Stanno ammazzando l'università pubblica
Sono d'accordo sul quadro generale da te delineato.
C'è però un punto che non mi torna: a quanto mi risulta, è possibile affidare (gratuitamente) un corso ad un professore in pensione. Sono a conoscenza di almeno due casi proprio alla Sapienza.
C'è però un punto che non mi torna: a quanto mi risulta, è possibile affidare (gratuitamente) un corso ad un professore in pensione. Sono a conoscenza di almeno due casi proprio alla Sapienza.
Risposte
E' il risultato del progetto iniziato,con la diabolica lungimiranza degli aspiranti oligarchi,tre lustri fà:
cosa ancor più grave è che rientra in un contesto di lenta e scientifica alienazione dello Spirito umano che abbraccia pure lavoro,famiglia,cultura e,più in generale,tutto quanto c'è di sacro nel puzzle della Dignità d'un essere umano libero..
Per quanto riguarda il sistema universitario non s'è riuscito di vedere subito chiarissimo dove potesse portare quel processo di mercificazione e svalutazione del sapere iniziato nel '01ed ancora,ahinoi,lontano dal finire
(altrimenti si sarebbero uniti in costante mobilitazione ricercatori e studenti,
i cui rispettivi futuri stavano bruciando in modo talmente fine da permetter loro d'accogersene solo quando il fuoco aveva attaccato i pilastri di casa..),
e stendo un velo di pietoso silenzio sull'universo scolastico:
ma forse si fà ancora in tempo,
se non accettiamo con la passività e la solitudine dettata dalle mille legittime preoccupazioni personali d'un momento storico come questo.
Ed allora facciamoci forza
(ormai siam tutti professionisti di quest'esercizio dell'intelletto umano..),
e diciamo che questo post è attraversato trasversalmente da parecchie generazioni che confrontano,con senso civico,
le proprie inquietudini e la propria incredulità:
forse vuol dire che questa povera Patria ha ancora una speranza,
e che Vic non è detto sarà l'n-esima bella mente che all'estero valorizzeranno stupendosi,con malcelata ironia,
del fatto che l'investimento sulla sua formazione sia stato realizzato dalla sua famiglia e dal suo stato per poi
"regalare"ad altri il "prodotto finito".
Scusate l'amarezza:
è un periodo di prove dure per chiunuque abbia avuto,da ragazzo,
l'ingenuità di credere nell'inviolabilità di quella bibbia laica chiamata Costituzione..
Saluti dal web.
cosa ancor più grave è che rientra in un contesto di lenta e scientifica alienazione dello Spirito umano che abbraccia pure lavoro,famiglia,cultura e,più in generale,tutto quanto c'è di sacro nel puzzle della Dignità d'un essere umano libero..
Per quanto riguarda il sistema universitario non s'è riuscito di vedere subito chiarissimo dove potesse portare quel processo di mercificazione e svalutazione del sapere iniziato nel '01ed ancora,ahinoi,lontano dal finire
(altrimenti si sarebbero uniti in costante mobilitazione ricercatori e studenti,
i cui rispettivi futuri stavano bruciando in modo talmente fine da permetter loro d'accogersene solo quando il fuoco aveva attaccato i pilastri di casa..),
e stendo un velo di pietoso silenzio sull'universo scolastico:
ma forse si fà ancora in tempo,
se non accettiamo con la passività e la solitudine dettata dalle mille legittime preoccupazioni personali d'un momento storico come questo.
Ed allora facciamoci forza
(ormai siam tutti professionisti di quest'esercizio dell'intelletto umano..),
e diciamo che questo post è attraversato trasversalmente da parecchie generazioni che confrontano,con senso civico,
le proprie inquietudini e la propria incredulità:
forse vuol dire che questa povera Patria ha ancora una speranza,
e che Vic non è detto sarà l'n-esima bella mente che all'estero valorizzeranno stupendosi,con malcelata ironia,
del fatto che l'investimento sulla sua formazione sia stato realizzato dalla sua famiglia e dal suo stato per poi
"regalare"ad altri il "prodotto finito".
Scusate l'amarezza:
è un periodo di prove dure per chiunuque abbia avuto,da ragazzo,
l'ingenuità di credere nell'inviolabilità di quella bibbia laica chiamata Costituzione..
Saluti dal web.
Be se non possono insegnare gratis allora cosa possiamo fare noi?
