Ricercatore, si può?
Credo che vi stiate domandando che domanda idiota sia mai questa
Ma in realtà, poiché so che fra di voi ci sono professori (e presumo anche ricercatori, dottorandi, assistenti e così via), volevo leggere le vostre opinioni.
Faccio un sunto della mia situazione. Diciamo che penso alla ricerca da quando sono al liceo (anche se non necessariamente in mate, sebbene sia stata da sempre una grande passione). L'anno scorso mi sono iscritto a ingegneria informatica per diverse ragioni. Il primo anno l'ho fatto tutto lì, ma gli esami erano quasi tutti di matematica, uno di fisica e uno di informatica quindi non ho molto percepito la mancanza della matematica. Inoltre, molti avvenimenti e professori mi hanno portato a riflettere sul dottorato, sul mondo della ricerca. Verso novembre-dicembre di quest'anno ho deciso di cambiare. Ora sono al cdl in mate, ovviamente in estremo ritardo, ma il mio obiettivo sarebbe fare anche il dottorato.
Ammetto che mi piace anche l'idea dell'insegnamento perché è sempre un modo di approfondire la propria materia, ma l'idea di studiare a fondo, cercare, ideare, mi intriga sicuramente di più.
Aldilà della mia storia personale che non so quanto vi interessi, volevo capire qual è il percorso che porta poi a lavorare nell'ambito della ricerca. E anche più concretamente cosa si fa al dottorato o cosa fa un ricercatore. Non vorrei nutrirmi con una visione troppo aleatoria.
Come ho già accennato, purtroppo oramai sono in ritardo, quindi dovrò necessariamente rallentare per non rischiare di avere una preparazione spezzata. Quanto è determinante l'età per accedere al dottorato?
In ogni caso, vorrei dare anche uno sguardo all'Italia, aldilà di quel poco di cui si cincischia in giro, sempre troppo generico. Ho già avuto l'occasione di parlare con qualche professore da me (non solo di matematica) e mi è sembrato che quasi tutti fossero accomunati in volto da un'espressione consolatrice, come per dirmi "Guarda che qui in Italia la ricerca è per masochisti". Uno tra questi mi ha consigliato esplicitamente di organizzarmi un percorso all'estero, se deciderò quello come mio futuro
Quali sono i problemi reali? Il precariato sicuramente; ma in che misura? Il problema è che c'è una grande disinformazione su questi argomenti e questo contribuisce solo a creare ulteriore confusione; per questo chiedo il parere direttamente a gente che lavora in quell'ambito.
Ho anche un'altra domanda (inerente con l'ultima): il ruolo dei ricercatori è fisso o è temporaneo? Cioè, si può essere ricercatori senza necessariamente divenire professori o, trascorso un periodo di lavoro, si è obbligati a diventare professori e se non ci si riesce,... - ahime!
Mi sembra tutto ancora così utopico e irrealizzabile
Attendo speranze e disperazione; a voi la parola!
P.s.: cos'è un assegnista?

Ma in realtà, poiché so che fra di voi ci sono professori (e presumo anche ricercatori, dottorandi, assistenti e così via), volevo leggere le vostre opinioni.
Faccio un sunto della mia situazione. Diciamo che penso alla ricerca da quando sono al liceo (anche se non necessariamente in mate, sebbene sia stata da sempre una grande passione). L'anno scorso mi sono iscritto a ingegneria informatica per diverse ragioni. Il primo anno l'ho fatto tutto lì, ma gli esami erano quasi tutti di matematica, uno di fisica e uno di informatica quindi non ho molto percepito la mancanza della matematica. Inoltre, molti avvenimenti e professori mi hanno portato a riflettere sul dottorato, sul mondo della ricerca. Verso novembre-dicembre di quest'anno ho deciso di cambiare. Ora sono al cdl in mate, ovviamente in estremo ritardo, ma il mio obiettivo sarebbe fare anche il dottorato.
Ammetto che mi piace anche l'idea dell'insegnamento perché è sempre un modo di approfondire la propria materia, ma l'idea di studiare a fondo, cercare, ideare, mi intriga sicuramente di più.
Aldilà della mia storia personale che non so quanto vi interessi, volevo capire qual è il percorso che porta poi a lavorare nell'ambito della ricerca. E anche più concretamente cosa si fa al dottorato o cosa fa un ricercatore. Non vorrei nutrirmi con una visione troppo aleatoria.
Come ho già accennato, purtroppo oramai sono in ritardo, quindi dovrò necessariamente rallentare per non rischiare di avere una preparazione spezzata. Quanto è determinante l'età per accedere al dottorato?
In ogni caso, vorrei dare anche uno sguardo all'Italia, aldilà di quel poco di cui si cincischia in giro, sempre troppo generico. Ho già avuto l'occasione di parlare con qualche professore da me (non solo di matematica) e mi è sembrato che quasi tutti fossero accomunati in volto da un'espressione consolatrice, come per dirmi "Guarda che qui in Italia la ricerca è per masochisti". Uno tra questi mi ha consigliato esplicitamente di organizzarmi un percorso all'estero, se deciderò quello come mio futuro

