Quanto sono falsi i ranking universitari?
Davvero non riesco a comprendere come, secondo i ranking, l'università italiana possa essere così indietro. Sto facendo un Erasmus a Lione ed i corsi mi sembrano di una superficialità incredibile: non si approfondisce nulla, non si dice nulla riguardo le modalità d'esame prima dell'esame, pochissime ore per ogni materia, molto spazio allo studio personale. Puoi superare l'anno senza avere la sufficienza in ogni materia, non c'è nessuna differenza a laurea acquisita tra uno che ha preso tutti 10 o tutti 20 (i voti sono in ventesimi e la sufficienza e 10). Un'altra cosa che mi ha lasciato attonito è che non si studia mai sui libri, sempre su dispensine o su diapositive. Credo che mi sia molto più chiaro perché i ricercatori italiani all'estero siano molto apprezzati. Basterebbe davvero poco per rendere il sistema universitario italiano uno dei migliori al mondo se non il migliore.
D'altra parte, i lati positivi del sistema qua credo che siano la possibilità di fare molti stage che ti danno comunque già un'idea del mondo del lavoro e il fatto che ci sia la possibilità di essere seguiti molto di più, essendo i corsi di poche persone, un po' come al liceo.
Voi cosa ne pensate?
D'altra parte, i lati positivi del sistema qua credo che siano la possibilità di fare molti stage che ti danno comunque già un'idea del mondo del lavoro e il fatto che ci sia la possibilità di essere seguiti molto di più, essendo i corsi di poche persone, un po' come al liceo.
Voi cosa ne pensate?
Risposte
Ciao Ryukushi, approfitto della tua questione per porti delle domande.
Sto facendo domanda per un erasmus, e vorrei inserire anche questa meta!
Come ti sei trovato? la consigli? che esperienza è stata? ho notato che tengono alcuni corsi in inglese.
Ps: Io sono all'ultimo anno della magistrale
Sto facendo domanda per un erasmus, e vorrei inserire anche questa meta!
Come ti sei trovato? la consigli? che esperienza è stata? ho notato che tengono alcuni corsi in inglese.
Ps: Io sono all'ultimo anno della magistrale
"fields":
Sono d'accordo. Ma attenzione: l'università italiana sta regredendo, giorno dopo giorno.
Ciao,
ho tratto spunto dalla tua frase perché, secondo me, oltre alla regressione c'è, appunto, il livellamento con le altre università medie estere (europee).
"Luca.Lussardi":
Verissimo, proprio per questo sarebbe importante che i nostri più bravi rimanessero in Italia; purtroppo però ci sono persone molto valide che, quasi solo per un fatto di stipendio, preferiscono stare altrove invece che tornare, quando ne avrebbero la possibilità...
Io conosco tutta una generazione recente di ricercatori italiani che hanno trovato o stanno cercando posto all'estero, ma non hanno mai avuto nemmeno l'opportunità di tornare in Italia in condizioni dignitose. Certo, per il bene del Paese quelli che hanno la possibilità di tornare dovrebbero farlo.
Verissimo, proprio per questo sarebbe importante che i nostri più bravi rimanessero in Italia; purtroppo però ci sono persone molto valide che, quasi solo per un fatto di stipendio, preferiscono stare altrove invece che tornare, quando ne avrebbero la possibilità...
"Luca.Lussardi":
Classifiche a parte, io credo che comunque la formazione del ricercatore italiano sia ai massimi livelli: basta guardare il successo che abbiamo in ogni parte del mondo (purtroppo casa esclusa) come ricercatori, questa è la sola valutazione corretta da farsi.
Sono d'accordo. Ma attenzione: l'università italiana sta regredendo, giorno dopo giorno. Il fatto che la nostra formazione abbia prodotto in passato ottimi ricercatori è più che altro frutto dell'università che è stato progettata nel passato. Quando la vecchia generazione universitaria verrà completamente sostituta dalla nuova, ne pagheremo il caro prezzo. Per fortuna un sistema universitario buono non si può distruggere in qualche anno, perché le persone restano, ma lentamente i buoni elementi non verranno sostituiti. Insomma: il fatto che i ricercatori italiani abbiano successo non testimonia la qualità della direzione in cui l'università italiana si sta incamminando.
Mi trovo anche io concorde con l'affermare che non esiste un metodo di valutazione universale e valido; l'articolo che ho citato mi ha interessato però perché nessun giornale italiano ne ha parlato, quando invece appena l'Italia è all'ultimo posto si scatenano le polemiche ovunque. È una classifica viziata anche questa come le altre, potremmo dire che vale solo per quei settori dove è davvero importante la citazione, la matematica non sta in questo settore.
