Ma il verbo "studiare" ha veramente un senso?

Vikhr
Chiedo perdono per l'argomento filosofico, ma sento di voler di nuovo approfondire un tema, il rapporto personale con lo studio, che ritengo assai importante, e lo farò con una domanda, o meglio, una serie di domande (o deliri, vedete voi :-D ).

Secondo voi, lo studio ha senso come azione, ancor prima che come concetto? Secondo me, come concetto è pregno di significato, ma il vederlo esclusivamente come azione lo svuota completamente di ogni senso, riducendolo a un'azione meccanica stancamente eseguita senza un vero motivo, non so se mi spiego, ma nel corso della vostra carriera scolastica avete mai avuto genitori o docenti che hanno almeno una volta pronunciato davanti a voi una frase del tipo "Devi studiare di più"?

Ecco, io, ogni volta che mi è stata rivolta, ho sempre cercato di far notare che il problema, nel mio caso, risiedesse altrove. Cioè, che il problema non fosse quanto tempo passassi davanti a libri e quaderni, ma un'eventuale mancanza di motivazione o di capacità... Personalmente, nel corso della mia vita ho sempre avuto problemi a stare per più di qualche minuto concentrato su un libro o un quaderno senza un motivo, e quando mi sono forzato a farlo senza un motivo ho cominciato a vedere solo una distesa di parole e simboli senza alcun vero significato per me in ogni pagina, pur riuscendo a starci per ore... Inoltre, gli errori ortografici ho smesso assolutamente di farli solo quando la loro spiegazione ha cominciato ad avere un senso per me.

Questo mi penalizza assai quando c'è da dover brutalmente mandare una fitta serie di "cose" a memoria, perdendone completamente il senso, che piaccia o no, e ho l'impressione che il 3+2 favorisca lo studio mnemonico piuttosto che lo studio autentico, favorito dal VO.

Risposte
angeloscozzarella
Permettimi un consiglio. Ho lasciato ormai il futuro alle spalle e quindi posso scriverti francamente.
Infischiatene delle statistiche ufficiali, delle tabelle di rendimento, delle medie comparative.
Vivi (e studia se ne hai voglia e se per te ha un senso) come senti di volere vivere.

Vikhr
Delirium, grazie per la franchezza e per il messaggio (sì, ammetto di essere "molesto").
Però posso dirti che qualcosa cambia: ogni giorno che passa conosco sempre di più veramente me stesso ed è per questo che mi pongo queste domande. Alle superiori non me le sono mai fatte, andavo avanti a testa bassa e me ne fregavo di tutto e tutti. Infatti a quei tempi avevo come obiettivo una professione alla quale accedere tramite concorso pubblico. Dal secondo anno di università in poi, no. È tutto crollato. Ho ridimensionato di molto i miei obiettivi. In una parola: mi sono svegliato, acquisendo la conoscenza del fatto che se non ci avessi pensato io ci avrebbe pensato il mondo.

Sk_Anonymous
"Bubbino1993":
[quote="Delirium"]Hai paura di finire fuori corso? Sbattitene il ca**o, non sarai di certo un fallito se ti laurei con un anno di ritardo. La maggior parte delle persone riesce a laurearsi in corso? Beh, buon per loro; se tu sei diverso devi convivere con la tua diversità (occhio che non sto facendo un'apologia del fuoricorsismo eh, ché parto dal presupposto che tu sia uno studente che cerca d'essere diligente).


Sono d'accordo che se uno si laurea con un anno di ritardo non sarà certo un fallito, ma dove sta scritto che la maggior parte delle persone riesce a laurearsi in corso? Io studio Ingegneria Meccanica alla Sapienza, ma penso sia una situazione diffusa. Una delle statistiche 2014, le ultime disponibili, appese sul muro della segretaria didattica è "età media di laurea triennale di 23 anni e mezzo", che corrisponde a 2 anni fuoricorso*.



Fonte: http://www.ingmecc.uniroma1.it/Document ... R15-16.pdf.