Quali sono i problemi reali? Il precariato sicuramente; ma in che misura? Il problema è che c'è una grande disinformazione su questi argomenti e questo contribuisce solo a creare ulteriore confusione; per questo chiedo il parere direttamente a gente che lavora in quell'ambito.
Ho anche un'altra domanda (inerente con l'ultima): il ruolo dei ricercatori è fisso o è temporaneo? Cioè, si può essere ricercatori senza necessariamente divenire professori o, trascorso un periodo di lavoro, si è obbligati a diventare professori e se non ci si riesce,... - ahime!
Mi sembra tutto ancora così utopico e irrealizzabile

P.s.: cos'è un assegnista?
Risposte
molto difficile, non impossibile.
probabilmente burocraticamente non ci sono problemi, ma:
1)in Italia sarebbe difficilissimo passare il concorso, perchè fatto con prove su misura per gente che ha fatto fisica (e spesso, su misura per gente che ha fatto fisica nella stessa università)
2) all'estero la vedo difficile, benchè piccoli cambiamenti di rotta siano più comuni che non in Italia all'interno dello stesso soggetto. un professore dovrebbe fidarsi un po' alla cieca del tuo background per affidarti il progetto.
a meno che...
la possibilità più concreta è che tu faccia in tesi una cosa borderline, tipicamente una cosa strumentale e applicatata alla fisica (per dire: sviluppo di detector per una missione spaziale), così da continuare in quello, sotto un tetto che si chiama "Fisica" e non "Ingegneria". di fatto continueresti a fare quello. vedo più difficile, se non impossibile, che tu dopo una laurea in Ingegneria Aerospaziale possa finire a fare il mestiere del fisico teorico o anche sperimentale (insomma, quello che analizza dati presi da strumenti), perchè la formazione è estremamente diversa, e al punto 2 sarebbe difficile che un professore si fidi di te (probabilmente troverà candidati più titolati e più specializzati a riempire la posizione)
probabilmente burocraticamente non ci sono problemi, ma:
1)in Italia sarebbe difficilissimo passare il concorso, perchè fatto con prove su misura per gente che ha fatto fisica (e spesso, su misura per gente che ha fatto fisica nella stessa università)
2) all'estero la vedo difficile, benchè piccoli cambiamenti di rotta siano più comuni che non in Italia all'interno dello stesso soggetto. un professore dovrebbe fidarsi un po' alla cieca del tuo background per affidarti il progetto.
a meno che...
la possibilità più concreta è che tu faccia in tesi una cosa borderline, tipicamente una cosa strumentale e applicatata alla fisica (per dire: sviluppo di detector per una missione spaziale), così da continuare in quello, sotto un tetto che si chiama "Fisica" e non "Ingegneria". di fatto continueresti a fare quello. vedo più difficile, se non impossibile, che tu dopo una laurea in Ingegneria Aerospaziale possa finire a fare il mestiere del fisico teorico o anche sperimentale (insomma, quello che analizza dati presi da strumenti), perchè la formazione è estremamente diversa, e al punto 2 sarebbe difficile che un professore si fidi di te (probabilmente troverà candidati più titolati e più specializzati a riempire la posizione)
"Fioravante Patrone":
Puoi. Un mio "allievo", con laurea in scienze ambientali, ha fatto un dottorato in matematica (a Genova. Ed anche uno in TdG a Tilburg...).
Molti fisici ed ingegneri accedono a dottorati di matematica.
davvero??? O_O mi hai dato una gioia immensa!

