Moneta--Euro

kobeilprofeta
Apro questo topic invitando le persone informate ad informare quelli più "ignoranti" (me compreso) riguardo temi che ritengo molto importanti. Sarebbe bello uno scambio di idee e chiarimemti.

Qua si parla di moneta.
Quando è nato l'euro, in base a cosa si sono decisi i cambi di valuta?
Perchè questi cambi (vedi euro/dollaro) variano così velocemente?
Se la moneta è solo un "foglio di carta che mi dice quanto sono ricco" (non è proprio così,lo so), perchè l'uscita di un paese dall'eurozona provoca molti cambiamenti? Ad uno stato cosa cambia se da un giorno inizia ad avere una moneta con un nome diverso? E agli altri?

Risposte
gioco1
Secondo me bisognerebbe leggere piu' fonti perche' ovviamente ognuno tira l'acqua verso il proprio mulino e non si sa mai qual e' la verita'... quello che si puo' fare e' leggere sempre ed informarsi... dopodiche' trarne delle conclusioni proprie e personali.

Sk_Anonymous
Beh, in realtà di teorie sul tasso di cambio ce ne sono molte, sia nel breve-periodo che nel lungo (prezzo unico, parità dei poteri d'acquisto, bilancia dei pagamenti, parità coperta dei tassi di interesse, ecc.). Tutte abbastanza corpose, per questo consigliavo qualcosa di più esaustivo.

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Ti consiglio di leggere le prime pagine di un classico saggio:

Milton Friedman, The case for flexible exchange rates, in: Essays in Positive Economics, 1955

In questo breve, ma straordinariamente chiaro e attuale saggio, si studiano i fattori che determinano il tasso di cambio fra due monete, una domestica, l’altra estera. Il principio è semplice: una moneta non è altro che un bene acquistabile come un altro, dunque il suo prezzo è determinato dall’equilibrio fra domanda e offerta. Tutto qua.

L’equilibrio che si deve necessariamente raggiungere è tra la quantità complessiva della moneta domestica che si vuole acquistare e la quantità complessiva che si vuole vendere in cambio della valuta estera. Ovviamente, le due quantità devono essere uguali, a posteriori. Ma a priori, a causa di cambiamenti economici, potrebbe nascere un desiderio di acquistare una maggior quantità della valuta domestica rispetto alla quantità che si intende vendere. Ad esempio, potrebbe nascere un desiderio di comprare nuovi prodotti eccezionali prodotti nell’economia domestica, o obbligazioni con tassi di interessi nuovi e elevati. Se il tasso di cambio viene lasciato libero di variare, il prezzo della moneta domestica in termini di quella estera crescerà, riequilibrando domanda e offerta.

Ma che cosa succede se il tasso di cambio viene fissato per legge? Questa domanda è interessante, perché è il caso dell’euro, dove le varie monete nazionali sono state congelate ad un determinato tasso di cambio (di fatto sparendo). Assumeremo dunque che in Europa ci siano ancora le monete nazionali, ma che il tasso di cambio sia fissato.

Secondo Friedman, ci sono tre modi nel breve termine con si riequilibra la domanda e l’offerta della moneta domestica in termini di quella estera quando si configura un eccesso di domanda della moneta domestica in termini di quella estera. Tutti e tre i modi, sfortunatamente, sono o estremamente inefficienti, o non accettabili.

1. Nel Paese estero, i prezzi e i redditi calano e/o i tassi di interesse crescono. Questo crea più desiderio di vendere moneta domestica in cambio di quella estera, riequilibrando la bilancia.

2. Si introducono controlli sulle transazioni economiche, bloccando ad esempio le importazioni nel Paese estero.

3. Le autorità monetarie del Paese estero, entrano in gioco, creando artificialmente desiderio di vendere la valuta domestica in termini della valuta estera. Questo è possibile soltanto tramite riserve monetarie di valuta domestica nel Paese estero.


Ora è chiaro che l’unico modo ragionevole per riequilibrare in modo strutturale domanda e offerta è il primo. Ora, se fosse possibile per il Paese estero tagliare ad esempio del 10% simultaneamente tutti i prezzi e salari, per compensare un 10% di importazioni in eccesso in termini di moneta domestica, questo avrebbe esattamente lo stesso effetto di una variazione del tasso di cambio.

Il problema è che, nel mondo reale, i prezzi e sopratutto i salari sono poco flessibili. La resistenza dei salari a diminuire è nota come “downward nominal wage rigidity”. L’effetto dunque di un eccesso di domanda di valuta domestica, è dunque un abbassamento dei prezzi ma anche disoccupazione e diminuzione della produzione nel Paese estero. Questo è esattamente quanto sta flagellando la zona euro. Ben inteso, la diminuzione dei prezzi e dei salari è necessaria. Il problema è che la disoccupazione e la deflazione insieme causano un crollo della domanda interna, e fanno decrescere l’economia. Un gran casino.

Gli svantaggi di permanere in una zona euro composta da economie molto diverse fra loro senza una integrazione fiscale, economica, politica sono enormi, dunque. Ecco perché l’unico modo perché l’euro sopravviva senza distruggere l’Europa sono gli Stati Uniti d’Europa, o quanto di più vicino ci si possa immaginare.

Sk_Anonymous
Ti consiglio Macroeconomia di Miles. E' abbastanza base e discorsivo come libro e lo puoi leggere praticamente senza avere basi pregresse di economia. Ha 2/3 capitoli sui tassi di cambio.

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