Consigli per una (quasi) matricola in fisica...
Buongiorno 
Mi piacerebbe avere qualche informazione su come si vive all'università: calcolate che io mi iscriverò a fisica a Pisa.
Partiamo:
-cosa succede se non supero un esame?
-se nel primo semestre ho sia analisi 1 e 2 sia fisica come é possibile avere gli strumenti matematici necessari per fare fisica se ancora li devo studiare in analisi?
-quanto tempo passate solitamente sui libri ESCLUSE le lezioni?
-cosa si fa in laboratorio?
-quali saranno gli argomenti più tosti il primo anno?
-é vera la diceria che dal secondo anno in poi essendosi abituati le cose risultano un po' più semplici?
-avete consigli per superare lo scoglio inziale dovuto ai miei sudati 5 anni di classico che non mi hanno dato mezza base? (Sto facendomi da solo già da ora tutto il programma)
Se risponderete a queste 193871 domande penso vi porterò personalmente a casa della cioccolata... GRAZIE!

Mi piacerebbe avere qualche informazione su come si vive all'università: calcolate che io mi iscriverò a fisica a Pisa.
Partiamo:
-cosa succede se non supero un esame?
-se nel primo semestre ho sia analisi 1 e 2 sia fisica come é possibile avere gli strumenti matematici necessari per fare fisica se ancora li devo studiare in analisi?
-quanto tempo passate solitamente sui libri ESCLUSE le lezioni?
-cosa si fa in laboratorio?
-quali saranno gli argomenti più tosti il primo anno?
-é vera la diceria che dal secondo anno in poi essendosi abituati le cose risultano un po' più semplici?
-avete consigli per superare lo scoglio inziale dovuto ai miei sudati 5 anni di classico che non mi hanno dato mezza base? (Sto facendomi da solo già da ora tutto il programma)
Se risponderete a queste 193871 domande penso vi porterò personalmente a casa della cioccolata... GRAZIE!
Risposte
Io sostengo che un metodo di studio valido per tutti non esista. Lo studio è una faccenda molto personale e può essere molto difficile se non impossibile adeguarlo a degli standard. Però, ripeto, lo studio rende a prescindere da tutto. La validità del metodo al limite è uno dei fattori che aumenta la possibilità di vederlo rendere fin da subito. Con le materie scientifiche è semplicemente molto più esplicito ed evidente l'effetto delle lacune.
@ Haldosax: Io sinceramente non concordo sulla questione degli esercizi. Teoria ed esercizi vanno fatti parallelamente. Nel limite del possibile ovviamente, non puoi fare un esercizio su qualcosa che non hai ancora studiato. Però non sempre gli esercizi vengono da sé come dici tu e penso che gli esercizi stessi possano illuminare alcuni aspetti della teoria.
La questione del bloccare cambia da università ad università. Ovviamente fare analisi II prima di analisi I ha poco senso ma ci sono università in cui è teoricamente possibile.
La questione del bloccare cambia da università ad università. Ovviamente fare analisi II prima di analisi I ha poco senso ma ci sono università in cui è teoricamente possibile.
"Haldosax":
poi quando sbatti molte volte la testa contro il muro vedi la luce e la mente si schiude e capisci tutto.
Non sempre avviene, anzi, ci possono essere periodi (a seconda dei problemi personali, oppure es. problemi familiari, incertezze sul futuro ecc.) in cui non avviene per niente ed è meglio lasciar perdere davanti alle sistematiche difficoltà di comprensione senza insistere, per una questione di salute mentale e rischio di farsi tentare dall'abbandono.
"Haldosax":
-quali saranno gli argomenti più tosti il primo anno?
Io ho trovato particolarmente complicato analisi 1. Ma ognuno ha la sua croce
La difficoltà degli esami dipende anche dall'approccio all'Università intesa come istituzione. Se imposti la preparazione in funzione delle domande più frequenti e degli esercizi del professore allora noterai che l'esame è molto più facile che se lo imposti in funzione della tua preparazione e curiosità accademica, studiando tutto il programma e addirittura approfondendolo. Naturalmente io consiglio il secondo approccio, che però può comportare il fuoricorso, specialmente in caso, come spesso accade, di notevoli lacune matematiche iniziali.
"Haldosax":
Ps Prima di gettarti sugli esercizi studia bene la teoria e gli esercizi verranno da sè
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Non funziona con tutti e sempre e anche qui, va a periodi. Ci sono periodi, assimilabili a stati depressivi pieni di incertezze e insicurezze, in cui pur studiando bene la teoria non si azzecca un esercizio che sia uno, pur avendo solidissime basi matematiche. Lo dico per esperienza.
