Leoncavallo
mi servirebbe un riassunto della vita di Leoncavallo...aiuti? :con
Grazie in anticipo :woot
Grazie in anticipo :woot
Risposte
io spero tu ti stia riferendo a Ruggero Leoncavallo!
da: http://www.windoweb.it/guida/musica/biografia_ruggero_leoncavallo.htm
Ruggero Leoncavallo, compositore italiano, nato a Napoli nel 1857, figlio di un magistrato, inizia privatamente a studiare il pianoforte, per poi entrare nel 1866 al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dove si diploma nel 1874.
Contemporaneamente si iscrive alla facoltà di lettere dell'università di Bologna e segue i corsi del Carducci; si laurea all'età di 20 anni, dopo aver anche compiuto la partitura dell'opera storica "Chatterton", che verrà rappresentata solo nel 1896 a fama raggiunta.
Si mantiene insegnando privatamente il pianoforte e suonando nei caffè concerto in Francia e in Inghilterra, quando uno zio, direttore della Stampa al Ministero degli Esteri, lo invita in Egitto dove dal 1882 è attivo per qualche anno presso la corte.
Ma la guerra anglo-egiziana costringe Leoncavallo a lasciare l'Egitto e a trasferirsi in Francia: qui, grazie al baritono Maurel, entra in contatto con l'editore Ricordi, da cui ottiene la commissione per una trilogia, il "Crepusculum", che nelle intenzioni del compositore deve comprendere "I Medici", "Savonarola" e "Cesare Borgia".
Leoncavallo riuscirà solo a comporre "I Medici", che andrà in scena senza troppo successo nel 1893.
Nel frattempo, stimolato dal successo di "Cavalleria rusticana" di Mascagni, Leoncavallo si dedica febbrilmente alla stesura di una nuova opera.
In 5 mesi di lavoro a Vacallo, in Svizzera, mette a punto musica e testo dei "Pagliacci".
Il libretto è tratto da un processo tenuto dal padre durante l'infanzia del musicista: i "Pagliacci" si presenta così non come una vicenda verosimile, ma vera.
Inoltre si presta a far rivivere il vecchio trucco del teatro nel teatro: Leoncavallo, non ancora soddisfatto, fa precedere l'opera da un prologo dove si enuncia un vero e proprio manifesto del verismo musicale; l'opera, presentata nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano con la direzione di Toscanini,è un clamoroso successo.
Da quel momento in poi il nome del compositore si diffonde anche all'estero e questo nonostante il fatto che il musicista non riesca a replicare quella fortunata combinazione.
Prova anche a scrivere una sua "Bohéme", diversa da quella di Puccini nella sua conduzione verista e nell'attenzione maggiore posta sui personaggi di Marcello e Musetta: il risultato è ottimo, ma la fortuna della "Bohéme" di Puccini mette in ombra quella di Leoncavallo.
Il compositore ritrova il consenso con "Zazà" del 1900, un'opera che racconta dall'interno l'ambiente teatrale e che verrà portata su tutti i palcoscenici del mondo dalla sua affezionata sostenitrice Emma Carelli.
È l'ultima opera in cui il compositore provvede in prima persona alla stesura del libretto: subito dopo il musicista decide di conquistare palcoscenici europei e, sempre nel 1900, manda in scena a Parigi "Maja".
Ma è la Germania il paese in cui pubblico e critica sembrano meglio disposti verso il musicista: nel 1904 va in scena "Der Roland von Berlin", che gli conquista i favori di Guglielmo II e alcune altissime onorificenze.
Dopo un periodo dedicato allo studio dell'operetta, Leoncavallo torna all'opera nel 1916 con "Goffredo Mameli", un lavoro di intento patriottico scritto per avvalorare la sua conversione all'interventismo, accompagnata dal gesto dannunziano della restituzione delle onorificenze ricevute da Guglielmo II.
Negli ultimi anni di vita si dedica ad altre opere minori o, addirittura come nel caso di "Prometeo", mai rappresentate: la morte lo coglie a Montecatini mentre è al lavoro su un libretto desunto dalla cronaca nera sarda, "Tormenta" nel 1919.
oppure....
da: http://www.ruggeroleoncavallo.it/ruggeroleoncavallo.htm
Nasce a Napoli il 23 Aprile 1857 da Vincenzo Leoncavallo e Virginia D'Auria.
