\"VALORI PARAMETRICI\" NEL COMPITO DEL PROF. MUSCATO

luxhacker-votailprof
Vorrei formulare una critica costruttiva all'utilizzo da parte del prof. Muscato di valori "parametrici" a seconda della matricola, nella prova in itinere di Elementi di Ingegneria dell'Automazione.

Un compito difficile ma tranquillamente fattibile (se preparati), poteva diventare (in alcuni esercizi) spietato ed inrisolvibile... Tutto a seconda della propria matricola o data di nascita!!!

Capisco l'esigenza di differenziare i compiti e non intendo polemizzare sulla questione "ingiustizia" di compiti più o meno difficili (come dice Muscato: "Sicuramente mi direte che ci saranno compiti facilissimi e compiti difficilissimi e che questo è ingiusto. Lo so, è vero, ma la vità è ingiusta!"). Tuttavia ritengo che un tale metodo infici in modo esagerato la corretta valutazione della preparazione dello studente: se calcoli algebrici inutilmente complicati non permettono allo studente di dimostrare la capicità di svolgere i quesiti, il risultato del compito non può rispecchiare la sua reale preparazione!

Voi cosa ne pensate??

Vi saluto augurandomi che per il prossimo esame il professore riesca a procurarsi più aule (e di conseguenza non sia costretto a ricorrere ai "fastidiosissimi" valori parametrici). Bye bye

Risposte
luxhacker-votailprof
Bhe, il fatto che applichi una valutazione "critica" e "non standardizzata" dei compiti è già una buona notizia...

Per quanto riguarda la valutazione statistica dovuta ai pochi quesiti dei compiti e l'elemento "fortuna" sono perfettamente d'accordo con lei. Non è infatti questo che mi infastidisce dei "valori parametrici". Non è nemmeno, come ho cercato di spiegare, la differente difficoltà fra i vari compiti. Intanto perchè, come giustamente dice lei, la fortuna non può non giocare un ruolo importante. Inoltre perchè era presumibile che lei operasse la giusta differenziazione secondo la diversa difficoltà dei compiti.

Quello che veramente mi infastidisce dei valori parametrici, è quando vengono fuori calcoli algebrici inutilmente complicati! Ovvero quando lo studente è costretto a perder tempo con noiosi e lunghi passaggi algebrici non attinenti alla materia! Un esempio banale è quando nell'applicare il criterio di Nyquist, una funzione di trasferimento dai coefficienti particolarmente complicati rende inutile (o particolarmente lungo) il calcolo di parte reale e parte immaginaria (semplici calcoli algebrici), non permettendo magari di affrontare la ben più interessante problematica del disegno e dello studio della stabilità al variare del parametro K...

Vorrei anche fosse chiaro che capisco l'importanza di differenziare quanto più possibile i compiti, per evitare il fastidioso copiato. Ritengo solo che una maggiore differenziazione dei quesiti, a fronte di un accurata scelta di valori tali da renderli facilmente risolvibili, permetta allo studente di dedicarsi totalmente agli aspetti caratteristici della materia, piuttosto che perder tempo in stupidi conticini. Capisco d'altronde come questo richieda maggiori risorse (sia come tempo che come spazi).

Concludo precisando di non voler dare adito ad inutili polemiche, volevo solo esprimere la mia opinione. Vi chiedo scusa se la ritenete troppo "ovvia" o "banale", non era mia intenzione farvi perdere tempo...

Ti ringrazio per la critica costruttiva, ma non tanto perchè purtroppo ovvia.

In qualunque esame la fortuna è importante. Se si è perfettamente preparati o non si sa nulla forse no, ma in tutti gli altri casi l'esame, limitandosi a poche domande, è anche una valutazione statistica della preparazione. Mediamente funziona.

Fatta questa premessa voglio solo osservare che correggo e preparo compiti da qualche anno e non mi sono basato mai solo sul risultato finale per valutare l'esito di un compito, ma so rendermi conto se un compito era più facile o più difficile.

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