Riforma istruzione musicale - Licei musicali obbligatori
Ho poco fa trovato un articolo su questo tema sul di tale Roberto Tagliamacco su ilculturista.it che condivido appieno e che vorrei condividere con voi (in particolare chi frequenta il Conservatorio o il Liceo Musicale o comunque vorrebbe frequentare uno di questi due istituti) per sapere cosa ne pensate:
"Il riformismo ( braccio armato del “progressismo”) è uno di quei mali incurabili che questo secolo ha ereditato dal secolo scorso senza trovare ancora alcun antidoto efficace per debellarlo.
Esso si basa sulla demenziale convinzione secondo la quale qualsiasi istituzione o genericamente qualsiasi altra espressione della nostra società, una volta riformata funzionerà sicuramente meglio di come funzionava nel passato.
La riforma dei Conservatori è una chiara dimostrazione di tale demenzialità.
Nata grazie alla famigerata legge 508 del 21 12 1999 (G.U. n. 2 del 4.1.2000) a firma D’Alema, (Presidente del Consiglio dei Ministri) e Berlinguer ( ministro della pubbl. istruzione) si proponeva di ridurre i vecchi conservatori a università che si occupassero solamente dei corsi superiori del percorso decennale degli studi conservatoriali ( divisi in un triennio per la laurea breve, più un biennio superiore per la laurea effettiva) lasciando lo studio di base ( almeno cinque se non sette anni) ad altre non ben individuate strutture scolastiche.
Da subito si dimostrò chiara la inattuabilità di tale riforma e, infatti, a tutt’oggi ( ventenni dopo) i conservatori continuano ad esistere essendo gli unici a potersi occupare seriamente del percorso formativo di un musicista; inglobando al loro interno i corsi universitari voluti dalla riforma e tutt’ora definiti sperimentali.
Per una volta l’abitudine italiana secondo cui nulla è più definitivo del provvisorio, sarebbe stata una vera benedizione , ma invece tutto ad un tratto il ministro Gelmini ha inserito tra i vari tipi di licei, il liceo musicale coreutico !!!
Bene: ecco un lampante esempio della totale ignoranza italica per la musica e per gli studi musicali.
Le capacità di un musicista infatti non si possono ingabbiare in un percorso con annualità prefissate,
poichè queste dipendono dal talento che è assai differente da soggetto a soggetto tantochè si possono avere allievi che raggiungono il diploma a sedici anni cone altri che lo raggiungono a venticinque o trenta, mentre ora l’allievo dotato dovrà aspettare di avere la maturità per accedere ai corsi superiori ( in quanto universitari) scombinando totalmente la sua maturazione artistica.
Indipendentemente da questo poi, un altro “piccolo problemino” sorge prepotentemente:
le scuole di musica infatti , necessitano di strutture costosissime: sale da concerto, aule insonorizzate ognuna dotata di un pianoforte, aula di percussioni, aula di contrabbassi, aula di organo ( un organo medio oggi costa almeno 100.000 euro ), aula per la musica elettronica ecc…..
Come potremmo dotare ogni liceo musicale di tutto questo?
Con quali soldi?
E senza tutto questo quale scuola di musica da barzelletta sarebbe?
A questo punto mi sorge un dubbio: non sarà che in Italia si vuole appiattire l’ istruzione musicale al solo livello amatoriale avendo ritenuto inutile l’alta formazione professionale?
Certo se si vuole far musica per San Remo e simili, può bastare un livello bassissimo, di sicuro non basta se si vuole produrre musicisti come Abbado, Accardo, Pollini e tanti altri grandi artisti ( tutti formati coi “vetusti” programmi del conservatorio ) che hanno dato lustro all’Italia nel mondo per
l’eccellenza della loro arte. Ovviamente qualcuno dovrà fare una scelta e con essa prendersene la responsabilità storica……"
"Il riformismo ( braccio armato del “progressismo”) è uno di quei mali incurabili che questo secolo ha ereditato dal secolo scorso senza trovare ancora alcun antidoto efficace per debellarlo.
Esso si basa sulla demenziale convinzione secondo la quale qualsiasi istituzione o genericamente qualsiasi altra espressione della nostra società, una volta riformata funzionerà sicuramente meglio di come funzionava nel passato.
La riforma dei Conservatori è una chiara dimostrazione di tale demenzialità.
Nata grazie alla famigerata legge 508 del 21 12 1999 (G.U. n. 2 del 4.1.2000) a firma D’Alema, (Presidente del Consiglio dei Ministri) e Berlinguer ( ministro della pubbl. istruzione) si proponeva di ridurre i vecchi conservatori a università che si occupassero solamente dei corsi superiori del percorso decennale degli studi conservatoriali ( divisi in un triennio per la laurea breve, più un biennio superiore per la laurea effettiva) lasciando lo studio di base ( almeno cinque se non sette anni) ad altre non ben individuate strutture scolastiche.
Da subito si dimostrò chiara la inattuabilità di tale riforma e, infatti, a tutt’oggi ( ventenni dopo) i conservatori continuano ad esistere essendo gli unici a potersi occupare seriamente del percorso formativo di un musicista; inglobando al loro interno i corsi universitari voluti dalla riforma e tutt’ora definiti sperimentali.
Per una volta l’abitudine italiana secondo cui nulla è più definitivo del provvisorio, sarebbe stata una vera benedizione , ma invece tutto ad un tratto il ministro Gelmini ha inserito tra i vari tipi di licei, il liceo musicale coreutico !!!
Bene: ecco un lampante esempio della totale ignoranza italica per la musica e per gli studi musicali.
Le capacità di un musicista infatti non si possono ingabbiare in un percorso con annualità prefissate,
poichè queste dipendono dal talento che è assai differente da soggetto a soggetto tantochè si possono avere allievi che raggiungono il diploma a sedici anni cone altri che lo raggiungono a venticinque o trenta, mentre ora l’allievo dotato dovrà aspettare di avere la maturità per accedere ai corsi superiori ( in quanto universitari) scombinando totalmente la sua maturazione artistica.
Indipendentemente da questo poi, un altro “piccolo problemino” sorge prepotentemente:
le scuole di musica infatti , necessitano di strutture costosissime: sale da concerto, aule insonorizzate ognuna dotata di un pianoforte, aula di percussioni, aula di contrabbassi, aula di organo ( un organo medio oggi costa almeno 100.000 euro ), aula per la musica elettronica ecc…..
Come potremmo dotare ogni liceo musicale di tutto questo?
Con quali soldi?
E senza tutto questo quale scuola di musica da barzelletta sarebbe?
A questo punto mi sorge un dubbio: non sarà che in Italia si vuole appiattire l’ istruzione musicale al solo livello amatoriale avendo ritenuto inutile l’alta formazione professionale?
Certo se si vuole far musica per San Remo e simili, può bastare un livello bassissimo, di sicuro non basta se si vuole produrre musicisti come Abbado, Accardo, Pollini e tanti altri grandi artisti ( tutti formati coi “vetusti” programmi del conservatorio ) che hanno dato lustro all’Italia nel mondo per
l’eccellenza della loro arte. Ovviamente qualcuno dovrà fare una scelta e con essa prendersene la responsabilità storica……"
Risposte
anche io sono d'accordo!