Lo studio non sempre rende subito, ma prima o poi rende, a prescindere. Io suggerirei sostanzialmente a Andrew di seguire i propri ritmi se pur studiando vede che le cose non vanno come vorrebbe e come dovrebbero da programma, sforzandosi sì (questo è fondamentale per migliorarsi) ma senza mai arrivare allo sforzo patologico, pericoloso per il futuro. Insomma, un anno di fuoricorso può anche essere positivo se permette una preparazione maggiore.
Ciao Andrew960, aggiungo solo piccole cose, perchè le risposte date sono state molto esaurienti. Io sono un studente al terzo anno di fisica a Milano.
-cosa succede se non supero un esame?
Da noi se non passi l'esame di fisica 1 (Meccanica Newtoniana) non puoi dare l'esame ti termodinamica al secondo anno.
Se non passi analisi 1 non puoi dare analisi 2 e 3. Altri esami invece non sono propedeutici a nessun'altro esame, di conseguenza rimani solo indietro e gli esami si accumulano. Ti suggerisco di guardare bene il piano di studio e verificare quali siano gli esami con propedeuticità e passare prima quelli.
-se nel primo semestre ho sia analisi 1 e 2 sia fisica come é possibile avere gli strumenti matematici necessari per fare fisica se ancora li devo studiare in analisi?
Gli strumenti te li forniscono i professori senza fare troppe considerazioni sulle proprietà delle funzioni, degli insiemi etc. Queste cose si approfondiscono durante i corsi di analisi. Per esperienza personale alcune volte all'inizio non capisci assolutamente nulla, mi è capitato soprattutto con l'esame di elettromagnetismo, e poi quando sbatti molte volte la testa contro il muro vedi la luce e la mente si schiude e capisci tutto.
-quanto tempo passate solitamente sui libri ESCLUSE le lezioni?
Molto personale, io per esempio che sono uno studente pendolare avendo poche ore disponibili durante il giorno utilizzo tutte quelle disponibili, all'incirca 4. Ma a parere mio ne servirebbero di più. Studia il più possibile sfruttando ogni ora libera.
-cosa si fa in laboratorio?
Dipende dal corso e dall'università, al primo anno ho fatto i seguenti esperimenti:
-Determinazione di g con l'utilizzo di un pendolo
-Determinazione della costante elastica di una molla
-Determinazione della costante elastica di una corda
-Onde sonore, esperimento con il tubo di Kundt
-Onde luminose
Al secondo anno
-Polarimetria
-Diffrazione
-Interferenza
-Misura della velocità della luce
Al terzo anno da noi ci sono diversi laboratori tra cui scegliere, io ho fatto spettroscopia gamma, calibrazione e uilizzo di rilevatori di radiazione gamma.
-quali saranno gli argomenti più tosti il primo anno?
Io ho trovato particolarmente complicato analisi 1. Ma ognuno ha la sua croce
-é vera la diceria che dal secondo anno in poi essendosi abituati le cose risultano un po' più semplici?
Ni, è vero che sei già entrato un pò nell'ottica ma gli argomenti diventano sempre più complessi, per farti un esempio da noi in fisica 1 al primo anno risolvi semplici integrali e equazioni di secondo grado. Al secondo anno c'è elettromagnetismo che per risolvere gli esercizi devi integrare in tre dimensioni, utilizzare flussi e altre cose abbastanza complicate, e meccanica quantistica con una matematica e fisica tutta sua non facilmente capibile.
-avete consigli per superare lo scoglio inziale dovuto ai miei sudati 5 anni di classico che non mi hanno dato mezza base?
Per questa domanda ti consiglio di consolidare bene la matematica, guardando i programmi per un liceo scientifico. Ma non ti disperare conosco parecchi ragazzi/e che hanno fatto il classico e poi sono passati/e a fisica e hanno superato bellamente quelli dello scientifico.
Ps Prima di gettarti sugli esercizi studia bene la teoria e gli esercizi verranno da sè
-cosa succede se non supero un esame?
Da noi se non passi l'esame di fisica 1 (Meccanica Newtoniana) non puoi dare l'esame ti termodinamica al secondo anno.
Se non passi analisi 1 non puoi dare analisi 2 e 3. Altri esami invece non sono propedeutici a nessun'altro esame, di conseguenza rimani solo indietro e gli esami si accumulano. Ti suggerisco di guardare bene il piano di studio e verificare quali siano gli esami con propedeuticità e passare prima quelli.
-se nel primo semestre ho sia analisi 1 e 2 sia fisica come é possibile avere gli strumenti matematici necessari per fare fisica se ancora li devo studiare in analisi?
Gli strumenti te li forniscono i professori senza fare troppe considerazioni sulle proprietà delle funzioni, degli insiemi etc. Queste cose si approfondiscono durante i corsi di analisi. Per esperienza personale alcune volte all'inizio non capisci assolutamente nulla, mi è capitato soprattutto con l'esame di elettromagnetismo, e poi quando sbatti molte volte la testa contro il muro vedi la luce e la mente si schiude e capisci tutto.