Puoi. Un mio "allievo", con laurea in scienze ambientali, ha fatto un dottorato in matematica (a Genova. Ed anche uno in TdG a Tilburg...).
Molti fisici ed ingegneri accedono a dottorati di matematica.
Molti fisici ed ingegneri accedono a dottorati di matematica.
vi faccio una domanda un pò strana... se volessi, dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria aereospaziale, intraprendere un dottorato scientifico diverso da questa laurea (es. Dottorato in fisica) posso farlo oppure dovrei conseguire prima una laurea consona con il dottorato?...
Io avevo trovato su Internet dei verbali di alcuni concorsi per posti da ricercatore al Guido Castelnuovo (dipartimento di matematica della Sapienza). Erano concorsi abbastanza recenti e... altro che solo titoli e pubblicazioni, c'era il resoconto dettagliato di due prove scritte e una orale. Sono cambiate le regole da poco? O ogni dipartimento fa a modo suo?
Sì, è l'ansia che mi fa scrivere a manetta

"Antimius":
Ma una curiosità. Ma uno che scrive nelle pubblicazioni? Ho visto anche per esempio che una mia prof aveva fatto delle pubblicazioni appena dopo la laurea. Ma uno che si inventa appena laureato?
Ad esempio, questa:
http://www.springerlink.com/content/lg7t768g35340734/
è la mia tesi di laurea (ovviamente ristretta e adattata).
PS: un po' troppi "ma"

No, non c'è nulla di strano. Chiedevo soltanto perché non lo sapevo 
Ma una curiosità. Ma uno che scrive nelle pubblicazioni? Ho visto anche per esempio che una mia prof aveva fatto delle pubblicazioni appena dopo la laurea. Ma uno che si inventa appena laureato?

Ma una curiosità. Ma uno che scrive nelle pubblicazioni? Ho visto anche per esempio che una mia prof aveva fatto delle pubblicazioni appena dopo la laurea. Ma uno che si inventa appena laureato?

"Fioravante Patrone":Piccola osservazione: quasi sempre il nome del vincitore è noto prima che il bando esca. Anzi, spesso si cerca di procurarsi i soldi per poter "bandire" un assegno per lui/lei. Non c'è neanche bisogno di fare cose troppo sporche, basta che il bando sia su un tema di ricerca sufficientemente specifico che solo lei/lui possa aspirare ad essere il "legittimo" vincitore.[/quote]
[quote="gugo82"]Risposta al P.S.: Un assegnista è uno che ormai ha preso il dottorato e tira a campare con quel po' di soldi che gli può garantire un assegno di ricerca...
A questo punto vorrai sapere cos'è un assegno di ricerca. Mettiamola così: c'è un ente (un'università, un singolo dipartimento, un'azienda) che mette a disposizione dei soldi per fare della ricerca in un certo settore disciplinare in un periodo di tempo; si pubblica un bando di concorso, i candidati mandano i curricula, viene nominato un vincitore secondo i criteri stabiliti nel bando; il vincitore dell'assegno, ossia l'assegnista, lavora per tutta la durata dell'assegno (presso la sede dell'ente od un altro posto stabilito) al progetto di ricerca che gli è stato finanziato.
Un francese avrebbe detto: ça va sans dire, monsieur Patrone.
Era talmente ovvio che ho preferito non specificarlo.
@Antimius: Al momento si valutano solo i titoli e le pubblicazioni (ciò vale sia per gli assegni di ricerca che per i posti -gli ultimi- da ricercatore a tempo indeterminato).
Che c'è di strano? Anche per i prof. ordinari bastano i titoli. Scientifici, essenzialmente. Ovvero, le "pubblicazioni".
Ah, sempre meglio. Ma non ho capito, per eleggere il vincitore del concorso si basano solo sui curricula? Non ci sono prove, niente?
"gugo82":Piccola osservazione: quasi sempre il nome del vincitore è noto prima che il bando esca. Anzi, spesso si cerca di procurarsi i soldi per poter "bandire"(*) un assegno per lui/lei. Non c'è neanche bisogno di fare cose troppo sporche, basta che il bando sia su un tema di ricerca sufficientemente specifico che solo lei/lui possa aspirare ad essere il "legittimo" vincitore.
Risposta al P.S.: Un assegnista è uno che ormai ha preso il dottorato e tira a campare con quel po' di soldi che gli può garantire un assegno di ricerca...
A questo punto vorrai sapere cos'è un assegno di ricerca. Mettiamola così: c'è un ente (un'università, un singolo dipartimento, un'azienda) che mette a disposizione dei soldi per fare della ricerca in un certo settore disciplinare in un periodo di tempo; si pubblica un bando di concorso, i candidati mandano i curricula, viene nominato un vincitore secondo i criteri stabiliti nel bando; il vincitore dell'assegno, ossia l'assegnista, lavora per tutta la durata dell'assegno (presso la sede dell'ente od un altro posto stabilito) al progetto di ricerca che gli è stato finanziato.
(*) Cioè, poter fare un bando di concorso

