Lettere spaiate e insiemi di lettere: pronuncia
Ai vari suoni della lingua corrispondono lettere dell'alfabeto. Le lettere, poi, hanno dei nomi. Ad esempio, k si chiama cappa, b si chiama bi, m si chiama emme....
Quando noi vediamo un insieme ravvicinato di lettere, ad esempio "casa", produciamo in successione i vari fonemi associati alle singole lettere che compongono la scrittura....in altre parole la leggiamo. Tuttavia, quando vediamo lettere che stanno da sole, ad esempio se vediamo "m", non pronunciamo il fonema assegnato ad "m", ma il suo nome, cioé pronunciamo emme.
Io, almeno, sono abituato a fare così, tuttavia non credo di essere stato programmato male dalle maestre della scuola elementare. Credo infatti che anche voi alla visione di lettere singole, ad esempio z, fate corrispondere il suo nome (zeta in questo caso), mentre alla visione di una successione ravvicinata di lettere fate corrispondere in successione i fonemi associati alle lettere. Come mai questo modo di procedere differente nei due casi? Perché quando vedo l dico il suo nome, cioé elle, e non la sua pronuncia, cioè l? Anzi, la risposta a questa domanda è che le maestre da piccoli ci hanno abituato a fare cosi.....tuttavia perché non abituare a pronunciare il fonema corrispondente ad l, che mi sembrerebbe più logico?
Grazie
Quando noi vediamo un insieme ravvicinato di lettere, ad esempio "casa", produciamo in successione i vari fonemi associati alle singole lettere che compongono la scrittura....in altre parole la leggiamo. Tuttavia, quando vediamo lettere che stanno da sole, ad esempio se vediamo "m", non pronunciamo il fonema assegnato ad "m", ma il suo nome, cioé pronunciamo emme.
Io, almeno, sono abituato a fare così, tuttavia non credo di essere stato programmato male dalle maestre della scuola elementare. Credo infatti che anche voi alla visione di lettere singole, ad esempio z, fate corrispondere il suo nome (zeta in questo caso), mentre alla visione di una successione ravvicinata di lettere fate corrispondere in successione i fonemi associati alle lettere. Come mai questo modo di procedere differente nei due casi? Perché quando vedo l dico il suo nome, cioé elle, e non la sua pronuncia, cioè l? Anzi, la risposta a questa domanda è che le maestre da piccoli ci hanno abituato a fare cosi.....tuttavia perché non abituare a pronunciare il fonema corrispondente ad l, che mi sembrerebbe più logico?
Grazie

Risposte
"lisdap":
In quale modo viene insegnato oggi? Non ho capito a quale dei due ti riferisci:)
Il metodo che le tue maestre non hanno usato, a quanto ho capito.

Nella prima fase di alfabetizzazione non si fa pronunciare i nomi delle lettere ma il suono "principale", o per meglio dire si pone come fondamentale questo metodo per far capire che il nome di una lettera è una cosa, il fonema un'altra, ben diversa. Si parte dalle vocali, per quanto mi ricordi, per poi arrivare a tutti i fonemi.
Non esiste una corrispondenza biunivoca tra fonema e lettera. Oltre alle lettere con pronuncie doppie e triple e ai fonemi espressi da coppie o triplette di lettere (sc e gli) ci sono alcune lettere che non possiedono suono (la h) e altre che non ne possiedono uno distinto (la q). Il tutto senza considerare che la i possiede un suono come vocale e uno come consonante.
Comunque sono d'accordo che si dovrebbe dare più importanza alla componente orale dell'italiano.
Comunque sono d'accordo che si dovrebbe dare più importanza alla componente orale dell'italiano.
In quale modo viene insegnato oggi? Non ho capito a quale dei due ti riferisci:)
"lisdap":
Anzi, la risposta a questa domanda è che le maestre da piccoli ci hanno abituato a fare cosi.....tuttavia perché non abituare a pronunciare il fonema corrispondente ad l, che mi sembrerebbe più logico?
Veramente è da alcuni anni che viene insegnato in quel modo, come mi dice mia moglie che è insegnante di scuola primaria (aka scuola elementare).
Che tu sia vecchio?
