Che sbocchi lavorativi ha una laurea in matematica?

Sk_Anonymous
Chiedo a voi che sicuramente ne sapete qualcosa... ma che opportunità lavorative concrete offre una laurea in matematica?
La mia prof di matematica del liceo stava sempre a lamentarsi che doveva scegliere un'altra facoltà,che la matematica non offre nessuna possibilità lavorativa... ha ragione?
thx

Risposte
Francesco712
Anch'io porto la mia esperienza personale, risalente ad un po' di anni fa. La cosa più negativa che ho riscontrato è stata il disinteresse delle varie aziende verso matematica (e più in generale per le lauree scientifiche) a netto vantaggio di quelle tecniche. Insomma per loro la cosa importante era la conoscenza tecnica di quello o quell'altro, conoscenza che uno doveva già avere da sé. Parlo di parecchi anni fa, degli incontri con i laureati del 2000/2001 a cui ho partecipato portando il mio curriculum (che suscitò pochissimo interesse).

Luca.Lussardi
Purtroppo hai ragione: in Italia ormai in quasi tutti i concorsi per l'ammissione al dottorato passano prima di tutto gli interni.

PincoPallino871
"Luca.Lussardi":
Sul fatto di dare una risposta in realtà stiamo confrontando due posizioni lavorative distinte: da una parte, in Italia, si parla di lavori all'esterno dell'università, invece a Zurigo si sta parlando di un dottorato. Anche in Italia se avessi fatto un concorso per il dottorato avresti saputo l'esito, per legge.


Hai perfettamente ragione :-D Infatti avevo vinto un posto anche in Italia e il fatto mi era ovviamente stato notificato. In ogni caso, a prescindere da cosa dice la legge, far sapere l'esito di una application - anche con una mail automatizzata - mi sembra davvero il minimo.

EDIT: per non parlare poi della serieta' dei concorsi di dottorato. In sei anni di universita', sono stato testimone piu' o meno diretto di prove d'esame palesemente ad personam.

"Anisocoro":
Le assicurazioni sono,anche loro, in un periodo di ristrettezze ed esiste la tendenza a ridurre il personale,piuttosto che ad assumere, il volume di lavoro è minore e il numero di impiegati, dirigenti ed analisti è già forse superiore alle necessità.


Allora che non stiano a far perdere tempo alla gente con colloqui-farsa. E, soprattutto, se vogliono che una persona lavori per loro, sarebbe il caso di proporre un contratto decente, non stage che non permettono neppure di affittarsi una camera doppia e di pagarsi le bollette senza l'aiuto di mamma o papa'. Pretendo forse troppo? :?

Anisocoro
Da noi è anche un periodo piuttosto difficile sotto l'aspetto economico e, per una strana coincidenza di circostanze, vi è più richiesta di lavori e lavoratori non molto qualificati rispetto a posizioni di vertice in quanto a competenze,come potrebbe essere una che richiede la laurea in Matematica.
Le assicurazioni sono,anche loro, in un periodo di ristrettezze ed esiste la tendenza a ridurre il personale,piuttosto che ad assumere, il volume di lavoro è minore e il numero di impiegati, dirigenti ed analisti è già forse superiore alle necessità.
C'è anche da dire che certe mansioni sono anche delegabili, esistono studi professionali di statistici in molte parti del Mondo che offrono questo servizio

Luca.Lussardi
Sul fatto di dare una risposta in realtà stiamo confrontando due posizioni lavorative distinte: da una parte, in Italia, si parla di lavori all'esterno dell'università, invece a Zurigo si sta parlando di un dottorato. Anche in Italia se avessi fatto un concorso per il dottorato avresti saputo l'esito, per legge.