*Non mi riguarda, però 23 anni a mezzo nel mio caso (nato a novembre ed iscrittomi subito dopo la scuola superiore senza aver perso anni) corrisponderebbero a 2 anni fuoricorso.[/quote]
Non avevo dati sottomano, infatti l'ho posta come domanda (retorica). In ogni caso a Matematica, da me, la media non si è mai spinta (almeno negli ultimi cinque anni) oltre i 3,9 anni per la triennale (cfr. qui). Ma, chiaramente, il punto della questione era un altro.

marco.ceccarelli
"Delirium":
Hai paura di finire fuori corso? Sbattitene il ca**o, non sarai di certo un fallito se ti laurei con un anno di ritardo. La maggior parte delle persone riesce a laurearsi in corso? Beh, buon per loro; se tu sei diverso devi convivere con la tua diversità (occhio che non sto facendo un'apologia del fuoricorsismo eh, ché parto dal presupposto che tu sia uno studente che cerca d'essere diligente).


Sono d'accordo che se uno si laurea con un anno di ritardo non sarà certo un fallito, ma dove sta scritto che la maggior parte delle persone riesce a laurearsi in corso? Io studio Ingegneria Meccanica alla Sapienza, ma penso sia una situazione diffusa. Una delle statistiche 2014, le ultime disponibili, appese sul muro della segretaria didattica è "età media di laurea triennale di 23 anni e mezzo", che corrisponde a 2 anni fuoricorso*.



Fonte: http://www.ingmecc.uniroma1.it/Document ... R15-16.pdf.

*Non mi riguarda, però 23 anni a mezzo nel mio caso (nato a novembre ed iscrittomi subito dopo la scuola superiore senza aver perso anni) corrisponderebbero a 2 anni fuoricorso.

Sk_Anonymous
Francamente a me sembra che tu stia presentando da tempo, in salsa a volte differente, le stesse "lamentele" (tra l'altro con una tendenza quasi morbosa a trascinare OT interi threads). Vikhr, te lo dico con sincerità: io leggo un sacco di frustrazione in quello che scrivi, che pare un'interrotta excusatio non petita per i tuoi eventuali "fallimenti" (leggi: eventuali situazioni in cui ti trovi invischiato, e che non sono conformi alle tue aspettative). Sappiamo tutti che il 3+2 ha portato seco certe problematiche, ma a volte continuare a tirar pugni al cielo non fa altro che incrementare il livello di frustrazione; il sistema è così, non pare voler cambiare perché a noi non piace. E quindi cosa si fa? Ci si adatta. E poi: se non ti piace mandar giù le cose a memoria, non farlo. Studia per imparare, mettici il tempo che devi. Hai paura di finire fuori corso? Sbattitene il ca**o, non sarai di certo un fallito se ti laurei con un anno di ritardo. La maggior parte delle persone riesce a laurearsi in corso? Beh, buon per loro; se tu sei diverso devi convivere con la tua diversità (occhio che non sto facendo un'apologia del fuoricorsismo eh, ché parto dal presupposto che tu sia uno studente che cerca d'essere diligente).

Intermat
"Vikhr":
Questo mi penalizza assai quando c'è da dover brutalmente mandare una fitta serie di "cose" a memoria, perdendone completamente il senso, che piaccia o no, e ho l'impressione che il 3+2 favorisca lo studio mnemonico piuttosto che lo studio autentico, favorito dal VO.

Questa cosa mi sa tanto di "eh quando c'era lui i treni arrivavano in orario". In pratica tutto ciò che è diverso da quello che capita a noi è assolutamente migliore di quello che ci capita. Ovviamente parlando di cose negative. Se fossero positive invece non varrebbe la stessa cosa.

In ogni caso studiare ha un senso, per me. Anche quando, a volte, si può ridurre in un meccanismo meccanico e mnemonico. Non nego che alcuni esami che non mi interessavano li ho passati a colpi di esercizi ripetuti decine di volte di cui ho capito il meccanismo ma non troppo la logica applicata ad un contesto più ampio. Detto ciò però devo dire che, a posteriori, invece ho trovato un senso. Infatti lo sforzo fu tale che ad oggi ancora li ricordo (i meccanismi) e li riesco ad applicare nelle situazioni giuste quando mi capitano delle cose o quando studio qualcos'altro.

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