-quanto tempo passate solitamente sui libri ESCLUSE le lezioni?
Molto personale, io per esempio che sono uno studente pendolare avendo poche ore disponibili durante il giorno utilizzo tutte quelle disponibili, all'incirca 4. Ma a parere mio ne servirebbero di più. Studia il più possibile sfruttando ogni ora libera.
-cosa si fa in laboratorio?
Dipende dal corso e dall'università, al primo anno ho fatto i seguenti esperimenti:
-Determinazione di g con l'utilizzo di un pendolo
-Determinazione della costante elastica di una molla
-Determinazione della costante elastica di una corda
-Onde sonore, esperimento con il tubo di Kundt
-Onde luminose
Al secondo anno
-Polarimetria
-Diffrazione
-Interferenza
-Misura della velocità della luce
Al terzo anno da noi ci sono diversi laboratori tra cui scegliere, io ho fatto spettroscopia gamma, calibrazione e uilizzo di rilevatori di radiazione gamma.
-quali saranno gli argomenti più tosti il primo anno?
Io ho trovato particolarmente complicato analisi 1. Ma ognuno ha la sua croce
-é vera la diceria che dal secondo anno in poi essendosi abituati le cose risultano un po' più semplici?
Ni, è vero che sei già entrato un pò nell'ottica ma gli argomenti diventano sempre più complessi, per farti un esempio da noi in fisica 1 al primo anno risolvi semplici integrali e equazioni di secondo grado. Al secondo anno c'è elettromagnetismo che per risolvere gli esercizi devi integrare in tre dimensioni, utilizzare flussi e altre cose abbastanza complicate, e meccanica quantistica con una matematica e fisica tutta sua non facilmente capibile.
-avete consigli per superare lo scoglio inziale dovuto ai miei sudati 5 anni di classico che non mi hanno dato mezza base?
Per questa domanda ti consiglio di consolidare bene la matematica, guardando i programmi per un liceo scientifico. Ma non ti disperare conosco parecchi ragazzi/e che hanno fatto il classico e poi sono passati/e a fisica e hanno superato bellamente quelli dello scientifico.
Ps Prima di gettarti sugli esercizi studia bene la teoria e gli esercizi verranno da sè






Se l'unico modo per passare un esame è impararsi diecimila esercizi e teoremi a memoria non può che esserci qualcosa che non funziona. Chi è intelligente lo capisce subito e potrebbe a quel punto, nel suo caso, intervenire una componente di inconscio auto-sabotaggio (tradotto: il classico "ma chi me lo fa fare"). Impossibile dimostrare di chi sia la colpa, probabilmente sia lo studente che il docente, in modi diversi, hanno la loro ragione e sono i responsabili della situazione, un perfetto esempio di equilibrio stabile (la classica impasse accademica che fuori dall'Italia termina quasi sempre nell'abbandono forzato da parte dell'istituzione, ma che in Italia termina quasi sempre con l'abbandono volontario o il fuoricorso estremo, e che ti auguro con tutto il mio cuore di non trovarti a sperimentare, perché è veramente devastante dal lato psicologico, soprattutto se sei convinto della scelta del corso).
La mia professoressa di fisica (dottoressa in astrofisica) ha dato 4 volte fisica 2, quindi presumo che sia un esame della Madonna. Se hai studiato le cose devono venì per forza! Se non vengono forse (parlo da profano) non hai studiato in modo adeguato (non tanto, bene, che é diverso). Forse, sempre da profano, potresti concentrarti sulla parte pratica cosí da evitare dolori futuri. Sono sicuro che ti basterà poco per andare bene

Sono arrivato a metà esami con la media del 26 (se avessi completamente tralasciato gli esami che mi davano problemi sarebbe stata molto più alta) sei esami su sette del primo anno e quattro su sette del secondo, giudica tu se dovrei smettere o no, il problema ce l'ho con Analisi 2 e Fisica 2 e in generale quattro esami a contenuto matematico spinto con le pagine degli appunti traboccanti di derivate parziali, equazioni differenziali, vettori e integrali, quegli esami mi hanno letteralmente bloccato. Per mesi studio tutto (ho studiato tutto) ma poi incontro sempre difficoltà con gli esercizi e dopo ore di tentativi vari mi deprimo, finisco per perdere la voglia e fare altro, sempre. Dimmi tu se per quattro esami si può buttare via una laurea... se fai fisica potresti ritrovarti ad affrontare anche tu momenti simili...
Attualmente sto messo più o meno così: vorrei dedicare la mia vita alla Chimica ma la Matematica finora me lo ha impedito e continua ad impedirmelo. È veramente terribile, sto avendo continui sbalzi di umore.
