Progressivo impoverimento della cultura (soprattutto matematica) alle elementari?
Premetto che non ho volutamente postato nella sezione dei docenti perché volevo i pareri più vari per questo post.
Ultimamente mi è capitato di rivedere 2 film
- Don Camillo e l'onorevole Peppone (1955)
- Pierino colpisce ancora (1982)
Ovviamente non voglio discutere né dei film in sé ne dei miei gusti cinematografici. Il punto è il seguente: in questi due film compare una scena dove un personaggio si trova alle prese con l'esame di quinta elementare.
Nel primo - data astrale 1955 - Peppone, a parte il tema di italiano e varie domande di geografia, deve calcolare quanto tempo impiega una vasca semisferica a riempirsi d'acqua avendo a disposizione la quantità di acqua al secondo che esce dal rubinetto e il raggio della stessa vasca.
Addirittura, Peppone, in una scena dove si preparava per l'esame diceva "tra l'altro non ho problemi nemmeno se mi chiedessero il teorema di Pitagora".
Nel secondo - data astrale 1982 - a Pierino, oltre a domande di cultura letteraria e geografica, viene chiesto "scrivi un'espressione algebrica a piacere": il fatto che poi scriva una stupidaggine pazzesca non c'entra nulla con quello che voglio dire.
La cosa più difficile che ho fatto alle elementari di matematica erano somme/sottrazioni/divisioni/moltiplicazioni di numeri a 3-5 cifre mentre in scienze erano le unità di misura. Di geometria le formule per perimetro e aree di figure piane (ma senza risultati particolari) oltre che tutti quegli apotemi imparati a memoria e dimenticati in prima media...
Ecco, quindi mi chiedevo se nel corso degli anni ci sia stato un eccessivo impoverimento della cultura matematica e scientifica che si insegna alle elementari. Le formule del volume della sfera le ho viste alle superiori mentre il termine "espressione algebrica" l'ho sentito per la prima volta in terza media. Anche in discorso con i miei amici ho confrontato conoscenze simili.
Volevo dunque un parere dai forumisti: se poi sono solo le Marche a non insegnare nulla - rispetto al passato - alle elementari... fatemelo sapere.
[size=80]Ultima nota finale.
Luciano De Crescenzo in un libro sulla filosofia (non ricordo quale), dice che se bisogna conoscere la quotidianità di un popolo occorre rifarsi alle commedie e non alle tragedie o alle opere "serie". Secondo me ha ragione: i film che ho citato, per chi non lo sapesse, sono commedie.[/size]
Ultimamente mi è capitato di rivedere 2 film
- Don Camillo e l'onorevole Peppone (1955)
- Pierino colpisce ancora (1982)
Ovviamente non voglio discutere né dei film in sé ne dei miei gusti cinematografici. Il punto è il seguente: in questi due film compare una scena dove un personaggio si trova alle prese con l'esame di quinta elementare.
Nel primo - data astrale 1955 - Peppone, a parte il tema di italiano e varie domande di geografia, deve calcolare quanto tempo impiega una vasca semisferica a riempirsi d'acqua avendo a disposizione la quantità di acqua al secondo che esce dal rubinetto e il raggio della stessa vasca.
Addirittura, Peppone, in una scena dove si preparava per l'esame diceva "tra l'altro non ho problemi nemmeno se mi chiedessero il teorema di Pitagora".
Nel secondo - data astrale 1982 - a Pierino, oltre a domande di cultura letteraria e geografica, viene chiesto "scrivi un'espressione algebrica a piacere": il fatto che poi scriva una stupidaggine pazzesca non c'entra nulla con quello che voglio dire.
La cosa più difficile che ho fatto alle elementari di matematica erano somme/sottrazioni/divisioni/moltiplicazioni di numeri a 3-5 cifre mentre in scienze erano le unità di misura. Di geometria le formule per perimetro e aree di figure piane (ma senza risultati particolari) oltre che tutti quegli apotemi imparati a memoria e dimenticati in prima media...

Ecco, quindi mi chiedevo se nel corso degli anni ci sia stato un eccessivo impoverimento della cultura matematica e scientifica che si insegna alle elementari. Le formule del volume della sfera le ho viste alle superiori mentre il termine "espressione algebrica" l'ho sentito per la prima volta in terza media. Anche in discorso con i miei amici ho confrontato conoscenze simili.
