Studiare al meglio
Ciao a tutti, non ho mai scritto in maniera attiva sul forum, tuttavia spesso in questo anno e mezzo (sono al 2 anno di atematica) sono finito su questi lidi per alcuni dubbi prontamente risolti dal database di risposte già date.
Tuttavia mi trovo qui perché vorrei cercare di fronteggiare un problema che mi attanaglia, non un esercizio ostico ma il sentirmi sempre come uno scolapasta, ossia perdere informazioni anche capite in modo approfondito.
Potrebbe sembrare il mio post sia un piagnucolare ed essere una invettiva contro quanto sia brutto il mondo universitario, in realtà proprio non è così: mi rendo conto di avere un bel problema e vorrei solo avere consigli da chi è bravo per cercare di migliorare la mia poca abilità.
Il problema che mi affligge è rendermi conto di come una nozione capita non debba mai essere "dimenticata": teoremi definizioni ecc. Invece nel mio caso anche se capisco a fondo mi sembra proprio con il non tornarci più sopra (dopo un po') di perdere pezzi di definizioni, come se non riuscissi a ritrovare anche dei mattoncini fondamentali per ricostruire tutto l'impianto mentale per giungere alla conclusione e sentire come se nella mente avessi una grandissima voragine in cui perdo informazioni passati mesi dopo aver affrontato lo studio dell'argomento (ricordo di averlo fatto ma non riesco a reperirlo). Questo mi rendo conto essere un bel problema perché mi accorgo vedendo persone più brave come dovrebbe essere naturale saper maneggiare argomenti vecchi senza doversi risfogliare il libro: lo vedo dalle pronte risposte sul forum, non credo uno si metta ogni volta a scartabellare paginate di roba. Ecco, io seppure abbia passato un esame non ci riesco e lo vivo in modo fallimentare.
Ho letto altre discussioni simili, tuttavia non ho trovato una risposta (forse anche perché in cuor mio so che non c'è). In ogni caso chi avesse voglia di darmi qualche consiglio, ben venga, perché non vorrei ritrovarmi ogni volta a non poter proseguire poiché mi manca qualcosa che dovrei sapere. Non capisco dove sbaglio, anche perché studio ogni giorno circa 12 ore tra lezioni e studio a casa, non sono uno scansafatiche e amo studiare. Ma non riuscire in ciò che si ama affligge. Forse non ho solo le capacità, potrebbe benissimo essere, ma prima di gettare la spugna vorrei almeno provarci a migliorare.
Buon fine settimana a tutti.
Tuttavia mi trovo qui perché vorrei cercare di fronteggiare un problema che mi attanaglia, non un esercizio ostico ma il sentirmi sempre come uno scolapasta, ossia perdere informazioni anche capite in modo approfondito.
Potrebbe sembrare il mio post sia un piagnucolare ed essere una invettiva contro quanto sia brutto il mondo universitario, in realtà proprio non è così: mi rendo conto di avere un bel problema e vorrei solo avere consigli da chi è bravo per cercare di migliorare la mia poca abilità.
Il problema che mi affligge è rendermi conto di come una nozione capita non debba mai essere "dimenticata": teoremi definizioni ecc. Invece nel mio caso anche se capisco a fondo mi sembra proprio con il non tornarci più sopra (dopo un po') di perdere pezzi di definizioni, come se non riuscissi a ritrovare anche dei mattoncini fondamentali per ricostruire tutto l'impianto mentale per giungere alla conclusione e sentire come se nella mente avessi una grandissima voragine in cui perdo informazioni passati mesi dopo aver affrontato lo studio dell'argomento (ricordo di averlo fatto ma non riesco a reperirlo). Questo mi rendo conto essere un bel problema perché mi accorgo vedendo persone più brave come dovrebbe essere naturale saper maneggiare argomenti vecchi senza doversi risfogliare il libro: lo vedo dalle pronte risposte sul forum, non credo uno si metta ogni volta a scartabellare paginate di roba. Ecco, io seppure abbia passato un esame non ci riesco e lo vivo in modo fallimentare.
Ho letto altre discussioni simili, tuttavia non ho trovato una risposta (forse anche perché in cuor mio so che non c'è). In ogni caso chi avesse voglia di darmi qualche consiglio, ben venga, perché non vorrei ritrovarmi ogni volta a non poter proseguire poiché mi manca qualcosa che dovrei sapere. Non capisco dove sbaglio, anche perché studio ogni giorno circa 12 ore tra lezioni e studio a casa, non sono uno scansafatiche e amo studiare. Ma non riuscire in ciò che si ama affligge. Forse non ho solo le capacità, potrebbe benissimo essere, ma prima di gettare la spugna vorrei almeno provarci a migliorare.
Buon fine settimana a tutti.
Risposte
"piccì":
[quote="Sergio"]
[...] A proposito: ma tu parli con i tuoi prof? Oppure sei di quelli che non riescono a superare la barriera invisibile -- perché inesistente -- tra studenti e docenti? [...]
In effetti sono uno di quelli