Ho un idea. Facciamo una colletta. Ogni mese ogni studente del corso mette a disposizione 1 centesimo di euro. Il professore riceverà quindi uno stipendio simbolico di pochi centesimi (che verranno versati come imposte interamente in modo da non avere problemi di tipo fiscali) e non sarà quindi "gratis". Potrà così insegnare. O c'è un limite inferiore allo stipendio?
Perchè secondo me ammazzare la scuola pubblica è controproducente perfino per le scuole private. Infatti ultimamente noto sempre più siti internet dedicati alla diffusione gratis di insegnamenti. (senza contare i professori disposti ad insegnare gratuitamente).
E' un paradosso ma credo valga. A parte Wikipedia (che fino alla scoperta di matematicamente.it usavo come fonte principale di informazioni matematiche/scientifiche) ci sono una miriade di blog/portali/forum che rendono di pubblico dominio la conoscenza (cosa ottima direi).
L'unico problema credo che sia il fatto che comunque le conoscenze hanno bisogno di essere confermate da una specie di attestato (diploma o laurea chessia) che garantisce per noi le nostre conoscenze. Quindi è meglio per tutti se la scuola pubblica continui a sopravvivere (e magari a migliorare invece che a peggiorare).
EDIT:
tralatro sono convinto che se fosse impossibile insegnare gratis ci sarebbe un po più di concorrenza per le cattedre e forse migliorerebbe la qualità degli insegnamenti.
Ho un idea. Facciamo una colletta. Ogni mese ogni studente del corso mette a disposizione 1 centesimo di euro. Il professore riceverà quindi uno stipendio simbolico di pochi centesimi (che verranno versati come imposte interamente in modo da non avere problemi di tipo fiscali) e non sarà quindi "gratis". Potrà così insegnare. O c'è un limite inferiore allo stipendio?
Perchè secondo me ammazzare la scuola pubblica è controproducente perfino per le scuole private. Infatti ultimamente noto sempre più siti internet dedicati alla diffusione gratis di insegnamenti. (senza contare i professori disposti ad insegnare gratuitamente).
E' un paradosso ma credo valga. A parte Wikipedia (che fino alla scoperta di matematicamente.it usavo come fonte principale di informazioni matematiche/scientifiche) ci sono una miriade di blog/portali/forum che rendono di pubblico dominio la conoscenza (cosa ottima direi).
L'unico problema credo che sia il fatto che comunque le conoscenze hanno bisogno di essere confermate da una specie di attestato (diploma o laurea chessia) che garantisce per noi le nostre conoscenze. Quindi è meglio per tutti se la scuola pubblica continui a sopravvivere (e magari a migliorare invece che a peggiorare).
EDIT:
tralatro sono convinto che se fosse impossibile insegnare gratis ci sarebbe un po più di concorrenza per le cattedre e forse migliorerebbe la qualità degli insegnamenti.
"Sergio":
[quote="fields"]Il fatto che non si possano stipulare contratti di insegnamento gratuiti mi sembra in tutela dei giovani precari dell'università, particolarmente passibili di essere "costretti" a insegnare gratuitamente (ad esempio, con la scusa che hanno già un qualche contratto di ricerca da fame).
Sarebbe una tutela se si vietassero i contratti gratuiti per rendere possibile l'assunzione dei giovani precari, ma così non è: il prof che se ne va o non viene sostituito (abolizione del corso) o viene sostituito da un giovane precario che rimane tale. Infatti una volta era espressamente escluso che si potessero assegnare incarichi di insegnamento ai ricercatori, poi è diventato possibile per i ricercatori confermati, poi ancora per i ricercatori non confermati.
[/quote]
Se il professore va in pensione si liberano risorse per pagare i contratti di insegnamento, no? Parlo di contratti affidati a ricercatori di ruolo (che tuttavia hanno già molto spesso un carico didattico), ma anche ai tantissimi giovani in gamba che sono esclusi dall'università per il blocco alle assunzioni che dura ormai da anni (e l'abolizione della figura del ricercatore). Se i contratti di insegnamento potessero essere gratuiti, questa gente dovrebbe competere per il contratto anche con gente disponibile ad insegnare gratuitamente, creando un'insensata corsa al ribasso.
Ora, se qualche rettore sfrutta l'esistenza di una norma ragionevole per non sostenere l'offerta didattica, la colpa non mi sembra della norma, ma della solita cattiva amministrazione interna delle università italiane. E temo che per ovviare a questo problema, la valutazione del risultato sia indispensabile...
