La balia
ciao salve...posso kiedere aiuto....mi serve un riassunto sulla novella di pirandello LA BALIA con il commento...xke lo porto all esame....grazie in anticipo:D
Risposte
Grazie mille :)
RIASSUNTO
La novella si apre con la sig.ra Manfroni che legge la lettera che annuncia la nascita del suo nipotino. Infatti, la figlia ha appena avuto un parto alquanto difficile, e la sig.ra Manfroni non fa che accusare della cosa, il genero, un avvocato socialista che continua ad apostrofare con l' epiteto "asino".
La cosa che più la fa arrabbiare è il fatto che il genero vuole assumere una balia che non sia romana. Rientra il sig. Manfroni e legge la lettera e subito gli viene in mente chi chiamare come balia per suo nipote.
Era la moglie di un uomo che aveva lincenziato tempo prima dal suo panificio, per le idee rivoluzionarie e ora stava in prigione. Ora si sentiva in colpa, niente di meglio che dare lavoro alla moglie. Purtroppo quando arriva Annicchia, la moglie di Titta (l' uomo lincenziato), la donna resta delusa: era convinta che il sig. Manfroni voleva liberare suo marito, ora che lei aveva un bimbo piccolo. Ma capì di aver frainteso.
Egli spiegò alla donna che era in cerca di una balia, ma la donna gli rispose che non poteva:aveva un figlio piccolo e la suocera non voleva che andasse al servizio di nessuno. Il sig. Manfroni allora risposte che avrebbe aspettato per l' indomani, una risposta.
Quando Annicchia disse del lavoro di balia alla suocera, la vecchia si oppose.
Alla fine Annicchia parte a Roma. alla stazione la riceve l' avvocato, marito della figlia dei Manfroni.
Durante il tragitto in calesse, l' avvocato chiede ad Annicchia come è andato il viaggio, e la donna dice che gli porta gli omaggi di varie persone che ha incontrato.
Giunta a casa dei nuovi padroni, va in camera della signora Ersilia, che lei conosceva fin da piccola. Ersilia Manfroni è ancora insofferente al parto appena avuto, e si mostra poco cortese con la balia.
Poi Ersilia fece visitare da un medico la povera Annicchia, la quale restò imbarazzata da quella visita. Era sbalordita, era sana, eppure la stavamo controllando prima di dare il suo latte al bambino dei padroni.
Poi vide la sua nuova stanza e si sorprese di tanta ricchezza, lei così abituata ad avere poco. pensò molto anche al figlio, lasciato alla vicina. Poi dovette mettere una sorta di divisa, che a lei metteva in soggezione.
Vide per la prima volta Roma, e la trovò enorme. Un giorno giunse una lettera all' avvocato Mori, marito di Ersilia. I suoceri si lamentavano che la vecchia si rifiutava di prendere i soldi del lavoro della nuora, che la vicina voleva dei soldi per crescere il figlio di Annichita, ecc. I signori Mori erano sconvolti per i fastidi arreccati da questa balia.
Intanto Ersilia cominciò ad essere gelosa della balia, e l' avvocato doveva cercare di stare il meno vicino possibile alla donna.
Annicchia ebbe a che fare anche con lo scrivano del padrone, un tipo strano, che la guardava troppo insistentemente.
Intanto il tempo passava, ed Ersilia, la padrona, si stava comportando davvero male nei confronti della povera Annicchia, la trattava come una serva.Inoltre non otteneva mai notizie di suo figlio o di sua suocera.
Un giorno piombò in casa dei padroni di Annicchia, suo marito, era furioso: il loro bambino era morto.
L' uomo venne rispedito in Sicilia, e ad Annicchia venne la febbre altissima. Per la prima volta Ersilia si trovò in difficoltà, non sapeva che fare per Annicchia, per il figlio, e per la casa, e il marito non le era di aiuto.
Ersilia decise di lincenziarla appena guarita, ma poi ci ripensò. Annicchia era distrutta, non aveva più latte, ma non voleva separarsi dal figlio di Ersilia.
Alla fine la gelosia di Ersilia prese il sopravvento, voleva mandar via la povera Annicchia. la quale la supplicò di tenerla lì anche senza stipendio, ma solo per un pò di cibo.
