Raddoppiando i soldi della gente
Un esempio semplice:
1) C'è un solo stato composto da 100 persone che hanno in totale 100000£, quindi una media di 1000£ a testa. All'interno dello stato c'è tutto, quindi una persona spende tutti i suoi soldi all'interno di esso e spende 10£ al giorno. Ora se il governatore decide di raddoppiare i soldi di tutti, ci troveremmo che ogni persona ha in media 2000£. Ma questo evidentemente porterebbe ad un raddoppio anche dei prezzi di quello stato, quindi le persone spenderebbero ogni giorno 20£ e non cambierebbe nulla.
2) Esistono 4 stati identici (come quello di prima, cioè 100 persone, 1000£ a testa e 10£ al giorno); solo che ora ogni stato non produce tutto da sè e le persone hanno bisogno di comprare dagli altri stati alcuni prodotti. Se ora un governatore di uno stato decidesse, come prima, di raddoppiare i soldi dei propri cittadini, risulterebbe che gli abitanti di quel popolo hanno la possibilità di comprare il doppio rispetto agli altri stati.
Perchè queto nella vita reale non è possibile?
1) C'è un solo stato composto da 100 persone che hanno in totale 100000£, quindi una media di 1000£ a testa. All'interno dello stato c'è tutto, quindi una persona spende tutti i suoi soldi all'interno di esso e spende 10£ al giorno. Ora se il governatore decide di raddoppiare i soldi di tutti, ci troveremmo che ogni persona ha in media 2000£. Ma questo evidentemente porterebbe ad un raddoppio anche dei prezzi di quello stato, quindi le persone spenderebbero ogni giorno 20£ e non cambierebbe nulla.
2) Esistono 4 stati identici (come quello di prima, cioè 100 persone, 1000£ a testa e 10£ al giorno); solo che ora ogni stato non produce tutto da sè e le persone hanno bisogno di comprare dagli altri stati alcuni prodotti. Se ora un governatore di uno stato decidesse, come prima, di raddoppiare i soldi dei propri cittadini, risulterebbe che gli abitanti di quel popolo hanno la possibilità di comprare il doppio rispetto agli altri stati.
Perchè queto nella vita reale non è possibile?
Risposte
Le logiche delle guerre sono sempre state poco lungimiranti, il Giappone guadagnò sul momento, ma 30 anni dopo gli arrivarono due bombe atomiche, l'atto di guerra più violento della storia dell'umanità.
Napoleone si finanziò le sue guerre europee e si pagò i debiti vendendo la Louisiana agli Stati Uniti ad un prezzo ridicolo(questi ultimi raddoppiarono la superficie ed acquisirono un importante posizione commerciale)
Napoleone si finanziò le sue guerre europee e si pagò i debiti vendendo la Louisiana agli Stati Uniti ad un prezzo ridicolo(questi ultimi raddoppiarono la superficie ed acquisirono un importante posizione commerciale)
È vero quello che si dice qua? e soprattutto è questa la causa del DP? Ho letto il messaggio di sonoqui_ ma non vedo come uno stato possa chiedere in prestito uno o due migliaia di miliardi di euro... La teoria della favoletta a mio avviso potrebbe spiegare le dimensioni del debito e il fatto che esso non scenda "quasi" mai...
Visto che si è parlato di debito pubblico, mi sembra utile parlare di un momento nella storia, secondo me, molto importante riguardo a questo argomento.
Si tratta del dopoguerra, della prima guerra mondiale, a cui, l'Italia ha partecipato con un trattato segreto, senza l'approvazione del parlamento.
"Ovunque il debito pubblico è aumentato in proporzioni considerevoli: i dati del 1913 devono essere moltiplicati per 6 in Italia, per 7 in Francia, per 10 in Gran Bretagna, per 20 in Germania.
... il debito estero appesantisce il bilancio economico in Francia, in Gran Bretagna, in Italia, e nel Belgio. L'inflazione monetaria, alla quale tutti gli stati belligeranti hanno fatto ricorso più o meno largamente per fronteggiare le spese eccezionali di guerra, frena le possibilità di importazione. Le riserve d'oro delle banche centrali sono diminuite in tali proporzioni che non è possibile attingervi per pagare gli acquisti.
...
Di fronte a questa Europa ansimante i grandi stati extraeuropei sono rposperi,perchè la guerra ha dato loro l'occasione di aumentare la prodizione industriale, e talora anche di modificare l'orientamento della produzione agricola e di migliorare la bilancia commerciale.
...
Il Giappone ha venduto alla Cina, all'India e all'Indocina i prodotti fabbricati che l'Europa nonpoteva più fornire loro; ha esportato verso gli stati belligeranti - soprattutto verso la Russia- materiale bellico e munizioni. Il valore della sua produzione industriale è quasi quintuplicato; la bilancia commerciale, che era sempre stata in deficit prima del 1914, è divenuta largamente attiva le imprese, particolarmente nell'industria metallurgica...
