Referee, editor, pubblicazioni scientifiche

Fioravante Patrone1
Da una discussione in altra sezione del forum ho pensato che forse potrebbe interessare questa tematica, se trattata seriamente.

Come si pubblica un "lavoro" su una rivista scientifica?

Di solito funziona così (con un po' di varianti, ovviamente).

Si manda il lavoro al "managing editor" (possono essere più d'uno, hanno anche altri nomi, a volte, come "editor in chief"; a volte si suddividono le responsabilità di varie sezioni tematiche).
In certi casi, lo si manda a uno dello "editorial board" della rivista.

Comunque, le istruzioni su come e a chi mandarlo di solito sono reperibili in "terza di copertina" o luogo consimile. Sempre più diffusa è la prassi della "submission" per via elettronica, nel senso che uno fa lo upload del suo contributo direttamente su una pagina web (a ciò dedicata) della rivista.

Fatto questo, cosa avviene "dietro le quinte"? Normalmente il managing editor dà un'occhiata al lavoro per capire a quale "associate editor" (cioè uno dello editorial board) sia meglio mandarlo. A volte può decidere di gestirlo lui direttamente.

Chi ha la gestione del lavoro individua dei ricercatori, esperti della tematica affrontata nel lavoro, che facciano da "referee". Cioè, che leggano il lavoro con attenzione, valutando vari aspetti (correttezza dei risultati, chiarezza di esposizione, interesse e novità dei risultati, completezza dei riferimenti bibliografici, inquadramento appropriato del lavoro nel "corpus" della letteratura scientifica preesistente, etc.).
I referee (tipicamente 2 o 3) comunicano il loro responso all'editor che li ha contattati.
Normalmente il responso è di quattro tipi (classificazione grossolana ma abbastanza buona, direi):
- accept as it is (non succede quasi mai)
- accept with minor revisions
- may be accepted, provided that (variante: "only in case") a major revision is made
- reject

A questo punto l'editor dà la sua valutazione, che tiene conto dei pareri dei referee e anche della sua convinzione personale. Può benissimo valutare positivamente un lavoro, nonostante opinioni contrarie di un referee o anche di tutti i referee, e viceversa. Comunque il dilemma principale per l'editor è quando si trova davanti a valutazioni nettamente discordanti.
La sua valutazione complessiva viene trasmessa al "managing editor" che usualmente fa propria la valutazione dell'editor (ma non è detto al 100%).
Anche la valutazione complessiva può essere classificata antro le 4 categorie sopra descritte. Essa viene mandata all'autore (al "corresponding author" in caso di lavoro a più mani; chi sia il "corresponding author" viene scelto dagli autori). Assieme alle valutazioni dei referee e al giudizio dell'editor.

Se il lavoro è respinto o se la valutazione finale è "accept as it is" (rarissimo), la cosa finisce lì. Ovviamente in caso di accettazione ci sono poi aspetti tipografici o di copyright etc. Ma la parte scientifica è finita.

Se è richiesta una revisione, in particolare se si tratta di una major revision, usualmente gli autori mandato una versione rivista (o lasciano perdere, raramente accade, ma può capitare: magari le revisioni da fare sono troppo onerose. Può capitare che gli sia segnalato un errore cui non riescono a rimediare). La "revised version" ripercorre spesso la stessa trafila della prima versione e si va avanti fino a raggiungere un "absorbing state" (accept/reject). Può anche accadere (e tipicamente avviene in caso di "minor revision requested") che l'editor dia direttamente l'ok finale, senza rifare un ulteriore giro di referee.

Parte integrante del processo è l'anonimato dei referee (e, normalmente, anche dello "editor in charge": di solito la figura pubblicamente esposta è quella del managing editor). Può anche essere usato un "doppio cieco": i referee ricevono un lavoro in cui non sono indicati i nomi degli autori (è spesso una mezza burla, visto che lo stile, l'argomento, le citazioni, sono spesso ampiamente sufficienti per capire chi abbia scritto il lavoro...).

Risposte
Fioravante Patrone1
"Luca.Lussardi":
Beh però non è legale: quando sottometti un articolo ti chiedono di confermare che l'articolo non è stato sottomesso npè verrà sottomesso ad un'altra rivista prima di avere una risposta....no?

Non so come sia esattamente la questione. Credo che tu abbia proprio ragione, ma io volevo sottolineare l'aspetto della prassi, dello idem sentire.

Luca.Lussardi
Beh però non è legale: quando sottometti un articolo ti chiedono di confermare che l'articolo non è stato sottomesso npè verrà sottomesso ad un'altra rivista prima di avere una risposta....no?

Fioravante Patrone1
"Sergio":
Un argomento interessante e.... credo proprio molto utile per studenti prossimi alla laurea o aspiranti dottorandi.
Quasi quasi, è un argomento che si affianca bene agli auguri per l'anno nuovo ;-)
Nel mio piccolo, vorrei aggiungere che è forse utile anche sapere che un articolo è... tanto più buono quanto meglio è valutata la rivista su cui si pubbica; mi riferisco a quell'impact factor di cui si era parlato qui.

Questo è un argomento molto "scivoloso".
Le cose tipo "impact factor", prese cum grano salis servono ad avere una idea di quanto buona sia una rivista.
Occorre fare attenzione però al fatto che è un indicatore molto sensibile rispetto a variazioni di disciplina e anche all'interno di diversi settori della stessa disciplina. Questo significa che riviste generaliste di una disciplina o trasversali tra varie discipline sono difficili da comparare con altre settoriali.

