Omaggio alla catalogna
g. orwell
Risposte
recensione? eccola: da: http://www.laspecula.com/oldwebsite/books_publ/recensione_omaggio_alla_catalogna_di_george_orwell.htm
Per tutta la prima parte del XX° secolo, .
Nel 1936, quando i ribelli di Francisco Franco (detti “nazionalisti” o “fascisti”) attuarono il colpo di stato contro il legittimo governo repubblicano del Frente Popular, il mondo pensò che la Spagna fosse prossima ad affiancarsi ai paesi già fascisti, ma così non fu.
I nazionalisti occuparono buona parte del paese, ma importanti città come Barcelona, Valencia e Madrid rimanevano legittimiste: era l’inizio della guerra civile.
L’inaspettata resistenza popolare diede speranza al mondo, il quale, però, non reagì mai in modo decisivo per la vittoria popolare.
Nonostante ciò, la Spagna fu la meta per numerosi antifascisti giunti da ogni dove per solidarietà al popolo spagnolo. Tra questi vi era un certo Eric Arthur Blair, un inglese conosciuto come George Orwell e giunto in Spagna nel dicembre del 1936.
“Omaggio alla Catalogna” è il suo personale resoconto sull’esperienza spagnola, il più appassionato libro sulla Guerra Civile Spagnola, uno dei migliori documenti su quella che fu vista come “la lotta tra fascismo e democrazia”.
Scritto in prima persona e composto da dodici capitoli narrativi affiancati da due appendici in cui l’autore descrive le lotte politiche interne ai partiti antifascisti, “Omaggio alla Catalogna” si apre con tante speranze per una società migliore e si chiude con la scoraggiante idea che chiunque avesse vinto la guerra - nazionalisti o repubblicani - avrebbe guidato il paese con un governo a tendenza totalitaria.
L’aiuto militare stalinista alla causa repubblicana comportò la forte influenza sovietica sul legittimo governo spagnolo che, una volta guidato dagli uomini di Stalin, annientò politicamente e fisicamente tutti quei combattenti anarchici e troskisti che da mesi lottavano contro Franco e che, oltre ad aver offerto la prima e fondamentale resistenza all’avanzata nazionalista, erano stati gli unici ad aver effettivamente tentato una rivoluzione sociale in tutta la Catalogna.
Queste le conclusioni dell’autore che visse di persona quei drammatici momenti, dai quali ricavò il sentimento di un limpido e organico rifiuto ad ogni forma di totalitarismo e l’idea che, come scrive Orwell all’inizio del X° capitolo, .
Per tutta la prima parte del XX° secolo, .
Nel 1936, quando i ribelli di Francisco Franco (detti “nazionalisti” o “fascisti”) attuarono il colpo di stato contro il legittimo governo repubblicano del Frente Popular, il mondo pensò che la Spagna fosse prossima ad affiancarsi ai paesi già fascisti, ma così non fu.
I nazionalisti occuparono buona parte del paese, ma importanti città come Barcelona, Valencia e Madrid rimanevano legittimiste: era l’inizio della guerra civile.
L’inaspettata resistenza popolare diede speranza al mondo, il quale, però, non reagì mai in modo decisivo per la vittoria popolare.
Nonostante ciò, la Spagna fu la meta per numerosi antifascisti giunti da ogni dove per solidarietà al popolo spagnolo. Tra questi vi era un certo Eric Arthur Blair, un inglese conosciuto come George Orwell e giunto in Spagna nel dicembre del 1936.
“Omaggio alla Catalogna” è il suo personale resoconto sull’esperienza spagnola, il più appassionato libro sulla Guerra Civile Spagnola, uno dei migliori documenti su quella che fu vista come “la lotta tra fascismo e democrazia”.
Scritto in prima persona e composto da dodici capitoli narrativi affiancati da due appendici in cui l’autore descrive le lotte politiche interne ai partiti antifascisti, “Omaggio alla Catalogna” si apre con tante speranze per una società migliore e si chiude con la scoraggiante idea che chiunque avesse vinto la guerra - nazionalisti o repubblicani - avrebbe guidato il paese con un governo a tendenza totalitaria.
L’aiuto militare stalinista alla causa repubblicana comportò la forte influenza sovietica sul legittimo governo spagnolo che, una volta guidato dagli uomini di Stalin, annientò politicamente e fisicamente tutti quei combattenti anarchici e troskisti che da mesi lottavano contro Franco e che, oltre ad aver offerto la prima e fondamentale resistenza all’avanzata nazionalista, erano stati gli unici ad aver effettivamente tentato una rivoluzione sociale in tutta la Catalogna.
Queste le conclusioni dell’autore che visse di persona quei drammatici momenti, dai quali ricavò il sentimento di un limpido e organico rifiuto ad ogni forma di totalitarismo e l’idea che, come scrive Orwell all’inizio del X° capitolo, .
???