Sull'obiezione di coscienza

Sk_Anonymous
Premessa. Questo mio discorso è riferito solo ai medici pagati dallo Stato. I privati facciano quel che gli pare (entro la legge). Spero di non scrivere cose sbagliate, nel caso correggetemi! :-D

In un certo qual modo, l'obiezione di coscienza può essere usata per lavorare meno e guadagnare gli stessi soldi.
Supponiamo che, nell'entrate 2013, venga trovata una procedura clinica X che possa sollevare lo stesso clamore dell'aborto. I medici che si sono abilitati o laureati entro questo anno non avevano conoscenza di questa procedura e il loro lavoro non prevedeva in nessun caso il suo uso, la cui pratica potrebbe benissimo fare a pugni con la loro etica (umana e professionale). Dunque, per queste persone ritengo giustissima la possibilità di compiere obiezione di coscienza: dopotutto, nessuno gli aveva detto (o insegnato) la pratica X, e ora di certo non possiamo mandarli a casa. Non sarebbe giusto!
Per chi, invece, si abilita o si laurea nel 2014, non ritengo giusta l'obiezione di coscienza, perché loro sapeva benissimo che il loro lavoro avrebbe, prima o poi, potuto riguardare la pratica X. Se la pratica X va contro la loro etica, nessuno li ha obbligati a diventare medico (o quel che sia). Nessuno li ha obbligati a doversi, prima o poi, confrontare con essa. Avrebbero potuto fare altro, avrebbero potuto fare lavori concordi con la loro etica.
Ritengo ingiusto, dunque, permettere l'obiezione di coscienza a persona che sapevano già cosa comportava la scelta di quella professione.
L'obiezione della pratica X potrebbe portare, come purtroppo è già accaduto per l'aborto in molte regioni italiane, all'annullamento dei diritti delle persone (nel caso dell'aborto, delle donne) e, di fatto, interrompendo un servizio pubblico. Se tutti i medici (pubblici, o statali, non so come si dice) italiani diventassero obiettori della pratica X, questa sparirebbe dagli ospedali pubblici, costringendo le persone a pagare fior fiore di soldi in cliniche private.
Di contro, se "solo" la metà dei medici fosse obiettore, di fatto questa metà dei medici scaricherebbe parte del proprio lavoro su altri colleghi i quali, pur lavorando molto di più, non avrebbero alcun vantaggio economico per questo lavoro extra.
Proposta. Se la pratica X, scoperta nel 2013, entra nella medicina italiana del 2014, credo che a tutti i medici laureati o abilitati entro il 2012 o 2013 sia giusto e doveroso concedere la possibilità di obiettare. Ma per tutti gli altri, no. A meno che, ovviamente, il fatto di rinunciare a parte del loro lavoro non implichi anche una rinuncia di parte del loro stipendio, che andrà ad aumentare lo stipendio di chi si fa carico di questo lavoro extra. Ma questo potrebbe portare all'interruzione di pubblico servizio... Come si può fare?

Risposte
poncelet
Purtroppo non sono adeguatamente informato su questi fatti che citi. Mi limito a dire che se così è stato, credo ci siano gli estremi per denunciare l'interruzione di pubblico servizio da parte delle ASL di riferimento. Sono fermamente convinto che una legge dello stato (peraltro sancita da un referendum popolare) debba essere rispettata.

Sk_Anonymous
"maxsiviero":
L'importante è che sia comunque garantita l'applicazione di una legge dello stato a chi voglia ricorrervi.

Il problema è che in molte regioni italiane non è così... Ho letto varie testimonianze di persone che hanno dovuto attraversare l'Italia per abortire, e per ragioni serie...

poncelet
Non ne farei tanto una questione di retribuzione. Trovo sia giusto che un medico eserciti il proprio diritto di dissentire riguardo a pratiche che, pur essendo previste dalla legge, egli ritiene eticamente discutibili. E' un po' come quando c'era il servizio militare obbligatorio ed io, come tanti altri, ho avuto la possibilità di prestare un servizio civile alternativo professandomi obiettore di coscienza. Credo che sia un diritto sacrosanto. Per quanto riguarda lo stipendio di chi obbietta, credo sia un falso problema, chi non vuole praticare aborti, impiegherà con altre mansioni il proprio orario retribuito. L'importante è che sia comunque garantita l'applicazione di una legge dello stato a chi voglia ricorrervi.

Sk_Anonymous
"DavideGenova":
Sono completamente d'accordo con Armando. Non mi sembrerebbe giusto precludere la possibilità di praticare la professione di ginecologo a persone dalle capacità magari anche eccellenti, delle quali tanto più una struttura pubblica ha bisogno, per posizioni etiche, come il fatto che considerano la vita di un embrione umano da preservare.

A me questo starebbe bene se si vedesse chi rinuncia a parte del suo lavoro rinunciare anche a parte dello stipendio in favore di chi si fa carico di lavoro extra. Trovo giusto pagare di più chi lavora di più e di meno chi lavora di meno.
E poi rimane sempre il problema: se tutti obiettano, che fine fanno i diritti dei pazienti?