Attualmente sto messo più o meno così: vorrei dedicare la mia vita alla Chimica ma la Matematica finora me lo ha impedito e continua ad impedirmelo. È veramente terribile, sto avendo continui sbalzi di umore.
Credo fondamentalmente che il "problema" psicologico tu ce l'abbia perché sei una persona insicura. Ma credo anche che tu non debba abbatterti, se tu hai studiato il tuo dovere l'hai fatto, conta quello.
Se non riesci a passare nessun esame forse non sei fatto per una facoltà scientifica, e anche se so che buttare via soldi e tempo non é piacevole forse dovresti smettere. Se invece credi che questa sia la tua strada allora FAI QUESTO e basta, le soddisfazioni arriveranno, visto che hai studiato.
Magari l'anno prossimo io arrivo lí e mi annientano, però la mia vita io la voglio dedicare alla scienza, dunque non mi preoccupo. Al massimo tornerò alla mia idea di fare epistemologia
Se non riesci a passare nessun esame forse non sei fatto per una facoltà scientifica, e anche se so che buttare via soldi e tempo non é piacevole forse dovresti smettere. Se invece credi che questa sia la tua strada allora FAI QUESTO e basta, le soddisfazioni arriveranno, visto che hai studiato.
Magari l'anno prossimo io arrivo lí e mi annientano, però la mia vita io la voglio dedicare alla scienza, dunque non mi preoccupo. Al massimo tornerò alla mia idea di fare epistemologia

Cosa succede se non supero un esame?
Più che l'aspetto pratico, è rilevante il potenziale aspetto psicologico della questione.
Provo a spiegartelo io, che per colpa degli esami sto soffrendo, che sono diplomato presso un liceo scientifico tecnologico e studio Chimica Industriale.
Se è un solo esame, nulla a prescindere, ci farai il callo. Se non lo passi perché ti rendi conto di aver passato i giorni a far baldoria invece di studiare, assolutamente nulla. Uguale se per lo stesso motivo hai saltato un'intera sessione.
Se non passi più di un esame in stile Analisi 2 e Fisica 2 e mesi prima, dopo aver seguito tutte le lezioni, hai studiato tutto il libro di teoria con la voglia di apprendere e con curiosità, e poi ti metti a fare gli esercizi e non riesci a impostarne nemmeno uno pur avendo il libro della teoria a fianco e poi vai a fare l'esame e pur concentrandoti non riesci a risolvere un esercizio che sia uno, allora è un problema.
Cominci a dubitare fortemente delle tue capacità, ridimensioni notevolmente le tue aspettative lavorative e il rischio di abbandonare l'università diventa altissimo. A un certo punto smetti pure di studiare, perché senti di aver fatto tutto quello che potevi da solo e in genere il mancato superamento degli esami scoglio ti impedisce di sostenerne altri, spesso quelli dell'ultimo anno, da regolamento. Rischi di diventare depresso. Mi sono salvato dalla depressione grazie a una persona splendida che mi sta facendo da tutor, grazie a vari hobbies e alla palestra.
Poi conosco anche chi, a questo punto, comincia a ignorare beatamente i suoi insuccessi e entra in una modalità simil-fuoricorso a vita, ma quello che ho descritto è praticamente quello che sta succedendo a me.
Purtroppo sembra che io, quando studio la matematica, non possa fare a meno di provare un fortissimo senso di vulnerabilità mista a impotenza, stanchezza e depressione. È sempre stato così ed è più forte di me.
Più che l'aspetto pratico, è rilevante il potenziale aspetto psicologico della questione.
Provo a spiegartelo io, che per colpa degli esami sto soffrendo, che sono diplomato presso un liceo scientifico tecnologico e studio Chimica Industriale.
Se è un solo esame, nulla a prescindere, ci farai il callo. Se non lo passi perché ti rendi conto di aver passato i giorni a far baldoria invece di studiare, assolutamente nulla. Uguale se per lo stesso motivo hai saltato un'intera sessione.
Se non passi più di un esame in stile Analisi 2 e Fisica 2 e mesi prima, dopo aver seguito tutte le lezioni, hai studiato tutto il libro di teoria con la voglia di apprendere e con curiosità, e poi ti metti a fare gli esercizi e non riesci a impostarne nemmeno uno pur avendo il libro della teoria a fianco e poi vai a fare l'esame e pur concentrandoti non riesci a risolvere un esercizio che sia uno, allora è un problema.
Cominci a dubitare fortemente delle tue capacità, ridimensioni notevolmente le tue aspettative lavorative e il rischio di abbandonare l'università diventa altissimo. A un certo punto smetti pure di studiare, perché senti di aver fatto tutto quello che potevi da solo e in genere il mancato superamento degli esami scoglio ti impedisce di sostenerne altri, spesso quelli dell'ultimo anno, da regolamento. Rischi di diventare depresso. Mi sono salvato dalla depressione grazie a una persona splendida che mi sta facendo da tutor, grazie a vari hobbies e alla palestra.