(Negli Stati Uniti) l'eccedenza delle esportazioni sulle importazioni è stata, tra il 1914 e il 1918, di 9.5 miliardi di dollari, ossia uguale complessivamente, in quattro anni, a quella che si era realizzata nei 125 anni precedenti...
mentre da un lato hanno riscattato in massa i titoli americani che si trovavano in mano ai capitalisti stranieri, dall'altro hannoo potuto prestare 10 miliardi di dollari agli stati belligeranti e sono divenuti grandi esportatori di capitali, soprattutto nell'America del Sud."
Fonte: Pierre Renouvin - Le crisi del secolo XX
Si tratta del dopoguerra, della prima guerra mondiale, a cui, l'Italia ha partecipato con un trattato segreto, senza l'approvazione del parlamento.
"Ovunque il debito pubblico è aumentato in proporzioni considerevoli: i dati del 1913 devono essere moltiplicati per 6 in Italia, per 7 in Francia, per 10 in Gran Bretagna, per 20 in Germania.
... il debito estero appesantisce il bilancio economico in Francia, in Gran Bretagna, in Italia, e nel Belgio. L'inflazione monetaria, alla quale tutti gli stati belligeranti hanno fatto ricorso più o meno largamente per fronteggiare le spese eccezionali di guerra, frena le possibilità di importazione. Le riserve d'oro delle banche centrali sono diminuite in tali proporzioni che non è possibile attingervi per pagare gli acquisti.
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Di fronte a questa Europa ansimante i grandi stati extraeuropei sono rposperi,perchè la guerra ha dato loro l'occasione di aumentare la prodizione industriale, e talora anche di modificare l'orientamento della produzione agricola e di migliorare la bilancia commerciale.
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Il Giappone ha venduto alla Cina, all'India e all'Indocina i prodotti fabbricati che l'Europa nonpoteva più fornire loro; ha esportato verso gli stati belligeranti - soprattutto verso la Russia- materiale bellico e munizioni. Il valore della sua produzione industriale è quasi quintuplicato; la bilancia commerciale, che era sempre stata in deficit prima del 1914, è divenuta largamente attiva le imprese, particolarmente nell'industria metallurgica...
(Negli Stati Uniti) l'eccedenza delle esportazioni sulle importazioni è stata, tra il 1914 e il 1918, di 9.5 miliardi di dollari, ossia uguale complessivamente, in quattro anni, a quella che si era realizzata nei 125 anni precedenti...
mentre da un lato hanno riscattato in massa i titoli americani che si trovavano in mano ai capitalisti stranieri, dall'altro hannoo potuto prestare 10 miliardi di dollari agli stati belligeranti e sono divenuti grandi esportatori di capitali, soprattutto nell'America del Sud."
Fonte: Pierre Renouvin - Le crisi del secolo XX
Perchè queto nella vita reale non è possibile?
Hai usato una bella parola "reale". Come tutti quelli che hanno una minima preparazione in filosofia e latino è un concetto fondamentale spesso dimenticato nelle discussioni di politica ed economia.
A causa di questa dimenticanza e/o impreparazione culturale saltano fuori teoremi e sentenze dei più strampalati secondo cui "basta stampare moneta", "l'Italia potrebbe essere come la Norvegia" etc.
I bisogni umani sono REALI e non monetari, per quanto la moneta sia il "fluido" necessario e la misura per lo scambio di merci e servizi, il benessere di un gruppo umano si basa sulla capacità di soddisfare i propri bisogni producendo i beni e servizi necessari e/o avendo vantaggi comparati negli scambi commerciali. Uso volutamente l'espressione "gruppo umano" perché penso che i concetti di stato, nazione, regione siano totalmente privi di significato. Magari esagero, ma ad oggi è davvero difficile stabilire la territorialità di uno stato (anche il minuscolo di "stato" è voluto) e persino la popolazione e dove risiede la sovranità dello stesso.
La Norvegia è ricca perché possiede uno stock di risorse naturali enorme rispetto alla popolazione, il Lussemburgo lo è perché possiede un vantaggio comparato enorme nella produzione di servizi finanziari (quindi può vivere solo di quello senza produrre nient'altro). Di certo questi paesi non si arricchiscono stampando banconote, certo la politica monetaria è fondamentale, ma la considero una specie di doping per l'economia, puoi drogarla, ma prima o poi i nodi vengono al pettine e gli effetti delle politiche monetarie non sono sempre così prevedibili.
In conclusione, visto che la tua domanda la interpreto più come politica che come tecnica, i gruppi umani italofoni (come già detto non mi va di usare il termine Italia perché non ha senso) soffrono soprattutto di un problema di scarsità di risorse naturali rispetto alla popolazione e di invecchiamento della stessa, anche se questo non può essere generalizzato a tutti i gruppi italofoni, ad esempio gli altoatesini sono più paragonabili coi Norvegesi che con i liguri o i campani per stock di risorse e composizione demografica.