PincoPallino871
Diciamo che mi sono sentito rispettato anche come candidato: anche in alcune sedi dove mi hanno scartato, si sono sempre fatti sentire. Magari sono stato sfortunato in Italia e fortunato in Svizzera, ma penso che come Paese siamo arrivati veramente alla frutta...

gio73
Complimenti a te Pinco,
fa piacere essere valutati con rigore e veder riconosciuti i propri meriti [size=70](probabilmente dovuti a tanto studio e tanto sacrifico personale)[/size]?

PincoPallino871
Posso portarti la mia modesta esperienza. Mi sono laureato a Luglio in matematica applicata, indirizzo finanziario. Ho sostenuto due colloqui presso primarie compagnie assicurative italiane: una delle due, dopo un incontro presso la mia universita', una batteria di test online e una farsa di gruppo nella loro sede centrale, non si e' neanche degnata di farmi sapere l'esito. E stiamo parlando di una posizione con 'contratto' di stage, dove per legge possono mandarti a casa senza motivazione e senza preavviso: a che serve una tale selezione? L'altra societa', invece, mi ha proposto uno stage di 6 mesi a Milano, senza possibilita' di assunzione, alla stratosferica cifra di 600 euro mensili. Stesso fato e' accaduto a dei neodottori in economia con cui ho seguito a suo tempo dei corsi di statistica economica.
Il problema, evidentemente, non e' la laurea in matematica, ma il mercato lavorativo italiano. Personalmente non sono disposto a chiedere ancora soldi ai miei per farmi sfruttare da aziende che dopo 6 mesi ti danno il benservito e vanno a pescare nuovi neolaureati. Ti dicono che 'devi fare curriculum': per quello esiste il contratto di apprendistato, che ti da' almeno una paga che ti permette di affittare una stanza senza gravare sulla famiglia.
Ho recentemente vinto un dottorato di 3 anni in statistica a Zurigo, con un contratto VERO (i.e., ferie, malattia e contributi), e l'esito mi e' stato dato il giorno stesso della interview. Mi hanno rimborsato le spese per lo spostamento e l'alloggio. In definitiva: prendi la laurea ed espatria ;-)

EDIT: ovviamente non e' tutto rose e fiori, dato che ti richiedono una conoscenza avanzata (i.e., livello C1) della lingua inglese e devi affrontare una interview piuttosto lunga, dove fanno di tutto per vedere come te la cavi sotto pressione.

Anisocoro
Sui media si sentono notizie poco allegre sull'occupazione dei laureati,però non fanno distinzione fra le varie facoltà e sarebbe interessante sapere se Voi matematici siete in qualche modo coinvolti in queste difficoltà oppure se esse riguardano soprattutto gli "umanisti" (che spesso provengono dal liceo Classico dove la matematica sembra ben poco amata)

fab_mar9093
ci sei riuscito :-)
Pensavo che con "d'eccelenza" ti riferissi alla ricerca di base.
Insomma questo professore sapeva il fatto suo :D

j18eos
Innanzitutto scrissi di una mia personale aspirazione, quindi la tua domanda dovrebbe essere questa:
perché tu usi l'accezione "d'eccellenza"?
ed a questa domanda io cercherò di rispondere con un insegnamento di un mio docente, che per quanto leggerai non posso fare il nome.
"Il docente misterioso all'incirca mi":
...Se il mio problema è quello di uccidere una mosca, uso lo schiacciamosche e non una bomba nucleare; se utilizzassi una bomba nucleare l'unico risultato certo è quello di distruggere tutto, in quanto la mosca potrebbe volarsene via e sopravvivere, e quindi il mio problema resterebbe irrisolto; io, invece, se non ho lo schiacciamosche me lo costruisco!
Tutto ciò è una metafora per dire che ho le p***e piene di leggere articoli di cosiddetti colleghi, in cui sparano bombe nucleari alla ceca perché non sanno manco dov'è questa benedetta mosca; io quando faccio ricerca prima individuo la mosca, poi la cerco, poi cerco di ucciderla come ti ho descritto prima.