Volevo dunque un parere dai forumisti: se poi sono solo le Marche a non insegnare nulla - rispetto al passato - alle elementari... fatemelo sapere.

[size=80]Ultima nota finale.
Luciano De Crescenzo in un libro sulla filosofia (non ricordo quale), dice che se bisogna conoscere la quotidianità di un popolo occorre rifarsi alle commedie e non alle tragedie o alle opere "serie". Secondo me ha ragione: i film che ho citato, per chi non lo sapesse, sono commedie.[/size]
Risposte
"giuliofis":
è alle superiori che è completamente da rifare.
Ricordo molte discussioni appassionate su questo argomento.

"giuliofis":
[quote="Zero87"][ot]Mi hanno "costretto" e dico "costretto" a fare i 100 giorni - usanza INUTILE - e, sentitomi obbligato, me ne sono rimasto a casa mia a dormire direttamente invece di nulleggiare.[/ot]
[ot]Beato te, io non ci sono riuscito a rifiutare. Avevo anche avuto un problema familiare piuttosto serio. Il massimo che sono riuscito a fare è non "dormire" con la massa, ma dormire sul serio a casa di un compagno di classe.
Concordo sull'inutilità della pratica: in una classe è impossibile andare tutti d'accordo, e fare una cena dei "cento giorni" (e perché non sessanta?) è davvero un'usanza poco interessante.[/ot][/quote]
[ot]Io mi sono impuntato![/ot]
Comunque, siccome si sta divagando verso una questione ben definita - nel senso che non stiamo andando a casaccio con l'OT - che non riguarda solo le elementari, si potrebbe proprio cambiare il titolo della discussione in modo "da mettere tutto in chiaro" (


"onlyReferee":
Tornando all'oggetto del thread, anche io sono convinto che, almeno per la matematica, i programmi vadano riformati fin dalle elementari.
Concordo in parte. Secondo me la matematica fino alle scuole medie è fatta bene (anche se si dovrebbe insegnare più statistica, anzi: si dovrebbe insegnare statistica), è alle superiori che è completamente da rifare.
"Zero87":
[ot]Alle superiori ero uno dei pochi che non facevano scioperi, assemblee e detestavo con tutto me stesso la parola "autogestione" tanto che quando c'era ero uno dei 2-3 a restare in classe.[/ot]
[ot]Non siamo soli, fidati![/ot]
"Zero87":
[ot]Mi hanno "costretto" e dico "costretto" a fare i 100 giorni - usanza INUTILE - e, sentitomi obbligato, me ne sono rimasto a casa mia a dormire direttamente invece di nulleggiare.[/ot]
[ot]Beato te, io non ci sono riuscito a rifiutare. Avevo anche avuto un problema familiare piuttosto serio. Il massimo che sono riuscito a fare è non "dormire" con la massa, ma dormire sul serio a casa di un compagno di classe.
Concordo sull'inutilità della pratica: in una classe è impossibile andare tutti d'accordo, e fare una cena dei "cento giorni" (e perché non sessanta?) è davvero un'usanza poco interessante.[/ot]
"Vikhr":
Ho letto su alcuni blog e forum che secondo i professori in alcune classi ci sarebbero molti ragazzi che... sarebbe meglio non frequentassero proprio! Vi rendete conto a che punto siamo arrivati? In pratica, secondo loro, non studiano niente e vengono a scuola perché percepiscono sicurezza dall'ambiente e per socializzare (e la sua estremizzazione, non in tutti i casi: applicare la logica del branco e mirare colui che non si adegua alla stessa).
Dunque, tornando ancora più IT, se si riformasse il programma rendendolo più completo fin dalle elementari (com'era cinquanta anni fa), e cito
"Quinzio":
Intanto diciamo che ai tempi di Don Camillo era normale che molta gente non andasse oltre alle elementari.
Per cui, penso io, si cercava in quel breve tempo a dare un formazione il più generale e completa possibile, senza per questo andare a spiegare La Divina Commedia o Nietzsche a dei bambini.
in modo che chi è giusto che non va a scuola, alle medie esce e chi va avanti ha una formazione più completa.