La denuncia della nascita fu fatta da Carolina Artiano, levatrice, alle ore 18,00 del 25 Aprile 1857.
La famiglia Leoncavallo aveva blasone ducale ed erano proprietari terrieri presso Pomarico, in Puglia.
Alla fine del 1700, dopo un periodo trascorso a Bari (dove acque Vincenzo) si trasferí a Napoli.
Vincenzo Leoncavallo era magistrato e faceva il giudice a Sala Consilina, da dove, in seguito, fu trasferito a Napoli.
La moglie di Vincenzo, Virginia D'Auria, era figlia di Raffaele D'Auria, pittore e professore al Reale Istituto di Belle Arti di Napoli.
Il giovane Ruggero ebbe una vita travagliata.Soggiornò in Egitto dallo zio Giuseppe (direttore dell'Ufficio Stampa degli Esteri, che per i suoi meriti di carriera fu insignito del titolo di "Bey").
A Bologna era iscritto all'Universitá di lettere ed ebbe come maestro Il grande poeta Giosué Carducci. Ruggero ricordava con modesto orgoglio di essere dottore in "belle lettere".
A Parigi suona, insegna canto, compone romanze. Inizia a frequentare i salotti buoni dell'alta societá; conosce il grande musicista J. Massenet, lo scrittore A. Dumas figlio, V. Hugo ed ancora tanti altri importanti personaggi.
Insegnerá canto anche ad una giovane allieva, Berta Rambaud, che diventerá sua moglie, abbandonando la carriera artistica.
Il successo dell'Opera "I Pagliacci" lo fa conoscere e stimare in tutto il mondo. Ecco il successo e con esso le gelosie, le rivalitá, le ingiustizie. La tenace volontá di lottare, di operare ancora nel mondo per la piú pura gioia degli uomini, sono il suo "romanzo" ed un romanzo di cui ogni pagina ed ogni episodio onorano l'uomo che lo ha vissuto.
Tra le tante Opere composte, dedicò una "Ave Maria" a Sua Santitá il Papa Pio X dal quale ebbe una lettera di ringraziamento:
"Al diletto figlio, l'egregio professore Ruggero Leoncavallo, plaudendo di cuore al santo pensiero accettiamo con la massima soddisfazione la dedica del suo lavoro, e col voto che per la preghiera dei beneficiati il cielo largamente compensi l'opera di carita', le impartiamo con paterno affetto, l'apostolica benedizione. "
DETTAGLI
Amato e disprezzato in vita, esaltato con onori principeschi e al contempo vilipeso e deriso. Basti pensare al commento di Gabriele D'Annunzio quando seppe della sua morte (avvenuta aMontecatini Terme il 9 Agosto 1919) :
"E' un eccellente finale di quel copioso fabbro di melodrammi e di operette che aveva congiunti nel suo nome i nomi di due bestie nobili e mori' soffocato nell'adipe melodico."
Una cosa é desiderabile, che scrittori e storici abbiano la precauzione di parlare di questo nostro musicista come si parla di puro spirito d'artista.
Il 27 Ottobre 1984 Omaggio a Ruggero Leoncavallo.
Presso il Cimitero Monumentale delle Porte Sante a Firenze si é svolta l'inaugurazione dell'altorilievo in bronzo (modello dello scultore Giovan Battista Frabetti) riproducente l'effige di Leoncavallo e 4 scene tratte dalle sue maggiori Opere.
Nel pomeriggio é seguita una conferenza del professor Mario Morini "Vita e opere di Leoncavallo", presentato dall'Architetto Giampaolo Trotta.
Alla sera é stato tenuto un concerto di sue musiche nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze organizzato dall'Accademia Internazionale Medicea.
Nel 1985 é uscito un libro sulla vita dell'artista:
Ridi Pagliaccio: un musicista raccontato per la prima volta.
Autore Daniele Rubboli per le edizioni Maria Pacini Fazzi di Lucca.
