Sistema elettorale. Cos'è il premio di maggioranza?
Ciao a tutti, mi è capitato giranda per la mia città, di imbattermi nel solito volantinaggio, e mi è capitato sottomano un foglio dal titolo "REFERENDUM SULLA LEGGE ELETTORALE".
A quel punto, dopo un letura un poco più attenta rispetto alle solite scorse veloci ho capito di non sapere molto sullalegge elettorale vigente.
ho cercato di documentarmi e nel sito della camera dei deputati ho trovato spiegato quasi tutto. Dico qusi perchè non ho ben capito qual'è il sistema di attribuzione al premio di maggioranza, e quando si applica, dato che mi sembra, che, se la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto il più alto numero di voti ha conseguito 340 seggi, questo premio non si applica.
E in caso negativo (cioè se non si ottenessero 340 seggi) mi sembra di capire che alla coalizione più votata si assegna questo premio di maggioranza.
Ho capito bene quello che illustra la legge 270?
Precedentemente a questa legge esisteva il premio di maggioranza (estendendosi alle coalizioni)?
Giusto?
A quel punto, dopo un letura un poco più attenta rispetto alle solite scorse veloci ho capito di non sapere molto sullalegge elettorale vigente.
ho cercato di documentarmi e nel sito della camera dei deputati ho trovato spiegato quasi tutto. Dico qusi perchè non ho ben capito qual'è il sistema di attribuzione al premio di maggioranza, e quando si applica, dato che mi sembra, che, se la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto il più alto numero di voti ha conseguito 340 seggi, questo premio non si applica.
E in caso negativo (cioè se non si ottenessero 340 seggi) mi sembra di capire che alla coalizione più votata si assegna questo premio di maggioranza.
Ho capito bene quello che illustra la legge 270?
Precedentemente a questa legge esisteva il premio di maggioranza (estendendosi alle coalizioni)?
Giusto?
Risposte
"Cheguevilla":inoltre penso ci fosse scritto che addirittura il candidato può essere eleggibile per ottenere più cariche, così (giusto per pensare male) ci si può giostrare in caso di un buon risultato dall'una o dall'altra parte.Si, casi simili sono più che frequenti.
Ad esempio, Mastella fino a qualche tempo fa aveva ben 5 (sottolineo cinque) differenti cariche istituzionali, con relativi stipendi; ma non ci si illuda, non è l'unico caso, è solo il più eclatante, dal momento che esistono centinaia di esempi simili.
Altro esempio sulla candidatura singola, è quello delle ultime elezioni europee, in cui tra i candidati di alcuni partiti erano presenti anche titolari di alcune cariche istituzionali che non avrebbero mai lasciato per andare al Parlamento Europeo, come puntualmente successo. Hanno incassato il voto, come capi di lista, e poi è stato eletto qualcun altro.
Il problema di queste cariche multiple è la completezza con cui vengono eseguite le varie mansioni.
Non credo che cinque cariche siano facili da gestire (il caso di mastella), e forse, potrebbero in realtà essere eseguite da assistenti var,i e poi, ufficilizzate dall'eletto.
Peccato che io il mio voto lo esprimo sul candidato, e vorrei fosse lui ad espletare il lavoro!
Anche in questo caso una bella modifica alla legge penso sia oportuna.
Grazie
Ciao
Io penserei ad un Mattarellum modificato:
Camera di 500 deputati
450 deputati eletti con il doppio turno maggioritario uninominale.
I rimanenti 50 deputati sono assegnati alla prima e alla seconda coalizione per numero di seggi in modo che la prima coalizione raggiunga, se possibile, il numero di 275 deputati (55%) e sono assegnati, per le due coalizioni, ai migliori sconfitti al doppio turno maggioritario.
E' un modo, secondo me, di evitare la tirannia dei piccoli partiti in parlamento e però di aumentare il loro peso (se ne hanno davvero) nella vita sociale e al momento del voto.
E' anche un modo perché tutte le persone elette vadano in parlamento su preciso mandato popolare e avendo condotto una campagna elettorale in prima persona.
Il Senato è di 100 senatori, compreso un piccolo numero a vita fra cui i presidenti emeriti, è eletto su base regionale con proporzionale puro e premio di maggioranza (fino al 55%).