Te lo scrivo sia da ex-studente che da docente.
Ci si legge in giro!

Allora a presto e auguri piccì!
"Sergio":
A proposito: ma tu parli con i tuoi prof? Oppure sei di quelli che non riescono a superare la barriera invisibile -- perché inesistente -- tra studenti e docenti?
In effetti sono uno di quelli

"gabriella127":
p.s. posso aggiungere una cosa? Se la matematica fosse tirare fuori teoremi, dimostrazioni etc. con facilità, come il coniglio dal cappello, sarebbe noiosissima. Il bello, anche se costa fatica, è ricercare, pensare.
Su questo sono d'accordissimo, perché è quel senso di sfida nel voler capire cose nuove che mi stimola a farla sempre. però quando casco su cose banali e che dovrei sapere sento come se non sapessi nulla. Come se non avessi soddisfatto le aspettative di qualcuno (forse di me stesso) ed è lì che mi inviluppo in pensieri dannosi. Insomma sul nuovo sono felice, ma quando trovo un buchetto dico "cavolo dovrei saperlo e mi porta a dire lui lo sa e io no, dovevo essere preparato così" e via dicendo.
In ogni caso sono contento di essermi confrontato, come dicevo non lo faccio mai e il forum -il dietro le quinte- mi ha aiutato a farlo.
Sono contento di questa community, penso che continuerò a seguire leggendo le domande di altri ecc.. è stata una bella scoperta: non un risolutore ma qualcosa di attivo... aspettatevi molte domande e dubbi nelle relative sezioni

"Martino":Aggiungo che tra i professori che ho avuto quelli che non si appoggiavano a niente erano incomprensibili e confusionari (però almeno si credevano dei geni).[/quote]
[quote="Sergio"]Tra tanti docenti che ho conosciuto, ne ho visto SOLO UNO che non consultasse qualcosa mentre spiegava (ma non era un docente di matematica).
Un mio ricordo, piccì.
Un corso di Algebra I, primo anno, il professore era un rinomato algebrista, un nome dell'algebra. A un certo punto si è incasinato in una dimostrazione e non se la ricordava. Ha detto: "Scusatemi, non me la ricordo, però la lezione me la ero preparata". Che gli vuoi dire? Tanto di cappello per lo stile e l'umiltà.
Questo per dire che quelle che a noi sembrano levigate presentazioni che vengono facili ai matematici, sono invece frutto di lavoro e di fatica, perfino in un corso di primo anno da parte di un algebrista di primo livello.
Lo sai che se si va a guardare la storia della matematica, quanta fatica hanno fatto pure i grandi e quante cxxxxte hanno detto?
piccì, io sono sicura che tu sei bravo, e non hai problemi con la matematica. Non chiedere a te stesso cose che non si chiedono nemmeno ai matematici esperti, e non esistono, tipo tirare fuori concetti e dimostrazioni come il coniglio dal cappello.
p.s. posso aggiungere una cosa? Se la matematica fosse tirare fuori teoremi, dimostrazioni etc. con facilità, come il coniglio dal cappello, sarebbe noiosissima. Il bello, anche se costa fatica, è ricercare, pensare.
"Sergio":Aggiungo che tra i professori che ho avuto quelli che non si appoggiavano a niente erano incomprensibili e confusionari (però almeno si credevano dei geni).
Tra tanti docenti che ho conosciuto, ne ho visto SOLO UNO che non consultasse qualcosa mentre spiegava (ma non era un docente di matematica).
"piccì":Diciamo che il matematico degno di questo nome (e non lo sono tutti quelli che si dichiarano matematici) ha la certezza che quello che formula è corretto, ma solo dopo averlo fatto sedimentare qualche tempo (è per questo che quando si scrive qualcosa, tipo un articolo o un libro, bisogna passare attraverso molte versioni), in ogni caso se ho capito bene sei al secondo anno di matematica, ti posso dire che per diventare matematici ci vogliono anni (e chi è davvero un matematico? Possiamo rispondere a questa domanda?), perché invece non fai un bel respiro e ti rilassi?
Inoltre vedo che un matematico medio dovrebbe avere certezza di quel che fa, mi sembra non sbagli mai giungendo sempre al risultato corretto (sul già visto e studiato ovviamente, non si impasticcia come capita a me. Ha una via cristallina e la segue)