Inoltre evitando di citare intervento per intervento, sennò scrivo un papiro, mi accodo a chi ha un'esperienza negativa della scuola. A distanza di 15 anni (circa) porto un rancore incredibile nei confronti dei miei compagni delle scuole medie il cui unico scopo nella giornata era quello di farmi i dispetti più vari per poi prendermi in giro.
Ero evitato e isolato (non che sia un male poiché mi stavano tutti sulle $B(x_0,r)$ tranne 2 o 3)...
"Vikhr":
[ot]Wall, a questo proposito pensa che io durante i 5 anni di liceo ho avuto numerosi conflitti con i miei compagni di classe semplicemente perché... non volevo assolutamente aderire alla loro logica del branco! Ai compiti in classe, in particolare quelli del semestre precedente alla maturità, non facevano altro che copiare, volevano che nelle ore di buco facessi stupidaggini varie insieme a loro invece di studiare o semplicemente di riposarmi e volevano andare a casa sfruttando ogni pretesto e io mi rifiutavo causando certi litigi....[/ot]
[ot]Alle superiori ero uno dei pochi che non facevano scioperi, assemblee e detestavo con tutto me stesso la parola "autogestione" tanto che quando c'era ero uno dei 2-3 a restare in classe.
Mi hanno "costretto" e dico "costretto" a fare i 100 giorni - usanza INUTILE - e, sentitomi obbligato, me ne sono rimasto a casa mia a dormire direttamente invece di nulleggiare.
A ricreazione invece di andare a sorbirmi il fumo altrui nei bagni o in cortile, restavo in classe a farmi i compiti a casa dato che il pomeriggio ce l'avevo tutto impegnato e non di rado mi alzavo alle 4 di mattina proprio per studiare (soprattutto quella maledetta letteratura inglese). Su più di venti persone, al massimo 10 mi rivolgevano la parola e cinque-sei li consideravo amici, gli altri mi ignoravano.
Tuttavia proprio grazie a queste cinque-sei persone ho un buon ricordo del periodo liceale...![/ot]
Ad essere veramente sincero non penso che questi discorsi siano poi tanto off-topic. Questi comportamenti che io e Wall abbiamo dovuto affrontare secondo me potrebbero anche essere una delle conseguenze dell'impoverimento culturale subito dalla scuola. Ho letto su alcuni blog e forum che secondo i professori in alcune classi ci sarebbero molti ragazzi che... sarebbe meglio non frequentassero proprio! Vi rendete conto a che punto siamo arrivati? In pratica, secondo loro, non studiano niente e vengono a scuola perché percepiscono sicurezza dall'ambiente e per socializzare (e la sua estremizzazione, non in tutti i casi: applicare la logica del branco e mirare colui che non si adegua alla stessa). Ora, io non conosco la conseguenza di simili opinioni dei professori ma penso che sia grave che non tutti riescano a trarre un minimo interesse da quello che viene affrontato didatticamente durante le lezioni. Orientamento sbagliato? Insegnamenti sbagliati?
[ot]@Vikhr io alle medie mi comportavo nello stesso modo che hai descritto, non mi piaceva stare nel branco perche non mi è mai piaciuta l'esistenza di un leader al di fuori di me per il semplice fatto di poter scegliere che cosa fare (spesso vedevo sti stronzi, scusatemi la parola, insultare e minacciare "scherzosamente" altri ragazzi), non volevo assolutamente essere coinvolto quindi mi isolavo senza studiare nulla (mi "divertivo" creando statue origami 3d piegando la carta e armi da battaglia in classe tipo mitragliatrice a palline di carta con goniometri, righelli, penne, elastici, molle ecc.), il mio isolamento a differenza tua (che era semplicemente a scopo didattico mi pare di aver capito) aveva qualche (ogni) cosa di patologico, come si evince anche dal fatto che costruivo quella roba e che mi PIACEVA.
Ben presto diventai vittima anch'io di pseudo-bullismo, le prese in giro si trasformarono in schiaffetti e via dicendo, incominciai a saltare scuola, evitavo di parlare, mi chiudevo sempre di piu in me stesso, insomma la classica situazione di semi-bullismo (anche se non sono mai arrivati chiaramente fino alle botte come si vede nei film di rapper americani di strada, vi garantisco che l'umiliazione fa comunque molto piu male).