Nell'anno 2002 é stato inaugurato a Brissago (CH) il Museo Leoncavallo.
da: http://www.windoweb.it/guida/musica/biografia_ruggero_leoncavallo.htm
Ruggero Leoncavallo, compositore italiano, nato a Napoli nel 1857, figlio di un magistrato, inizia privatamente a studiare il pianoforte, per poi entrare nel 1866 al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dove si diploma nel 1874.
Contemporaneamente si iscrive alla facoltà di lettere dell'università di Bologna e segue i corsi del Carducci; si laurea all'età di 20 anni, dopo aver anche compiuto la partitura dell'opera storica "Chatterton", che verrà rappresentata solo nel 1896 a fama raggiunta.
Si mantiene insegnando privatamente il pianoforte e suonando nei caffè concerto in Francia e in Inghilterra, quando uno zio, direttore della Stampa al Ministero degli Esteri, lo invita in Egitto dove dal 1882 è attivo per qualche anno presso la corte.
Ma la guerra anglo-egiziana costringe Leoncavallo a lasciare l'Egitto e a trasferirsi in Francia: qui, grazie al baritono Maurel, entra in contatto con l'editore Ricordi, da cui ottiene la commissione per una trilogia, il "Crepusculum", che nelle intenzioni del compositore deve comprendere "I Medici", "Savonarola" e "Cesare Borgia".
Leoncavallo riuscirà solo a comporre "I Medici", che andrà in scena senza troppo successo nel 1893.
Nel frattempo, stimolato dal successo di "Cavalleria rusticana" di Mascagni, Leoncavallo si dedica febbrilmente alla stesura di una nuova opera.
In 5 mesi di lavoro a Vacallo, in Svizzera, mette a punto musica e testo dei "Pagliacci".
Il libretto è tratto da un processo tenuto dal padre durante l'infanzia del musicista: i "Pagliacci" si presenta così non come una vicenda verosimile, ma vera.
Inoltre si presta a far rivivere il vecchio trucco del teatro nel teatro: Leoncavallo, non ancora soddisfatto, fa precedere l'opera da un prologo dove si enuncia un vero e proprio manifesto del verismo musicale; l'opera, presentata nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano con la direzione di Toscanini,è un clamoroso successo.
Da quel momento in poi il nome del compositore si diffonde anche all'estero e questo nonostante il fatto che il musicista non riesca a replicare quella fortunata combinazione.
Prova anche a scrivere una sua "Bohéme", diversa da quella di Puccini nella sua conduzione verista e nell'attenzione maggiore posta sui personaggi di Marcello e Musetta: il risultato è ottimo, ma la fortuna della "Bohéme" di Puccini mette in ombra quella di Leoncavallo.
Il compositore ritrova il consenso con "Zazà" del 1900, un'opera che racconta dall'interno l'ambiente teatrale e che verrà portata su tutti i palcoscenici del mondo dalla sua affezionata sostenitrice Emma Carelli.
È l'ultima opera in cui il compositore provvede in prima persona alla stesura del libretto: subito dopo il musicista decide di conquistare palcoscenici europei e, sempre nel 1900, manda in scena a Parigi "Maja".
Ma è la Germania il paese in cui pubblico e critica sembrano meglio disposti verso il musicista: nel 1904 va in scena "Der Roland von Berlin", che gli conquista i favori di Guglielmo II e alcune altissime onorificenze.
Dopo un periodo dedicato allo studio dell'operetta, Leoncavallo torna all'opera nel 1916 con "Goffredo Mameli", un lavoro di intento patriottico scritto per avvalorare la sua conversione all'interventismo, accompagnata dal gesto dannunziano della restituzione delle onorificenze ricevute da Guglielmo II.
Negli ultimi anni di vita si dedica ad altre opere minori o, addirittura come nel caso di "Prometeo", mai rappresentate: la morte lo coglie a Montecatini mentre è al lavoro su un libretto desunto dalla cronaca nera sarda, "Tormenta" nel 1919.
oppure....
da: http://www.ruggeroleoncavallo.it/ruggeroleoncavallo.htm
Nasce a Napoli il 23 Aprile 1857 da Vincenzo Leoncavallo e Virginia D'Auria.