La camera da la fiducia al governo, si occupa in esclusiva della gestione dei macrofenomeni economici e della vita civile.
Il senato è il garante e il rappresentante della struttura regionale ed unitaria dell'Italia, elegge da solo il presidente della repubblica, legifera assieme alla camera sulla costituzione, si occupa specificamente degli statuti delle autonomie locali senza però poter prevedere sensibili stanziamenti economici.
Sulla questione dell'indicazione chiara del candidato presidente del consiglio sono dubbioso, nel senso che è opportuno che le liste lo dicano con chiarezza, però non vincolerei mai per legge il capo dello stato (che secondo me è una figura istituzionale perfetta già così, veramente un capolavoro giuridico) a dover nominare l'uno o l'altro.
Inoltre aggiungerei che la corte costituzionale decide sulle richieste di procedimento contro i parlamentari, lasciando la però la possibilità ad una opportuna commissione parlamentare di invalidare il giudizio e disporre altrimenti.
Questo perché nessun potere estraneo possa sovrastare il parlamento, espressione del suffragio popolare.
Aggiungerei che i deputati debbano ricevere una indennità congrua e non possano ricevere altro reddito in assoluto.
Mentre i senatori possono scegliere di ricevere l'indennità o il proprio reddito esterno, ma non entrambi assieme.
Infine imporrei che i ministri del governo facessero parte del parlamento (i tecnici saranno nominati sottosegretari o viceministri).
Insomma, io insisterei sul nostro tradizionale parlamentarismo antipresidenziale e anzi, lo avvicinerei a quello più coerente dei paesi germanofoni.
Che ne dite?
Camera di 500 deputati
450 deputati eletti con il doppio turno maggioritario uninominale.
I rimanenti 50 deputati sono assegnati alla prima e alla seconda coalizione per numero di seggi in modo che la prima coalizione raggiunga, se possibile, il numero di 275 deputati (55%) e sono assegnati, per le due coalizioni, ai migliori sconfitti al doppio turno maggioritario.
E' un modo, secondo me, di evitare la tirannia dei piccoli partiti in parlamento e però di aumentare il loro peso (se ne hanno davvero) nella vita sociale e al momento del voto.
E' anche un modo perché tutte le persone elette vadano in parlamento su preciso mandato popolare e avendo condotto una campagna elettorale in prima persona.
Il Senato è di 100 senatori, compreso un piccolo numero a vita fra cui i presidenti emeriti, è eletto su base regionale con proporzionale puro e premio di maggioranza (fino al 55%).
La camera da la fiducia al governo, si occupa in esclusiva della gestione dei macrofenomeni economici e della vita civile.
Il senato è il garante e il rappresentante della struttura regionale ed unitaria dell'Italia, elegge da solo il presidente della repubblica, legifera assieme alla camera sulla costituzione, si occupa specificamente degli statuti delle autonomie locali senza però poter prevedere sensibili stanziamenti economici.
Sulla questione dell'indicazione chiara del candidato presidente del consiglio sono dubbioso, nel senso che è opportuno che le liste lo dicano con chiarezza, però non vincolerei mai per legge il capo dello stato (che secondo me è una figura istituzionale perfetta già così, veramente un capolavoro giuridico) a dover nominare l'uno o l'altro.
Inoltre aggiungerei che la corte costituzionale decide sulle richieste di procedimento contro i parlamentari, lasciando la però la possibilità ad una opportuna commissione parlamentare di invalidare il giudizio e disporre altrimenti.
Questo perché nessun potere estraneo possa sovrastare il parlamento, espressione del suffragio popolare.
Aggiungerei che i deputati debbano ricevere una indennità congrua e non possano ricevere altro reddito in assoluto.
Mentre i senatori possono scegliere di ricevere l'indennità o il proprio reddito esterno, ma non entrambi assieme.
Infine imporrei che i ministri del governo facessero parte del parlamento (i tecnici saranno nominati sottosegretari o viceministri).
Insomma, io insisterei sul nostro tradizionale parlamentarismo antipresidenziale e anzi, lo avvicinerei a quello più coerente dei paesi germanofoni.