Eppure sono contento di aver vissuto questa situazione, ora come ora mi ritrovo con varie inesperienze in tutti i campi sociali ( anche se quest' estate ho recuperato alla grande
), nonostante essa mi abbia distrutto psicologicamente, se dovessi rincontrarli per strada quasi li ringrazierei, diciamo pure che ho perso tutte le cose in cui credevo, insomma sono morto nell'anima, ma come dico sempre, per poter resuscitare piu forte si deve prima morire, bhe ecco ora mi sento bene con me stesso e con il mondo, piu forte di un tempo, si fottano la timidezza, l'insicurezza e la voglia di essere passivi, ora essi sono solo vaghi ricordi.[/ot]
Scusatemi non so nemmeno io perche ho scritto sta roba
Ben presto diventai vittima anch'io di pseudo-bullismo, le prese in giro si trasformarono in schiaffetti e via dicendo, incominciai a saltare scuola, evitavo di parlare, mi chiudevo sempre di piu in me stesso, insomma la classica situazione di semi-bullismo (anche se non sono mai arrivati chiaramente fino alle botte come si vede nei film di rapper americani di strada, vi garantisco che l'umiliazione fa comunque molto piu male).
Eppure sono contento di aver vissuto questa situazione, ora come ora mi ritrovo con varie inesperienze in tutti i campi sociali ( anche se quest' estate ho recuperato alla grande

Scusatemi non so nemmeno io perche ho scritto sta roba

@onlyReferee.
Condvido perfettamente il tuo punto di vista, anche secondo me, strutture come quella di Gruppo, anello ecc. , vanno spiegate ,sicuramente in maniera più semplice, fin dalle scuole elementari , in modo che si possa sin dall'inizio cominciare a sviluppare un pensiero di astrazione, che consente di assorbire meglio il concetto di operazione, e delle proprietà basilari ad essa correlate, come associativa, distributiva, ecc.,e di applicare i risultati dal generale al particolare.
Condvido perfettamente il tuo punto di vista, anche secondo me, strutture come quella di Gruppo, anello ecc. , vanno spiegate ,sicuramente in maniera più semplice, fin dalle scuole elementari , in modo che si possa sin dall'inizio cominciare a sviluppare un pensiero di astrazione, che consente di assorbire meglio il concetto di operazione, e delle proprietà basilari ad essa correlate, come associativa, distributiva, ecc.,e di applicare i risultati dal generale al particolare.
Caro Vikhr, come ti capisco riguardo a ciò che racconti delle superiori... Difetto fisico a parte a me non è che sia andata tanto diversamente (di copiare da me poi non ne parliamo).
Tornando all'oggetto del thread, anche io sono convinto che, almeno per la matematica, i programmi vadano riformati fin dalle elementari. Ricordo quando ero alla triennale alcune frasi (tra le tante) che ci disse il professore di algebra lineare e strutture discrete durante le lezioni. Si parlava di strutture algebriche quali gruppi, campi, anelli, ecc. Quei corsi sono stati molto importanti per me perché, come sottolineato da lui stesso, è solo lì che per conto mio capisci il senso di molte operazioni/proprietà che hai usato fin dalle elementari in maniera meccanica (le quattro operazioni classiche, la prova del nove ed il resto tanto per citare le più importanti). Lui è un sostenitore del fatto che questo background di base più generale vada fornito (chiaramente in dimensioni e contenuti molto ridotti ed in forma diversa) fin dalle elementari. Io sono francamente d'accordo con questo perché continuerò a ritenere che se si va dal particolare al generale e non viceversa si faccia molta più fatica...
Tornando all'oggetto del thread, anche io sono convinto che, almeno per la matematica, i programmi vadano riformati fin dalle elementari. Ricordo quando ero alla triennale alcune frasi (tra le tante) che ci disse il professore di algebra lineare e strutture discrete durante le lezioni. Si parlava di strutture algebriche quali gruppi, campi, anelli, ecc. Quei corsi sono stati molto importanti per me perché, come sottolineato da lui stesso, è solo lì che per conto mio capisci il senso di molte operazioni/proprietà che hai usato fin dalle elementari in maniera meccanica (le quattro operazioni classiche, la prova del nove ed il resto tanto per citare le più importanti). Lui è un sostenitore del fatto che questo background di base più generale vada fornito (chiaramente in dimensioni e contenuti molto ridotti ed in forma diversa) fin dalle elementari. Io sono francamente d'accordo con questo perché continuerò a ritenere che se si va dal particolare al generale e non viceversa si faccia molta più fatica...
