Liberta' ...informatica
Reporters senza frontières, l'associazione per la difesa della libertà della stampa, pubblica
l'elenco dei tredici Paesi «nemici d'Internet», dall'Arabia Saudita al Vietnam, in occasione
della «Ventiquattro ore contro la censura su Internet>>.
E segnala una new entry nella lista nera: l´Egitto del presidente Mubarak. Per il resto
i 13 «nemici d'Internet» su cui Rsf ha puntato l'indice sono: Arabia Saudita, Bielorussia,
Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Iran, Uzbekistan,
Siria, Tunisia, Turkmenistan e Vietnam.
Si tratta di Paesi in cui ci si può trovare in prigione da un giorno all'altro per aver
scritto sul proprio blog o su un sito internet opinioni contrarie al regime.
Secondo le ultime stime, nel mondo oltre sessanta cyber-dissidenti
(52 solo in Cina, quattro in Vietnam, tre in Siria, e uno in Iran) sono tuttora
in carcere per aver fatto circolare online opinioni considerate inaccettabili
dai governi locali.
Rispetto al 2005, tre Paesi sono stati ritirati dalla lista dei nemici del web: la Libia, dove Rsf
ha potuto constatare in seguito a una missione che «internet non è più censurato» e dove
nessun navigatore dissidente è stato carcerato; poi le Maldive e il Nepal. L'Egitto è invece
l'unica novità rispetto al precedente elenco.
Reporter senza frontiere organizza, da martedì 7 novembre dalle 11 alla stessa
ora del giorno successivo, una cybermanifestazione internazionale, invita cioè
gli internauti a mobilitarsi contro i «predatori di internet» tramite la "piazza"
del sito «www.rsf.org».
karl
l'elenco dei tredici Paesi «nemici d'Internet», dall'Arabia Saudita al Vietnam, in occasione
della «Ventiquattro ore contro la censura su Internet>>.
E segnala una new entry nella lista nera: l´Egitto del presidente Mubarak. Per il resto
i 13 «nemici d'Internet» su cui Rsf ha puntato l'indice sono: Arabia Saudita, Bielorussia,
Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Iran, Uzbekistan,
Siria, Tunisia, Turkmenistan e Vietnam.
Si tratta di Paesi in cui ci si può trovare in prigione da un giorno all'altro per aver
scritto sul proprio blog o su un sito internet opinioni contrarie al regime.
Secondo le ultime stime, nel mondo oltre sessanta cyber-dissidenti
(52 solo in Cina, quattro in Vietnam, tre in Siria, e uno in Iran) sono tuttora
in carcere per aver fatto circolare online opinioni considerate inaccettabili
dai governi locali.
Rispetto al 2005, tre Paesi sono stati ritirati dalla lista dei nemici del web: la Libia, dove Rsf
ha potuto constatare in seguito a una missione che «internet non è più censurato» e dove
nessun navigatore dissidente è stato carcerato; poi le Maldive e il Nepal. L'Egitto è invece
l'unica novità rispetto al precedente elenco.
Reporter senza frontiere organizza, da martedì 7 novembre dalle 11 alla stessa
ora del giorno successivo, una cybermanifestazione internazionale, invita cioè
gli internauti a mobilitarsi contro i «predatori di internet» tramite la "piazza"
del sito «www.rsf.org».
karl
Risposte
Oltre sessanta???
Mammamia corro a chiudermi in camera e non ne esco più!
Mamma li turchi!!!
Mammamia corro a chiudermi in camera e non ne esco più!
Mamma li turchi!!!