Kant ed il sentimento ...
cari ragazzi , vorrei proporvi una domanda filosofica da sottoporre al vostro pensiero , nel qual caso significa azione analitica . Secondo il vostro giudizio quale era il rapporto tra Kant ed il sentimento ? Ossia come si relazionava il filosofo di Koningsberg all'umano sentire ? Mi sovviene questa domanda alla luce della lamina razionalista che contraddistingue questo autore . Saluti !



Risposte
Concordo con la tua visione . Ciò che tengo a sottolineare è che comunque Kant raggiunge l'apice del pensiero Illuminista all'interno de " La critica della Ragion Pura" con la sua analisi degli schemi gnoseologici adottati dall'uomo all'atto conoscitivo ; mirabile è la descrizione che ne riesce a fare .
Salve menale,
che la verità sia figlia del tempo e non dell'autorità, questo mi pare neccessariamente logico, filosoficamente parlando. Per quanto riguarda la contraddittorietà di Kant, questa apre una strada verso l'idealismo, vertice massimo del romanticismo. Ovviamente Kant con il sentimento si ferma al romanticismo; difatti, nella sua filosofia, l'uomo per conoscere se stesso, a quanto pare, non deve fare uso della ragione ma del sentimento... e ciò lo allontana dai cardini del deismo illuministico.. Se tale, parziale, allontamento dai cardini dell'illuminismo è dovuto al tempo in cui egli si colloca, bhè non te lo sò dire, mi dovrei rivolgere ad un docente di storia o simile.... Si precisa che, Kant giammai tocca l'idealismo, ma la sua dualità contradditoria tra noumeno e fenomeno porteranno alla formulazione del panteismo monistico del, grande ed immenso unicamente, filosofo idealista Hegel.
Cordiali saluti.
che la verità sia figlia del tempo e non dell'autorità, questo mi pare neccessariamente logico, filosoficamente parlando. Per quanto riguarda la contraddittorietà di Kant, questa apre una strada verso l'idealismo, vertice massimo del romanticismo. Ovviamente Kant con il sentimento si ferma al romanticismo; difatti, nella sua filosofia, l'uomo per conoscere se stesso, a quanto pare, non deve fare uso della ragione ma del sentimento... e ciò lo allontana dai cardini del deismo illuministico.. Se tale, parziale, allontamento dai cardini dell'illuminismo è dovuto al tempo in cui egli si colloca, bhè non te lo sò dire, mi dovrei rivolgere ad un docente di storia o simile.... Si precisa che, Kant giammai tocca l'idealismo, ma la sua dualità contradditoria tra noumeno e fenomeno porteranno alla formulazione del panteismo monistico del, grande ed immenso unicamente, filosofo idealista Hegel.
Cordiali saluti.

P.S. ovviamente non voglio vendere alcun prodotto a nessuno , dunque non voglio che si elogi per forza di cose il vecchio Immanuel di Koningsberg !


Come ho detto in precedenza , non credi che la sua natura per così dire contraddittoria sia frutto del suo tempo , un tempo che faceva registrare il passaggio dalla corrente Illuministica a quella Romantica ??
Salve menale,
ribadisco la mia già detta prima posizione nei confronti della filosofia kantiana:
Cordiali saluti
ribadisco la mia già detta prima posizione nei confronti della filosofia kantiana:
"garnak.olegovitc":
Salve,
personalmete, studiando Kant dall'enciclopedia di L. Geymonant, ho notato i tanti buchi del suo sistema filosofico; elogio Kant, solamente, per avere esposto teoreticamente ciò che Galileo Galilei aveva esposto sperimentalmente, ma anche per avere abbattuto lo scettismo scozzese di Hume; mentre, se dovessi guardare il suo sistema filsofico in generale potrei dire che egli è fortemente contraddittorio e per tal ragione è da scartare come verità filosofica (utile solamente per comprendere lo sviluppo della filosofia)
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Ciò che diceva a riguardo delle incoerenze che possono emergere dal pensiero Kantiano .
"Paolo90":
Però, al di fuori di questo, è semplicemente un "mito".
Concordo pienamente. La forza del suo genio ne ha fatto un mito.
Salve menale,
quale linea, saresti così cortese a specificarla.
Cordiali saluti
"menale":
Garnak , pensavo condividessi quella linea di pensiero . Mi sbaglio ???![]()
quale linea, saresti così cortese a specificarla.
Cordiali saluti
Garnak , pensavo condividessi quella linea di pensiero . Mi sbaglio ???