La denuncia della nascita fu fatta da Carolina Artiano, levatrice, alle ore 18,00 del 25 Aprile 1857.
La famiglia Leoncavallo aveva blasone ducale ed erano proprietari terrieri presso Pomarico, in Puglia.
Alla fine del 1700, dopo un periodo trascorso a Bari (dove acque Vincenzo) si trasferí a Napoli.
Vincenzo Leoncavallo era magistrato e faceva il giudice a Sala Consilina, da dove, in seguito, fu trasferito a Napoli.
La moglie di Vincenzo, Virginia D'Auria, era figlia di Raffaele D'Auria, pittore e professore al Reale Istituto di Belle Arti di Napoli.
Il giovane Ruggero ebbe una vita travagliata.Soggiornò in Egitto dallo zio Giuseppe (direttore dell'Ufficio Stampa degli Esteri, che per i suoi meriti di carriera fu insignito del titolo di "Bey").
A Bologna era iscritto all'Universitá di lettere ed ebbe come maestro Il grande poeta Giosué Carducci. Ruggero ricordava con modesto orgoglio di essere dottore in "belle lettere".
A Parigi suona, insegna canto, compone romanze. Inizia a frequentare i salotti buoni dell'alta societá; conosce il grande musicista J. Massenet, lo scrittore A. Dumas figlio, V. Hugo ed ancora tanti altri importanti personaggi.
Insegnerá canto anche ad una giovane allieva, Berta Rambaud, che diventerá sua moglie, abbandonando la carriera artistica.
Il successo dell'Opera "I Pagliacci" lo fa conoscere e stimare in tutto il mondo. Ecco il successo e con esso le gelosie, le rivalitá, le ingiustizie. La tenace volontá di lottare, di operare ancora nel mondo per la piú pura gioia degli uomini, sono il suo "romanzo" ed un romanzo di cui ogni pagina ed ogni episodio onorano l'uomo che lo ha vissuto.
Tra le tante Opere composte, dedicò una "Ave Maria" a Sua Santitá il Papa Pio X dal quale ebbe una lettera di ringraziamento:
"Al diletto figlio, l'egregio professore Ruggero Leoncavallo, plaudendo di cuore al santo pensiero accettiamo con la massima soddisfazione la dedica del suo lavoro, e col voto che per la preghiera dei beneficiati il cielo largamente compensi l'opera di carita', le impartiamo con paterno affetto, l'apostolica benedizione. "
DETTAGLI
Amato e disprezzato in vita, esaltato con onori principeschi e al contempo vilipeso e deriso. Basti pensare al commento di Gabriele D'Annunzio quando seppe della sua morte (avvenuta aMontecatini Terme il 9 Agosto 1919) :
"E' un eccellente finale di quel copioso fabbro di melodrammi e di operette che aveva congiunti nel suo nome i nomi di due bestie nobili e mori' soffocato nell'adipe melodico."
Una cosa é desiderabile, che scrittori e storici abbiano la precauzione di parlare di questo nostro musicista come si parla di puro spirito d'artista.
Il 27 Ottobre 1984 Omaggio a Ruggero Leoncavallo.
Presso il Cimitero Monumentale delle Porte Sante a Firenze si é svolta l'inaugurazione dell'altorilievo in bronzo (modello dello scultore Giovan Battista Frabetti) riproducente l'effige di Leoncavallo e 4 scene tratte dalle sue maggiori Opere.
Nel pomeriggio é seguita una conferenza del professor Mario Morini "Vita e opere di Leoncavallo", presentato dall'Architetto Giampaolo Trotta.
Alla sera é stato tenuto un concerto di sue musiche nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze organizzato dall'Accademia Internazionale Medicea.
Nel 1985 é uscito un libro sulla vita dell'artista:
Ridi Pagliaccio: un musicista raccontato per la prima volta.
Autore Daniele Rubboli per le edizioni Maria Pacini Fazzi di Lucca.
Nell'anno 2002 é stato inaugurato a Brissago (CH) il Museo Leoncavallo.