Poi conosco anche chi, a questo punto, comincia a ignorare beatamente i suoi insuccessi e entra in una modalità simil-fuoricorso a vita, ma quello che ho descritto è praticamente quello che sta succedendo a me.
Purtroppo sembra che io, quando studio la matematica, non possa fare a meno di provare un fortissimo senso di vulnerabilità mista a impotenza, stanchezza e depressione. È sempre stato così ed è più forte di me.
I voti dei singoli esami sono in trentesimi (più eventualmente la lode). 110 e lode (con menzione) è il voto massimo con cui puoi uscire dalla laurea.
Per quanto riguarda gli errori di calcolo dipende dai professori. In un orale conta poco o niente, ma è raro che ti vengano chiesti veri e propri calcoli durante un orale. In uno scritto può benissimo contare parecchio. Insomma è meglio se fai attenzione.
Tieni conto che gli esercizi in un compito di matematica possono essere sia teorici che pratici. Gli esercizi teorici possono essere molti diversi l'uno dall'altro e in genere richiedono di conoscere bene la teoria, aver capito i teoremi e avere una certa idea di cosa sia una dimostrazione e come vada impostata. Gli esercizi pratici, più comuni nei primi corsi, molto rari dopo i primi anni, servono a creare certi automatismi. Esempi di questi tipo sono risolvere limiti, calcolare le soluzioni di sistemi lineari, calcolare derivate ed integrali, trovare massimi e minimi e cose simili. Nota che ci sono anche delle vie di mezzo. In cui cioè il punto focale è un certo calcolo ma devi anche dimostrare che certe condizioni siano soddisfatte prima di farli.
Per quanto riguarda gli errori di calcolo dipende dai professori. In un orale conta poco o niente, ma è raro che ti vengano chiesti veri e propri calcoli durante un orale. In uno scritto può benissimo contare parecchio. Insomma è meglio se fai attenzione.
Tieni conto che gli esercizi in un compito di matematica possono essere sia teorici che pratici. Gli esercizi teorici possono essere molti diversi l'uno dall'altro e in genere richiedono di conoscere bene la teoria, aver capito i teoremi e avere una certa idea di cosa sia una dimostrazione e come vada impostata. Gli esercizi pratici, più comuni nei primi corsi, molto rari dopo i primi anni, servono a creare certi automatismi. Esempi di questi tipo sono risolvere limiti, calcolare le soluzioni di sistemi lineari, calcolare derivate ed integrali, trovare massimi e minimi e cose simili. Nota che ci sono anche delle vie di mezzo. In cui cioè il punto focale è un certo calcolo ma devi anche dimostrare che certe condizioni siano soddisfatte prima di farli.
Perfetto, smetto di assilarvi. Ancora grazie mille!
E adesso ti dico come la vedo io: si va a lezione, se sei al passo e soprattutto hai dato in anticipo una lettura alla lezione del giorno, comprendi perferttamente quel che viene spiegato. Se la matematica ti diverte, la lezione di conseguenza.
Se invece alcuni concetti non sono stati assimilati bene, si possono perdere diversi passaggi (come è stato detto, si tratta principalmente di teoria e dimostrazioni), o addirittura si potrebbe non capire nulla di ciò che si sta facendo.
Poi a casa bisogna suddividere il lavoro: una parte consiste nel ripassare questa teoria, nell'imparare e capire le dimostrazioni ecc... l'altra nei "classici" (e anche meno classici) esercizi sui quali comunque si fa fortemente uso dei vari teoremi.
E poi è meglio fare pochi esercizi tutti diversi che troppi esercizi tutti uguali anche perché il tempo non è così tanto: oltre ad analisi bisogna studiare contemporaneamente geometria e fisica.
In altre parole, l'università è un calvario.. ma si può far diventare piacevole.
I professori fanno quel mestiere perché sono pagati e sarebbe il minimo che rispondessero alle domande degli studenti anche durante la lezione. Inoltre esistono i ricevimenti fuori dall'orario di lezione nei quali si incontra il prof nel suo ufficio e gli si fanno domande se qualcosa non è chiaro.
Non è come si può pensare all'inizio: non sono macchine per uccidere (a parte che agli esami); alcuni cercano di interagire il più possibile con gli studenti durante la lezione.
Per il fatto degli errori di calcolo non ti so dire sinceramente, diciamo che in fisica se uno sa il fatto suo di solito si accorge, giunto alla soluzione (o se vi giunga o meno), che c'è qualcosa che non torna.
Magari mi sbaglierò, ma lo vedo un problema secondario e facilmente superabile.