Sempre per parlare di benessere (=ricchezza nella mia personalissima concezione) si dovrebbe parlare di distribuzione dei redditi che deriva dalla capacità dei singoli di partecipare alla produzione di beni e servizi. Come già scritto da Galbraith ("La società opulenta") e Rifkin ("La fine del lavoro") il lavoro non è infinito, una società più è efficiente e meno ha bisogno di lavoro umano per produrre ciò di cui ha bisogno. Con buona pace dei super ottimisti della globalizzazione che credono che creando nuovi bisogni si possano occupare masse sempre maggiori di uomini: il paradosso è che dove ci sono i bisogni manca l'occupazione e dove bisogni primari sono soddisfatti abbonda l'occupazione (i campani hanno più bisogni insoddisfatti e più urgenti degli altoatesini, ma la disoccupazione di massa è proprio dove i bisogni sono maggiori).
La disoccupazione sta aumentando da anni a livello mondiale, però l'unica giustificazione a guadagnarsi da vivere è il lavoro nonostante aumenti la produttività del singolo lavoratore aumenti ed i bisogni umani abbiano un limite insieme alle risorse naturali necessarie. Dunque visto che i valori del lavorismo sembrano non essere negoziabili, il futuro sarà con sempre più disoccupati/poveri e sempre meno ricchi/iperoccupati/ipercompetenti...già oggi questo scenario si sta concretizzando.
Grazie mille. Molto gentile e ultimo messaggio chiarissimo.
Scusate ma non ho capito nulla
Non c'è problema, Sergio, ben vengano chiarimenti e correzioni.
Purtroppo tiri in campo dei tecnicismi di cui io non ho esperienza.
Credo che però su una cosa siamo d'accordo: la quantità totale di denaro circolante (banconote, conti correnti e altro) è sicuramente molto più alta oggi che nel 1950.
Ora, siccome i soldi si possono contare e la matematica non è cambiata da allora, mi sembra ovvio che da qualche parte qualcosa o qualcuno ha letteralmente creato dal nulla masse di denaro.
Parlando in termini matematici, ci devono essere dei punti a divergenza positiva, punti dove denaro fresco viene creato dal nulla.
Andando per esclusione, chi può fare questo sono o le banche private, o la banca d'Italia o lo Stato.
E da quel che ho capito, questa creazione di denaro avviene sotto forma di "promesse di pagamento", ovvero di BOT, che poi nel tempo non vengono mai estinti ma si rinnovano continuamente. Quindi di fatto sono perenni.
La differenza di tempo tra l'incasso del denaro e il momento della restituzione determina questo denaro venuto dal nulla.
Purtroppo tiri in campo dei tecnicismi di cui io non ho esperienza.
Credo che però su una cosa siamo d'accordo: la quantità totale di denaro circolante (banconote, conti correnti e altro) è sicuramente molto più alta oggi che nel 1950.
Ora, siccome i soldi si possono contare e la matematica non è cambiata da allora, mi sembra ovvio che da qualche parte qualcosa o qualcuno ha letteralmente creato dal nulla masse di denaro.
Parlando in termini matematici, ci devono essere dei punti a divergenza positiva, punti dove denaro fresco viene creato dal nulla.
Andando per esclusione, chi può fare questo sono o le banche private, o la banca d'Italia o lo Stato.
E da quel che ho capito, questa creazione di denaro avviene sotto forma di "promesse di pagamento", ovvero di BOT, che poi nel tempo non vengono mai estinti ma si rinnovano continuamente. Quindi di fatto sono perenni.
La differenza di tempo tra l'incasso del denaro e il momento della restituzione determina questo denaro venuto dal nulla.
I tassi non erano al 15-20% per caso comunque, sinceramente mi chiedo come si faccia ad elogiare la DC.
Innanzitutto c'è una cosa chiamata tasso di cambio tra le varie monete del mondo.
http://it.finance.yahoo.com/valute/convertitore/
Se il governo dello stato ABC decide di stampare moneta come un pazzo (quello che tu chiami "raddoppiare i soldi") stai pur certo che in attimo quella moneta dimezza il suo valore sul mercato internazionale.
Leggiti qualcosa sulla Repubblica di Weimar e capirai in quali condizioni e quali sono le conseguenze per uno stato che stampa moneta come un pazzo.
Gli stati comunque lo fanno lentamente e inesorabilmente, continuamente stampano nuova moneta ma non lo fanno stampando letteralmente delle banconote, ma emettendo i famigerati BOT, o bond.
L'Italia dal dopoguerra ad oggi ha creato 2.000.000.000.000 di Euro di moneta emettendo dei bond.
http://it.finance.yahoo.com/valute/convertitore/
Se il governo dello stato ABC decide di stampare moneta come un pazzo (quello che tu chiami "raddoppiare i soldi") stai pur certo che in attimo quella moneta dimezza il suo valore sul mercato internazionale.
Leggiti qualcosa sulla Repubblica di Weimar e capirai in quali condizioni e quali sono le conseguenze per uno stato che stampa moneta come un pazzo.
Gli stati comunque lo fanno lentamente e inesorabilmente, continuamente stampano nuova moneta ma non lo fanno stampando letteralmente delle banconote, ma emettendo i famigerati BOT, o bond.
L'Italia dal dopoguerra ad oggi ha creato 2.000.000.000.000 di Euro di moneta emettendo dei bond.