[ot]Wall, a questo proposito pensa che io durante i 5 anni di liceo ho avuto numerosi conflitti con i miei compagni di classe semplicemente perché... non volevo assolutamente aderire alla loro logica del branco! Ai compiti in classe, in particolare quelli del semestre precedente alla maturità, non facevano altro che copiare, volevano che nelle ore di buco facessi stupidaggini varie insieme a loro invece di studiare o semplicemente di riposarmi e volevano andare a casa sfruttando ogni pretesto e io mi rifiutavo causando certi litigi.... mi hanno fatto letteralmente crollare durante un'interrogazione sfruttando un professore che consentiva loro di farmi i versacci e prese in giro varie per un mio difetto fisico e probabilmente a causa di questo non ho avuto i 4 punti di bonus che potevano consentirmi di diplomarmi con 100. Alle medie e alle elementari non ho mai riscontrato un "ostruzionismo" simile. Adesso all'Università mi lasciano vivere con la mia famiglia in pace e io vado d'accordo con loro.[/ot]
Pero prima di indagare sulle cause bisognerebbe chiedersi se è meglio cosi, penso che le elementari non debbano preparare al mondo del lavoro, cioè sono pur sempre bambini!
personalmente ho un buonissimo ricordo delle elementari, nonostante non facessimo assolutamente nulla e nonostante stessi praticamente sempre fuori dalla classe (parlavo troppo e canticchiavo in classe dicevano, bah..), quelle esperienze mi hanno insegnato molto piu che la matematica da quando ho iniziato a farla (circa 8 mesi fa), ora ho molte lacune e sono contento di averle, e quando (circa 3 mesi fa) ho rincontrato i vecchi amici ad una festa di compleanno, nessuno di loro mi è parso sprovveduto o teppista o vandalo o bullo o qualsiasi altra cosa, a differenza di alcuni miei compagni delle medie, a cui è stato trasmesso l'odio verso la scuola per il troppo studio presumo, ed alcuni di loro non hanno un gran futuro (sia in ambito lavorativo che sociale) proprio per l'atteggiamento.
In sintesi credo che la cultura non sia una priorita nella vita ecco, soprattutto alle elementari...
personalmente ho un buonissimo ricordo delle elementari, nonostante non facessimo assolutamente nulla e nonostante stessi praticamente sempre fuori dalla classe (parlavo troppo e canticchiavo in classe dicevano, bah..), quelle esperienze mi hanno insegnato molto piu che la matematica da quando ho iniziato a farla (circa 8 mesi fa), ora ho molte lacune e sono contento di averle, e quando (circa 3 mesi fa) ho rincontrato i vecchi amici ad una festa di compleanno, nessuno di loro mi è parso sprovveduto o teppista o vandalo o bullo o qualsiasi altra cosa, a differenza di alcuni miei compagni delle medie, a cui è stato trasmesso l'odio verso la scuola per il troppo studio presumo, ed alcuni di loro non hanno un gran futuro (sia in ambito lavorativo che sociale) proprio per l'atteggiamento.
In sintesi credo che la cultura non sia una priorita nella vita ecco, soprattutto alle elementari...
Condivido il 1000% dell'intervento di Quinzio, specialmente questo passaggio davvero illuminante
Però, un piccolo appunto su questo
che anche qui condivido, anche se però non volevo assolutamente farti arrabbiare (o far arrabbiare qualche altro utente). Io ho semplicemente voluto sollevare una piccola questione che ora è giustamente inglobata nella tua. Se vuoi, puoi tranquillamente aprirne un altro a tema.
Faccio parte di quella categoria di persone (di anni ne ho da poco 26, e a mia "scusante" posso dire di avere 3 lauree, sarebbe stato impossibile fare anche qualcos'altro).
Questo è una delle risposte illuminanti al post di Quinzio (qui va molto oltre).
D'accordo con l'eccesso di teoria (non capisco che c'entra la stechiometria ora, ma oramai la chimica non fa più parte di me
).