Se invece alcuni concetti non sono stati assimilati bene, si possono perdere diversi passaggi (come è stato detto, si tratta principalmente di teoria e dimostrazioni), o addirittura si potrebbe non capire nulla di ciò che si sta facendo.
Poi a casa bisogna suddividere il lavoro: una parte consiste nel ripassare questa teoria, nell'imparare e capire le dimostrazioni ecc... l'altra nei "classici" (e anche meno classici) esercizi sui quali comunque si fa fortemente uso dei vari teoremi.
E poi è meglio fare pochi esercizi tutti diversi che troppi esercizi tutti uguali anche perché il tempo non è così tanto: oltre ad analisi bisogna studiare contemporaneamente geometria e fisica.
In altre parole, l'università è un calvario.. ma si può far diventare piacevole.
I professori fanno quel mestiere perché sono pagati e sarebbe il minimo che rispondessero alle domande degli studenti anche durante la lezione. Inoltre esistono i ricevimenti fuori dall'orario di lezione nei quali si incontra il prof nel suo ufficio e gli si fanno domande se qualcosa non è chiaro.
Non è come si può pensare all'inizio: non sono macchine per uccidere (a parte che agli esami); alcuni cercano di interagire il più possibile con gli studenti durante la lezione.
Per il fatto degli errori di calcolo non ti so dire sinceramente, diciamo che in fisica se uno sa il fatto suo di solito si accorge, giunto alla soluzione (o se vi giunga o meno), che c'è qualcosa che non torna.
Magari mi sbaglierò, ma lo vedo un problema secondario e facilmente superabile.
Ah, ok, grazie.
Mi chiedevo, vista la complessità della matematica che farò, come sono visti dei banali errori di calcolo? Mi spiego, faccio un esercizio da 110 e lode ma, moltiplicando, faccio un errore. L'esercizio é invalidato? (Mi preoccupa perché a volte mi capita di fare esercizi perfetti e di sbagliare una piccolezza che mi fa scrivere il risultato sbagliato)
Mi chiedevo, vista la complessità della matematica che farò, come sono visti dei banali errori di calcolo? Mi spiego, faccio un esercizio da 110 e lode ma, moltiplicando, faccio un errore. L'esercizio é invalidato? (Mi preoccupa perché a volte mi capita di fare esercizi perfetti e di sbagliare una piccolezza che mi fa scrivere il risultato sbagliato)
Io in genere capisco le cose dette a lezione, a patto, si intende, di avere capito ciò che viene prima. Comunque per vari, nel primo anno, è come dici tu. Dipende molto da quanto sei portato, da quanto ascolti e dai tuoi prerequisiti. Se hai persone più preparate che ti possono aiutare è ovviamente meglio, ma in fin dei conti devi capire tu. Comunque molti di quelli che si iscrivono a facoltà scientifiche non si preparano minimamente all'università.
Fare le domande al professore è visto mediamente bene dal professore, ma non è apprezzato da tutti i compagni di classe. Sinceramente non ho mai capito perché. Immagino che sia legato al fatto che molti copiano dalla lavagna o quasi e le domande gli scombussolano gli appunti. Detto questo, in genere a fare domande sono gli studenti migliori, anche perché è difficile fare domande serie se non hai capito. Insomma, il più delle alzate di mano a matematica sono per correggere il professore, analizzare casi particolari, chiedere chiarimenti su passaggi di dimostrazioni o sul perché il professore non ha usato metodi alternativi. Se tu non hai capito in genere non fai domande; la prassi che conviene seguire consiste nel provare a studiarsi quella parte sul libro e con l'aiuto dei compagni e nel caso andare a ricevimento dal professore. Alcune domande vengono fatte a fine lezione, in ‘privato’. In alcuni casi, il professore può rispondere alla tua domanda dicendoti che ti risponderà dopo la lezione.
Fare le domande al professore è visto mediamente bene dal professore, ma non è apprezzato da tutti i compagni di classe. Sinceramente non ho mai capito perché. Immagino che sia legato al fatto che molti copiano dalla lavagna o quasi e le domande gli scombussolano gli appunti. Detto questo, in genere a fare domande sono gli studenti migliori, anche perché è difficile fare domande serie se non hai capito. Insomma, il più delle alzate di mano a matematica sono per correggere il professore, analizzare casi particolari, chiedere chiarimenti su passaggi di dimostrazioni o sul perché il professore non ha usato metodi alternativi. Se tu non hai capito in genere non fai domande; la prassi che conviene seguire consiste nel provare a studiarsi quella parte sul libro e con l'aiuto dei compagni e nel caso andare a ricevimento dal professore. Alcune domande vengono fatte a fine lezione, in ‘privato’. In alcuni casi, il professore può rispondere alla tua domanda dicendoti che ti risponderà dopo la lezione.