Quanto alla bontà di un singolo articolo, essa c'è e resta indipendentemente dalla rivista su cui uno pubblica. Certo, mi aspetto di trovare più articoli buoni sui "Proceedings of the AMS" che non sugli "Atti della Accademia ligure di scienze e lettere". Tanto è vero che credo di non aver neanche mai aperto un fascicolo di questa rivista.

Va anche notato che le riviste prestigiose di solito sono molto più stringenti nei loro requisiti. E capita, talvolta, di ricevere da una rivista di "serie A" una valutazione del tipo. Bel contributo, ma inadeguato per questa rivista: perché non provi sulla rivista x o y? Che sono di serie "A2", quanto meno...

Ultima nota: la varianza nelle valutazioni dei referee è notevole. Può quindi capitare che un lavoro buono sia respinto da una rivista media ed un lavoro meno buono sia preso da una rivista da cui uno si sarebbe aspettato un "no". O che una rivista respinga un lavoro, quando essa ospita contributi di livello del tutto equivalente. A me sono capitate tutte queste cose. E ho anche avuto pareri di referee i quali hanno dimostrato di non aver capito nulla del lavoro che stavano valutando.


"Sergio":
E poi avrei una curiosità: è utile, possibile, opportuno, corretto, ecc. proporre un articolo contemporaneamente a più di una rivista? Se sì, cosa succede se due riviste accettano la pubblicazione di uno stesso articolo?

E' senza dubbio considerato scorretto per quanto riguarda il "comune sentire".
Se capita che un lavoro sia pubblicato su due riviste, beh, verrai additato al pubblico ludibrio per sempre :-D

Luca.Lussardi
Che io sappia no, fino a che non hai un reponso finale da una rivista non è legalmente consentito mandarlo ad un'altra.

alvinlee881
"Fioravante Patrone":

Beh, i matematici che fanno questo mestiere per guadagnarsi da vivere devono essere strani
Ciao


Confermo la stranezza, sia che tu ti riferissi al mestiere del referee, sia che parlassi del mestiere di raccontare aneddoti :-D :-D

irenze
E in più, se ho capito bene come funziona (sono nuova!!! ancora non ho mai provato a mandare un articolo!) quando uno è nel campo da un po', specie in un campo "poco frequentato", sa che i possibili referee per un certo tipo di lavoro sono un numero assai limitato, e probabilmente li conosce anche abbastanza bene (li ritrova a tutti i workshop ecc.) quindi indovinare non è poi così difficile...

Fioravante Patrone1
"alvinlee88":
Grazie per le informazioni, Fioravante. Se mai vorrò/portò pubblicare qualcosa, tornerò a leggermi questo post.
a presto, allora!

"alvinlee88":
Solo una cosa
...
possa sapere chi è il cattivone che ha distrutto il suo bel lavorino.
Sì, una delle cose tipiche è questo. Il referee manda la sua valutazione all'editor, valutazione che è normalmente scritta in pdf (da latex) o in word.
Può benissimo succedere che chi ha scritto il documento non abbia cancellato info sull'autore del documento.
Ad esempio, in pdf, la puoi vedere da "File - Document Properties". Per esempio, in un pdf che ho appena scaricato dalla rete c'è persino l'indirizzo email dell'autore!

Se il referee e l'editor non fanno attenzione a questo, l'autore che riceve il file può sapere chi fosse il referee.
Io normalmente faccio questa verifica, sui documenti che ricevo dai referee.

Comunque, spesso un ricercatore è in grado di immaginare chi siano referee. Da vari dettagli. Per esempio se il referee si lamenta che non è citato l'importante lavoro di "X", magari... O può avere uno stile di scrittura noto, o avere delle idiosincrasie conosciute, ecc.


"alvinlee88":
Con annessi aneddoti di tali vicende e reazioni stizzite dei matematici "non informatici" (secondo lui). Spero di non aver detto baggianate perchè, ripeto, quel giorno ero poco sveglio, ma il prof si divertiva un mondo a raccontarci queste cose, si sbellicava proprio....gente strana i matematici....
Beh, i matematici che fanno questo mestiere per guadagnarsi da vivere devono essere strani

Ciao

alvinlee881
Grazie per le informazioni, Fioravante. Se mai vorrò/portò pubblicare qualcosa, tornerò a leggermi questo post.
Solo una cosa: nel corso di una lezione di "laboratorio di comunicazione mediante calcolatore" (cioè un introduzione a linux, al funzionamento dei computer, a imparare migliaia di comandi per far andare un computer senza poter cliccare su un incona- anche se è tanto comodo... :-D :-D - )il prof ci parlò di come spesso capita che l'anonimato dei referee sia svelato non appena chi riceve il file col giudizio (del referee) fa una particolare cosa (niente di straordinario, semplicemente quel pomeriggio ero un pò assonato e non mi ricordo di preciso..) che gli consente di vedere da quale computer è stato scritto, nome, cognome, vita, morte e miracoli dell'autore, e ha aggiunto che tali informazioni restano "palesemente" visibili sul documento, in modo che anche il giovane di belle speranze che vuol pubblicare possa sapere chi è il cattivone che ha distrutto il suo bel lavorino.
Con annessi aneddoti di tali vicende e reazioni stizzite dei matematici "non informatici" (secondo lui). Spero di non aver detto baggianate perchè, ripeto, quel giorno ero poco sveglio, ma il prof si divertiva un mondo a raccontarci queste cose, si sbellicava proprio....gente strana i matematici....

Camillo
La via è tracciata.....

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