DavideGenova1
Sono completamente d'accordo con Armando. Non mi sembrerebbe giusto precludere la possibilità di praticare la professione di ginecologo a persone dalle capacità magari anche eccellenti, delle quali tanto più una struttura pubblica ha bisogno, per posizioni etiche, come il fatto che considerano la vita di un embrione umano da preservare.
Per inciso è quello che penso anch'io, per considerazioni etiche strettamente laiche, radicate nel significato biologico di individuo appartenente alla specie Homo sapiens, ma anche se non la pensassi così sarei per garantire il diritto di obiezione di coscienza. Personalmente mi sono avvalso dell'obiezione di coscienza, anche se non saprei se in questo caso mi sia garantita legalmente, quando, lavorando da custode sociale presso un'anziana, mi ha chiesto di spruzzare dell'insetticida su una colonia di formiche, cosa che sarebbe andata contro i miei principi morali quasi-antispecisti.

Sk_Anonymous
Nessun altro parere? :(

Sk_Anonymous
"j18eos":
[quote="giuliofis"]...Ipoteticamente, credo dovresti rinunciare a fare un ipotetico lavoro in cui la teoria delle stringhe ne sia una parte rilevante...
Ovvio, ma ciò non mi può impedire di occuparmi di matematica. :D[/quote]
E nessuno lo fa, infatti. Tu formati quanto vuoi, studia ciò che vuoi, quanto vuoi, dove vuoi e quando vuoi. Solo non puoi pretendere (e mi sembra lo hai capito) di fare un lavoro obiettandone una parte. O il lavoro lo fai tutto, o fai altro, dato che nessuno ti obbliga a sceglierne uno specifico. Non credo che, come matematico, dovrai necessariamente occuparti della matematica dietro la teoria delle stringhe finalizzandola proprio a questo.

"j18eos":
Rispondo all'ultima riga: vorresti imporre per legge al personale ospedaliero di lasciare fuori dalla porta una parte di se stessi, in quanto potenzialmente interferente con le funzioni da svolgere a cui sono chiamati?

No. Per chi c'è già dentro, che si può fare? Null'altro che lasciarlo obiettare. Per chi deve ancora entrare, invece, se non è in grado di far questo semplicemente non deve entrare.
Se poi uno, durante la vita, cambia idea, allora si dovrebbe istituire un "qualcosa" che possa valutare le motivazioni portate (del tipo: "Ho cambiato idea perché sì" non mi sembra un ragionamento da uomo adulto) e, nel caso, concedere l'obiezione a chiunque.

j18eos
"giuliofis":
...Ipoteticamente, credo dovresti rinunciare a fare un ipotetico lavoro in cui la teoria delle stringhe ne sia una parte rilevante...
Ovvio, ma ciò non mi può impedire di occuparmi di matematica. :D

Rispondo all'ultima riga: vorresti imporre per legge al personale ospedaliero di lasciare fuori dalla porta una parte di se stessi, in quanto potenzialmente interferente con le funzioni da svolgere a cui sono chiamati?

Sk_Anonymous
"j18eos":
Faccio un esempio parabolico su me stesso: non mi piace la teoria delle stringhe e il mio relatore è (anche) un teorico delle stringhe; secondo il tuo ragionamento dovrei rinunziare a fare una tesi con lui sulle curve modulari complesse (geometria algebrica e non teoria delle stringhe) solo perché potrei correre il rischio di dover studiare la teoria delle stringhe?

Ipoteticamente, credo dovresti rinunciare a fare un ipotetico lavoro in cui la teoria delle stringhe ne sia una parte rilevante. È come se un privato ti assumesse e tu gli dicessi: "Guardi, lei mi assuma, ma lavorerò meno degli altri e, di conseguenza, gli altri lavoreranno di più e, forse, peggio a causa della mole di lavoro aumentata. Lei però dia gli stessi soldi a tutti".

"j18eos":
Inoltre, l'obiezione di coscienza è tutelata dall'articolo 18 della dichiarazione universale sui diritti dell'uomo!

Certo che sì, uno è libero di obiettare quanto vuole. Volevo dire che in ambito lavorativo dove si parla di vite umane, forse, l'efficienza del medico e la prontezza del servizio sia più importante del credo di qualcuno.
Le proprie opinioni, insomma, che siano religiose, laiche, politiche eccetera, credo debbano stare fuori dagli ospedali.

j18eos
Faccio un esempio parabolico su me stesso: non mi piace la teoria delle stringhe e il mio relatore è (anche) un teorico delle stringhe; secondo il tuo ragionamento dovrei rinunziare a fare una tesi con lui sulle curve modulari complesse (geometria algebrica e non teoria delle stringhe) solo perché potrei correre il rischio di dover studiare la teoria delle stringhe?

Inoltre, l'obiezione di coscienza è tutelata dall'articolo 18 della dichiarazione universale sui diritti dell'uomo!

P.S.: Correggi il titolo del thread! :-D

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