Che ne dite?
inoltre penso ci fosse scritto che addirittura il candidato può essere eleggibile per ottenere più cariche, così (giusto per pensare male) ci si può giostrare in caso di un buon risultato dall'una o dall'altra parte.Si, casi simili sono più che frequenti.
Ad esempio, Mastella fino a qualche tempo fa aveva ben 5 (sottolineo cinque) differenti cariche istituzionali, con relativi stipendi; ma non ci si illuda, non è l'unico caso, è solo il più eclatante, dal momento che esistono centinaia di esempi simili.
Altro esempio sulla candidatura singola, è quello delle ultime elezioni europee, in cui tra i candidati di alcuni partiti erano presenti anche titolari di alcune cariche istituzionali che non avrebbero mai lasciato per andare al Parlamento Europeo, come puntualmente successo. Hanno incassato il voto, come capi di lista, e poi è stato eletto qualcun altro.
La mia proposta di legge elettorale (per la camera) è basata sul doppio turno (simile al modello francese, ma con sbarramento e premio di maggioranza):
- I partiti si possono presentare in coalizione; per ogni soggetto che si presenta, che sia partito unico o coalizione, deve essere chiaro chi, in caso di vittoria, debba essere intitolato ad essere il Capo del Governo.
- Soglia di sbarramento al 5%; al primo turno, vengono attribuiti i seggi solo: ai partiti che hanno ottenuto più del 5% dei consensi e alle due coalizioni con il maggior numero di voti.
- Secondo turno: tutti i seggi non attribuiti al primo turno, sono assegnati nel secondo turno, a cui possono partecipare solo le due coalizioni con il maggior numero di voti e, tra esse, solo i partiti che hanno superato la soglia di sbarramento nel primo turno.
- Premio di maggioranza: alla coalizione vincente vengono assegnati $n$ deputati in più come premio di maggioranza.
$n$ dipende dal numero di deputati di cui è composta la camera. Sono più che convinto che 1000 parlamentari che fanno la stessa cosa siano troppi. Una camera unica, dei Deputati, con 400/450 deputati è più che sufficiente.
Una seconda camera, un Senato su base regionale (simile al modello tedesco del Bundesrat), che non è elettiva e che svolga funzioni analoghe al Bundesrat.
Dai 1000 e passa parlamentari di adesso si passerebbe a poco più di 500. Il Bundesrat è composto di 69 persone.
Comunque il punto è uno e uno solo.
La riforma istituzionale e costituzionale per dare inizio al Senato delle regioni come auspicato dai nostri quanto mai saggi e lungimiranti costituenti.
Ovvero bisogna dividere le competenze tra le camere e soprattutto slegare il governo dal rapporto fiduciario col senato (cioè non bisogna avere la fiducia al Senato), in questo modo anche se succedesse di avere maggioranze diverse a causa del differente elettorato, si potrebbe governare almeno per le questioni di politica economica, estera e di sicurezza interna.
E' una cosa per cui si sta lavorando da tempo e una commissione presieduta da Violante sta, a quanto pare, pervenendo a qualche risultato.
Per quanto mi riguarda è l'unica legge che io veda con favore votata insieme da maggioranza e opposizione.
La riforma istituzionale e costituzionale per dare inizio al Senato delle regioni come auspicato dai nostri quanto mai saggi e lungimiranti costituenti.
Ovvero bisogna dividere le competenze tra le camere e soprattutto slegare il governo dal rapporto fiduciario col senato (cioè non bisogna avere la fiducia al Senato), in questo modo anche se succedesse di avere maggioranze diverse a causa del differente elettorato, si potrebbe governare almeno per le questioni di politica economica, estera e di sicurezza interna.
E' una cosa per cui si sta lavorando da tempo e una commissione presieduta da Violante sta, a quanto pare, pervenendo a qualche risultato.
Per quanto mi riguarda è l'unica legge che io veda con favore votata insieme da maggioranza e opposizione.
Poi, un'altra cosa: che senso hanno i collegi se poi uno può candidarsi dove vuole? Cioè, il collegio avrebbe senso se i suoi candidati sono di quel posto o comunque se sono radicati nel territorio: se Tizio è di Milano non può candidarsi a Palermo solo perché quello è un "seggio sicuro" per il proprio partito.