Siccome mi piace rispondere con le citazioni, George Orwell ha detto “A man who gives a good account of himself is probably lying, since any life when viewed from the inside is simply a series of defeats.” In altre parole ci sentiamo tutti dei perfetti idioti (soprattutto se conviviamo con cose difficili da capire), quello che vedi sulla superficie è un tentativo di affrontare questa sensazione.
Cioè in poche parole: non essere troppo duro con te stesso.
Credo in effetti di aver fatto passare l'idea che volessi ricordare, in realtà volevo trasmettere una sensazione che mi pervade certe volte quando quotidianamente mi pongo dei test: e quella cosa come era, e quell'altra? E mi trovo spesso a rimuginare sul "come ricavare qualcosa di già visto" non riuscendo a sviluppare quella capacità di cui parlava bokonon (e un po' tutti gli altri, tipo sergio la chiama "metodo") beh sento di non averla e questo mi affossa. Non è il ricordare, ma il fatto che ponendomi di fronte a mille prove vedo che spesso ricordo bene di cosa si trattasse ma c'è come un muro tra il raccapezzarmi senza aprire libro (ovviemente aprendolo è subito chiaro) e la nozione. Mi sembra di brancolare nel buio e questo mi affossa e mi blocco nel procedere con la dimostrazione. Parlavo di ricordare perché è una sorta di sensazione di impotenza nel reperire info utili anche solo a partire.
Se tipo mi dicessi come era ricavata l'equazione di Larmor? Sì ok, è fisica, ma una parte che studiai e anche bene... boh nero totale. Eppure ricordo a cosa serviva ma come ricavarla prorpio no. - E' un esempio su due piedi fatto a casaccio-
Inoltre vedo che un matematico medio dovrebbe avere certezza di quel che fa, mi sembra non sbagli mai giungendo sempre al risultato corretto (sul già visto e studiato ovviamente, non si impasticcia come capita a me. Ha una via cristallina e la segue) e invece nel mio caso anche quando riesco sento dei buchi, qualcosa che mi manca, insicurezza e dubbi. E' una sensazione difficile da esprimere, ma non capisco se si tratti di mera incapacità (nessuno ha un cervello uguale) e quindi rassegnarmici o se posso "tamponare". Ammetto che a questo non so ancora rispondermi.
Spero di esser stato più chiaro
perché il "ricordare" era usato in modo un po' abusivo.
Colgo inoltre l'occasione per ringraziarvi delle tante risposte, non me le aspettavo e le ho lette una per una.
Buona serata a tutti.
Se tipo mi dicessi come era ricavata l'equazione di Larmor? Sì ok, è fisica, ma una parte che studiai e anche bene... boh nero totale. Eppure ricordo a cosa serviva ma come ricavarla prorpio no. - E' un esempio su due piedi fatto a casaccio-
Inoltre vedo che un matematico medio dovrebbe avere certezza di quel che fa, mi sembra non sbagli mai giungendo sempre al risultato corretto (sul già visto e studiato ovviamente, non si impasticcia come capita a me. Ha una via cristallina e la segue) e invece nel mio caso anche quando riesco sento dei buchi, qualcosa che mi manca, insicurezza e dubbi. E' una sensazione difficile da esprimere, ma non capisco se si tratti di mera incapacità (nessuno ha un cervello uguale) e quindi rassegnarmici o se posso "tamponare". Ammetto che a questo non so ancora rispondermi.
Spero di esser stato più chiaro