Che figo! Amo la teoria (anche se non so un tubo della matematica universitaria)
"Andrew960":
Allora già che ci siete spiegatemi che significa fare matematica all'università...
Vi spiego come la vedo e voi mi dite se si discosta dalla realtà: si fa lezione, non ci si capisce molto, si smadonna con i compagni (avrò altri 2 amici che fanno fisica con me e uno é un genio allo scientifico quindi mi può aiutare), si smadonna da soli a casa, si fanno 450 esercizi e si apprende il metodo. Sbaglio?
Fare domande al professore durante la lezione equivale a essere fucilati? Grazie
Fare 450 esercizi e apprendere il metodo (presumo "di risoluzione") sembra essere il tuo obiettivo finale. Sbagliato. Il grosso dei corsi (ed esami) di matematica sarà costituito dalla teoria. Dovrai studiarti le definizioni e i teoremi, saperli incastrare tra loro, e saper dimostrare quasi tutto il dimostrabile del corso.
Allora già che ci siete spiegatemi che significa fare matematica all'università...
Vi spiego come la vedo e voi mi dite se si discosta dalla realtà: si fa lezione, non ci si capisce molto, si smadonna con i compagni (avrò altri 2 amici che fanno fisica con me e uno é un genio allo scientifico quindi mi può aiutare), si smadonna da soli a casa, si fanno 450 esercizi e si apprende il metodo. Sbaglio?
Fare domande al professore durante la lezione equivale a essere fucilati? Grazie
Vi spiego come la vedo e voi mi dite se si discosta dalla realtà: si fa lezione, non ci si capisce molto, si smadonna con i compagni (avrò altri 2 amici che fanno fisica con me e uno é un genio allo scientifico quindi mi può aiutare), si smadonna da soli a casa, si fanno 450 esercizi e si apprende il metodo. Sbaglio?
Fare domande al professore durante la lezione equivale a essere fucilati? Grazie

Ti dico un'altra cosa. Parlando di matematica, questa tua preparazione/recupero di adesso consiste nel colmare le lacune dei concetti che una voltà lì, nonostante ripresi, vengono dati per sufficientemente noti. Questo significa che molte cose si faranno velocemente: per esempio, vengono formalmente introdotte le funzioni goniometriche... in mezz'ora di lezione; un altro esempio è che non ci sarà il "compito in classe" sulle derivate che consiste nel calcolare la derivata di qualche funzioncina elementare, perché lì non è come alle superiori in cui un concetto è fine a se stesso (e quindi ci si esercita abbastanza) perché richiesto dal programma ministeriale; ci sarà tutto un altro ritmo in quanto ogni lezione ti insegna cose fondamentali per quelle successive, così fino alla fine per "completare" (si fa per dire...) la teoria matematica che serve a un fisico.
In altre parole, voglio dire anche se è ovvio, che lo scopo dello studio della matematica all'università, in un corso di fisica, è molto diverso da quello delle superiori e quindi anche il modo di affrontarlo (e di prepararsi ad affrontarlo) deve essere adeguato di conseguenza. Non è una materia optional.
Ho scritto cose inutili, ma ciò che volevo in realtà aggiungere è che questa preparazione che stai facendo oltre a consistere nel colmare le lacune concettuali, dovrebbe in teoria essere effettuata per imparare o abituarsi al "metodo matematico".
[[Cos'è il "metodo matematico"? Non lo so, forse non esiste. Con questo termine io intendo il "saper fare matematica" che quando sono arrivato all'università ho scoperto con rammarico di non avere. Perché "saper fare matematica" non significa risolvere meccanicamente gli esercizi o, magari, risolverne qualcuno che richiede un po' più di ragionamento o conoscere in maniera superficiale tanti argomenti .
Non si può spiegare a parole; ammesso che non sia una cosa mia personale, forse capirai cosa intendo una volta lì.]]
In pratica, però, non c'è modo migliore che durante i corsi universitari per imparare questo metodo, forse molto difficilmente si può farlo da soli (e chiaramente non in qualche mese visto che richiede anni).
Quindi siamo tornati al punto di partenza in cui tutto ciò che ora ho scritto funge esclusivamente da parentesi; ed anzi, essendo un asinello in matematica mi sono permesso di discutere di cose che probabilmente non hanno senso.
Spero che una volta che i tempi stringeranno avrai la follia di scegliegliere effettivamente fisica (in realtà trovo più folle fare filosofia).
Infine, ne approfitto per ringraziare vict del suggerimento.
In altre parole, voglio dire anche se è ovvio, che lo scopo dello studio della matematica all'università, in un corso di fisica, è molto diverso da quello delle superiori e quindi anche il modo di affrontarlo (e di prepararsi ad affrontarlo) deve essere adeguato di conseguenza. Non è una materia optional.