Salve menale,
io mi riferisco a quella che il filosofo Jacobi rivolse a Kant a riguardo della sua dialettica tra fenomeno e noumeno.
Cordiali saluti
"menale":
..... Intendiamoci : quando si parla di contraddizioni bisogna ben capire a cosa si riferiscano . ....
io mi riferisco a quella che il filosofo Jacobi rivolse a Kant a riguardo della sua dialettica tra fenomeno e noumeno.
Cordiali saluti
Concordo con la vostra analisi dalla quale emerge la criticità della natura della filosofia Kantiana . Intendiamoci : quando si parla di contraddizioni bisogna ben capire a cosa si riferiscano . Parliamo di un autore che si pone a margine di due grandi epoche :da un lato un Illuminismo che si accingeva a "chiudere i battenti" con le estremi conseguenze cui era arrivato lo scientismo e dall'altro l' inizio di una nuova epoca quale sarebbe stata il Romanticismo con i suoi tratti fortemente irrazionali ed edulcorati . Credo , personalmente , che sia propria questa criticità ( figlia di questa epoca di passaggio ) a rendere Kant un autore tanto stimolante quanto emozionante per i suoi innumerevoli passaggi da una "sponda all'altra" di una stessa tematica .
"garnak.olegovitc":
[...] Kant nella filosofia generale è ricordato come un filosofo illuminista, la Critica del Giudizio è speculativa per ciò che riguarda il nocciolo della sua trattazione filosofico-gnoseologica.
Sì, è vero, Kant è in un certo senso l'illuminista per eccellenza.
E il Giudizio è ciò che lo avvicina di più agli idealisti (come diceva menale qualche post fa, si ricordi il concetto di sublime: questi sono i tratti proto-romantici, che perdurano un po' in secondo piano in tutto il Neoclassicismo e l'Illuminismo e poi sfoceranno apertamente nel Romanticismo; anche Kant non è immune da ciò).
"garnak.olegovitc":
Salve,
personalmete, studiando Kant dall'enciclopedia di L. Geymonant, ho notato i tanti buchi del suo sistema filosofico; elogio Kant, solamente, per avere esposto teoreticamente ciò che Galileo Galilei aveva esposto sperimentalmente, ma anche per avere abbattuto lo scettismo scozzese di Hume; mentre, se dovessi guardare il suo sistema filsofico in generale potrei dire che egli è fortemente contraddittorio e per tal ragione è da scartare come verità filosofica (utile solamente per comprendere lo sviluppo della filosofia)
Sì, anche qui concordo perfettamente. Intendiamoci, è uno dei big ed è uno di quelli che amo di più, ma è molto contraddittorio (già solo tra Pura e Pratica sembra esserci un divario notevole, quello che afferma nella prima, quasi lo nega nella seconda).
Però, al di fuori di questo, è semplicemente un "mito". Ma vogliamo mettere con la manìa della tripartizione idealista? Non si possono proprio confrontare! La teoria dei giudizi, le rivoluzioni copernicane sono vette del pensiero umano. Io personalmente, come si sarà capito, amo moltissimo la Pura; a mio giudizio, è probabilmente l'opera filosofica più bella di sempre.
E poi, tra l'altro, io dietro Kant ci vedo in un certo senso le fondamenta della Matematica o, meglio, del pensiero razionale moderno. Che altro sono i suoi giudizi sintetici a priori se non i nostri amatissimi teoremi? L'esempio classico che mi veniva portato di g.s. a priori è 5+7=12. Ma non è forse questo un teorema (prima lezione all'università)?
Insomma, qualche difetto il prussiano ce l'ha sicuramente. Ma per il resto, è e resterà sempre - per me - una vetta.
Salve,
personalmete, studiando Kant dall'enciclopedia di L. Geymonant, ho notato i tanti buchi del suo sistema filosofico; elogio Kant, solamente, per avere esposto teoreticamente ciò che Galileo Galilei aveva esposto sperimentalmente, ma anche per avere abbattuto lo scettismo scozzese di Hume; mentre, se dovessi guardare il suo sistema filsofico in generale potrei dire che egli è fortemente contraddittorio e per tal ragione è da scartare come verità filosofica (utile solamente per comprendere lo sviluppo della filosofia)
Cordiali saluti
personalmete, studiando Kant dall'enciclopedia di L. Geymonant, ho notato i tanti buchi del suo sistema filosofico; elogio Kant, solamente, per avere esposto teoreticamente ciò che Galileo Galilei aveva esposto sperimentalmente, ma anche per avere abbattuto lo scettismo scozzese di Hume; mentre, se dovessi guardare il suo sistema filsofico in generale potrei dire che egli è fortemente contraddittorio e per tal ragione è da scartare come verità filosofica (utile solamente per comprendere lo sviluppo della filosofia)
Cordiali saluti
Salve menale,
la "facoltà" del sentimento, per Kant, era importante per avere, da parte dell'uomo, coscienza di se stesso ( ovvero autocoscienza), concetto che si avvicina maggiormente alla filosofia idealista che illuminista.
Cordiali saluti
la "facoltà" del sentimento, per Kant, era importante per avere, da parte dell'uomo, coscienza di se stesso ( ovvero autocoscienza), concetto che si avvicina maggiormente alla filosofia idealista che illuminista.
Cordiali saluti
Salve Paolo90,
è ovvio, Kant nella filosofia generale è ricordato come un filosofo illuminista, la Critica del Giudizio è speculativa per ciò che riguarda il nocciolo della sua trattazione filosofico-gnoseologica.
Cordiali saluti
"Paolo90":
.... E' l'opera secondo me meno conosciuta e meno letta, almeno così è per me; ...
è ovvio, Kant nella filosofia generale è ricordato come un filosofo illuminista, la Critica del Giudizio è speculativa per ciò che riguarda il nocciolo della sua trattazione filosofico-gnoseologica.
Cordiali saluti
Anche questo è particolarmente vero a riguardo di kant e del suo sistema di pensiero !
Interessante questa discussione. Quello che ricordo è che Kant come Hume rifiuta la concezione troppo ottimista delle teorie sentimentaliste.Egli dice che è una "sensazione riferita unicamente al soggetto",quindi è una facoltà "autonoma" (come diceva anche Paolo90).
P.S. Gli idealisti renderebbero la loro logica "trinitaria" una sorta di legge naturale da estendere a qualunque fenomeno ...
Molto interessante la tua risposta con il riferimento alla poco ricordata ( ahinoi) Critica del Giudizio . Credo che Kant sentisse , al di là del suo razionalismo , l'esigenza di parlare di "sentire" umano , nella sua forma pura che va al di là di qualsivoglia Ragion Pura . Addirittura Kant diviene quasi un anticipatore del romanticismo con le sue tesi di natura estetica soprattutto quando parla di Sublime e dell'idea del bello come del " sensus communis aesteticum" .......