Colgo inoltre l'occasione per ringraziarvi delle tante risposte, non me le aspettavo e le ho lette una per una.
Buona serata a tutti.
Non per fare il guastafeste ma mi pare che ci sia un equivoco di fondo ...
No, non mi sto riferendo specificatamente a quanto avete detto e soprattutto non vorrei spaventare l'OP
... non preoccuparti, quanto hanno detto è vero, è normale dimenticare buona parte delle conoscenze dopo un po' che non si usano ed è vero che non ci vuole molto per farle tornare a galla
[ot](quando mia nipote ha iniziato a studiare tedesco alle superiori mi è tornato in mente, di colpo, tutto quello studiato trent'anni prima
)[/ot]
Però l'impressione che esce dai vari interventi è che il ragionamento, la capacità di ricostruire una soluzione, di arrivare all'obiettivo, ecc. nascano così, semplicemente dalla capacità di connettere, di metodo, di allenamento come se non ci fosse, alla base di tutto questo, comunque una (grossa) base di conoscenza pregressa.
È vero che può capitare di ripartire da zero, di dover riscoprire l'acqua calda ma se devi calcolare un integrale triplo non ricominci ogni volta dalle tabelline e dalla proprietà commutativa.
Voglio dire, andiamoci piano con le semplificazioni, la realtà è sempre più complicata
IMHO
Cordialmente, Alex
No, non mi sto riferendo specificatamente a quanto avete detto e soprattutto non vorrei spaventare l'OP

[ot](quando mia nipote ha iniziato a studiare tedesco alle superiori mi è tornato in mente, di colpo, tutto quello studiato trent'anni prima

Però l'impressione che esce dai vari interventi è che il ragionamento, la capacità di ricostruire una soluzione, di arrivare all'obiettivo, ecc. nascano così, semplicemente dalla capacità di connettere, di metodo, di allenamento come se non ci fosse, alla base di tutto questo, comunque una (grossa) base di conoscenza pregressa.
È vero che può capitare di ripartire da zero, di dover riscoprire l'acqua calda ma se devi calcolare un integrale triplo non ricominci ogni volta dalle tabelline e dalla proprietà commutativa.
Voglio dire, andiamoci piano con le semplificazioni, la realtà è sempre più complicata

IMHO
Cordialmente, Alex
Anch'io ho un ricordo, all'orale di fisica 2 mi ha chiesto di calcolare un flusso o roba simile, e si aspettava che gli dicessi che siccome l'oggetto aveva delle simmetrie l'integrale corrispondente veniva nullo, roba da fisici insomma
invece io ho fatto tutti i conticini e lui è rimasto positivamente impressionato (forse perché non faceva un integrale da anni, abituato com'era ai trucchetti dei fisici), in ogni caso mi ha dato un ottimo voto. Cosa voglio dire: se ti chiedono una cosa e vedono che non sai la risposta ma la sai ricavare questo vale molto di più della prontezza con cui avresti risposto giusto se te la fossi ricordata.
Concordo con Bokonon e il suo aneddoto, gli scacchi sono un ottimo esempio (e scuola di vita) del fatto che la memoria è un trucco, è la punta dell'iceberg, prima o poi la tua profondità viene a galla, ed è quella che conta. Coi trucchi arrivi solo a ingannare gente che non vale la pena convincere di niente. Non so come dire: io valorizzerei molto di più la conoscenza "mobile", quella che ti permette di leggere un articolo, capirlo e criticarlo, rispetto alla conoscenza da "chi vuol essere milionario", quella che ti permette di fare la lista di tutti gli stati USA, "per stupire mezz'ora basta un libro di storia" (cit).