"fields":
La riforma Gelmini prometteva un serio meccanismo di valutazione dell'università. Tuttavia, la tizia non mi sembra proprio in grado di riuscire nell'impresa, a tutt'oggi abbastanza in alto mare.

Il fatto che non si possano stipulare contratti di insegnamento gratuiti mi sembra in tutela dei giovani precari dell'università, particolarmente passibili di essere "costretti" a insegnare gratuitamente (ad esempio, con la scusa che hanno già un qualche contratto di ricerca da fame).
A me questa norma sembra giusta, chi non vuole i sacrosanti soldi per il suo lavoro può sempre devolverli in beneficenza.
Il vero problema naturalmente è la mancanza cronica di fondi per l'università. Ma purtroppo fintantoché non esisterà un modo serio di distribuire i fondi in base alla qualità dell'insegnamento e della ricerca, la situazione rimarrà schifosa. A volte i soldi spesi male sono peggio dei soldi non spesi. Quanti docenti scarsi rovinano la formazione di un giovane?
La riforma Gelmini prometteva un serio meccanismo di valutazione dell'università. Tuttavia, la tizia non mi sembra proprio in grado di riuscire nell'impresa, a tutt'oggi abbastanza in alto mare.
A me questa norma sembra giusta, chi non vuole i sacrosanti soldi per il suo lavoro può sempre devolverli in beneficenza.
Il vero problema naturalmente è la mancanza cronica di fondi per l'università. Ma purtroppo fintantoché non esisterà un modo serio di distribuire i fondi in base alla qualità dell'insegnamento e della ricerca, la situazione rimarrà schifosa. A volte i soldi spesi male sono peggio dei soldi non spesi. Quanti docenti scarsi rovinano la formazione di un giovane?
La riforma Gelmini prometteva un serio meccanismo di valutazione dell'università. Tuttavia, la tizia non mi sembra proprio in grado di riuscire nell'impresa, a tutt'oggi abbastanza in alto mare.
Purtroppo una responsabilità non indifferente nel degrado dell'università l'hanno anche i professori, o perlomeno una certa classe di professori. Il nepotismo (anche trascurando eccessi grotteschi come quelli del rettore di Roma) non è certo una novità degli ultimi anni, e solo in parte è stato esercitato da influenze esterne. Anche ai tempi dei miei studi era usuale trovare coniugi e figli di docenti nei ruoli, a volte erano validi, altre volte no. In generale, fino a quando i docenti hanno avuto una copertura economica per praticare i propri interessi (tra cui anche la possibilità di mantenere incarichi contemporanei tra università pubbliche e private) ben poche voci si sono sollevate a protestare (qualcuna sì, occorre riconoscerlo), ma quando il giocattolo si è rotto c'è stato questo improvviso risveglio collettivo della categoria.
Questa cosa del 'non puoi tenere corsi gratuiti' è recente, almeno fino a giugno non era così;
anche un tutor che volesse fare esercitazioni gratuitamente non può perchè la legge lo vieta, o contratto o niente,
ma per i contratti non ci sono soldi -per molte altre cose ovviamente si-
Di sicuro centra la Gelmini.
Ci vogliono togliere anche l'università pubblica.. non ho parole
anche un tutor che volesse fare esercitazioni gratuitamente non può perchè la legge lo vieta, o contratto o niente,
ma per i contratti non ci sono soldi -per molte altre cose ovviamente si-
Di sicuro centra la Gelmini.
Ci vogliono togliere anche l'università pubblica.. non ho parole
Riguardo al professore in pensione a me stupisce di più che lo possa iniziare il corso. Nella scuola i professori non posso andare in pensione durante l'anno accademico. Mi sembra una cosa sensata anche perché altrimenti gli alunni cambierebbero insegnante a metà dell'anno. Io personalmente non vedo perché all'università invece un professore che insegna in un corso possa lasciarlo a metà. Di fatto è un disservizio per gli studenti. Certo che in mancanza di soldi ben vengano gli insegnamenti gratuiti da parte dei professori in pensione ma alla fine il vero problema è che l'università italiana non ha ricambio e tutti gli studenti con un po' di ambizione dubito pensino all'Italia come un'opzione. Personalmente penso che molte delle ultime fughe di menti non abbiano neanche provato a fare domanda in Italia (almeno quelle che fanno il dottorato all'estero).
Salve Sergio,
condivido la sua preoccupazione in merito, dico inoltre che la Sapienza non è l'unica università con fatti di questo tipo, a Palermo è da quasi mezzo semestre che non vengono ammessi professori nuovi e le lezioni con relative materie vengono "congelate", termine mai sentito in vita mia...
