Metodi di analisi e problema di misurazione (scale)
Ciao a tutti. Posto qui perchè non so trovare una sezione adatta al mio quesito.
Spesso, soprattutto nell'oscuro mondo della consulenza, si ha a che fare con metodi di analisi che mirano a costruire tabelle dove (ad esempio) si elencano sulle righe delle attività e sulle colonne delle funzioni. In prossimità di ogni cella $(i,j)$ si va poi a inserire un numero (ad esempio da 1 a 5) per valutare l'impatto che ha la funzione $i$ sull'attività $j$. A questo punto si sommano i punteggi di ogni riga per vedere "l'attività con maggiore impatto". Potrei citare svariati esempi di procedure analoghe.
Ed io penso: ma non è un'operazione clamorosamente sbagliata in quanto si applica una somma su una scala ordinale?
Provocazione: in un certo senso non sarebbe anche errata la media scolastica?
Spesso, soprattutto nell'oscuro mondo della consulenza, si ha a che fare con metodi di analisi che mirano a costruire tabelle dove (ad esempio) si elencano sulle righe delle attività e sulle colonne delle funzioni. In prossimità di ogni cella $(i,j)$ si va poi a inserire un numero (ad esempio da 1 a 5) per valutare l'impatto che ha la funzione $i$ sull'attività $j$. A questo punto si sommano i punteggi di ogni riga per vedere "l'attività con maggiore impatto". Potrei citare svariati esempi di procedure analoghe.
Ed io penso: ma non è un'operazione clamorosamente sbagliata in quanto si applica una somma su una scala ordinale?
Provocazione: in un certo senso non sarebbe anche errata la media scolastica?

Risposte
Per confermare quanto detto prima riporto:
"IL DOPPIO INCARICO - Morchio non intende per "continuità" quello che intendono gli Agnelli. Immaginava, puntava a un doppio incarico. Così, un secondo dopo la scelta di Montezemolo, presenta le sue dimissioni. Ed è vero: per lui, Montezemolo sarebbe un presidente ingombrante, in Ferrari e nel consiglio Fiat non è mai stato una presenza di pura immagine, anzi. Ma è vero anche che, probabilmente, si sarebbe dimesso comunque. Con qualunque altro nome che non fosse stato di pura rappresentanza. Ipotesi che, tra l' altro, è esclusa dallo statuto Fiat e creerebbe seri problemi di governance. (…)
Montezemolo è entrato nel consiglio d' amministrazione nel febbraio dello scorso anno chiamato da Umberto [Agnelli n.d.r.] insieme a Giuseppe Morchio."
da
http://archiviostorico.corriere.it/2004/maggio/31/Montezemolo_presidente_Fiat_Morchio_sbatte_co_9_040531038.shtml
"IL DOPPIO INCARICO - Morchio non intende per "continuità" quello che intendono gli Agnelli. Immaginava, puntava a un doppio incarico. Così, un secondo dopo la scelta di Montezemolo, presenta le sue dimissioni. Ed è vero: per lui, Montezemolo sarebbe un presidente ingombrante, in Ferrari e nel consiglio Fiat non è mai stato una presenza di pura immagine, anzi. Ma è vero anche che, probabilmente, si sarebbe dimesso comunque. Con qualunque altro nome che non fosse stato di pura rappresentanza. Ipotesi che, tra l' altro, è esclusa dallo statuto Fiat e creerebbe seri problemi di governance. (…)
Montezemolo è entrato nel consiglio d' amministrazione nel febbraio dello scorso anno chiamato da Umberto [Agnelli n.d.r.] insieme a Giuseppe Morchio."
da
http://archiviostorico.corriere.it/2004/maggio/31/Montezemolo_presidente_Fiat_Morchio_sbatte_co_9_040531038.shtml
Per l'economista Simon (premio Nobel negli anni '70) le soluzioni che si applicano in campo economico aziendale possono essere al più soddisfacenti, mai o quasi mai ottimali, perchè si scontrano con la realtà che è sempre più complessa del modello adottato; la scelta finale da implementare non spetta mai a chi ha svolto la ricerca, ma ha chi ha la responsabilità di fare una scelta che spesso è rischiosa. Un supporto decisionale è sempre possibile anche se non è detto che ne verrano applicate le conclusioni. Nelle aziende suddivise per "funzioni" ognuno cercherà di massimizzare la sua funzione obiettivo ma le decisioni strategiche in ultima analisi spettano all'imprenditore che rischia del suo. Nel capitalismo vale sempre il principio che se vuoi avere più potere devi metterti in proprio. Guarda la fine che hanno fatto fare all'A.D. Morchio della Fiat perchè non era d'accordo con la proprietà, e direi che Marchionne messo al suo posto aveva ragione. Sarà stata fortuna? Forse ma quello che conta è solo ed esclusivamente il "senno di poi".
Ciao. Difatti io credo che per alcuni tipi di decisioni sia del tutto inutile creare dei metodi quantitativi "sbagliati". Che senso ha sommare mele con pere? Ok può essere un'approssimazione però non mi pare il caso di affidare a questi metodi decisioni importanti.
Io credo che se ci si butta sul quantitativo si debbano usare metodi coerenti.