Concordo con Bokonon e il suo aneddoto, gli scacchi sono un ottimo esempio (e scuola di vita) del fatto che la memoria è un trucco, è la punta dell'iceberg, prima o poi la tua profondità viene a galla, ed è quella che conta. Coi trucchi arrivi solo a ingannare gente che non vale la pena convincere di niente. Non so come dire: io valorizzerei molto di più la conoscenza "mobile", quella che ti permette di leggere un articolo, capirlo e criticarlo, rispetto alla conoscenza da "chi vuol essere milionario", quella che ti permette di fare la lista di tutti gli stati USA, "per stupire mezz'ora basta un libro di storia" (cit).
In generale, io tendo a non imparare niente a memoria, quindi mi ritrovo spessissimo a dover riscoprire la medesima acqua calda...più volte.
Ricordo che all'orale di metodologia statistica, all'improvviso la prof. saltò fuori con "...e le formule della regressione lineare sono?" roba degli esami precedenti insomma che uno conosce come l'ave maria.
E invece ebbi un vuoto di memoria: piuttosto che sparare ciò che pensavo di ricordare dissi:"facile, le ricavo subito" presi un foglio, feci un paio di derivate parziali e ricavai le formule in 90 secondi.
Presi 30 eppure quando passai accanto ad uno studente che era in prima fila lo sentii chiaramente bofonchiare "Pazzesco prendere 30 se non ci si ricorda le formule della regressione lineare".
Mi fece tanto ridere perchè erano esattamente le persone che di statistica non avevano mai capito una fava e si segnavano le risposte da imparare a memoria ed esclamavano increduli al bar:"mi ha chiesto una cosa che non era nemmeno in programma!".
La memoria è utile indubbiamente ma non ha paragone con la comprensione della materia.
Un volta un Meastro Internazionale di scacchi scrisse un blog su una partita che aveva giocato recentemente ad un torneo. L'avversario che doveva affrontare era nientepopodimeno che la leggenda Viktor Korchnoi, oramai ultrasettantenne...ma sempre un fuoriclasse. Così l'IM, che aveva il nero, studiò le partite di Viktor (detto il terribile) con il bianco contro l'est indiana e scoprì che qualche anno prima aveva giocato una variante che permetteva al nero di pareggiare facilmente. Tutto contento si sedette al tavolo dopo la consueta stretta di mano e mentre Viktor metodicamente prendeva qualche secondo per eseguire e scrivere le mosse, lui muoveva lampo!
E finalmente raggiunsero la posizione che l'IM attendeva...ancora una mossa e avrebbe sfoderato la novità che aveva preparato a casa! E invece Viktor si mise a ponzare a lungo come se avesse visto quella posizione per la prima volte e non centinaia di volte! E alla fine Viktor eseguì la mossa...che non era quella attesa. L'IM rimase sorpreso dalla mossa stessa(controintuitiva) ma più analizzava più si rendeva conto che era un grande miglioramento rispetto alla linea che Viktor aveva giocato in precedenza. Morale, la situazione divenne difficile e presto l'IM commise una cappella e perse. Come al suo solito Viktor non aveva peli sulla lingua e, appena l'avversario abbandonò, lo sgridò per avere giocato così rapidamente mostrando una mancanza di rispetto imperdonabile! LOL.
L'IM rimase in silenzio...non trovò certo il coraggio di rivelargli la verità.
Korchnoi non ha mai reputato di avere avuto un talento naturale per gli scacchi (intendeva al livello di un campione del mondo...e lui andò vicinissimo al titolo 3 volte) ma era sempre stato un grandissimo "lavoratore".
L'aforisma dice:"Viktor ha dimenticato più cose sugli scacchi di quante tu ne possa imparare in una vita".