Ma vabbé, qui si va un po' troppo OT.
Infatti sul volantino che ho citato nel primo post si parlava anche di quello, il fatto che ci siano dei giochi di potere che tizio possa essere eleggibile in un collegio sparso per l'italia trovo sia un gioco politico, il candidato non conoscerà mai i problemi della propria città.
Nel volantino (che ora ho buttato! azz) inoltre penso ci fosse scritto che addirittura il candidato può essere eleggibile per ottenere più cariche, così (giusto per pensare male) ci si può giostrare in caso di un buon risultato dall'una o dall'altra parte.
Dovrei informarmi meglio, e , se qualcuno di voi è meglio informato di ciò mi piacerebbe sapere se è vero. Se così fosse lo trovo poco serio.
Grazie
Ciao
se siete interessati potete andare a curiosare, magari anche solo sulla pag web:
http://alex.unipmn.it/seminars/june2007/index_ita.php
dopo di che, se siete da quelle parti (Alessandria) in (uno di) quei giorni (4 e 5 giugno), una sbiciatina presumo sia tollerata, anche senza il pagamento della tassa di iscrizione...
http://alex.unipmn.it/seminars/june2007/index_ita.php
dopo di che, se siete da quelle parti (Alessandria) in (uno di) quei giorni (4 e 5 giugno), una sbiciatina presumo sia tollerata, anche senza il pagamento della tassa di iscrizione...
"Cheguevilla":
Per quanto riguarda il 1996, c'è da contare che nel maggioritario ciò che conta sono le coalizioni.
In effetti non consideravo questo fatto, prima mentre scrivevo il mio post precedente.
Un sistema proporzionale garantirebbe una maggior corrispondenza fra paese e parlamento, con un eventuale sbarramento per una maggior governabilità, ma credo che per rendere la cosa ancora più sicura sia calcolare la percentuale su scala nazionale.
Poi, un'altra cosa: che senso hanno i collegi se poi uno può candidarsi dove vuole? Cioè, il collegio avrebbe senso se i suoi candidati sono di quel posto o comunque se sono radicati nel territorio: se Tizio è di Milano non può candidarsi a Palermo solo perché quello è un "seggio sicuro" per il proprio partito.
Ma vabbé, qui si va un po' troppo OT.
Marco, io mi sono limitato a riportare dati numerici e affermazioni riscontrabili dalle fonti allegate.
Mi sembra che l'intervento originale chiedesse commenti apolitici...
Per quanto riguarda il 1996, c'è da contare che nel maggioritario ciò che conta sono le coalizioni.
Berlusconi sostiene che lui ha preso di più perchè conta anche la lega nord, che nel 1996 si era presentata autonomamente, fuori dalla coalizione della CdL. D'altra parte, Berlusconi aveva affermato che non sarebbe mai più andato al governo con Bossi.
Ma, con lo stesso ragionamento, nel 2001, se si conta la sinistra con Rifondazione Comunista e la Lista di Pietro, il centro sinistra aveva preso più voti.
Comunque, non si può ragionare dicendo "se la legge fosse stata diversa", dal momento che i partiti avrebbero agito in maniera diversa, presentando liste strutturate in maniera diversa.
Fuori di dubbio che l'attuale legge resta una porcata anche perchè fatta per puro interesse di una fazione, contro l'interesse dell'intero Paese.
Berlusconi sostiene che lui ha preso di più perchè conta anche la lega nord, che nel 1996 si era presentata autonomamente, fuori dalla coalizione della CdL. D'altra parte, Berlusconi aveva affermato che non sarebbe mai più andato al governo con Bossi.
Ma, con lo stesso ragionamento, nel 2001, se si conta la sinistra con Rifondazione Comunista e la Lista di Pietro, il centro sinistra aveva preso più voti.
Comunque, non si può ragionare dicendo "se la legge fosse stata diversa", dal momento che i partiti avrebbero agito in maniera diversa, presentando liste strutturate in maniera diversa.
Fuori di dubbio che l'attuale legge resta una porcata anche perchè fatta per puro interesse di una fazione, contro l'interesse dell'intero Paese.