Io così sono diventato professore ordinario e non... [testo non pertinente, ma mi sembra opportuno arrivare fin qui]
Aggiungo che altri docenti e ricercatori a cui ho accennato questo racconto hanno concordato col senso metaforico dello stesso.

Scritto ciò: se un giorno avrò il piacere di fare ricerca su "come uccidere le mosche" la svolgerei "senza bombe nucleari" e mi impegnerei nel "ricercare gli schiacciamosche adatti o di costruirmeli".

Spero di essere riuscito a risponderti.

Armando

P.S.: Quel professore misterioso, se in quei momenti avesse sputato a terra avrebbe fatto un buco; spero che questa metafora sia chiara! :lol:

fab_mar9093
OT
@j18eos: perchè si usa l'accezione "d'eccellenza"?

Anisocoro
Prevedere il futuro, mi insegnate, non è facile, quanto al lavoro a tempo determinato, per motivi vari moltissime imprese, anche di diritto pubblico, non possono/vogliono assumere se non con questa modalità, per cui-purtroppo- è verosimile pensare che non è questa la differenza fra lavorare nella scuola o in una azienda. Bisogna poi considerare che esiste una certa tendenza, da parte delle famiglie, a preferire le scuole tecniche a discapito del liceo umanistico (cosa, a mio parere, non ingiustificata),per cui vi saranno molte ore di lezione di matematica, Fisica o Meccanica da coprire,è quindi lecito attendersi una certa richiesta di docenti anche in futuro. Mi sento di scrivere anche che un'azienda, anche grande, non è immortale, oggi c'è, domani può avere dei problemi o chiudere perchè gli azionisti hanno deciso così, mentre la PA, comunque, gode di maggiore stabilità.

aram1
@injuria: su quali basi dici che l'insegnamento superiore della matematica sia un lavoro sicuro? Dalle voci che si sentono non mi sembra affatto, ahimè. Sembra che i giovani laureati in matematica ad indirizzo didattico siano destinati ad anni di precariato e ad una situazione tutt'altro che rassicurante. Voi ne sapete qualcosa? I sindacati e le segreterie scolastiche dicono così...

yellow2
Io il motivo per cui non ho mai pensato al problema del lavoro è che preferisco studiare quello che mi piace e finire a fare lo spazzino piuttosto che adattarmi. Ma allo stesso tempo sono consapevole che con la competenza in matematica qualcosina di diverso si dovrebbe trovare. Al momento anch'io forse direi che voglio fare ricerca e insegnamento universitario, ma ultimamente mi sta venendo il dubbio che potrei non essere abbastanza appassionato (mi piacerebbe farlo con i miei ritmi e tempi naturali ma temo sia impossibile!): si vedrà, in ogni caso la situazione non mi inquieta.

dasalv12
Io dico che chi è appassionato di matematica fin da adolescente ha una gran fortuna, anche a livello lavorativo. Non svaluterei nemmeno l'insegnamento superiore, visto che è un lavoro sicuro e con buone soddisfazioni, cosa rara e comunque sempre meglio che stare a scrivere codici davanti al computer per 10 ore al giorno.
Le regine dell'occupazione sono le scienze sanitarie e le varie ingegneria. Come già osservato devono piacere ed hanno il vantaggio di offrirti la "pappa pronta" al momento dell'ingresso nel mondo del lavoro, nel senso che un ingegnere non deve saper vendersi un granché o impegnarsi molto a cercare, viene assunto e basta, spesso lavora all' estero nei paesi che spendono per le infrastrutture.
Non da sottovalutare, appunto, la spendibilità universale della matematica: una laurea in giurisprudenza è buona solo nei confini nazionali, una in matematica è buono in tutto il mondo...non mi pare cosa da poco.

vict85
Io penso che dire “assolutamente non pensare agli sbocchi lavorativi”, sia eccessivo. Quando ho iniziato matematica l'ho iniziata perché volevo fare ricerca e lo voglio ancora. Prima di matematica mi sono laureato in scienze politiche e l'avevo scelta perché volevo fare il diplomatico. Era un corso ottimo per quella professione e un corso tutto sommato interessante ma mi sono reso conto che io non volevo fare il diplomatico. Certamente io ho fatto una scelta pessima, seppur molto ragionata.