La balia vinse e rimase.
La novella si apre con la sig.ra Manfroni che legge la lettera che annuncia la nascita del suo nipotino. Infatti, la figlia ha appena avuto un parto alquanto difficile, e la sig.ra Manfroni non fa che accusare della cosa, il genero, un avvocato socialista che continua ad apostrofare con l' epiteto "asino".
La cosa che più la fa arrabbiare è il fatto che il genero vuole assumere una balia che non sia romana. Rientra il sig. Manfroni e legge la lettera e subito gli viene in mente chi chiamare come balia per suo nipote.
Era la moglie di un uomo che aveva lincenziato tempo prima dal suo panificio, per le idee rivoluzionarie e ora stava in prigione. Ora si sentiva in colpa, niente di meglio che dare lavoro alla moglie. Purtroppo quando arriva Annicchia, la moglie di Titta (l' uomo lincenziato), la donna resta delusa: era convinta che il sig. Manfroni voleva liberare suo marito, ora che lei aveva un bimbo piccolo. Ma capì di aver frainteso.
Egli spiegò alla donna che era in cerca di una balia, ma la donna gli rispose che non poteva:aveva un figlio piccolo e la suocera non voleva che andasse al servizio di nessuno. Il sig. Manfroni allora risposte che avrebbe aspettato per l' indomani, una risposta.
Quando Annicchia disse del lavoro di balia alla suocera, la vecchia si oppose.
Alla fine Annicchia parte a Roma. alla stazione la riceve l' avvocato, marito della figlia dei Manfroni.
Durante il tragitto in calesse, l' avvocato chiede ad Annicchia come è andato il viaggio, e la donna dice che gli porta gli omaggi di varie persone che ha incontrato.
Giunta a casa dei nuovi padroni, va in camera della signora Ersilia, che lei conosceva fin da piccola. Ersilia Manfroni è ancora insofferente al parto appena avuto, e si mostra poco cortese con la balia.
Poi Ersilia fece visitare da un medico la povera Annicchia, la quale restò imbarazzata da quella visita. Era sbalordita, era sana, eppure la stavamo controllando prima di dare il suo latte al bambino dei padroni.
Poi vide la sua nuova stanza e si sorprese di tanta ricchezza, lei così abituata ad avere poco. pensò molto anche al figlio, lasciato alla vicina. Poi dovette mettere una sorta di divisa, che a lei metteva in soggezione.
Vide per la prima volta Roma, e la trovò enorme. Un giorno giunse una lettera all' avvocato Mori, marito di Ersilia. I suoceri si lamentavano che la vecchia si rifiutava di prendere i soldi del lavoro della nuora, che la vicina voleva dei soldi per crescere il figlio di Annichita, ecc. I signori Mori erano sconvolti per i fastidi arreccati da questa balia.
Intanto Ersilia cominciò ad essere gelosa della balia, e l' avvocato doveva cercare di stare il meno vicino possibile alla donna.
Annicchia ebbe a che fare anche con lo scrivano del padrone, un tipo strano, che la guardava troppo insistentemente.
Intanto il tempo passava, ed Ersilia, la padrona, si stava comportando davvero male nei confronti della povera Annicchia, la trattava come una serva.Inoltre non otteneva mai notizie di suo figlio o di sua suocera.
Un giorno piombò in casa dei padroni di Annicchia, suo marito, era furioso: il loro bambino era morto.
L' uomo venne rispedito in Sicilia, e ad Annicchia venne la febbre altissima. Per la prima volta Ersilia si trovò in difficoltà, non sapeva che fare per Annicchia, per il figlio, e per la casa, e il marito non le era di aiuto.
Ersilia decise di lincenziarla appena guarita, ma poi ci ripensò. Annicchia era distrutta, non aveva più latte, ma non voleva separarsi dal figlio di Ersilia.
Alla fine la gelosia di Ersilia prese il sopravvento, voleva mandar via la povera Annicchia. la quale la supplicò di tenerla lì anche senza stipendio, ma solo per un pò di cibo.
La balia vinse e rimase.