Ho scritto cose inutili, ma ciò che volevo in realtà aggiungere è che questa preparazione che stai facendo oltre a consistere nel colmare le lacune concettuali, dovrebbe in teoria essere effettuata per imparare o abituarsi al "metodo matematico".
[[Cos'è il "metodo matematico"? Non lo so, forse non esiste. Con questo termine io intendo il "saper fare matematica" che quando sono arrivato all'università ho scoperto con rammarico di non avere. Perché "saper fare matematica" non significa risolvere meccanicamente gli esercizi o, magari, risolverne qualcuno che richiede un po' più di ragionamento o conoscere in maniera superficiale tanti argomenti .
Non si può spiegare a parole; ammesso che non sia una cosa mia personale, forse capirai cosa intendo una volta lì.]]
In pratica, però, non c'è modo migliore che durante i corsi universitari per imparare questo metodo, forse molto difficilmente si può farlo da soli (e chiaramente non in qualche mese visto che richiede anni).
Quindi siamo tornati al punto di partenza in cui tutto ciò che ora ho scritto funge esclusivamente da parentesi; ed anzi, essendo un asinello in matematica mi sono permesso di discutere di cose che probabilmente non hanno senso.
Spero che una volta che i tempi stringeranno avrai la follia di scegliegliere effettivamente fisica (in realtà trovo più folle fare filosofia).
Infine, ne approfitto per ringraziare vict del suggerimento.
Ahahahahahaah se abbiamo fatto trigonometria? Come no!? Lasciano perdere che é meglio...
Comunque ho già ordinato una settimana fa "Matematica per i percorsi" così da recuperare...
Spero di farcela, al massimo torno alla mia amata filosofia che adoro quanto fisica...
Comunque ho già ordinato una settimana fa "Matematica per i percorsi" così da recuperare...
Spero di farcela, al massimo torno alla mia amata filosofia che adoro quanto fisica...
Per quanto sia già stato detto molto, mi permetterei di fare una considerazione personale.
Frequento ora il secondo anno di Matematica, e arrivo da un Liceo Classico. Forse per Fisica è diverso, ma a Matematica i concetti vengono ripresi dalla base assoluta, quindi non servono grandi prerequisiti (certo, non si riprenderà trigonometriae calcolo letterale, ma queste basi sono certo che il Liceo te le abbia fornite). Ma la verità è che mi sono trovato molto meglio di tanti colleghi provenienti dal Liceo Scientifico, e ho trovato più spiegazioni per questo fenomeno.
A mio parere, il metodo di studio che il Liceo Classico (se fatto bene) ha il potere di inculcarti è fondamentale: all' università nessuno ti aspetterà, ti spingerà a fare i compiti, ti punirà se manchi nello studio, ma sarai abbandonato a te stesso. Per quanto mi riguarda, mi era stato ampiamente insegnato al Liceo, quella che si chiama "l'arte di arrangiarsi".
Inoltre, usciti da un Liceo si può avere una preparazione matematica e fisica indegna, come la maggior parte dei miei ex compagni di classe, oppure avere una preparazione che permette di affrontare una facoltà scientifica senza sentirsi inferiori mai. E proprio di metodo si tratta: si è spinti a fare meglio di quanto è minimamente richiesto per il compito in classe, e se ne sente il bisogno. Insomma, si è responsabilizzati fin dalla I liceo, si è trattati da adulti, e in questo tutti i miei vecchi compagni si ritrovano.
Frequento ora il secondo anno di Matematica, e arrivo da un Liceo Classico. Forse per Fisica è diverso, ma a Matematica i concetti vengono ripresi dalla base assoluta, quindi non servono grandi prerequisiti (certo, non si riprenderà trigonometriae calcolo letterale, ma queste basi sono certo che il Liceo te le abbia fornite). Ma la verità è che mi sono trovato molto meglio di tanti colleghi provenienti dal Liceo Scientifico, e ho trovato più spiegazioni per questo fenomeno.
A mio parere, il metodo di studio che il Liceo Classico (se fatto bene) ha il potere di inculcarti è fondamentale: all' università nessuno ti aspetterà, ti spingerà a fare i compiti, ti punirà se manchi nello studio, ma sarai abbandonato a te stesso. Per quanto mi riguarda, mi era stato ampiamente insegnato al Liceo, quella che si chiama "l'arte di arrangiarsi".
Inoltre, usciti da un Liceo si può avere una preparazione matematica e fisica indegna, come la maggior parte dei miei ex compagni di classe, oppure avere una preparazione che permette di affrontare una facoltà scientifica senza sentirsi inferiori mai. E proprio di metodo si tratta: si è spinti a fare meglio di quanto è minimamente richiesto per il compito in classe, e se ne sente il bisogno. Insomma, si è responsabilizzati fin dalla I liceo, si è trattati da adulti, e in questo tutti i miei vecchi compagni si ritrovano.