Spesso (per non dire sempre) le valutazioni soggettive, qualitative, danno risultati decisamente migliori dei metoridi quantitativi incoerenti. Voi che ne pensate?
Io credo che se ci si butta sul quantitativo si debbano usare metodi coerenti.
Spesso (per non dire sempre) le valutazioni soggettive, qualitative, danno risultati decisamente migliori dei metoridi quantitativi incoerenti. Voi che ne pensate?
Questo è pressapoco parte del mio lavoro.
Esistono diversi metodi di valutazione, più o meno oggettivi, più o meno sofisticati.
Il punto è semplice: un matematico puro sosterrà per tutta la vita che mele e pere non si possono comparare.
Il dirigente di un'azienda deve decidere se comprare mele o pere.
Quindi, o la scelta avviene in modo del tutto casuale, o si utilizzano metodi sistematici che aiutino nel processo decisionale.
Da come è stato descritto, il metodo sembra piuttosto banale ed ignorante, ma ti posso garantire che alle spalle c'è un lavoro enorme che può durare settimane se non mesi.
Quando si deve decidere se fare o meno un investimento da qualche milione di dollari, non si usa la "media scolastica", ma si fa sovente ricorso a schemi decisionali che maneggiano principalmente elementi qualitativi.
Esistono diversi metodi di valutazione, più o meno oggettivi, più o meno sofisticati.
Il punto è semplice: un matematico puro sosterrà per tutta la vita che mele e pere non si possono comparare.
Il dirigente di un'azienda deve decidere se comprare mele o pere.
Quindi, o la scelta avviene in modo del tutto casuale, o si utilizzano metodi sistematici che aiutino nel processo decisionale.
Da come è stato descritto, il metodo sembra piuttosto banale ed ignorante, ma ti posso garantire che alle spalle c'è un lavoro enorme che può durare settimane se non mesi.
Quando si deve decidere se fare o meno un investimento da qualche milione di dollari, non si usa la "media scolastica", ma si fa sovente ricorso a schemi decisionali che maneggiano principalmente elementi qualitativi.
...già. Purtroppo è così.
Tuttavia che cosa si può fare. Qualcuno dice: "l'unica è adattarsi", che cavolo no dai, ci sarà un compromesso per mettere in risalto certi metodi sbagliati?
Tuttavia che cosa si può fare. Qualcuno dice: "l'unica è adattarsi", che cavolo no dai, ci sarà un compromesso per mettere in risalto certi metodi sbagliati?
Nella mia scuola mi occupo, oltre che di insegnamento di matematica, anche del sistema di gestione qualità. Ogni giorno ho a che fare con monitoraggi che spesso sono di origine qualitativa, piuttosto che quantitativa. In questi casi preferisco scegliere come media la moda, che mi sembra più adeguata a mettere in risalto i dati significativi.
Interessante discussione.
Ho sempre avuto anch'io un forte sospetto (e talvolta un certo ribrezzo) quando osservo il tentativo di quantificare forzatamente in modo non chiaro aspetti qualitativi. Si tratta dello sport preferito dagli economisti che si occupano di organizzazione e di gestione.
In molti casi quello che viene fuori è senza senso, in altri casi il senso ce l'ha, ma allora è peggio perché in genere nasconde una fregatura.
E' il metodo, per esempio, con cui i giornali fanno le classifiche delle università, usando un parametro di 'merito' che tiene conto dell'età dei docenti, della vivibilità della città, del numero di posti letto della casa per lo studente, del rapporto tra laureati e immatricolati, del numero di corsi attivati, del gradimento della mensa, ...
Alla faccia della coerenza dimensionale, direbbe un fisico!
Anche sulla media tra quantità omogenee (che formalmente è una operazione sensata) qualche cautela è sempre d'obbligo, basti ricordare il famoso pollo di Trilussa. A me sembra, per esempio, che un 9 in matematica abbia un valore diverso da un 9 in ginnastica, ma forse è proprio per questa ragione che frequento questo sito!
ciao
Ho sempre avuto anch'io un forte sospetto (e talvolta un certo ribrezzo) quando osservo il tentativo di quantificare forzatamente in modo non chiaro aspetti qualitativi. Si tratta dello sport preferito dagli economisti che si occupano di organizzazione e di gestione.
In molti casi quello che viene fuori è senza senso, in altri casi il senso ce l'ha, ma allora è peggio perché in genere nasconde una fregatura.
E' il metodo, per esempio, con cui i giornali fanno le classifiche delle università, usando un parametro di 'merito' che tiene conto dell'età dei docenti, della vivibilità della città, del numero di posti letto della casa per lo studente, del rapporto tra laureati e immatricolati, del numero di corsi attivati, del gradimento della mensa, ...
Alla faccia della coerenza dimensionale, direbbe un fisico!
Anche sulla media tra quantità omogenee (che formalmente è una operazione sensata) qualche cautela è sempre d'obbligo, basti ricordare il famoso pollo di Trilussa. A me sembra, per esempio, che un 9 in matematica abbia un valore diverso da un 9 in ginnastica, ma forse è proprio per questa ragione che frequento questo sito!
ciao