Sensazione diretta=sensazione virtuale

Sk_Anonymous
Una grande facoltà che ha l'uomo è quella dell'immaginazione, cioé nel ricostruire nella mente tutto ciò che proviamo attraverso i sensi anche quando i sensi in quel momento non percepiscono. Mi chiedo: c'è secondo voi differenza tra ciò che percepiamo con sensi e le sensazioni che immaginiamo quando i sensi non stanno "lavorando"? Ad esempio, vediamo un oggetto con gli occhi, poi chiudiamo gli occhi e con la memoria e l'immaginazione rivediamo nella mente quell'oggetto......secondo me non c'è alcuna differenza tra i due oggetti. Il nostro cervello ci permette di ricostruire in modo virtuale tutto ciò che abbiamo provato a sufficienza nella vita (se l'ho provato una sola volta è possibile che non riesca ad immaginarmelo).....quello che sostengo io è che la sensazione diretta e la sensazione virtuale sono uguali.....che ne pensate?

Risposte
sméagol1

Sk_Anonymous
C'è da dire che anche se guardi un oggetto direttamente, riesci a ricostruirlo anche attraverso la memoria. Se vuoi approfondire la questione prova a cercare qualche libro di neuroscienze cognitive: magari non proprio un libro di testo perché avresti bisogno di prerequisiti in fisiologia della cellula e fisiologia dei sistemi, ma magari qualcosa di divulgativo.

_GaS_11
Forse sì. Però è anche vero che siamo capaci di distinguere ciò che percepiamo da ciò che immaginiamo. Come possiamo renderci conto di tale differenza? Ora come ora mi viene da rispondere quanto segue:
- La percezione è passiva, ovvero captiamo informazioni che vengono esposte alla coscienza, sotto una certa forma ( non c'è sforzo, le sensazioni avute sono automatiche ). Il pensare a quell'oggetto, invece, non necessita la sua presenza, ma grazie alle facoltà mentali ( qualunque esse siano ) si può ricostruire l'impressione ricevuta, facendo leva sulla memoria. Insomma, la differenza starebbe nell'intervento dell'intelletto, in uno sforzo che impieghiamo.
- L'intensità dell' impressione dell'esperienza, generalmente decisamente più forte dell'analoga versione ricordata o ricostruita.
Da cosa può dipendere ( con ogni probabilità ciò che scriverò non sarà esauriente, ma almeno uno spunto, questo sì )? Dal maggiore dettaglio del percepito rispetto al ricordato; guarda un oggetto e poi pensalo. Non lo ricorderai esattamente come l'hai visto. L'intensità del percepito: prova a guardare un attimo il sole, la luce sarà forte; prova a ricordarlo, e noterai che gli effetti non saranno i medesimi. Penso che ciò dipenda dal fatto che in un caso si vede ( si percepisce, generalmente ) con la mente ( o con il cervello, come vuoi ), mentre nell'esperienza si vede ( si percepisce ) con l'occhio ( in un certo senso, poiché alla fine è sempre la mente che vede, ma l'importante è rilevare l'impiego del mezzo sensibile ). Ovvero durante il ricordo viene a mancare il passaggio di dati che rende certe sensazioni, come il bruciore o la forte luminosità rilevata dall'occhio. Si può però obiettare: e se cerco di ricordarmi, oltre al sole, anche la sensazione di bruciore all'occhio? Tuttavia, almeno dall'esperienza, non sarà la stessa cosa.
Forse l'intensità può essere solo percepita, ma non ricostruita, possiamo solamente ricostruire la qualità della sensazione ( ovvero cupo, spigoloso, ecc. ), ma non l'intensità. O forse rimane soltanto una questione di differenza d'intensità: nell'esperienza tende ad essere sempre più forte.
A rafforzare l'ultima ipotesi potrebbero contribuire i temi del sogno ( lì per lì gli eventi appaiono reali ) e della malattia mentale ( per queste persone le voci nella loro mente sono proprio reali ).
Si tratta solamente di uno spunto, come già detto.

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