Classifiche a parte, io credo che comunque la formazione del ricercatore italiano sia ai massimi livelli: basta guardare il successo che abbiamo in ogni parte del mondo (purtroppo casa esclusa) come ricercatori, questa è la sola valutazione corretta da farsi.
Classifiche a parte, io credo che comunque la formazione del ricercatore italiano sia ai massimi livelli: basta guardare il successo che abbiamo in ogni parte del mondo (purtroppo casa esclusa) come ricercatori, questa è la sola valutazione corretta da farsi.
Credo che al giorno d’oggi valutare la qualità della ricerca scientifica in modo sistematico, generale e accurato sia un problema irrisolto. Per quanto mi riguarda, non saprei suggerire un metodo universalmente valido.
L’articolo citato da Luca mostra uno dei tanti paradossi che si incontrano tentando di effettuare classifiche. Se consideriamo l’1% dei più citati articoli scientifici, gli USA sono prima dell’Italia, mentre se consideriamo la totalità degli articoli, l’Italia è prima degli USA. Qual è il criterio giusto, allora?
Secondo me il metodo puramente numerico di valutazione della ricerca è deleterio e assurdo. Valutare un ricercatore in base al numero delle pubblicazioni e valutare una singola ricerca in base al numero di citazioni produce un appiattimento dell’originalità, della creatività, della profondità e della qualità. Questo perché i ricercatori sono spinti nel “mainstream”, dove ci sono molte persone che lavorano, e sono portati a scrivere un articolo della minima qualità possibile per essere pubblicato.
Del resto la storia lo insegna: Godel ha scritto pochissimi articoli, Euler una montagna. Godel sarebbe valutato come un ricercatore mediocre in base agli standard di oggi: pigro e poco produttivo.
Consiglio questo articolo, di un noto logico italiano:
http://www.roars.it/online/science-prob ... iometrics/
L’articolo citato da Luca mostra uno dei tanti paradossi che si incontrano tentando di effettuare classifiche. Se consideriamo l’1% dei più citati articoli scientifici, gli USA sono prima dell’Italia, mentre se consideriamo la totalità degli articoli, l’Italia è prima degli USA. Qual è il criterio giusto, allora?
Secondo me il metodo puramente numerico di valutazione della ricerca è deleterio e assurdo. Valutare un ricercatore in base al numero delle pubblicazioni e valutare una singola ricerca in base al numero di citazioni produce un appiattimento dell’originalità, della creatività, della profondità e della qualità. Questo perché i ricercatori sono spinti nel “mainstream”, dove ci sono molte persone che lavorano, e sono portati a scrivere un articolo della minima qualità possibile per essere pubblicato.
Del resto la storia lo insegna: Godel ha scritto pochissimi articoli, Euler una montagna. Godel sarebbe valutato come un ricercatore mediocre in base agli standard di oggi: pigro e poco produttivo.
Consiglio questo articolo, di un noto logico italiano:
http://www.roars.it/online/science-prob ... iometrics/
Consiglio a riguardo la lettura di questo articolo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ve/825662/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ve/825662/
Sai, dipende dai parametri analizzati per stilare i raking in questione.
Non è la prima volta che sento dire che all'estero i corsi sono molto sommari, corti e compressi, con esami ridicoli che se li fai è bene e se non li fai è meglio e passi lo stesso l'esame!
Ad ogni modo, non ha molta importanza capire quali università siano migliori di altre. Ciò che conta è la passione, la passione... La passioooone!
Non è la prima volta che sento dire che all'estero i corsi sono molto sommari, corti e compressi, con esami ridicoli che se li fai è bene e se non li fai è meglio e passi lo stesso l'esame!
Ad ogni modo, non ha molta importanza capire quali università siano migliori di altre. Ciò che conta è la passione, la passione... La passioooone!

"Ryukushi":
La mia uni qua è una Grande Ecole, si chiama INSA de Lyon. E' per questo che sono rimasto stupito.
E' tra le migliori università di Francia per Ingegneria secondo i ranking, gli stanno davanti solo altre due o tre uni nel settore, c'è il 30% di studenti stranieri, viene un sacco di gente da Parigi all'INSA...