A costo di ripetermi, la memoria è importante ma la comprensione fa la differenza.
Ricordo che all'orale di metodologia statistica, all'improvviso la prof. saltò fuori con "...e le formule della regressione lineare sono?" roba degli esami precedenti insomma che uno conosce come l'ave maria.
E invece ebbi un vuoto di memoria: piuttosto che sparare ciò che pensavo di ricordare dissi:"facile, le ricavo subito" presi un foglio, feci un paio di derivate parziali e ricavai le formule in 90 secondi.
Presi 30 eppure quando passai accanto ad uno studente che era in prima fila lo sentii chiaramente bofonchiare "Pazzesco prendere 30 se non ci si ricorda le formule della regressione lineare".
Mi fece tanto ridere perchè erano esattamente le persone che di statistica non avevano mai capito una fava e si segnavano le risposte da imparare a memoria ed esclamavano increduli al bar:"mi ha chiesto una cosa che non era nemmeno in programma!".
La memoria è utile indubbiamente ma non ha paragone con la comprensione della materia.
Un volta un Meastro Internazionale di scacchi scrisse un blog su una partita che aveva giocato recentemente ad un torneo. L'avversario che doveva affrontare era nientepopodimeno che la leggenda Viktor Korchnoi, oramai ultrasettantenne...ma sempre un fuoriclasse. Così l'IM, che aveva il nero, studiò le partite di Viktor (detto il terribile) con il bianco contro l'est indiana e scoprì che qualche anno prima aveva giocato una variante che permetteva al nero di pareggiare facilmente. Tutto contento si sedette al tavolo dopo la consueta stretta di mano e mentre Viktor metodicamente prendeva qualche secondo per eseguire e scrivere le mosse, lui muoveva lampo!
E finalmente raggiunsero la posizione che l'IM attendeva...ancora una mossa e avrebbe sfoderato la novità che aveva preparato a casa! E invece Viktor si mise a ponzare a lungo come se avesse visto quella posizione per la prima volte e non centinaia di volte! E alla fine Viktor eseguì la mossa...che non era quella attesa. L'IM rimase sorpreso dalla mossa stessa(controintuitiva) ma più analizzava più si rendeva conto che era un grande miglioramento rispetto alla linea che Viktor aveva giocato in precedenza. Morale, la situazione divenne difficile e presto l'IM commise una cappella e perse. Come al suo solito Viktor non aveva peli sulla lingua e, appena l'avversario abbandonò, lo sgridò per avere giocato così rapidamente mostrando una mancanza di rispetto imperdonabile! LOL.
L'IM rimase in silenzio...non trovò certo il coraggio di rivelargli la verità.
Korchnoi non ha mai reputato di avere avuto un talento naturale per gli scacchi (intendeva al livello di un campione del mondo...e lui andò vicinissimo al titolo 3 volte) ma era sempre stato un grandissimo "lavoratore".
L'aforisma dice:"Viktor ha dimenticato più cose sugli scacchi di quante tu ne possa imparare in una vita".
A costo di ripetermi, la memoria è importante ma la comprensione fa la differenza.
"piccì":...ma che significa?
[...]Come dite tutti è normale dimenticare, però mi sembra di farlo troppo[...]
E che devo dire io: stavo svolgendo lezione (all'univ.) sui complementi ortogonali dei sottospazi vettoriali euclidei; non ricordai due dimostrazioni, e quindi le lasciai in sospeso. Finché non aprii un libro, non ricordai che per dimostrare quei due lemmi avrei dovuto spiegare le basi ortogonali & ortonormali...
Oppure, in geometria algebrica proiettiva devo usare tutta la potenza dei line bundles per poter svolgere le mie ricerche: credimi che ogni volta ho voglia di morire, perché devo ripartire da \(\displaystyle0\) su questi gingilli... che ###