Una piccolissima precisazione... il premio di maggioranza al Senato è previsto, solo che funziona in modo diverso: viene assegnato su base regionale. In analogia con quello che Cheguevilla ha mostrato su base nazionale per la Camera, in ogni regione la coalizione che vince ha diritto almeno al 55% dei senatori che quella regione può eleggere; se la coalizione vincente supera il 55% dei voti allora non si applica nessun premio ulteriore (questo per quanto riguarda la maggior parte dei casi, poi ci sono alcune regioni che fanno eccezione).
Il problema è che, essendo a base regionale, può succedere che diverse coalizioni vincano in regioni differenti ma che alla fine, andando a fare la somma, il numero di senatori di cui dispongono sia suppergiù lo stesso.
Applicando un premio di maggioranza nazionale anche al Senato si sarebbe avuto un effetto ancora peggiore di quello attuale: ora la stessa coalizione (nella fattispecie il Centrosinistra), sebbene con grandi difficoltà, può governare anche al Senato oltre che alla Camera. Viceversa, con un premio di maggioranza nazionale al Senato, si sarebbe avuto il Senato in mano al Centrodestra e la Camera in mano al Centrosinistra.
Interessante questa, in effetti il mentre leggevo il post la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: Beh il problema è semplice, si risolve facendo la legge identica rispetto alla camera, ma continuando a leggere, la mia affermazione si è sgretolata.
In effetti fare una legge equa che garantisca a chi vince le elezioni una governabilità non è cosa da poco.
Che questa legge non sia quella giusta lo sanno tutti, l'autore stesso della legge, dice che essa è una "porcata", come riccorda il nostro buon Cheguevilla.
Intanto nella mia mente si sta facendo un po' di luce su cosa è la legge elettorale e quali sono i difetti che porta con se.
Grazie
Ciao
"desko":
Sì, ma se ricordo bene Berlusconi si lamentava che quando fu sconfitto nel 1996 aveva preso più voti lui di Prodi, se sommati su scala nazionale e lo stesso per il Senato nel 2006 (ma pare anche di ricordare questi numeri mostrati al TG4 per consolarsi un po'). Ora, o era una boiata (che potrebbe anche essere), oppure vuol dire che si è già verificato e che ci sia discrepanza fra la percentuale dei voti e quella degli eletti non è soltanto un'ipotesi teorica.
Per quanto riguarda il Senato 2006 è sicuramente vero, difatti nel mio precedente post ho messo in risalto come ciascuna coalizione abbia vinto in una camera diversa e quindi neanche mettendo il premio di maggioranza su scala nazionale al Senato si è al sicuro.
Mi sembra che anche quanto hai detto riguardo al 1996 sia vero.
Infatti non pensare che la legge elettorale di allora fosse buona o migliore di quella attuale... c'era la faccenda del 75% di maggioritario che falsava di molto l'esito.
In ogni caso la legge elettorale attuale ha sortito l'effetto di pareggio anche (soprattutto) per via del fatto che il Paese al momento del voto era effettivamente spaccato a metà. Come ho già detto non ritengo che il problema si possa ricondurre al solo premio di maggioranza. Anzi, se ci fosse stato il premio di maggioranza nazionale al Senato, quest'ultimo sarebbe andato in mano al Centrodestra... quindi giudica un po' tu come sia complicata la questione.
Credo che il sistema elettorale andrebbe radicalmente rifondato e uno dei punti cardine ritengo dovrebbe essere una seria soglia di sbarramento (come già accennato da Cheguevilla), onde evitare che partiti quasi inesistenti possano alzare la voce più del consentito.
@Krodal: recepito grazie.
Detta così mi sembra una cosa veramente assurda: l'unico scopo del premio di maggioranza (credo) è garantire una maggior governabilità a discapito della rappresentatività, ma applicato in questo modo si perde quel vantaggio, senza alcun guadagno. Questo, almeno, all'occhio di un inesperto.
Sì, ma se ricordo bene Berlusconi si lamentava che quando fu sconfitto nel 1996 aveva preso più voti lui di Prodi, se sommati su scala nazionale e lo stesso per il Senato nel 2006 (ma pare anche di ricordare questi numeri mostrati al TG4 per consolarsi un po'). Ora, o era una boiata (che potrebbe anche essere
), oppure vuol dire che si è già verificato e che ci sia discrepanza fra la percentuale dei voti e quella degli eletti non è soltanto un'ipotesi teorica.