"wedge":
Mi sembra (e mi auguro) ci sia spazio anche per persone "normali".
Allora nutriamo la stessa speranza!

Omg, è peggio di come pensavo.
Grazie per le informazioni.
@Gugo82: io abito a Roma, quindi mi sembra di capire che sto proprio al limite
La cosa positiva è che Torvergata ha avuto il premio di eccellenza per matematica, anche se alla fine quello vale per chi già ci sta lì, non aiuta certo a entrare.
Cos'è la SISSA? La Normale la conosco, ma quest'altra non l'avevo sentita.
Grazie per le informazioni.

@Gugo82: io abito a Roma, quindi mi sembra di capire che sto proprio al limite

Cos'è la SISSA? La Normale la conosco, ma quest'altra non l'avevo sentita.
non lo conoscevo, ma vedendo il quantitativo di pubblicazioni non mi sorprende!
non ho mai sentito di astronomi o fisici con meno di 30 anni e cosi tante pubblicazioni, e notoriamente pubblicare nelle scienze fisiche è più facile che non in quelle matematiche.
veramente impressionante.
non ho mai sentito di astronomi o fisici con meno di 30 anni e cosi tante pubblicazioni, e notoriamente pubblicare nelle scienze fisiche è più facile che non in quelle matematiche.
veramente impressionante.
Beh, diciamo che "questo tizio", al momento, è probabilmente l'unico analista italiano che può ragionevolmente pensare di vincere una medaglia Fields.
Figalli... E' venuto a fare un seminario sulla teoria del trasporto ottimale in occasione delle vacanze di Natale 2009 alla mia università... Un vero genio, beato lui. Che invidia...
"Rigel":
Se sei eccezionalmente bravo, vale a dire uno come questo signore qui:
http://www.ma.utexas.edu/users/figalli/
non avrai problemi a diventare ricercatore/professore né in Italia né all'estero.
Orca miseria! Come ha fatto questo tizio a fare il dottorato in UN ANNO?
In ogni caso, è il primo caso di carriera cosi fulminante che sento. Mi sembra (e mi auguro) ci sia spazio anche per persone "normali".
Dopo la laurea specialistica, se sei bravo e se hai ancora voglia di intraprendere la carriera universitaria, ti conviene provare a fare il concorso ai corsi di dottorato in una delle scuole d'eccellenza (Normale, o SISSA) oppure espatriare.
In generale, se vuoi fare il dottorato qui in Italia, cerca posto al nord; un buon principio generale è non scendere più a sud di Roma.
Sembra triste a dirsi, ma è la cosa più saggia da fare.
Risposta al P.S.: Un assegnista è uno che ormai ha preso il dottorato e tira a campare con quel po' di soldi che gli può garantire un assegno di ricerca...
A questo punto vorrai sapere cos'è un assegno di ricerca. Mettiamola così: c'è un ente (un'università, un singolo dipartimento, un'azienda) che mette a disposizione dei soldi per fare della ricerca in un certo settore disciplinare in un periodo di tempo; si pubblica un bando di concorso, i candidati mandano i curricula, viene nominato un vincitore secondo i criteri stabiliti nel bando; il vincitore dell'assegno, ossia l'assegnista, lavora per tutta la durata dell'assegno (presso la sede dell'ente od un altro posto stabilito) al progetto di ricerca che gli è stato finanziato.
In generale, se vuoi fare il dottorato qui in Italia, cerca posto al nord; un buon principio generale è non scendere più a sud di Roma.
Sembra triste a dirsi, ma è la cosa più saggia da fare.