Più che altro, travisando un po', posso ripetere quanto ho detto a giuliofis qualche tempo fa in un altro thread. Alle elementari si fa storia, alle medie la si rifà daccapo, alle superiori daccapo ancora...
"Quinzio":
Mi sembra allucinante che ci si lamenta della scarsa produttività di oggi quando uno passa 1/3 della vità su un banco ad apprendere nozioni delle quali si ricorderà si e no un 20% e quelle che gli serviranno davvero sono un 10%.
Per me l'istruzione è sacrosanta e non voglio certo mandare a lavorare dei bambini, però la situazione è che oggi si studia non si sa bene per cosa, specialmente per chi si ferma al diploma.
Però, un piccolo appunto su questo
"Quinzio":
E voi vi preoccupate della matematica alle elementari.
Secondo me è tutto da rifare da capo.
che anche qui condivido, anche se però non volevo assolutamente farti arrabbiare (o far arrabbiare qualche altro utente). Io ho semplicemente voluto sollevare una piccola questione che ora è giustamente inglobata nella tua. Se vuoi, puoi tranquillamente aprirne un altro a tema.

"Quinzio":
Poi si leggono articoli come questo:
http://www.corriere.it/politica/13_sett ... 1006.shtml
Faccio parte di quella categoria di persone (di anni ne ho da poco 26, e a mia "scusante" posso dire di avere 3 lauree, sarebbe stato impossibile fare anche qualcos'altro).
"vict85":
Riguardo alla matematica farei comunque notare che alcuni professori ordinari si sono laureati in matematica senza quasi aver fatto concetti che noi studiamo alla fine del triennio. E alcune teorie che abbiamo fatto nella magistrale quasi non esistevano. È evidente quindi che un laureato negli anni '50 poteva approfondire alcune cose meglio di quanto uno laureato negli anni '80 e molto meglio di uno che si laurea ora. Se ora si dedica sempre meno tempo a geometria 1 e analisi matematica 1 è anche perché ci sono molte più cose che sono considerate essenziali da sapere prima di finire la triennale.
Questo è una delle risposte illuminanti al post di Quinzio (qui va molto oltre).

"Vikhr":
Quinzio ha ragione, secondo me; si vuole trasmettere delle competenze solide che serviranno in ambito lavorativo mediante un eccesso di teoria (perdonatemi il riferimento stechiometrico) con, ironicamente, il rischio di ottenere dei perfetti incompetenti.
D'accordo con l'eccesso di teoria (non capisco che c'entra la stechiometria ora, ma oramai la chimica non fa più parte di me

Più che altro, travisando un po', posso ripetere quanto ho detto a giuliofis qualche tempo fa in un altro thread. Alle elementari si fa storia, alle medie la si rifà daccapo, alle superiori daccapo ancora...
Quinzio ha ragione, secondo me; si vuole trasmettere delle competenze solide che serviranno in ambito lavorativo mediante un eccesso di teoria (perdonatemi il riferimento stechiometrico) con, ironicamente, il rischio di ottenere dei perfetti incompetenti. Ho scelto di non intraprendere la strada dell'Ingegneria anche per via dei troppi corsi matematici con poco spazio per la pratica. Fuori (specie negli USA) non è così, ma trovate una particolarità che a qualcuno dispiacerà e a qualcuno piacerà: i test a risposta chiusa. In praticamente tutti i livelli scolastici. Immaginate Analisi 1 "a crocette" e dividetelo in due esami e avrete Calculus 1 e Calculus 2. Qui trovate una bella ricerca sul perché il loro Analisi 1 sia superato da pochi studenti.
Non per andare contro tendenza ma a me sinceramente non sembra di essere arrivato alle medie senza saper fare ogni cosa espressa nei programmi di @melia (indipendentemente da quanto fossi portato per la matematica). Senza considerare che la preparazione data alle elementari è considerata in linea con il resto dei paesi OCSE (al contrario delle superiori per esempio).