Detta così mi sembra una cosa veramente assurda: l'unico scopo del premio di maggioranza (credo) è garantire una maggior governabilità a discapito della rappresentatività, ma applicato in questo modo si perde quel vantaggio, senza alcun guadagno. Questo, almeno, all'occhio di un inesperto.
"Cheguevilla":
Desko ha riassunto brevemente i punti salienti.
Si, non è così ovvio che il 70% dei voti corrisponda, su scala nazionale al 70% dei deputati, ma il senso grossolano è quello, alla camera, dal momento che i collegi sono distribuiti in maniera proporzionale ai votanti.
Sì, ma se ricordo bene Berlusconi si lamentava che quando fu sconfitto nel 1996 aveva preso più voti lui di Prodi, se sommati su scala nazionale e lo stesso per il Senato nel 2006 (ma pare anche di ricordare questi numeri mostrati al TG4 per consolarsi un po'). Ora, o era una boiata (che potrebbe anche essere

Desko ha riassunto brevemente i punti salienti.
Si, non è così ovvio che il 70% dei voti corrisponda, su scala nazionale al 70% dei deputati, ma il senso grossolano è quello, alla camera, dal momento che i collegi sono distribuiti in maniera proporzionale ai votanti.
La legge attuale è di per sé una pecca, dal momento che il suo stesso autore, Roberto Calderoli, l'ha definita una porcata fatta per mettere in difficoltà chi andrà al governo.
Il problema è che l'attribuzione dei seggi al senato è tale per cui, come ampiamente dimostrato, porta ad avere un numero ristrettissimo di seggi di vantaggio, creando notevoli problemi di governabilità.
Inoltre, la soglia di sbarramento troppo ristretta consente l'attribuzione di seggi anche a partiti che prendono pochi voti, si pensi all'UDEUR di Mastella (1,4%) e alla Nuova DC di Rotondi (0,7%).
Si, non è così ovvio che il 70% dei voti corrisponda, su scala nazionale al 70% dei deputati, ma il senso grossolano è quello, alla camera, dal momento che i collegi sono distribuiti in maniera proporzionale ai votanti.
La legge attuale è di per sé una pecca, dal momento che il suo stesso autore, Roberto Calderoli, l'ha definita una porcata fatta per mettere in difficoltà chi andrà al governo.
Il problema è che l'attribuzione dei seggi al senato è tale per cui, come ampiamente dimostrato, porta ad avere un numero ristrettissimo di seggi di vantaggio, creando notevoli problemi di governabilità.
Inoltre, la soglia di sbarramento troppo ristretta consente l'attribuzione di seggi anche a partiti che prendono pochi voti, si pensi all'UDEUR di Mastella (1,4%) e alla Nuova DC di Rotondi (0,7%).
"desko":
Diciamo che il peccato di cui la si accusa maggiormente è la situazione che si è creata al Senato, dove non è previsto il premio di maggioranza.
Una piccolissima precisazione... il premio di maggioranza al Senato è previsto, solo che funziona in modo diverso: viene assegnato su base regionale. In analogia con quello che Cheguevilla ha mostrato su base nazionale per la Camera, in ogni regione la coalizione che vince ha diritto almeno al 55% dei senatori che quella regione può eleggere; se la coalizione vincente supera il 55% dei voti allora non si applica nessun premio ulteriore (questo per quanto riguarda la maggior parte dei casi, poi ci sono alcune regioni che fanno eccezione).
Il problema è che, essendo a base regionale, può succedere che diverse coalizioni vincano in regioni differenti ma che alla fine, andando a fare la somma, il numero di senatori di cui dispongono sia suppergiù lo stesso.
Qualcuno a questo punto può dire: "Semplice allora, basta mettere al Senato la stessa legge che c'è alla Camera (o una simile) con il premio di maggioranza a base nazionale e si risolve tutto".