Infine, la mia chicca: ultimo esame, il quale consisteva in un seminario su un argomento concordato. Procedette tutto bene, finché arrivai al momento clou... vuoto di memoria... come reazione psicologica dissi (con un bel sorriso) "...e ora!, arrivati a questo punto..." il prof. sorrise e disse "sì!" ed io "...non mi ricordo più che devo dire!" ridendo per la disperazione





Come vedi: dimenticare è normale, ma è il metodo di studio che fa la differenza.

P.S.: non ti far spaventare da internet, ma usala per ampliare le tua capacità intellettive.

"piccì":
Vi ringrazio molto per questi spunti e testimonianze, vi sento più "umani"
Ma certo che siamo umani! Come tutti. Siamo quattro poveri disgraziati come tutti

Tutti noi abbiamo cose che non sappiamo (miliardi), non capiamo, abbiamo dimenticato.
Però quello che sappiamo, anche poco, ha valore.
Non ti confrontare con persone idealizzate che non esistono.
Ti ripeto, internet in questo non fa bene.
Vai avanti tranquillo e vedrai che farai belle cose.
Non ero latitante ma vi leggevo passo passo perché, come dicevo, il cercare di riuscire è qualcosa che mi sta a cuore. Questo perché la matematica è qualcosa che mi mette sempre felicità nel farla, ma il sentirmi sempre in difetto non mi aiuta.
Come dite tutti è normale dimenticare, però mi sembra di farlo troppo; in effetti come dice sergio ci vuole metodo e sento di non averlo ancora del tutto.
Altra grande verità è quella di gabriella: internet mi devasta sul piano emotivo perché ci si raffronta con molte risposte e ci si sente sempre imbecilli. Un continuo volere ma non riesco.
Vi ringrazio molto per questi spunti e testimonianze, vi sento più "umani"
Come dite tutti è normale dimenticare, però mi sembra di farlo troppo; in effetti come dice sergio ci vuole metodo e sento di non averlo ancora del tutto.
Altra grande verità è quella di gabriella: internet mi devasta sul piano emotivo perché ci si raffronta con molte risposte e ci si sente sempre imbecilli. Un continuo volere ma non riesco.
Vi ringrazio molto per questi spunti e testimonianze, vi sento più "umani"

"piccì":
non vorrei ritrovarmi ogni volta a non poter proseguire poiché mi manca qualcosa che dovrei sapere. Non capisco dove sbaglio, anche perché studio ogni giorno circa 12 ore tra lezioni e studio a casa, non sono uno scansafatiche e amo studiare. Ma non riuscire in ciò che si ama affligge. Forse non ho solo le capacità, potrebbe benissimo essere, ma prima di gettare la spugna vorrei almeno provarci a migliorare.
Sottoscivo in pieno quello che hanno detto Martino e @melia. Stavo per dirtelo ma mi hanno preceduto. E' normale dimenticare! Anche se in realtà non si dimentica davvero. Andando avanti i pensieri maturano, e ricorderai sempre di più, studi matematica solo da poco più di un anno.
Vorrei solo aggiungere una cosa: internet è una bellissima risorsa, ma si viene sommersi. Basta andare su internet (Forum compreso) e ti senti un imbecille, quello che sai ti sembra niente, guardi la massa della roba che trovi e ti senti una nullità.
E' quello che succede pure a me, eh.
Non è così. Bisogna difendersi.' Pauca sed matura... '(e lo diceva Gauss, che non era fesso...).
Chi sa che avrebbero fatto i grandi di fronte a internet.
Sono d’accordo con Martino. E rincaro. Le cose apprese devono sedimentare un po’, prima di essere usufruibili in contesti anche solo appena un po’ diversi.
Però dipende anche da come vai agli esami. Dopo 6 mesi che hai fatto un esame è del tutto normale dimenticarne il contenuto, l'idea è che in realtà non l'hai dimenticato, lo puoi risvegliare in ogni momento, come una lingua che non parli da tempo.
Ciao 
Credo di no. A parte conoscere le sue doti non lo conosco come metodo.

Credo di no. A parte conoscere le sue doti non lo conosco come metodo.
Hai già sentito parlare del metodo Feynman?