L'università in Italia fa schifo e questo mi fa incazzare
perchè nonostante tutto devo pagare le tasse e per giunta devo finire l'università entri i 5 anni (ultima legge del rettore Lagalla), di questo passo non so nemmeno se continuo a Palermo. Ho già fatto domanda di trasferimento per Catania, ma devo aspettare sino al 14 Luglio 2012 per essere trasferito totalmente poichè quest'anno le facoltà scientifiche sono a numero chiuso e la domanda a Catania l'ho presentata, nel 2011, troppo in ritardo ovvero dopo il 14 Luglio 2011, cose da urlo. Mi sto "dannando l'anima", come direbbe il critico Russo a Mastro don Gesualdo, per cercare una facoltà, tra matematica e fisica, che mi possa ammettere senza aspettare tutto questo tempo.
A Palermo, per giunta c'è il rischio che il primo anno venga chiuso per mancanza di studenti... non c'è la carta igienica... non vengono fatte le pulizie straordinarie... la facoltà chiude prima durante il giorno per risparmiare energia elettrica... e poi spendono soldi diversamente... E UNO SCHIFO!
Cordiali saluti
"Sergio":
Vi chiedo scusa, se n'è parlato tante volte, ma oggi mi sono fatto due chiacchiere con un mio amico, professore universitario della Sapienza prossimo alla pensione. Quello che mi ha detto mi ha lasciato di sasso.
La faccenda è semplice: andrà in pensione a novembre del prossimo anno, quindi a metà del primo semestre del prossimo anno accademico. Ancora non sa se a ottobre 2012 comincerà il suo corso, ma probabilmente no.
Potrebbe iniziarlo, andare in pensione e continuare come professore a contratto, ma i soldi per il contratto non ci sono e, soprattutto, sono vietati i contratti gratuiti!
Lui sarebbe disponibile, ma - con le norme attuali - non lo può fare. Non può nemmeno insegnare gratis!
Perché? Perché l'obiettivo è la riduzione dell'offerta didattica!!! Cosa di cui, mi ha detto, il rettore Frati si è vantato pubblicamente!
In compenso, le università private possono fare quello che vogliono...
Ma se i professori vanno in pensione, se nuovi non se ne possono assumere, se sono vietati perfino i contratti gratuiti, chi terrà i corsi che proprio non possono essere eliminati? I ricercatori.
E cosa fanno le università private? Su Roma la principale è la LUISS, che affida corsi a docenti (ormai sempre più a ricercatori) pagandoli poco, perché tanto è comunque l'università pubblica che dà loro "di che vivere".
Vorrei sfogarmi ben più... del lecito. Meglio un "no comment".
condivido la sua preoccupazione in merito, dico inoltre che la Sapienza non è l'unica università con fatti di questo tipo, a Palermo è da quasi mezzo semestre che non vengono ammessi professori nuovi e le lezioni con relative materie vengono "congelate", termine mai sentito in vita mia...
L'università in Italia fa schifo e questo mi fa incazzare


A Palermo, per giunta c'è il rischio che il primo anno venga chiuso per mancanza di studenti... non c'è la carta igienica... non vengono fatte le pulizie straordinarie... la facoltà chiude prima durante il giorno per risparmiare energia elettrica... e poi spendono soldi diversamente... E UNO SCHIFO!


Cordiali saluti
"Rigel":
Eventualmente è scandaloso far insegnare gratis dei giovani che ancora non hanno una posizione (=stipendio) all'università.
Era questo che intendevo; perdonami mi sarò espresso male.
Sul fatto che un professore in pensione insegni gratis non vedo niente di particolarmente scandaloso (comunque prende una pensione, e se lo fa è per piacere personale).
Eventualmente è scandaloso far insegnare gratis dei giovani che ancora non hanno una posizione (=stipendio) all'università.
Eventualmente è scandaloso far insegnare gratis dei giovani che ancora non hanno una posizione (=stipendio) all'università.
Per non parlare del fatto, di per sé scandaloso, che un professore insegni gratis.
da noi e' accaduta una cosa simile
si e' dovuto annullare un corso poiche' un professore che veniva dall'esterno dell'università, che insegnava a gratis, non e' potuto piu' essere assunto
si e' dovuto annullare un corso poiche' un professore che veniva dall'esterno dell'università, che insegnava a gratis, non e' potuto piu' essere assunto