Kant ne parla in maniera approfondita nella Critica del Giudizio che, se non sbaglio, è del 1791, o giù di lì. E' l'opera secondo me meno conosciuta e meno letta, almeno così è per me; come la Pura è incentrata sulla gnoseologia (conoscenza) e la Pratica sulla morale, il Giudizio è incentrato sul sentimento.
Per quel che ricordo, parla del sentimento come di una terza facoltà (in sostanza, oltre la Ragion Pura e Pratica); com'era nel suo stile, poi, faceva un'accurata distinzione - che ora non ricordo esattamente - fra giudizi riflettenti e determinanti (a loro volta poi ancora divisi: nel giudizio riflettente mi ricordo che si distinguevano quello estetico e quello teleologico).
Comunque, Kant sostiene (e uno se lo aspetta) che il sentimento sia un'esigenza, un bisogno dell'uomo, che ne implica necessariamente la finitudine (perché c'è bisogno di stabilire un patto con la natura o qualcosa del genere).
La cosa singolare e interessante è il ruolo di questa facoltà che lui chiamava sentimento: è praticamente ciò che ci permette di fare esperienza di quel finalismo che la Pura escludeva (sempre a livello gnoseologico) e la Pratica postulava (!).
Da qui segue - se ben ricordo - l'interpretazione idealistica di Kant: sminuendo tutto, gli idealisti leggevano, alla Hegel, la Pura come la tesi, la Pratica come l'antitesi e il Giudizio come la sintesi.
Per fortuna, tale lettura non ha preso troppo piede, altrimenti avremmo anche potuto salutare il pensiero di Kant come lo conosciamo oggi.
Spero di aver risposto almeno in parte e, soprattutto, di non aver sparato scemenze (non ho i libri sottomano ed è passato qualche tempo da quando ho finito di studiare Filosofia).
Per quel che ricordo, parla del sentimento come di una terza facoltà (in sostanza, oltre la Ragion Pura e Pratica); com'era nel suo stile, poi, faceva un'accurata distinzione - che ora non ricordo esattamente - fra giudizi riflettenti e determinanti (a loro volta poi ancora divisi: nel giudizio riflettente mi ricordo che si distinguevano quello estetico e quello teleologico).
Comunque, Kant sostiene (e uno se lo aspetta) che il sentimento sia un'esigenza, un bisogno dell'uomo, che ne implica necessariamente la finitudine (perché c'è bisogno di stabilire un patto con la natura o qualcosa del genere).
La cosa singolare e interessante è il ruolo di questa facoltà che lui chiamava sentimento: è praticamente ciò che ci permette di fare esperienza di quel finalismo che la Pura escludeva (sempre a livello gnoseologico) e la Pratica postulava (!).
Da qui segue - se ben ricordo - l'interpretazione idealistica di Kant: sminuendo tutto, gli idealisti leggevano, alla Hegel, la Pura come la tesi, la Pratica come l'antitesi e il Giudizio come la sintesi.
Per fortuna, tale lettura non ha preso troppo piede, altrimenti avremmo anche potuto salutare il pensiero di Kant come lo conosciamo oggi.

Spero di aver risposto almeno in parte e, soprattutto, di non aver sparato scemenze (non ho i libri sottomano ed è passato qualche tempo da quando ho finito di studiare Filosofia).