Le cose non sono in realtà così semplici, perché nelle ultime elezioni politiche è avvenuto che:
- il Centrosinistra ha vinto (seppur di poco) alla Camera
- il Centrodestra ha ottenuto un totale di voti su scala nazionale (seppur di poco e tenendo conto anche del voto degli Italiani all'estero) maggiore al Senato
Applicando un premio di maggioranza nazionale anche al Senato si sarebbe avuto un effetto ancora peggiore di quello attuale: ora la stessa coalizione (nella fattispecie il Centrosinistra), sebbene con grandi difficoltà, può governare anche al Senato oltre che alla Camera. Viceversa, con un premio di maggioranza nazionale al Senato, si sarebbe avuto il Senato in mano al Centrodestra e la Camera in mano al Centrosinistra.
Come si può vedere, il problema di una legge elettorale che garantisca la governabilità ma tenga conto anche dei rapporti di forza che ci sono tra i diversi schieramenti e partiti non è affatto una questione semplice.
"homer":
Non voglio entrare nel merito politico, e vorrei sapere se questa è la legge attuale, e perchè il parlamento sta cercando di emanare una nuova legge elettorale. Di cosa pecca quella attuale?
Ciao
È difficile dire di cosa pecca quella attuale senza entrare nel merito politico, perché quello che a me sembra un difetto a te può sembrare un pregio.
Diciamo che il peccato di cui la si accusa maggiormente è la situazione che si è creata al Senato, dove non è previsto il premio di maggioranza.
Per me personalmente c'è un altro difetto, forse anche più grave, ovvero le liste bloccate, togliendo a noi elettori la possibilità di appoggiare più direttamente un candidato piuttosto che un altro.
Il fatto è che così facendo le possibilità di elezione del singolo candidato dipendono innanzitutto dalla posizione all'interno della lista (decisa dal partito) e poi dal successo della lista (deciso dagli elettori). Se invece, ci fosse la possibilità di esprimere la preferenza, aumenterebbe il peso degli elettori a discapito di quello dei partiti.
Sto dicendo delle boiate?
Chiudo con una domanda a Cheguevilla: tu hai esemplificato che ad un 70% di voti corrisponde un 70% di eletti.
Ma è proprio così? Ovvero, la proporzionalità si applica all'interno dei singoli collegi, non su scala nazionale (dico bene o sto prendendo un clamoroso granchio?). Un sistema così può portare ad avere una maggioranza di voti, ma una minoranza di seggi, e viceversa (come già successo, se ricordo bene).
"Cheguevilla":
Se la coalizione vincente non raggiunge quota 340 deputati (circa il 55% dei voti), ad essa vengono arbitrariamente assegnati di diritto 340 deputati.
Quindi fino ad ora ci sono, e mi sembra una cosa sensata, data dal fatto che chi vince l'elezioni deve avere una maggioranza tale in modo che si possa avere governabilità.
Non voglio entrare nel merito politico, e vorrei sapere se questa è la legge attuale, e perchè il parlamento sta cercando di emanare una nuova legge elettorale. Di cosa pecca quella attuale?
Intanto grazie delle informazioni!

Ciao
Il premio di maggioranza è uno strumento ideato per garantire la governabilità, ovvero dare un margine di deputati abbastanza ampio alla maggioranza.
Alla camera funziona così:
Se la coalizione vincente ha diritto all'elezione di più di 340 deputati, il premio non si applica e tutto funziona normalmente, quindi la coalizione in questione ottiene tanti deputati quanti i voti ricevuti in proporzione. Ovvero, se prende il 70% dei voti, avrà il 70% dei deputati, ovvero 441.
Se la coalizione vincente non raggiunge quota 340 deputati (circa il 55% dei voti), ad essa vengono arbitrariamente assegnati di diritto 340 deputati.
Alla camera funziona così:
Se la coalizione vincente ha diritto all'elezione di più di 340 deputati, il premio non si applica e tutto funziona normalmente, quindi la coalizione in questione ottiene tanti deputati quanti i voti ricevuti in proporzione. Ovvero, se prende il 70% dei voti, avrà il 70% dei deputati, ovvero 441.
Se la coalizione vincente non raggiunge quota 340 deputati (circa il 55% dei voti), ad essa vengono arbitrariamente assegnati di diritto 340 deputati.