Risposta al P.S.: Un assegnista è uno che ormai ha preso il dottorato e tira a campare con quel po' di soldi che gli può garantire un assegno di ricerca...
A questo punto vorrai sapere cos'è un assegno di ricerca. Mettiamola così: c'è un ente (un'università, un singolo dipartimento, un'azienda) che mette a disposizione dei soldi per fare della ricerca in un certo settore disciplinare in un periodo di tempo; si pubblica un bando di concorso, i candidati mandano i curricula, viene nominato un vincitore secondo i criteri stabiliti nel bando; il vincitore dell'assegno, ossia l'assegnista, lavora per tutta la durata dell'assegno (presso la sede dell'ente od un altro posto stabilito) al progetto di ricerca che gli è stato finanziato.
Se sei eccezionalmente bravo, vale a dire uno come questo signore qui:
http://www.ma.utexas.edu/users/figalli/
non avrai problemi a diventare ricercatore/professore né in Italia né all'estero.
Dal molto bravo in giù iniziano i problemi; inoltre la situazione peggiora ogni anno, ed è difficile fare previsioni realistiche.
L'opzione di andare all'estero per il dottorato o per un post-doc è probabilmente, al momento attuale, la migliore.
Da ora il poi i posti da ricercatore saranno temporanei; dopo un periodo di 3+3 anni o si viene assunti come professori oppure si va a spasso.
Bisognerà aspettare $n+6$ anni (con $n=$ numero di anni necessari per l'assunzione dei primi ricercatori di questo tipo) per capire realisticamente come andranno le cose (vale a dire, quale percentuale di ricercatori diventerà professore). Inutile dire che è tutta una questione di finanziamenti: senza soldi, niente professori.
Sicuramente i frequentanti il forum che adesso stanno all'estero o che hanno appena affrontato (o stanno affrontando) concorsi da ricercatore sapranno dirti qualcosa di più preciso.
Un assegnista è una persona in possesso di dottorato ma non ancora ricercatore che sbarca il lunario con assegni di ricerca di durata variabile (tipicamente uno-due anni) che si vincono per concorso nelle varie sedi universitarie.
http://www.ma.utexas.edu/users/figalli/
non avrai problemi a diventare ricercatore/professore né in Italia né all'estero.
Dal molto bravo in giù iniziano i problemi; inoltre la situazione peggiora ogni anno, ed è difficile fare previsioni realistiche.
L'opzione di andare all'estero per il dottorato o per un post-doc è probabilmente, al momento attuale, la migliore.
Da ora il poi i posti da ricercatore saranno temporanei; dopo un periodo di 3+3 anni o si viene assunti come professori oppure si va a spasso.
Bisognerà aspettare $n+6$ anni (con $n=$ numero di anni necessari per l'assunzione dei primi ricercatori di questo tipo) per capire realisticamente come andranno le cose (vale a dire, quale percentuale di ricercatori diventerà professore). Inutile dire che è tutta una questione di finanziamenti: senza soldi, niente professori.
Sicuramente i frequentanti il forum che adesso stanno all'estero o che hanno appena affrontato (o stanno affrontando) concorsi da ricercatore sapranno dirti qualcosa di più preciso.
Un assegnista è una persona in possesso di dottorato ma non ancora ricercatore che sbarca il lunario con assegni di ricerca di durata variabile (tipicamente uno-due anni) che si vincono per concorso nelle varie sedi universitarie.