Carl whitaker

ladypink81
carl whitaker

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giu92d
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Carl Whitaker: terapia esperienziale

Carl Whitaker è un terapeuta che s’è creato per proprio conto, al di fuori delle grandi correnti della terapia, con uno stile unico che si può a buon diritto considerare tutt’uno con la sua stessa persona. Nato nel 1912 in una fattoria di Raymondsville, nello Stato di New York, Whitaker cresce in una comunità rurale isolata, totalmente immerso nella propria vasta famiglia. Sviluppa così un mondo fantastico personale, una grande sensibilità alla famiglia e alla famiglia estesa e una totale incompetenza sociale, che lo condurrà, quando dovrà affrontare la scuola, a momenti di disadattamento e franca paranoia. Ne uscirà "curato" da due amici, che descriverà capaci di lavorare su di lui come fossero due coterapeuti.

Whitaker ha sempre amato raccontare di come sia stato condotto all’attività di terapeuta dalle insufficienze della sua formazione.

Laureato in medicina e specialista in ginecologia, nel 1938 è assunto come psichiatra, pur essendo del tutto digiuno di preparazione specifica. Vivendo il contatto con la follia invece di sentirselo insegnare, sviluppa un’autentica fascinazione per il mondo degli psicotici. Passato alla Child Guidance Clinic di Louisville, nel Kentucky, impara le terapie di gioco con i bambini, guadagnandone un intenso interesse per tutti gli aspetti simbolici e non verbali della terapia, oltre che per il lavoro sul "qui e ora" della seduta.

Nell’ultimo anno di guerra, inizia a seguire i singoli pazienti in coterapia con John Warkentin. Lo stile di Whitaker presuppone un intenso coinvolgimento del terapeuta nei processi emotivi dei clienti, oltre che uno spiccato interesse per il loro mondo simbolico. Se Bowen cerca la distanza ed "evita il transfert", Whitaker lo vuole e lo stimola; se lo stile dei sistemici del MRI è lucido e razionale, tutto cognitivo, quello di Whitaker è erratico e intuitivo, tutto istinto; se Milton Erickson mantiene la posizione carismatica e misteriosa del sapiente, Whitaker non perde occasione per sottolineare ai suoi stessi clienti la propria incompetenza e incapacità di "salvarli". La coterapia aiuta a mantenere questa relativa mancanza di controllo: Whitaker può permettersi di "impazzire insieme al paziente", perché sa di poter contare sul coterapeuta, che mantiene una posizione più vicina alla realtà, e può soccorrerlo prima che s’immedesimi troppo nella psicosi.

Nel 1948, Whitaker ottiene un insegnamento di psichiatria alla Emory University di Atlanta. Pubblica Le radici della psicoterapia (Whitaker e Malone, 1953), libro che condensa le sue idee sulla terapia della schizofrenia: la terapia è un’esperienza condivisa, fantastica e non verbale. La regressione del paziente dev’essere incoraggiata, a costo di allattarlo con il biberon e cullarlo fra le braccia. Il libro è ferocemente stroncato dai recensori dell’American Journal of Psychotherapy, che lo considerano un acting out, e arrivano fino a consigliare che sia loro vietata la pratica della terapia. Nonostante tutto, Whitaker non sembra dar peso alle scomuniche.

È a questo punto che – sempre per motivi pratici – Whitaker prende in considerazione la famiglia. È più consigliabile, e anche più facile, trattare direttamente il luogo d’origine della regressione dei pazienti. Della famiglia, Whitaker si crea un’idea particolare: la considera più un’unità totalizzante che una somma di individui, governata da processi in gran parte inconsci e collettivi. Il terapeuta Whitaker si pone come elemento disturbante, spesso aggressivo, e non come regolatore di flussi di comunicazione: svagato, sonnolento e distratto, sembra parlare a casaccio, a volte s’addormenta in seduta, come pretendesse che sia la famiglia ad attirare la sua attenzione.

Dopo aver organizzato alla Emory una serie di importanti seminari di terapia della famiglia, Whitaker si trasferisce alla University of Wisconsin Medical School nel 1964, diventando anche uno dei terapeuti più seguiti e ammirati in assoluto. A vederlo lavorare, pare davvero che la terapia secondo Whitaker consista semplicemente nel mettere in scena la persona unica e irripetibile del terapeuta. Eppure, la sua terapia obbedisce anche ad alcuni principi base, tra cui l’importanza del lavoro con le famiglie d’origine.

La terapia whitakeriana, nel suo uso di modelli che indifferentemente si rifanno alla tradizione esperienziale, alla psicoanalisi e alle teorie strutturali, è anche una terapia intergenerazionale, che differisce però da tutte le altre proprio per il suo olismo di fondo. È evidente che per Whitaker non conta differenziare i singoli della famiglia, ma cambiare qualcosa nel loro modo di stare insieme. È come se Whitaker cercasse di parlare direttamente all’inconscio collettivo di ciascun gruppo familiare, e anche negli anni successivi resterà forse l’unico a privilegiare la famiglia sull’individuo. Whitaker insiste a coltivare l’idea che sia proprio quell’unità familiare irrazionale e talvolta folle ciò che dev’essere preservato dal lavoro terapeutico, marcando così la sua assoluta originalità nel panorama delle terapie familiari.

Diventato uno dei grandi vecchi della terapia della famiglia, Carl Whitaker muore nel 1993 nella casa di Atlanta dove s’era da tempo ritirato, per seguire solo occasionalmente famiglie estese in sedute maratona di un’intera giornata.

;hi

lino17
http://www.itff.org/Lib.Bib/bib_whitaker.html

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