Sicuramente ci sono delle differenze con la preparazione, ma sinceramente non mi è mai sembrato che fosse sempre a favore del passato. La storia per esempio, che è spiegata in modo pessimo anche ora, era a mio avviso insegnata ancora peggio nel passato. La maggior parte delle persone che conosco hanno una concezione del passato molto deformata. Riguardo alla matematica farei comunque notare che alcuni professori ordinari si sono laureati in matematica senza quasi aver fatto concetti che noi studiamo alla fine del triennio. E alcune teorie che abbiamo fatto nella magistrale quasi non esistevano. È evidente quindi che un laureato negli anni '50 poteva approfondire alcune cose meglio di quanto uno laureato negli anni '80 e molto meglio di uno che si laurea ora. Se ora si dedica sempre meno tempo a geometria 1 e analisi matematica 1 è anche perché ci sono molte più cose che sono considerate essenziali da sapere prima di finire la triennale.
Sicuramente ci sono delle differenze con la preparazione, ma sinceramente non mi è mai sembrato che fosse sempre a favore del passato. La storia per esempio, che è spiegata in modo pessimo anche ora, era a mio avviso insegnata ancora peggio nel passato. La maggior parte delle persone che conosco hanno una concezione del passato molto deformata. Riguardo alla matematica farei comunque notare che alcuni professori ordinari si sono laureati in matematica senza quasi aver fatto concetti che noi studiamo alla fine del triennio. E alcune teorie che abbiamo fatto nella magistrale quasi non esistevano. È evidente quindi che un laureato negli anni '50 poteva approfondire alcune cose meglio di quanto uno laureato negli anni '80 e molto meglio di uno che si laurea ora. Se ora si dedica sempre meno tempo a geometria 1 e analisi matematica 1 è anche perché ci sono molte più cose che sono considerate essenziali da sapere prima di finire la triennale.
"Zero87":
Premetto che non ho volutamente postato nella sezione dei docenti perché volevo i pareri più vari per questo post.
Ultimamente mi è capitato di rivedere 2 film
- Don Camillo e l'onorevole Peppone (1955)
- Pierino colpisce ancora (1982)
Ovviamente non voglio discutere né dei film in sé ne dei miei gusti cinematografici. Il punto è il seguente: in questi due film compare una scena dove un personaggio si trova alle prese con l'esame di quinta elementare.
Nel primo - data astrale 1955 - Peppone, a parte il tema di italiano e varie domande di geografia, deve calcolare quanto tempo impiega una vasca semisferica a riempirsi d'acqua avendo a disposizione la quantità di acqua al secondo che esce dal rubinetto e il raggio della stessa vasca.
Addirittura, Peppone, in una scena dove si preparava per l'esame diceva "tra l'altro non ho problemi nemmeno se mi chiedessero il teorema di Pitagora".
Sarebbe meglio che stessi zitto su questo argomento perchè rischio di diventare pesante... però...
Intanto diciamo che ai tempi di Don Camillo era normale che molta gente non andasse oltre alle elementari.
Per cui, penso io, si cercava in quel breve tempo a dare un formazione il più generale e completa possibile, senza per questo andare a spiegare La Divina Commedia o Nietzsche a dei bambini.
Oggi la norma è che un ragazzo che non ha particolari problemi mentali o famigliari studia fino alla maturità. Quindi si è diluita quella che è la cultura di base (La Divina Commedia, il t. di PItagora, o cos'altro) su tutto l'arco dei 18 anni.
La situazione, secondo me allucinante, è che oggi una persona che arriva alla laurea spende un terzo della sua vita attiva studiando (faccio i conti da 5 a 66 anni vita attiva e studio dai 5 ai 25). Magari si potrebbe studiare per metà della vita ,perchè no ?
Mi sembra allucinante che ci si lamenta della scarsa produttività di oggi quando uno passa 1/3 della vità su un banco ad apprendere nozioni delle quali si ricorderà si e no un 20% e quelle che gli serviranno davvero sono un 10%.
Per me l'istruzione è sacrosanta e non voglio certo mandare a lavorare dei bambini, però la situazione è che oggi si studia non si sa bene per cosa, specialmente per chi si ferma al diploma.
La situazione oggi è questa: elementari = asilo nido, medie = leggere e scrivere e fare 2+2, superiori = cercare di formare dei cittadini maturi (trattenere le risa, per favore), laurea = unico titolo di studio spendibile.
Fine è tutto qui in due righe.
Uno che va sul mondo del lavoro senza diploma è meglio che stia a casa. Un diplomato trova posto come addetto ai macchinari o al data entry, un laureato può forse permettersi il lusso di pensare un po'.
