifico mi piace moltissimo lo studio di funzione e le sue rappresentazioni grafiche. Ma in generale qualsiasi argomento della materia non mi é mai dispiaciuto, anzi. Proprio per questo motivo mi sono interessato di più ad una facoltà che girasse intorno a questa materia piuttosto che un ingegneria (non vorrei nemmeno fare il lavoro dell'ingegnere) per cui la mia preoccupazione come penso quella di qualsiasi studente universitario medio sotto i 30 anni era quella di trovare degli sbocchi lavorativi soddisfacenti.

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