Io parlavo delle Scuole Normali Superiori perché sono dichiaratamente concepite per formare ricercatori e professori. Se vogliamo quindi parlare di corsi di alto livello, e parlare di eccellenza in Francia, dobbiamo parlare di esse. All'ENS de Lyon, ad esempio, insegnava fino a poco tempo fa Cedric Villani, e di certo non rientra tra quelli che fanno lezione con superficiali powerpoint

La mia uni qua è una Grande Ecole, si chiama INSA de Lyon. E' per questo che sono rimasto stupito.
E' tra le migliori università di Francia per Ingegneria secondo i ranking, gli stanno davanti solo altre due o tre uni nel settore, c'è il 30% di studenti stranieri, viene un sacco di gente da Parigi all'INSA...
E' tra le migliori università di Francia per Ingegneria secondo i ranking, gli stanno davanti solo altre due o tre uni nel settore, c'è il 30% di studenti stranieri, viene un sacco di gente da Parigi all'INSA...
"yellow":
Calcola che in Francia c'è un sistema strano, specialmente in ingegneria penso che tutti gli studenti migliori finiscano nelle Grandes Ecoles (non me lo fa linkare ma guarda ad esempio qui
Certo. L'eccellenza in Francia si trova in gran parte nelle Scuole Normali Superiori (ma non solo lì, ovviamente!). Tanto per capirci, sono l'equivalente francese, solo che molto più in grande, della Normale di Pisa (fondata, per l'appunto, da Napoleone). E' da queste scuole che escono in maggioranza i Nobel e le medaglie Fields francesi. Paragonare un'università a caso francese ad un'università a caso italiana ovviamente non ha senso. In Francia, esiste il top come esiste il bottom. In Italia, la stessa cosa. Credo che l'eccellente in Italia sia comunque in media inferiore all'eccellente in Francia, perché ovviamente noi non siamo meritocratici e non investiamo sulla cultura. E di questo passo saremo sempre peggio, perché i migliori prodotti del paese stanno fuggendo continuativamente da molti anni, ormai.
Queste classifiche dipendono dal peso che viene attribuito ad una serie di indicatori.
Siccome tale operazione è lungi dall'essere oggettiva essendo, per sua natura, piuttosto discrezionale, ne consegue che il ranking è un parametro tuttaltro che oggettivo.
Siccome tale operazione è lungi dall'essere oggettiva essendo, per sua natura, piuttosto discrezionale, ne consegue che il ranking è un parametro tuttaltro che oggettivo.
Calcola che in Francia c'è un sistema strano, specialmente in ingegneria penso che tutti gli studenti migliori finiscano nelle Grandes Ecoles (non me lo fa linkare ma guarda ad esempio qui: http://en.wikipedia.org/wiki/Grandes_écoles#List_of_graduate_engineering_schools_.28grandes_.C3.A9coles_d.27ing.C3.A9nieurs.29).
"Nulier":
L'Erasmus riguarda un cdl di ,atematica? Pura curiosità
Ingegneria Gestionale, qua in Francia Ingegneria Industriale si chiama.
"Ryukushi":
Davvero non riesco a comprendere come, secondo i ranking, l'università italiana possa essere così indietro. Sto facendo un Erasmus a Lione ed i corsi mi sembrano di una superficialità incredibile: non si approfondisce nulla, non si dice nulla riguardo le modalità d'esame prima dell'esame, pochissime ore per ogni materia, molto spazio allo studio personale. Puoi superare l'anno senza avere la sufficienza in ogni materia, non c'è nessuna differenza a laurea acquisita tra uno che ha preso tutti 10 o tutti 20 (i voti sono in ventesimi e la sufficienza e 10). Un'altra cosa che mi ha lasciato attonito è che non si studia mai sui libri, sempre su dispensine o su diapositive.
PowerPoint sta rovinando il mondo. Non se ne può più delle slides.
Gli tirerei in testa i Principia Mathematica di Russell.
Credo che mi sia molto più chiaro perché i ricercatori italiani all'estero siano molto apprezzati. Basterebbe davvero poco per rendere il sistema universitario italiano uno dei migliori al mondo se non il migliore.
Chiaro, come tutte le cose in Italia.
D'altra parte, i lati positivi del sistema qua credo che siano la possibilità di fare molti stage che ti danno comunque già un'idea del mondo del lavoro e il fatto che ci sia la possibilità di essere seguiti molto di più, essendo i corsi di poche persone, un po' come al liceo.
Voi cosa ne pensate?
Je pense que alla fine i francesi non hanno da imparare da nessuno e che quindi, a rigor di logica, il fine giustifica i mezzi.
L'Erasmus riguarda un cdl di ,atematica? Pura curiosità