Quando cerco di spiegare a mia madre che oggi le grandi aziende assumono solo laureati per un posto considerato "buono" lei non mi crede e mi dice "ma guarda che alla mia età la gente non sapeva neanche scrivere". E infatti era un mondo più normale.
Quelli come me che dopo la maturità sono andati a lavorare per dare i soldi in casa e perchè altrimenti non mi potevo comprare un paio di jeans al mercato, oggi hanno in mano praticamente nulla. Col mio diplomino di perito elettronico mi ci posso pulire laggiù. Con tutto l'impegno che ci avevo messo soprattutto negli ultimi 3 anni.
Merito della scuola che oggi regala il diploma a chiunque. (Era più o meno così 20 anni fa intendiamoci). Il grosso spartiacque è stato il '68.
E merito anche di una classe imprenditoriale e dirigenziale di deficienti, ripeto deficienti, buoni solo a sentirsi i padroncini di un angolo di mondo, impegnati a sistemare parenti e amici, e a vivere con le eredità dei nonni.
E' da poco che nel mio laboratorio è venuta a lavorare una ragazza, ingegnere elettronico 110 lode, credevo che venisse messa a progettare dalla mattina alla sera. In pratica fa della documentazione, robaccia noiosa e per lo più superflua. A parte il fatto che magari conosce perfettamente il modello dinamico del transistor, ma poi non fa da dove partire a realizzare una scheda con un regolatore di tensione. Come un cuoco che conosce a memoria le formule chimiche degli ingredienti poi non sa sbattere 2 uova in un padella. Mah.
E voi vi preoccupate della matematica alle elementari.
Secondo me è tutto da rifare da capo.
Poi si leggono articoli come questo:
http://www.corriere.it/politica/13_sett ... 1006.shtml
Ogni tanto qualcuno dice le cose come stanno, poi incontra i soliti muri di gomma, e tutto ritorna nel dimenticatoio. Amen.
Purtroppo la qualità è indirettamente proporzionale al numero e direttamente proporzionale ai fondi.
"@melia":
Questa è la programmazione di una scuola elementare.
Come vedi i programmi su carta sono abbatanza simili, ma molto distanti da quelli sul campo.
Quel sito l'avevo visto anche io prima di postare

"Vikhr":
In pratica penso che la Scuola, con il tempo e le varie dinamiche sociali, economiche e politiche, abbia perso la selettività di un tempo, caratterizzata da obiettivi minimi da raggiungere da parte degli studenti, in favore di obiettivi personalizzati (fino a un certo punto) sugli stessi.
Mi chiedo se però sia un bene questo cambiamento...!
Questi sono i programmi in vigore dall'85.
Poi, forse, ce ne sono stati di nuovi intorno al 2000.
Qui ci sono le indicazioni ministeriali del 2012, adesso non si chiamano più programmi e sono meno vincolanti per quanto riguarda i contenuti, di più per quanto riguarda le "competenze", cioè il "saper fare", da raggiungere alla fine del corso.
Questa è la programmazione di una scuola elementare.
Come vedi i programmi su carta sono abbatanza simili, ma molto distanti da quelli sul campo.
Poi, forse, ce ne sono stati di nuovi intorno al 2000.
Qui ci sono le indicazioni ministeriali del 2012, adesso non si chiamano più programmi e sono meno vincolanti per quanto riguarda i contenuti, di più per quanto riguarda le "competenze", cioè il "saper fare", da raggiungere alla fine del corso.
Questa è la programmazione di una scuola elementare.
Come vedi i programmi su carta sono abbatanza simili, ma molto distanti da quelli sul campo.
La questione è complicata, ma è al tempo stesso interessante. Come sai non sono un docente, ma ho fatto molte ricerche in merito dopo aver sostenuto la Maturità. In pratica penso che la Scuola, con il tempo e le varie dinamiche sociali, economiche e politiche, abbia perso la selettività di un tempo, caratterizzata da obiettivi minimi da raggiungere da parte degli studenti, in favore di obiettivi personalizzati (fino a un certo punto) sugli stessi. Rimando a questa discussione (riguardante una bocciatura all'esame di Maturità odierno) su un forum esterno: http://forum.alfemminile.com/forum/etudes/__f2612_etudes-Bocciatura-agli-esami-di-maturita.html. Penso che il '68 sia un elemento determinante in queste dinamiche.