Quando scegli una facoltà penso sia importante avere programmi a lungo termine ma bisogna rendersi conto anche che questi potrebbero cambiare nel tempo. I programmi a lungo termine e gli interessi guidano una prima scrematura, poi scegli in base al curriculum che ti fornisce più competenze spendibili.
Penso che conoscere le offerte future sia importante ma non vada preso come un elemento determinante. Primo fra tutti perché il mondo cambia velocemente e quando si sarà laureati le cose potrebbero essere diverse. Sarai diverso tu e sarà diverso il mondo. Le offerte future servono a rendere il proprio progetto di vita più concreto e per comprendere quale strada sia la migliore. Inoltre bisognerebbe cercare di capire se quel progetto di vita è un sogno o qualcosa che realmente ti piacerebbe che succedesse; penso che questo sia l'aspetto più difficile e determinante della scelta. L'università ti dura 5 anni, il lavoro te ne dura 40.

Detto questo per molte cose bisogna anche rapportarsi davvero con se stessi e capire quanto si voglia investire (in termine di tempo e fatica) in quel progetto di vita e quello a cui si deve rinunciare per portarlo a termine. Penso che troppo spesso si guardi quello che avrai e troppo poco quello che perdi. Per esempio certi lavori ti porteranno lontani da casa, magari a dover stare un giorno ad Istanbul e il giorno successivo a Singapore. Alcuni sono portarti per farlo, per altri è un costo inaccettabile (per me il costo inaccettabile era l'essere, tutto sommato, un burocrate al soldo degli umori dei politici).

Detto questo se scegli per i soldi o per le speranze lavorative finisci per non finire, finire velocemente e senza passione e/o sgobbare sfruttati facendo far soldi ad altri. Se scegli perché la disciplina ti piace le conseguenze sono simili ma perché ti perdi, fai un curriculum senza alcun senso, studi con troppa calma...

Luca.Lussardi
Anni fa ero anche io d'accordo con quest'ultima affermazione; adesso ho parzialmente cambiato idea: è molto importante valutare le opportunità lavorative che un corso di laurea offre, più della passione per la disciplina.

dzcosimo
"j18eos":

Il corso di laurea in matematica non si inizia per motivi lavorativi, secondo me; poi spetta a te ponderare tra passione personale e scelte lavorative, inoltre, sul posto di lavoro il titolo di studi accademici ti serve relativamente, in quanto all'università non t'insegnano un mestiere... quest'ultimo dovrebbe essere lo scopo degli istituti tecnici (sono un perito informatico tra l'altro) e degli istituti professionali.


Nessun corso di laurea dovrebbe essere iniziato (principalmente) per motivi lavorativi

j18eos
Aggiungo anch'io una non-risposta: iniziai il corso di studi in matematica semplicemente per passione, poi col tempo ho capito che come ambito lavorativo mi attirano la ricerca (d'eccellenza) e l'insegnamento universitario; se avessi voluto fare una scelta per semplici motivi lavorativi, avrei scelto ingegneria elettronica!

Il corso di laurea in matematica non si inizia per motivi lavorativi, secondo me; poi spetta a te ponderare tra passione personale e scelte lavorative, inoltre, sul posto di lavoro il titolo di studi accademici ti serve relativamente, in quanto all'università non t'insegnano un mestiere... quest'ultimo dovrebbe essere lo scopo degli istituti tecnici (sono un perito informatico tra l'altro) e degli istituti professionali.

Spero che tu possa capire che la domanda è un po difficile per i matematici di mestiere. :roll:

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